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NON ORIENTATO POLITICAMENTE, MA DI GRANDE INCERTEZZA CHE IL FENOMENO RIVOLUZIONARIO HA CREATO.

Il 26 agosto di quello stesso anno la Dichiarazione dei diritti dell'uomo è pronta e viene promulgata. L'art.1 dice che "Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti".

Questa vicenda ha dei toni, dei caratteri completamente diversi da quelle che l'hanno preceduta, è una terza rivoluzione che afferma il MODELLO DIVISIONALISTICO: parte da una base comune alle altre due, inglese e americana, perché muove dallo STESSO PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA FORMALE però I MODI DI REALIZZAZIONE SONO TUTTI ESTREMAMENTE Più TORMENTATI. L'antico regime è una realtà antica, profonda, è uno stato unitario sin dal regno feudale medievale, è diventata Stato di giustizia precocemente, è il laboratorio in cui la modernità è cresciuta più rapidamente; ora però la società dei

corpi è un impedimento, un ostacolo, edev'essere abbattuta, si deve riorganizzare le fonti del diritto, il potere giudiziario e l'amministrazione. Deve ridisegnare alla radice lo Stato di Giustizia, motivo per il quale la Rivoluzione francese ha un percorso così accidentato, conflittuale, e ha bisogno di un governo rivoluzionario, pressato ovviamente da nemici esterni, da fuoriusciti, ossia da nobili francesi che lavorano insieme alle casate regnanti nel continente o nella Francia: ha bisogno di difendere la Rivoluzione, da qui il sacrificio che i giacobini impongono a quei diritti che avevano proclamato.

La costituzione dell'anno primo (1793), quella giacobina, ha una dichiarazione dei diritti importante in quanto, in un certo senso, comincia a pensare a quelli che possono essere gli obiettivi sociali, ma questa non verrà mai applicata: il modello rivoluzionario si imporrà per questioni politiche del momento, impedirà la votazione della

Dichiarazione di costituzione e creerà un cortocircuito tra il governo che difende la Rivoluzione ed i diritti che quella Rivoluzione doveva proteggere. Di conseguenza si hanno poi:

La Reazione termidoriana (1795): ritorno all'Antico Regime, la frattura rivoluzionaria è irreversibile

Il colpo di Stato di Napoleone (1799): Fine della stabilizzazione di un travaglio così profondo e radicale.

La Rivoluzione abbatte l'Antico Regime: Estratto del proemio della prima costituzione francese della Rivoluzione.

Primo frutto del progetto dell'Assemblea Nazionale di scrivere la Costituzione.

L'Assemblea Nazionale si proclama fin da subito Assemblea Nazionale Costituente: si tratta di una prima grande costituente, un po' come era stata quella della Convenzione di Filadelfia, ma in questo caso con un raggio di attuazione delle scelte fondative estremamente più ampio.

ampio.Questa prima costituzione del 3 settembre 1791 è una costituzione monarchica, ma è il primo testo costituzionale che fa del re un organo costituzionale titolare del potere esecutivo, affiancato dall'Assemblea unica, che rappresenta gli interessi generali della Nazione. È un'Assemblea Nazionale che viene eletta con un sistema elettorale ancora non del tutto a suffragio universale ma certamente ha un numero di votanti estremamente importante (che supera i 5 milioni).

Questo testo, anticipato dalla Dichiarazione dei diritti del 26 agosto 1789, sintetizza una serie di decisioni che l'Assemblea Nazionale adotta prima della Dichiarazione dei diritti fondamentali, la notte del 4 agosto 1789. È importante in quanto permette di comprendere come si arriva alla Dichiarazione dei diritti, perché, prima di arrivare alla promulgazione di quest'ultima il 26 agosto 1789, il Terzo Stato si proclama Assemblea Costituente, viene creato il

Comitato per la Costituzione el'Assemblea abbatte l'Antico Regime. Per arrivare al principio che gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti, è necessario archiviare la realtà istituzionale dello Stato di Giustizia: è un passaggio così importante che viene fuori anche nelle grandi discussioni parlamentari del 1789 e 1790, che la Costituzione lo ricorda nel suo proemio.

Questo punto ci permette di percepire la diversità del percorso francese rispetto al percorso inglese e al percorso americano. La radice comune è il modello giusnaturalistico, ma le cronologie ed i percorsi sono differenti.

Testo che ci offre la fotografia chiara della peculiarità del percorso francese. I diritti sono un punto di arrivo, la Carte dei diritti hanno evidentemente radici comuni e vengono successivamente adottate in contesti e realtà diverse, attraverso passaggi politici profondamente diversi.

"L'Assemblea

Nazionale abolisce irrevocabilmente le istituzioni che ferivano la libertà e l'uguaglianza dei diritti": passaggio fondamentale prima di arrivare a dire che il principio di uguaglianza sta scritto nella Dichiarazione, è necessario abolire le istituzioni che ferivano l'uguaglianza dei diritti; si tratta di un'abolizione irrevocabile, come si legge nel testo, in modo tale che non possa essere né revocata né reversibile.

Il passaggio costituzionale dell'89 è un passaggio radicale, che cambia il volto della Francia nel giro di un'estate, con tutti gli effetti di conflitto, tensione e grande paura. Temporalmente ci troviamo prima della Dichiarazione, prima di proclamare i diritti, prima di affermare quel modello individualistico al quale la Francia si ispira, è necessario cancellare le istituzioni dell'Antico Regime che ferivano la libertà e l'uguaglianza dei diritti.

"Non vi è

né nobiltà, né paria, né distinzioni ereditarie, né distinzioni di ordini, né regime feudale, né giustizie patrimoniali ”:ognuno di essi comporta evidenti distinzioni ereditarie, regole diverse di successione a seconda dello stato di appartenenza di quel “de cuius”(testatore). La decisione del 4 agosto cancella la struttura per ordini in quanto non è possibile proclamare l’uguaglianza formale senza cancellare la struttura corporata. L’Assemblea ha necessità di far piazza pulita delle distinzioni di ordini, proclamare la fine del regime feudale, della giustizia patrimoniale. Non c’è soltanto l’abolizione della struttura della società per corpi, che è il modello che ha legittimato la convocazione degli Stati Generali, non ci si ferma all’abolizione della nobiltà: da qui in avanti, il re non rappresenta più uno status giuridico diverso da.quello del cittadino uguale. La Costituzione è completamente laica, anche per la necessità di stabilire una discontinuità con l'Antico Regime. La giustizia da qui in avanti deve essere esercitata in nome della Nazione; si tratta di un intervento anche sulla struttura dello stesso Stato di Giustizia: "Non vi è più né venalità, né ereditarietà di alcun ufficio pubblico." -> Il sistema della venalità tipico del '600 era rimasto fino all'89; La Rivoluzione quindi amplia il suo raggio, non si ferma alla costituzionalizzazione della Monarchia assoluta: apre un vuoto istituzionale che deve essere riempito, c'è da progettare tutte le strutture amministrative giudiziarie. "Non vi è più, per nessuna parte della Nazione, né per nessuno individuo alcun privilegio o eccezione al diritto comune di tutti i francesi": il diritto che poi si esprime.

Attraverso la legge è un diritto uguale che non consente privilegi o eccezioni al diritto comune di tutti i francesi; non è più possibile per un nobile avere un privilegio presso la propria residenza, presso il proprio tribunale, non è possibile avere regole, prerogative diverse. Questo principio di uguaglianza si costituisce prima di tutto smantellando gli elementi di disuguaglianza, tipici dell'ordine corporale. "Non vi sono più né giurande, né corporazioni di professionisti arti e mestieri.": esclude anche la possibilità che ci siano corporazioni di interessi professionali, come erano quelle di arti e mestieri; non ci possono essere strutture sindacali, associative, di interessi sezionati, c'è solo l'interesse generale della Nazione. La Rivoluzione lo cancella all'improvviso tanto che poi la Francia avrà difficoltà a riconoscere le organizzazioni

sindacali: lo farà soltanto un secolo dopo, in piena Terza Repubblica (nell'800), tanto questo modello individualistico è calato nell'identità della Nazione. "La legge non riconosce più né voti religiosi, né alcun altro legame che sia contrario ai diritti naturali, o alla Costituzione": la legge non riconosce più voti religiosi nel senso di legami che siano collegati alla Costituzione; la questione religiosa diventa privata, senza incidenza sul potere politico. Sono decisioni che comunque alla fine la Rivoluzione riesce a imporre, segnando un punto di irreversibilità. Il principio di uguaglianza è qualcosa che la Rivoluzione fissa definitivamente nel sistema francese, così come l'abolizione delle corporazioni; sono elementi fissati fin dall'inizio e l'abbattimento delle corporazioni prevede due solo grandezze: la Nazione da una parte, che si snoda attraverso la legge, ed i Soggetti.

individuali; nel mezzo c'è una superficie vuota che l'Assemblea ha provveduto a rendere uguale con il nuovo patto politico. Con questo punto il percorso della Rivoluzione è tracciato, la Costituzione rimane un criterio ordinante. Crea il bisogno di ripensare anche le organizzazioni, compresa quella giudiziaria. Immediatamente dopo la stesura della Costituzione, l'Assemblea si mette a lavorare alla nuova organizzazione attraverso un grande progetto di codificazione del diritto.

La vicenda francese ha una propria particolarità spiegata dalla cronologia, dalle fasi della vicenda rivoluzionaria e dai suoi esiti finali. Quella della rivoluzione è un'opzione non pensata da nessuno degli intellettuali dell'epoca in quanto tutto il pensiero settecentesco si era mosso nell'ottica di un graduale cambiamento delle istituzioni dell'Antico regime, così come era avvenuto in Italia e in Prussia (così come in anni più

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Valentina-Simoncini15 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Sordi Bernardo.