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LINEAMENTI DI EPISTEMOLOGIA GIURIDICA MEDIEVALE

CAPITOLO 1. PRIMA META' DEL 12° SECOLO: Logica Vetus e Distinctio.

Tra 11° e 12° secolo nasce la scuola del diritto di Bologna, dedita allo studio della compilazione giustinianea, raccolta di norme di diritto romano nota come Corpus Iuris Civilis. Redatta a Bisanzio nel 6° secolo, su iniziativa dell'imperatore Giustiniano, riappare dopo un lungo oblio per essere utilizzata non solo nella prassi giudiziaria e notarile ma anche come argomento di studio per la preparazione didattica dei giuristi. L'impulso fu dato dal giureconsulto Irnerio, che intraprese un approfondimento esclusivo especialistico del diritto romano. La sua impostazione didattica supera l'assetto enciclopedico tradizionale.

Sino ad Irnerio l'istruzione giuridica, priva di autonomia scientifica, rientrava nello studio della retorica, una delle 7 arti liberali, e in particolare del trivium, composto anche da grammatica e dialettica.

insiemeconsiderate le arti del discorso. Per accedere alle facoltà superiori, lo studio delle arti liberali eraobbligatorio, quindi sia allievi che maestri della scuola bolognese dovevano disporre di una generaleconoscenza del trivio e del quadrivio. La familiarità con le arti liberali, fa si che i glossatori bolognesiabbiano dimestichezza con la logica, cioè con la dialettica del trivio, scienza indispensabile per il correttosviluppo epistemologico di tutte le altre scienze. La logica, in quanto scienza della ragione, trovaapplicazione nelle altre discipline per costruire argomentazioni corrette e per evitare errori di ragionamento.La Dialettica consisteva in un complesso ben definito di regole concettuali, tramandate inalterate dal 6°secolo col nome di logica vetus, cioè logica antica. Fonti della logica vetus sono alcuni testi antichi di autoriclassici e altomedievali, tra cui Porfirio, Aristotele, Cicerone, ecc. I filosofi sono convinti che questi

testicontengano ogni possibile sapienza in materia di logica. Da ciò deriva l'inevitabile fissità delle regole fondamentali della dialettica che, per tutto il periodo di vitalità della logica vetus, cioè fino alla metà del 12° secolo, non subiscono cambiamenti sostanziali.

Nel limitato numero di manuali dedicati alla logica, assumono un ruolo determinante le opere che illustrano il metodo filosofico greco della distinctio, (divisione, separazione), risalente a Platone. L'utilità della distinctio si fonda per Platone sulla conoscenza della dicotomia, cioè la divisione di un concetto generale (genus) in una coppia di concetti particolari (species) tra loro antitetici. L'antitesi deriva da una differenza che rende incompatibile l'appartenenza contemporanea degli elementi che compongono il genus ad entrambe le specie antinomiche. Esempio: contrapposizione tra le due qualità di "mortale" e

“immortale”. Si divide il genus degli “esseri animati razionali” nelle due species, alla prima appartengono gli uomini, alla seconda le divinità. Dunque l’uomo non può essere immortale. Grazie alla tecnica dicotomica si può quindi acquisire una conoscenza più dettagliata degli elementi che appartengono al genus e che, con l’uso della distinctio, confluiscono nelle species contrapposte perché alcuni elementi possiedono caratteristiche tipiche che li distingue dagli altri, pur appartenendo allo stesso genus. L’apprendimento della distinctio fu avvantaggiato dal breve ed elementare manuale del filosofo neo-platinico Porfirio, l’Isagoge, la cui semplicità espositiva ne garantisce per secoli la diffusione. La qualità introduttiva dell’opera, il cui titolo significa appunto “introduzione”, consente al lettore di comprendere concetti filosofici complessi attraverso un’impostazione

Divulgativa e didattica. E fu proprio grazie allasemplicità di quest'opera se la distinctio si affermò come metodologia euristica generale. Porfirio intendeva armonizzare la speculazione neo-platonica con la dottrina aristotelica, e ciò lo indusse a descrivere e spiegare i cinque concetti essenziali per la comprensione delle Categorie aristoteliche, genus, species, differenzia, proprium e accidens. Il suo metodo didattico consiste nell'applicazione reiterata della distinctio e di una serie di connesse e successive subdistinctiones, sempre più dettagliate e precise. In pratica ciascuna species viene a sua volta divisa in ulteriori species dicotomiche sulla base di un nuovo elemento discretivo che costituisce la differenzia specifica, fornendo così una descrizione sempre più dettagliata fino a giungere alla species infima, cioè la più minuziosa definizione che consiste nella somma di tutte le qualità distintive delle

varie species sottoposte a suddivisione. Attraverso questo meccanismo, Porfirio suddivide il genus della Sostanza aristotelica giungendo alla sua species infima coincidente col genere umano. Per via della struttura ramificata delle suddivisioni contenute nell'Isagoge, tale struttura dicotomica assume il nome di "albero di Porfirio". Attraverso quest'albero si giunge ad affermare scientificamente che la species infima "uomo", appartenente al genus della "Sostanza" è: "sostanza corporea, animata, sensibile, razionale e mortale". Grazie alla facilità e comprensibilità assoluta con cui Porfirio spiega il meccanismo dicotomico, l'Isagoge viene tradotta in latino, diventando il trattato sulla distinctio, più noto e diffuso, in uso presso le scuole di arti liberali sino alla metà del 12° secolo. Fino alla metà del 12° secolo, i maestri di logica non prendono in considerazione gli

Scritti aristotelici dedicati al sillogismo, disciplina difficile e poco nota, privilegiando dunque la distinctio di matrice platonica, più semplice e intuitiva. Così, mentre il sillogismo viene approfondito in maniera minore nelle scuole di artiliberali, (Pietro Abelardo, il più autorevole esponente della logica vetus, le dedica solo poco spazio nella Dialectica, manuale concepito come sussidio didattico di base per lo studio della logica) i maestri dellalogica vetus giungono a considerare la distinctio come lo strumento euristico per eccellenza. Dunque all'inizio del 12° secolo, i primi glossatori, per edificare la nuova dottrina giuridica, destinata a svilupparsi a partire dall'esegesi delle fonti di diritto romano, possono avvalersi solo della distinctio. Procedimento euristico: metodo di approccio alla soluzione dei problemi che non segue un percorso rigoroso ma, affidandosi all'intuito e allo stato temporaneo delle circostanze, consente di

Corpus Iuris Civilis costituiva un’enorme mosaico in cui i compilatori bizantini del 6° secolo avevano radunato, su ordine di Giustiniano, fonti provenienti dalla plurisecolare tradizione giuridica romana. Tale opera risultava però affetta da incoerenze, e mancava inoltre un’organizzazione dottrinale dei vari istituti giuridici: la trattazione di ogni argomento era frammentaria, e accadeva quindi che norme simili o strettamente correlate fossero ospitate in punti distanti e in contesti diversi. Il proposito dei glossatori consisteva dunque nel concepire una razionale sistemazione classificatoria dell’opera, atta ad agevolare lo studio e la memorizzazione del complesso sistema normativo del Corpus, individuando e segnalando analogie e diversità tra i vari istituti giustinianei, e posizionando in modo organico e coerente tutte le omogeneità e tutte le eventuali discrepanze connesse all’argomento.

Per fare ciò, i glossatori si servirono dunque del meccanismo logico della distinctio. La distinctio consentiva di scomporre la materia giuridica in un'articolata e schematica sequenza di chiare ed elementari divisioni, atte ad illustrare sia il legame tra ciascuno istituto con la categoria di appartenenza che la differenza peculiare dell'istituto rispetto agli altri strumenti giuridici compresi nella stessa categoria normativa generale, individuando anche le diversità tra i precetti normativi che regolavano profili giuridici analoghi ma non del tutto simili. I maestri bolognesi concepirono pertanto diverse serie di distinctiones, inquadrando in modo sistematico tutte le materie che nel Corpus risultavano invece prive di sistemazione classificatoria. L'efficacia della distinctio è confermata dall'impiego di tavole sinottiche che descrivono il procedimento di divisione in maniera grafica e non verbale (distinzioni tabellari): le relazioni

Intercorrenti tra genus e species sono illustrate in uno schema grafico costituito da linee di inchiostro, conferendo al metodo una forza didattica ancora maggiore. Tanto che, col passare del tempo, le numerose distinctiones sui testi del Corpus furono riunite e trascritte in omogenee raccolte, acquisendo dignità autonoma tra le varie forme letterarie in uso a Bologna.

Verso la fine del 12° secolo, Giovanni Bassiano, basandosi sulla tecnica della subdistinctio, concepisce un raffinato meccanismo di classificazione delle azioni processuali. Egli racchiude tutte le actiones del diritto romano in un unico schema cui fu dato il nome di arbor actionum (albero delle azioni processuali).

L'arbor actionum funziona come l'arbor di Porfirio: consiste cioè nella reiterata suddivisione di una categoria generale, che permette di giungere alla species infima coincidente con ciascuna delle actiones giustinianee. Ciò consente di ottenere un'esauriente descrizione di

Ogni singola actio, delineando dunque una soddisfacente classificazione complessiva dell'intera materia delle actiones processuali. Per poter costruire un completo ed omogeneo sistema dottrinale basato sul Corpus, era però necessario risolvere le incoerenze presenti nella compilazione. L'esigenza di conciliare le auctoritates (fonti autorevoli) fu sentita, verso la metà del 12° secolo, anche dalla Chiesa, esigenza che condusse alla compilazione del Decretum di Graziano, opera basilare per la nascita (a Bologna) di una scuola incentrata sullo studio del diritto canonico mediante il metodo della glossa. L'attenzione dei glossatori alle incoerenze presenti nel diritto romano-canonico, porta alla nascita di un nuovo genere letterario, la questio legittima: attività finalizzata alla conciliazione dei contraria (fonti antinomiche) individuando apposite soluziones contrariorum (soluzioni dei contrasti tra norme) in grado di risolvere il problema di incoerenza.

normativa su cui verte la disputa. Individuare la soluzione significa trovare una spiegazione al contrasto che consenta di pervenire alla conciliazione delle fonti antinomiche, indicandone l'irrilevanza o l'inesistenza di conflitti concettuali tra i testi analizzati. E per non negare l'auctoritas di
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A.A. 2012-2013
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SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Catanzaro - Magna Grecia o del prof Errera Andrea.