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COSTITUZIONALISMO DEL XVIII SECOLO

Costituzionalismo moderno = movimento giuridico, politico e filosofico

Movimento per l' affermazione di “una tecnica della libertà”, vale a dire quella “tecnica giuridica

attraverso la quale ai cittadini viene assicurato l'esercizio dei loro diritti individuali e nel contempo

lo Stato è posto nella condizione di non poterli violare” (Matteucci, voce Costituzionalismo,

Dizionario di politica).

Nel XVIII secolo il costituzionalismo viene proprio visto come il modo per superare l'assolutismo

giuridico e per affermare le teorie delle libertà personali e i diritti degli individui. Ovviamente,

questo processo, ancora una volta, passa per la positivizzazione, cioè la trasformazione in norma

di quel diritto in testi che prendono lo specifico nome di “Costituzione”.

Costituzione è infatti visto come uno strumento per:

– superare l'assolutismo

– limitare l'autorità del sovrano

– garantire le libertà, secondo le dottrine dei liberalismo

– positivizzare il diritto naturale

Possiamo individuare due grandi distinzioni:

• Costituzionalismo liberal – democratico (anglosassone) → tutelato principalmente il

valore della libertà e soprattutto le cd. libertà negative (cioè libertà da, dallo Stato, dall'

ingerenza dello Stato in alcuni di diritti che mi spettano); caratterizzato dall' equilibrio e il

bilanciamento dei poteri e dal fatto che non si ha una separazione perfetta perché nel

costituzionalismo anglosassone il potere giudiziario ha anche un ruolo normativo. (il case

low è una delle fonti del common law). All'interno di questo, c'è anche una differenza tra il

costituzionalismo USA (che porta alla redazione di un testo costituzionale scritto) e Inglese

(in cui non c'è una costituzione scritta)

• Costituzionalismo democratico radicale (francese) → privilegia soprattutto il valore dell'

uguaglianza e privilegia principalmente la legge (si parla di legicentrismo, perché il

monopolio normativo sta nella legge), che è espressione della volontà generale e per

questo motivo si rifiuta il diritto che non proviene dalla legge; non c'è un' equilibrio dei

poteri, perché comunque il potere legislativo ha la supremazia rispetto agli altri; al giudice è

vietata ogni attività riconducibile all' attività normativa.

ESPERIENZA COSTITUZIONALE NORD-AMERICANA (vedo appunti Giangaspero)

Esperienza costituzionale francese

Nasce da un percorso diverso da quello nord-americano. Nasce con la presenza del sovrano,

mentre negli Stati Uniti la dichiarazione d' indipendenza e la successiva Costituzione nascono

totalmente in contrasto con il sovrano inglese.

La Francia aveva sostenuto i ribelli americani e per questo motivo si era fortemente indebitata: le

finanze dello Stato erano in una situazione difficile. Per cercare di trovare una soluzione, nel 5

maggio del 1789 Luigi XVI convoca gli Stati generali nella reggia di Versailles. Gli Stati generali

erano l' organo rappresentativo dei tre ceti del regno di Francia (nobili, ecclesiastici, borghesi). Era

un evento importante, perché o sovrani avevano riunito l' ultima volta gli Stati generali circa nel

1600.

Precedentemente alla convocazione, vengono redatti dei Cahiers de doleances (i quaderni delle

lagnanze), cioè tutte le rivendicazioni e le problematiche di cui le varie comunità e i vari ceti si

facevano portavoce. È una documentazione sterminata: in quell'occasione vengono redatti circa

60.000 Cahiers che riguardano un po' tutti gli aspetti della vita sociale (l'amministrazione della

giustizia, i signori feudali, le tasse, i privilegi di alcune categorie...). Vengono fatte varie richieste,

tra le quali c'è anche la richiesta di una costituzione vera che fissi determinati principi e diritti.

All' interno di questi Stati generali sorgono subito diversi attriti, soprattutto sul modo di votare: se

votare a teste o a stato (significa che se si fosse votato a Stato avrebbero vinto nobiltà e clero che

erano sempre d'accordo; altrimenti avrebbero vinto la borghesia, che erano di più ed erano circa il

90% della popolazione francese). Per effetto di queste incomprensioni, il 17 giugno 1789 si forma

l' Assemblea Nazionale: in sostanza il terzo stato si stacca. Il giorno dopo, il 20 giugno 1789, c'è

il famoso Giuramento della Pallacorda: i rappresentanti del terzo stato si impegnano a non

separarsi finché non avranno dato alla Francia una costituzione formale. A questi si uniscono

anche alcuni rappresentanti del clero.

Il re accetta il fatto compiuto, ordina agli altri di unirsi al terzo stato e l' Assemblea Nazionale

assume il norme di Assemblea Nazionale Costituente (9 luglio 1789).

Il 14 luglio c'è la presa della Bastiglia. Nella notte tra 4 e 5 agosto viene dichiarata la fine del

regime feudale e l' abolizione di tutti i privilegi, quindi l' uguaglianza giuridica di tutti i cittadini.

Il 26 agosto 1789 viene promulgata la Dichiarazione dei diritti dell' uomo e del cittadino (→

cittadino è colui che fa parte della civitas, cioè una società politica in cui sono tutti uguali, non ci

sono più sudditi ma solo cittadini, cioè membri di una comunità in cui tutti sono uguali).

Questa dichiarazione, doveva servire per mettere dei punti fermi ed è senz'altro una dichiarazione

ben più articolata e filosofia della Dichiarazione americana, che è invece una dichiarazione di

indipendenza (è più che altro un sillogismo: “siccome i diritti sono stati violati, per effetto di questa

violazione il sovrano di Inghilterra non ha più potere nei nostri confronti e quindi noi dichiariamo la

nostra indipendenza”), in cui non sono definiti i diritti civili: c'è solo un brevissimo accenno il dovere

dello Stato a tutelare i diritti fondamentali dell' individuo (libertà, proprietà e diritto alla felicità). I

diritti verranno inseriti soltanto con i primi dieci Bills of Right.

La Dichiarazione dei diritti francese doveva essere provvisoria, ma ebbe un tale successo che si

confermò. “Dichiarazione” comporta che già esistano dei diritti e che all' interno di questo testo

essi vengano semplicemente dichiarati (e non concessi dal sovrano!).

Ha un lessico giusnaturalistico e principi giusnaturalistici e contrattualistici.

“I rappresentanti del Popolo francese, costituiti in Assemblea Nazionale, considerando che l'ignoranza,

l' oblio o il disprezzo dei diritti dell' uomo sono le uniche case delle sciagure pubbliche e della

corruzione dei governi, hanno stabilito di esporre, in una solenne dichiarazione, i diritti naturali,

inalienabili e sacri dell' uomo, affinché questa dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri

del corpo sociale, rammenti loro incessantemente i loro diritti e i loro doveri: affinché maggior rispetto

ritraggano gli atti del Potere legislativo e quelli del Potere esecutivo dal fatto di poter essere in ogni

istante confrontati con il fine di ogni istituzione politica; affinché i reclami dei cittadini, fondati d'ora

innanzi su dei principi semplici ed incostentabili, abbiano sempre per risultato il mantenimento della

Costituzione e la felicità di tutti. In conseguenza, l'Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in

presenza e sotto gli auspici dell' Essere Supremo, i seguenti diritti dell' Uomo e del Cittadino:

Art 1: Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti- Le distinzioni sociali non possono

essere fondate che sull' utilità comune.

→ riprende idea di libertà e catene di ….

→ le differenze ci saranno ancora, ma ora non in base al censo, ma sui meriti personali

Art. 2: Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell'

uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all' oppressione.

→ lo Stato nasce con la funzione di tutelare quei diritti

→ la figura del Re viene emarginata

Art. 3: Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo o individuo

può esercitare un'autorità che non emani espressamente da essa.

→ lo Stato si distingue dalla figura del re.

Art. 4: la libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri: così, l'esercizio dei diritti

naturali di ciascun membro della società di godimento di questi stessi diritti. Questi limiti non

possono essere determinati che dalla Legge.

Art. 5: la Legge ha il diritto di vietare solo le azioni nocive alla Società. Tutto ciò che non è vietato

dalla Legge non può essere impedito e nessuno può essere costretto a fare ciò che essanon

ordina.

Sul fatto che però tutti i cittadini fossero uguali, qualcuno aveva da ridire, e tra quanti non erano

d'accordo c'era Olympe de Gouges (vero nome; Marie Gouze), la quale, nel 1791 scrive e

pubblica la Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina: trasferisce alle donne, che ritiene

discriminate, gli stessi diritti che erano attribuiti a tutti.

Probabilmente, sente la necessità di scrivere questa dichiarazione per vari motivi: per esempio, all'

inizio le donne erano integrate nell' Assemblea generale ma erano state progressivamente

allontanate. Tentano di darsi una sorta di rappresentanza, fondando dei club e delle associazioni in

cui si riunivano queste proto - suffragette.

Questa Dichiarazione non avrà grande fortuna: le associazioni femminili vengono ben spesso

chiuse, con i club e i giornali.

Olympe de Gouges tra l'altro credeva alla monarchia, monarchia costituzionale; scrive anche un

libretto in cui propone un referendum in cui scegliere tra monarchia e repubblica. Per questi motivi,

da Robespierre viene accusata di essere una antirivoluzionaria e viene ghigliottinata per “avere

dimenticato le virtù proprie del proprio sesso ed essersi immischiata in cose politiche”.

Il Droit intermediaire- Le costituzioni

Le costituzioni francesi sono moltissime, e si susseguono a ritmo quasi incalzante: sono lo

specchio delle trasformazioni politiche che avvengono tra la rivoluzione francese e il colpo di stato

napoleonico, che si chiama periodo del Droit intermediaire.

È un periodo fortemente caratterizzato da ribaltamento di ruoli, situazioni.

Nel 1791 l'Assemblea nazionale Costituente promulga il primo testo costituzionale francese, un

testo ovviamente preceduto da quella Dichiarazione dei diritti che rappresenta un momento

qualificante della rivoluzione e che viene introdotta come preambolo nella costituzione.

La costituzione è

Dettagli
A.A. 2013-2014
25 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara.attura.5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Fortunati Maura.