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Storia contemporanea - Storia dell Italia dal 1943 al 1945: la caduta del Fascismo Pag. 1
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risposta da parte del Fascismo. Tra il 25 luglio e l’8 settembre 1943, quindi, c’è il governo dei

quarantacinque giorni di Badoglio. In questo periodo Badoglio stesso inizia a stipulare trattative con gli

Anglo-Americani. Tali trattative sono stipulate in segreto, ma sono portate avanti in modo dilettantesco.

L’Italia, infatti, ha la pretesa di ottenere dagli Alleati una pace moderata e di non essere trattata come

nazione cobelligerante, come, invece, già era stato deciso. Il tempo perso nelle trattative fa sì che il

Nazismo rafforzi la sua presenza in Italia. L’armistizio è firmato il 3 settembre e prevede la resa

incondizionata dell’Italia. Tale armistizio, però, è reso pubblico l’8 settembre con un radiomessaggio

che comunica il passaggio di alleanza dell’Italia dalla Germania agli Alleati (cioè Inghilterra, Francia,

USA e Russia). Nel radiomessaggio, inoltre, si mandano direttive all’esercito, secondo le quali esso

deve reagire solo se gli vengono rivolti atti di ostilità.

L’8 settembre è considerato dagli storici giorno di morte della patria, perché muore l’idea di patria

nazionalistica fondata sul Fascismo. In alcuni giovani, però, nasce l’idea di riscattare la vergogna dell’8

settembre. In questo giorno, infatti, re Vittorio Emanuele III e Badoglio scappano da Roma e si

rifugiano a Brindisi, città in cui sono già presenti gli Alleati. Roma, quindi, è lasciata indifesa. La città,

però, viene difesa contro i nazisti dalla popolazione civile. Con la fuga del re e del governo, comunque,

crollano le istituzioni, perché l’Italia del centro-nord, dove gli Alleati non sono ancora giunti, non sa

quale sia il governo a cui far fede. Questo perché a Salò è nata la Repubblica Sociale Italiana (RSI)

ed, inoltre, si instaura il Nazismo. A tutto ciò, va aggiunto che l’esercito si trova improvvisamente ad

avere nel suo interno nemici tedeschi (l’alleato, infatti, con l’armistizio dell’8 settembre è diventato

nemico). L’esercito, quindi, si scioglie e ha destini diversi: una parte scappa con l’aiuto della

popolazione; un’altra parte, in nome del giuramento al re, vuole combattere contro il nuovo nemico

tedesco e forma il primo nucleo di resistenza; un’altra parte si schiera a favore dei nazisti; un’altra

parte ancora si rifiuta di dare le armi ai nazisti (vedi, ad esempio, il reparto militare di Cefalonia) e,

perciò, viene deportata in Germania nei campi di lavoro. Nonostante l’RSI sia alleata con la Germania,

l’esercito non viene considerato prigioniero di guerra ma come internato militare e, per questo, è

trattato peggio rispetto ai prigionieri di guerra (questi ultimi avevano almeno diritto alla croce rossa).

Perciò quando viene chiesto ai soldati italiani presenti in Germania di tornare in Italia per combattere

per l’RSI, gran parte di loro rifiuta.

Con l’8 settembre l’Italia è spaccata in due. Infatti l’avanzata anglo-americana è continuata, ma si è

fermata a Cassino (linea Gustav) nel 1944. Dalla linea Gustav in giù, quindi, c’è il territorio occupato

dagli Anglo-Americani dove si è insediato il re e il governo Badoglio (per questo motivo si parla di

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Publisher
A.A. 2006-2007
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pianeti2002 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Piva Francesco.