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Nei sonetti comici fissa alcune figure umane che si legano alla tradizione comica più antica come la fanciulla magra e
inappetente, la vecchia orribile e repulsiva, il millantatoresbruffone.
Rustico inserisce queste tradizionali figure nella vita comunale iniziando la tradizione giocosa e burlesca fiorentina
aprendo alla lingua volgare un nuovo campo di possibilità che anche Dante utilizzerà nella Commedia.
Una bestiola Quando Dio
Rustico Filippi
Dopo l'esperienza di si sviluppa in toscana una produzione di sonetti giocosi che rappresentano aspetti
distorti della realtà quotidiana, pungenti caricature di personaggi, tenzoni comiche, scambi di sonetti tra poeti nei quali
uno aggredisce l'altro e lo presenta come una figura comica.
Sonetti giocosi vengono scritti anche Guinizzelli, Cavalcanti e Dante che s’impegna in una tenzone comica con Forese
Donati.
A Siena si compongono diversi testi di questo genere, raffigurano una vita quotidiana concreta e utilizzano i modi più
bassi del volgare, in opposizione alle ambizioni illustri della poesia cortese amorosa. Anche questa però è una poesia
colta, si rifà ai vari moduli della tradizione comica medievale come la poesia goliardica e parodistica.
Cecco Angiolieri
Di ricca famiglia guelfa senese, ha una vita dissoluta fatta di risse e vagabondaggio. E suoi sonetti mostrano un
repertorio di provocazioni, ebbe anche uno scambio di sonetti con Dante. Cecco si fa beffa del lavoro, dell’onestà, dei
valori della morale corrente nella vita comunale.
3 sono i temi principali su cui ruotano i sonetti:
l’amore per una certa Becchina presentato come parodia dell’amore stilnovista
l’odio per il padre vecchio e avaro
il bisogno di denaro
3 sono le cose più amate dal poeta: la donna la taverna il dado
S’e’ si potesse S’ i’ fosse fuoco Il pessimo e ‘l crudele A Dante
Folgore da san Gimignano
Guelfo, ricopre varie cariche nella sua città e ottiene l'investitura di cavaliere.
I suoi sonetti sono dedicati ai giorni della settimana, ai mesi dell'anno, alle virtù dei cavalieri descrivono una serie di
occupazioni piacevoli, riprendendo la tradizione provenzale del plazer (elenco di cose piacevoli). Folgore descrive in
modo evidente l'ideale di una società cavalleresca soprattutto il suo modo di comunicare con la natura. Crea un’
immagine della vita cortese agiata e gioiosa in termini laici e mondani, al di fuori di ogni prospettiva etica e religiosa, le
forme della vita aristocratica sono inserite nell'orizzonte cittadino e comunale. Ogni sonetto offre il quadro di una
situazione felice, scene della festosa e lussuosa vita delle brigate come cacce, tornei, buona tavola mitizzando la vita
delle ricche classi cittadine colte in una sorta di vacanza senza fine.
Cenne de la Chitarra Gennaio
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Giullare aretino, fece una parodia dei sonetti dei mesi sostituendo ai piaceri descritti da Folgore noie e fastidi di tutti i tipi
secondo lo schema provenzale dell’enueg.
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La prosa
Rispetto alla poesia, la prosa volgare medievale si forma in ritardo e si modella su due grandi esempi: il latino e il
francese.
Non chiudendosi in codici vincolanti la prosa è più traducibile della poesia:
opere della recente letteratura latina e francese vengono frequentemente tradotte, più rari sono i volgarizzamenti da
antichi classici latini.
Attraverso le traduzioni dal latino e dal francese si cerca di creare una prosa di solida struttura e di grande
comunicatività, in Toscana erano presenti diversi centri di scrittura e di produzione di libri volgari rivolti a un pubblico sia
aristocratico che borghese che desiderava ottenere dalla lettura una formazione culturale sia per edificazione morale
che per puro diletto.
I primi testi fiorentini in prosa sono strumentali come il Libro dei conti di banchieri del 1211, presentano una sintassi
scheletrica in funzione della comunicazione pratica.
Uno stretto legame tra intenti comunicativi e artistici sa ha con la retorica, ha lo scopo di trasferire nel volgare la dignità
stilistica del latino creando una prosa più alta,
grazie al confronto con il latino classico il volgare diviene consapevole di poter comunicare tutto ciò che è importante per
la vita degli uomini, di poter acquisire una sua universalità.
In Toscana è notevole l'attività di volgarizzamento di autori latini, questo confronto tra modelli classici e prosa in volgare
porterà al modello latineggiante del Boccaccio. Marco Polo,
I primi esempi di prosa narrativa sono i volgarizzamenti di opere scritte in francese antico come il Milione di
non è però semplice nella prosa del Duecento distinguere nettamente tra opere originali e traduzioni, la stessa
distinzione tra versione e originale sfugge alla comune coscienza culturale del tempo, il sistema di scrittura appare come
qualcosa di oggettivo, impersonale a cui si può attingere senza farsi troppi scrupoli di fedeltà e originalità.
Il Milione di Marco Polo
Il lungo viaggio in Oriente del veneziano Marco Polo 12541324, si situa tra cronaca trattatistica storicogeografica e
relazioni di viaggio.
Ebbe luogo dopo un precedente viaggio compiuto dal padre Niccolò e dallo zio Matteo, mercanti in Oriente, che avevano
raggiunto la corte Qubilai il Gran Khan, imperatore della dinastia genniskhanide e sovrano di gran parte dell’Asia.
Ritornati a Venezia i due mercanti partirono nuovamente per l'Asia portando con sé il giovane Marco con una non ben
precisa missione da parte del papa Gregorio X.
Nel lungo soggiorno alla corte del Gran Khan Marco si inserisce nella gerarchia feudale mongola, diventando uno degli
uomini di fiducia dell'imperatore e percorrendo la Cina e l'Asia con vari compiti. Dopo il suo ritorno a Venezia, venne più
Rustichello da Pisa
tardi fatto prigioniero dai genovesi, nelle prigioni genovesi incontrò autore toscano di romanzi in
prosa in lingua d’oil.
Dal racconto orale di Marco che Rustichello trascrisse in francese nacque l’opera intitolata Le divisament dou monde La
descrizione del mondo, un resoconto del viaggio in Oriente di Marco.
La scelta del francese fu determinata sia dall'esperienza linguistica di Rustichello ,
sia dall'intenzione di far circolare l'opera in un ampio spazio di cultura internazionale, il francese durante il Medioevo era
la lingua internazionale del ceto mercantile.
Il titolo deriva dal soprannome Emilione della famiglia Polo e figura nella più antica redazione toscana di inizio Trecento,
quella adottata nelle moderne stampe italiane.
Il testo è suddiviso in capitoli con rubriche che ne riassumono il contenuto, un prologo racconta brevemente l'avventura
personale di Marco e i tempi del suo lungo viaggio affermandone l'eccezionalità. Inizia poi la descrizione sistematica dei
diversi paesi d'Oriente, a volte accompagnata anche dalla narrazione di eventi reali o leggendari che li riguardano. La
parte centrale, più ampia, è dedicata alla descrizione della corte del Gran Khan e del suo impero e all’esposizione delle
sue vicende storiche e militari.
Il testo utilizza moduli della letteratura cortese e offre un modello letterario di viaggio e della conoscenza geografica, la
sua scrittura non può essere vista come espressione di una visione mercantile, non ci parla con il linguaggio di una
cultura borghese ma con quello della cultura cortese romanza.
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Il romanzo in prosa: nel XIII secolo attraverso la prosa avvenne il trasferimento del romanzo cortese in volgare italiano,
solo a partire dal Filostrato e dal Teseida di Boccaccio il verso s'imporrà nel romanzo cavalleresco italiano.
Tra la fine del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo si producono, soprattutto in area toscana, varie traduzioni e
volgarizzamenti dei romanzi francesi in prosa.
Un pubblico di lettori aristocratici e borghesi viene affascinato dalla narrazione ampia e dalla tematica amorosa
cavalleresca magica del ciclo di re Artù.
Tristano Riccardiano variante del Roman de Tristan in prosa, così chiamato perché se ne trovano due manoscritti alla
Biblioteca Riccardiana di Firenze
Tavola ritonda segue le tracce di diversi romanzi francesi
Fatti di Cesare ha origine da un’opera in prosa francese Li fet des Romains
La nascita della novella: l'utilizzo degli exempla della letteratura moralistica stimola
una nuova curiosità per la forma narrativa breve, si volgarizzano e si adattano opere che inseriscono racconti ed
exempla dentro cornici e situazioni più ampie:
opere direttamente didattiche e moralistiche
opere che riprendono frammenti del romanzo cavalleresco
opere che si rifanno a tradizioni narrative orientali
queste versioni e rielaborazioni costituiscono un repertorio di motivi che verranno poi utilizzati in tutta la storia della
novella italiana.
Il termine novella si affermerà nel XIV secolo, importante per il suo sviluppo è il rapporto con le fiabe popolari e con i
racconti oralidelle brigate aristocratiche e cittadine. Novellino,
La narrazione breve manifesta una crescente autonomia come è testimoniato dalle cento novelle del una
raccolta di ambiente fiorentino.
L'ordine e il numero delle novelle varia nei diversi manoscritti rendendo impossibile la ricostituzione di un testo originario.
Un corpus più omogeneo di novelle contrassegnate dalla rubrica, che ne indica il tema, fu oggetto di varie trascrizioni e
di ampliamenti diversi.
Un breve prologo sottolinea che la materia della raccolta è costituita da brevi esempi di comportamenti cortesi e viene
destinata ai cuori gentili e nobili per fornire loro occasione di argomentare a vantaggio di chi desidera sapere. Il libro di
novelle viene presentato come un repertorio di gesti e parole che i nobili gentili possono imitare per dilettare tutti gli altri.
Al pubblico cittadino di Firenze si vuole offrire una serie di modelli di comportamento cortese.
Le brevi novelle creano una scena risolutiva in cui si impone l'esemplarità di un'azione o di un detto. Molte si
concentrano su un motto di spirito, su un gesto spettacolare,
su una situazione paradossale con lo scopo di allontanare i pericoli, censurare comportamenti scorretti, fissare limiti etici
di condotta. Forte è nel testo la presenza di temi feudali e cavallereschi che derivano da testi della letteratura francese e
provenzale, dalle versioni cortesi della storia antica, dagli exempla della letteratura moralistica. Molte novelle sono
dedicate alle figure di grandi personaggi come il Saladino o l'imperatore Federico I e II, il tutto dentro una lingua nitida ed
essenziale.
Trattatistica enciclopedica e scientifica
La tendenza enciclopedica della cultura medievale raggiunge nel XIII secolo il più alto grado di sistematicità, cerca di
sinte