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POPPER (1902-1994) - epistemologia
Popper è un filosofo nato a Vienna agli inizi del 1900, e si dedicò allo studio della filosofia scientifica, scrivendo un'opera intitolata "Logica della scoperta scientifica", intendendo con essa criticare la posizione assunta dal Neopositivismo. Logica della scoperta scientifica Nella sua autobiografia, Popper racconta che quando ancora era studente, aderì al marxismo, che si presentava come "socialismo scientifico", e assistette ad una conferenza tenuta da Einstein, in cui veniva presentata la sua teoria della relatività come semplice congettura. In seguito a questi due eventi si rese conto che la differenza tra le teorie scientifiche (Einstein), e quelle non scientifiche (Marx), stava nel fatto che le prime si sottopongono a controlli, da cui possono venire anche smentite, le seconde si sottraggono a qualsiasi controllo e pretendono di valere in modo assoluto. All'interno della sua prima opera,Popper parte dallo stesso punto di vista del Neopositivismo, secondo cui l'unicavera conoscenza è la scienza, e il criterio per verificare la scientificità di una teoria non è più il principio di verifica, ma il principio di falsificabilità, in base al quale una teoria si può ritenere scientifica solo quando è in grado di indicare quali esperimenti la potrebbero falsificare. Nel metodo di Popper non è riconosciuto nessun posto all'induzione, in quanto essa non è in grado di confermare definitivamente una teoria; un ruolo maggiore ha la falsificazione, cioè l'osservazione anche di un solo caso particolare che smentisce una teoria generale.
Il filosofo, inoltre, sostiene che la mente umana non è una tabula rasa, ma è già piena di concetti, ossia di previsioni che riguardano l'esperienza. Quando l'esperienza entra in contraddizione con una previsione, nasce un problema.
Il metodo scientifico si pone come mezzo di risoluzione di tali problemi, attraverso una serie di tentativi ed errori, al fine di aggiungere alla teoria che porta alla risoluzione del problema stesso.
Critica dello storicismo
Popper durante il suo percorso filosofico, critica una serie di posizioni filosofiche non scientifiche e secondo il suo punto di vista, pericolose per la politica.
Esse sono:
- La filosofia di Platone, Marx ed Hegel: essi sostenevano l'esistenza di una società perfetta ed ideale, e ad essi Popper contrappone una società democratica, definendoli "nemici della società aperta", la quale è in continuo miglioramento e non pretende di essere perfetta;
- Lo storicismo: per la sua pretesa di voler spiegare e conoscere in senso generale della storia, stabilendo delle leggi sul suo sviluppo, ma il filosofo rimprovera ad esso l'incapacità di indicare quali fatti potrebbero smentire le previsioni presenti nelle stesse leggi;
L'epistemologia evoluzionistica
Popper paragona lo sviluppo della storia della scienza, alla teoria dell'evoluzione della specie di Darwin. Egli sostiene che così come la lotta per la vita produce una selezione naturale, eliminando gli individui che hanno meno capacità di adattamento, allo stesso modo, le teorie scientifiche sopravvivono fino a quando riescono a risolvere determinati problemi, ma vengono poi abbandonate quando sono smentite dall'esperienza. Ciò non porta però Popper ad essere un filosofo relativista, ma continua ad essere un realista, sostenendo che oltre ai primi due mondi contenenti rispettivamente i fatti materiali e i nostri pensieri, esista un
terzo mondo, in cui vi sono i contenuti dei nostri pensieri, ossia le teorie.
- “Logica della scoperta scientifica” (1934).
- Parte del pensiero di Kant.
- Le teorie sono oggettive, poiché non dipendono dai nostri stati di coscienza; Il compito del metodo scientifico è quello di individuare quali teorie oggettive sono vere e quali false.