Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 147
Storia Contemporanea Pag. 1 Storia Contemporanea Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 147.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Contemporanea Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 147.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Contemporanea Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 147.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Contemporanea Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 147.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Contemporanea Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 147.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Contemporanea Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 147.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Contemporanea Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 147.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Contemporanea Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 147.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Contemporanea Pag. 41
1 su 147
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CONTEMPORANEO

1. Il Quarantotto

Le potenze europee avevano concordato, nel 1815 (dopo la sconfitta di

Napoleone a Waterloo contro gli Stati della Settima coalizione ), un sistema di

4

alleanze che riuscì a reggere nei quindici anni successivi (la cosiddetta

Restaurazione).

Esistevano però disegni di espansione territoriale che rendevano fragile la pace

(in particolar modo restava latente il conflitto per l’egemonia tra Prussia e

Austria, che sarebbe esploso nel 1848).

Tra il 1820 e il 1831 l’Europa fu scossa da episodi rivoluzionari innescati dalla

richiesta di un nuovo patto tra monarca e sudditi (per la richiesta di una

Costituzione) o dalla ricerca di una patria (nazionalità).

L’episodio che diede il “la” fu, nel 1820, la rivolta dei soldati spagnoli che

avrebbero dovuto essere imbarcati per andare a combattere contro le

popolazioni latino-americane insorte contro Madrid. In seguito a questo

episodio, si scatenarono tentativi rivoluzionari nella penisola iberica, nel Regno

delle Due Sicilie e nel Regno di Sardegna (anni Venti) e poi nello Stato pontificio

(1831), in Grecia (1821) contro l’Impero ottomano e in Belgio (1830) contro il

dominio olandese. Queste ultime due insurrezioni ebbero successo.

Nel 1830 ci fu la rivoluzione di Parigi, con la quale i Borboni furono cacciati, la

base elettorale allargata e Luigi Filippo d’Orléans designato re dei Francesi.

Dal punto di vista politico, l’Europa di quegli anni (a cavallo tra gli anni Trenta e

Quaranta) è statica. Gli elementi di modernizzazione sono limitati a quei Paesi

(come Francia e Gran Bretagna) in cui il sistema costituzionale produce un vero

dibattito pubblico sulle riforme.

Sul piano economico, l’elemento saliente è costituito dalla progressiva

espansione dell’egemonia europea sull’intero pianeta. L’Europa, e al suo

interno la Gran Bretagna, si affermò come il centro propulsivo dell’intero

sistema-mondo. L’elemento di forza su cui si fondava il dominio mondiale

dell’Europa è l’incommensurabile superiorità del suo sistema

economico e del suo patrimonio tecnologico rispetto a quello degli

altri continenti. Solo negli Stati Uniti, propaggine europea nel continente

americano, erano visibili i segni di un incipiente processo di industrializzazione.

Nel resto del pianeta imperavano ancora modelli arcaici di stampo feudale in

Asia, schiavistico-coloniale in America Latina, tribale in Africa.

A partire dal 1830 l’Europa conobbe un quarantennio di eccezionale

sviluppo economico, che affondò le sue radici nell’estensione della prima

rivoluzione industriale (1760-1830, settore tessile (cotone), metallurgico (ferro)

ed estrattivo (carbon fossile) in particolar modo in Inghilterra) ad altre regioni

4 Regno Unito, Austria, Russia, Prussia, Paesi Bassi, Svezia, Regno di Sardegna e Stati tedeschi.

del continente e in un ulteriore salto di qualità delle capacità produttive e

tecniche del settore manifatturiero.

La Gran Bretagna svolse il ruolo di guida della locomotiva europea. Nel 1850 in

Inghilterra era presente quasi il 60% dell’intera capacità produttiva del

continente. Nel 1860 essa produceva i 2/3 del carbone, il 50% del ferro, i 5/7

dell’acciaio, i 2/5 dei macchinari e il 50% dei tessuti di cotone venduti nel

pianeta. Nel 1880 invece lo scarto era ridotto, perché soltanto 1/3 della

capacità produttiva continentale era collocato in Gran Bretagna, mentre ormai

in Francia e in Germania , entrambe in rapida crescita, se ne concentrava quasi

5

il 40%.

Lo sviluppo economico continentale si fondava su due fenomeni distinti: il

consolidamento dell’egemonia inglese e la crescita ancora più rapida degli altri

paesi coinvolti nel processo di industrializzazione.

A metà Ottocento il sistema europeo fu sconvolto da un’intensissima

ondata rivoluzionaria che fece crollare l’ordine della Restaurazione.

La causa economica:

- L’arretratezza dell’agricoltura provocò due annate di cattivi raccolti (tra il

1845 e il 1847) e, insieme ad una grave malattia della patata, ciò

condusse ad una grave carestia con l’aumento conseguente dei prezzi e

l’immiserimento del proletariato e dei ceti meno abbienti in tutta Europa.

Le tensioni che ne seguirono sfociarono nel 1848 in rivoluzioni aperte.

In Francia Luigi Filippo d’Orléans, fin dal suo avvento (1830), si era basato su

un precario equilibrio di forze tra vecchie classi aristocratiche, grandi magnati

della finanza e borghesia industriale. Questo equilibrio si era mantenuto fino a

quando era continuata la fase di prosperità economica. Con la crisi economica,

questa condizione venne meno e l’opposizione borghese, organizzata

soprattutto nel movimento bonapartista (che si richiamava all’esperienza

modernizzatrice di Napoleone), cominciò a premere per avere maggiore

rappresentanza alle camere. Contestualmente, aumentavano le tensioni sociali,

senza che il governo avesse la capacità di controllarle.

Fu proprio in occasione di una manifestazione dell’opposizione, il 22 febbraio

1848, proibita dal governo ma sostenuta da ampi strati della cittadinanza e

dalla stessa guardia nazionale, che Parigi insorse. In meno di tre giorni il

potere orleanista cadde.

La pressione popolare si manifestò anche nei primi atti del governo provvisorio,

nel quale la presenza di una componente socialista determinò la formulazione

di un programma avanzato sul piano sociale. Il governo provvisorio proclamò la

Repubblica [Prima Repubblica] e pose al centro della sua azione

l’allargamento dei diritti politici e i problemi del lavoro (venne introdotto il

5 L’industrializzazione fu stimolata dall’accordo di unificazione doganale che, firmato nel 1834,

legò gli Stati dell’area tedesca fino alla proclamazione del Reich (1871).

suffragio universale maschile, fu eliminata la pena di morte per i reati politici,

fu abolita la schiavitù nelle colonie, fu fissata in dieci ore la giornata lavorativa,

ateliers nationaux,

fu garantito il diritto al lavoro attraverso al creazione degli

fabbriche cooperative di proprietà dello Stato).

Ma questa azione di governo radicale, che avrebbe di lì a breve portato anche

ad una nuova Costituzione non più concessa dal sovrano ma deliberata da

un’apposita Assemblea costituente, venne stoppato da due avversari: il

nascente mondo borghese dell’impresa e della finanza; le campagne e le

province del Paese, rurali e cattoliche. Il 23 aprile 1848 il voto premiò i

candidati monarchici e moderati che risultarono prevalenti nella

Costituente. La Francia andava a destra. ateliers nationaux

Battuti alle elezioni, mentre il governo smantellava gli

(costosi e finanziati con l’aumento del 45% delle imposte dirette), i socialisti

puntarono sulla sollevazione popolare contro il nuovo governo moderato, ma la

rivolta parigina del 23 giugno venne sedata nel sangue dalle truppe del

generale Cavaignac.

La Costituzione della [Seconda Repubblica], entrata in vigore a novembre,

conservò il suffragio universale maschile, prevedeva l’elezione di un’unica

Camera e attribuiva il potere a un presidente della Repubblica eletto

direttamente dal voto popolare. Raccogliendo i voti della provincia cattolica e

dei contadini, la destra riuscì a fare eleggere alla presidenza Luigi Carlo

Napoleone Bonaparte, un nipote di Napoleone, che impresse un indirizzo

autoritario e poliziesco alla Seconda Repubblica. Con questa elezione, la

breve esperienza repubblicana ormai declinava e l’ipotesi di un ritorno alla

monarchia cominciava a prendere corpo: nel 1851 Luigi Napoleone avrebbe

fatto sciogliere la Camera per trasformare il suo mandato presidenziale in una

dittatura decennale; ancora un anno ed egli realizzò la restaurazione

dell’impero, assumendo il titolo di Napoleone III.

Quali sono gli effetti della rivoluzione del ’48 sul contesto europeo?

Il processo rivoluzionario messo in moto dagli avvenimenti di Parigi dilagò

nell’Impero austriaco e nella Confederazione germanica.

In questi Paesi alla crisi economica e al malcontento popolare per i bassi salari

e la disoccupazione si sommavano le aspirazioni indipendentistiche delle

diverse nazionalità dell’Impero e le tensioni nazionalistiche dei liberali tedeschi.

Qui il problema sociale assunse minore importanza che in Francia (anche

perché l’industrializzazione si era manifestata più tardi e la classe operaia era

più limitata).

Il 13 marzo 1848 a Vienna una rivolta capeggiata da elementi borghesi mise

fine al pluridecennale potere di Metternich, che fu costretto a dimettersi mentre

l’imperatore Ferdinando, sotto la pressione della sommossa popolare,

concedeva la Costituzione.

Nei giorni successivi la rivolta toccò altre regioni dell’Impero, assumendo i

caratteri di una vera e propria insurrezione dei popoli contro la

dominazione asburgica: il 15 marzo fu la volta di Budapest e Praga; il 17

venne proclamata la Repubblica veneta; il 18 scoppiarono a Milano i moti delle

“cinque giornate”, che costrinsero gli austriaci ad abbandonare la città.

La rivoluzione esplose anche in Germania, dove Berlino fu per quattro giorni

(13-16 marzo) teatro di aspri combattimenti tra rivoltosi e forze dell’ordine. Il

17 marzo Guglielmo IV, re di Prussia, dovette accettare la

convocazione di un’assemblea costituente. Nel maggio 1848 prese avvio

un’assemblea nazionale tedesca per decidere l’organizzazione e l’assetto del

futuro Stato. Ma già dopo le prime battute, sia nell’assemblea costituente sia in

quella nazionale emersero contrasti insanabili tra diversi orientamenti politici.

Nella Costituente i conservatori si organizzarono per opporsi ai provvedimenti,

approvati sotto la pressione del movimento liberale, che avevano allargato i

diritti politici dei cittadini (libertà di stampa e di organizzazione, suffragio

universale maschile).

D’altro canto anche a Francoforte, dove si riuniva l’assemblea nazionale, ci

furono conflitti, tra chi proponeva un nuovo Stato tedesco che comprendesse

anche l’Austria e chi era invece a favore di un’egemonia prussiana sullo Stato.

In Italia.

La questione della nazionalità italiana era sul tappeto dal 1831, quando nacque la Giovine Italia

di Mazzini, il primo movimento politico orientato verso l’unità della penisola, d’ispirazione

democratica e repubblicana.

Di particolare rilevanza, nei primi anni Quaranta, fu l’esperienza neoguelfa elaborata da

Vincenzo Gioberti, che propugnava la nascita di una confederazione tra gli Stati italiani

presieduta dal papa (questa soluzione parve prevaler tra il 1846 e il 1847, in s

Dettagli
A.A. 2018-2019
147 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simone.oggionni3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof De Bernardi Paola.