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Tasso,
intese a conferire al linguaggio un senso di ricercatezza, preziosità che lo rendano anche oscuro. Il
messaggio che l’opera dovrebbe trasmettere è difficile da cogliere, e l’accesso virtuosismo tecnico
fa rivolgere l’attenzione più verso la forma che verso il contenuto. Già lo stesso Tasso aveva
sottolineato come una certa obscuritas potesse contribuire a conferire un tono solenne e tragico
all’opera, ma gli artisti e letterati barocchi sembrano a volte lasciare in secondo piano il messaggio
che porta l’opera, perché più interessati a suscitare la meraviglia attraverso il virtuosismo sublime,
spesso tortuoso, del loro linguaggio.
In campo letterario ritornano i canoni estetici tipi del Barocco. La letteratura del primo Seicento si
muove all’insegna della ricerca della novità e della meraviglia, una tendenza che nasce in parte
spontaneamente come reazione alle regole imposte in letteratura durante il Cinquecento. Questa
ricerca della novità si muove seguendo una rottura e netta frattura rispetto al secolo precedente. Ci
si allontana dalle regole e dai principi imposti nel Cinquecento e si ricerca la libertà rispetto
all’imitazione dei classici che aveva segnato la letteratura umanistica, rinascimentale e, in modo
diverso, quella manieristica. Ciò non significa però che i modelli classici non siano tenuti presenti
da poeti e scrittori barocchi. In realtà cambiano le modalità e il rapporto da tenere nei confronti
e c’è una più libera scelta dei modelli da imitare. Questa ricerca della novità si
delle auctoritates
concretizza in tutta una serie di scelte tematiche e stilistiche che differenziano la letteratura del
primo Seicento da quella del secolo precedente. Tali scelte rientrano nella categoria più ampia della
meraviglia, fine ultimo del poeta. È per questo che la letteratura diventa teatro di nuove
sperimentazioni e creazioni di nuove forme, spesso miste, come la tragicommedia e il poema
eroicomico. Il gusto per la meraviglia e la sperimentazione porterà Tassoni a definire il proprio
poema come un esperimento chimico (la miscela) e anche l’Adone di Marino si muove all’insegna
dello sperimentalismo: il tradizionale genere del poema epico adesso non presenta un soggetto
tradizionale, cioè guerresco, ma un soggetto di tipo amoroso.
- La trattatistica:
Trattati retorici:
Il concetto dell’ingegno, cioè della capacità dell’intelligenza umana di elaborare accostamenti tra
immagini, concetti, parole, cose, ecc., in modo inaspettato, originale e sorprendente, in grado di
suscitare meraviglia nel lettore, è un soggetto di molti trattati seicenteschi di retorica. Tra i diversi
trattatisti dell’ingegno, il primo è Matteo Peregrini, con il suo trattato Delle accuratezze. Peregrini,
trattatisti dell’epoca, è un religioso, è può essere inserito all’interno della corrente
come molti
critica degli intellettuali “moderato-barocchi”, che assumevano cioè un atteggiamento conservativo
nei confronti delle innovazioni della poetica barocca. In particolare, nel suo trattato, Peregrini
critica l’eccessivo concettivismo barocco, al quale contrappone un equilibrio di derivazione
L’oggetto del
classicista, pur coltivando e ammirando alcuni fondamenti base della retorica barocca.
trattato è l’osservazione delle “mirabili accutezze”, partendo dal presupposto che queste non si
fondino né sulle parole né sulle cose, ma dall’accostamento di parole e parole, di parole e cose, di
(il
cose e cose. Inoltre, Peregrini tratta anche del rapporto tra artificio e diletto: l’artificio
virtuosismo, le figure retoriche, ecc.) generano il mirabile, che a sua volta genera nel lettore il
diletto. Infatti il diletto sta nello scoprire il velo dell’artificio.
Il più grande teorico italiano del barocco è Emanuele Tesauro che come Peregrini fu un religioso.
Apparteneva alla Compagnia di Gesù, che lasciò nel 1634. Scrive un trattato dal titolo Il
cannocchiale aristotelico, dove si concentra appunto sul tema della retorica barocca. Per Tesauro il
cannocchiale, uno strumento tecnico-scientifico moderno, è Aristotele, che con la sua Retorica
rappresenta lo strumento principale per l’analisi di tutte le perfezioni e imperfezioni dell’eloquenza.
Però laddove il termine cannocchiale, nel titolo, rimanda alla modernità, Aristotele rimanda alla
tradizione. Perciò già nel titolo c’è questo tentativo dell’autore di far conciliare la modernità con la
tradizione, attraverso un’espressione ossimorica, che pone l’accento sulla metafora, l’ambito
principale in cui si esprime l’acutezza. Infatti, Tesauro effettua le’elogio del concettismo barocco
perché attraverso la metafora è possibile riassumere in un’unica unità la grande molteplicità e
varietà del reale, che l’uomo ammira, ma tema anche di non riuscire a dominare.
Trattati morali:
Nel Seicento emerge una nuova figura di uomo di corte, con compiti sempre più specifici e poteri
sempre più ridotti. I diversi trattati morali che tentano di descrivere l’uomo di corte nel Seicento
tengono conto di quest’aspetto, e non presentano più la dimensione ideale che invece era tipica dei
grandi trattati cinquecenteschi come Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione. I trattati morali
seicenteschi invitano generalmente alla prudenza, come nel caso dell’Onesta dissimulazione di
Torquato Accetto, il quale invita l’uomo di corte ad adottare un comportamento ambiguo, dovuto al
suo muoversi all’interno di un ambiente a lui ostile, governato da “mostri”. L’impiego della
simulazione sarebbe moralmente inaccettabile, perché esso porta alla menzogna, ma la
dissimulazione può anche essere onesta, dal momento che comporta soltanto il non lasciar trapelare
un pensiero o un sentimento. Quindi, dal momento che il cortigiano si muove all’interno si un
ambiente per lui fondamentalmente ostile, allora è opportuno che adotti un comportamento ambiguo
e allusivo, in analogia con il gusto per l’ambiguità e l’allusione tipico del Seicento.
Trattati politici:
Nell’ambito della riflessione politica il Seicento si caratterizza, sia nell’ambito della cultura laica
per l’acceso antimachiavellismo. Il pensiero di Machiavelli viene
che di quella ecclesiastica, è iscritto all’interno dell’Indice dei Libri proibiti)
condannato abbastanza precocemente (Il Principe
e la Controriforma proibisce di trattare dei temi affrontati da Machiavelli. È così allora che nel
Seicento emerge una tendenza detta tacitismo, il cui rappresentante principale è Traiano Boccalini
con i suoi Ragguagli del Parnaso. La riscoperta di Tacito era avvenuta quasi contemporaneamente
alla condanna del pensiero di Machiavelli. Il Tacitismo consiste nel parlare di politica ispirandosi a
questo grande storico latino, che aveva trattato nelle sue opere del potere imperiale, come pretesto
per affrontare fondamentalmente le tematiche machiavelliane che erano state proibite. Tacito,
avendo vissuto in età imperiale, scrive e tratta di temi che sono in analogia con la situazione politica
seicentesca, dominata da regimi assolutistici, ed è molto più vicino alla realtà contemporanea
rispetto a Tito Livio, che era vissuto in età repubblicana, e che Machiavelli aveva commentato. Il
tacitismo è fondamentalmente un pretesto per trattare ancora del tema della Ragion di Stato, tipico
della trattatistica cinquecentesca, in particolare delle opere di Giovanni Botero. La “ragion di stato”
degli strumenti e dei mezzi usati dai governanti per raggiungere e
è nel Seicento l’insieme
conservare il potere, è soggetto dei trattati politici, indipendentemente dalle intenzioni di elogio o
condanna del potere dei trattatisti. Venezia. Opera all’interno degli ambienti curiali, ma
Traiano Boccalini: opera a Roma e poi a
divenne inviso alla Chiesa ufficiale a causa delle sue feroci accuse contro le istituzioni e i mezzi
ecclesiastici, quali l’Inquisizione e la Compagnia di Gesù. La sua opera più importante sono I
dove, con la falsa pretesa di dilettare il pubblico, l’autore si dedica a
ragguagli del Parnaso
commenti e riflessione su questioni di tipo morale e politico in modo indiretto (attraverso l’impiego
della metafora o dell’allegoria). La struttura dell’opera è di tipo allegorico: l’autore si presenta
come il “menante”, cioè come giornalista dell’epoca, che fornisce “ragguagli” (informazioni di tipo
giornalistico) sul Regno del Parnaso, il cui re è Apollo. In particolare attraverso questa struttura
allegorica l’autore può parlare di argomenti del tempo senza prendere apparentemente una
posizione netta. Nel suo trattato Boccalini si lancia in una critica antiecclesiastica, antispagnola,
l’etica e la morale di
contro la ragion di stato che alla fine risultava utile allo stato e non seguiva più
Dio, e denuncia anche i vizi del secolo, soprattutto tipici degli ambienti di corte, come la ricerca
delle ricchezze, del lusso, del potere e l’interesse.
- La storiografia:
La storiografia del Seicento è particolarmente incentrata su questioni attuali di carattere e rilevanza
europea. Molti trattati infatti si concentrano sulle contrastanti vicende della monarchia francese o
sulla guerra dei Trent’anni. Ciò è indice di una certa apertura ma segnala anche quel decentramento
dell’Italia e della politica italiana rispetto al quadro europeo. Fra i trattati del Seicento che
rispondono a queste caratteristiche si può citare La istoria delle guerre civili di Francia di Enrico
Catarino Davila. Inoltre la storiografia del Seicento è incentrata su tematiche di carattere religioso,
non solo per via delle guerre di religione che hanno luogo nel Seicento o anche ai continui rapporti
tra potere e religione, ma anche perché gli storiografi sono spesso religiosi, e in analogia con
l’ideologia della Controriforma, fanno opera propagandistica. Infine la storiografia del Seicento si
occupa anche di questioni di valenza locale. Fra tutti si può citare Giuseppe Ripabuoni, storiografo
milanese, che scrive le Historiae patriae e la De peste Mediolani, che verrano utilizzate come fonti
dal Manzoni per I Promessi Sposi.
Paolo Sarpi: è il più importante storiografo del Seicento. Nato Pietro Sarpi, decide di intraprendere
la carriera ecclesiastica e di assumere il nome di Paolo. Nel 1578 si laurea in teologia e mantiene
contatti con le grandi personalità della sfera politico-culturale del suo tempo. Sarà teolog