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Storia dell’Italia dal 1943 al 1945: l’Italia Centro-Settentrionale (cap. 1 Ginsborg)
La presenza nazista in Italia non è semplicemente militare-bellica, ma è di dominazione vera e propria.
Dal punto di vista giuridico, l’Italia da un lato è un paese nemico perché ha cambiato alleanza;
dall’altro è un paese amico (i Tedeschi, infatti, hanno liberato Mussolini). Hitler vuole che Mussolini
fondi l’RSI sia per ragioni belliche sia per motivi politici (cioè per controllare Mussolini stesso). La
vita dell’RSI, quindi, è sempre sottoposta al controllo delle forze naziste.
Il territorio occupato dai nazisti è diviso in due zone:
- la zona di operazione, cioè la zona strategicamente importante, in cui i militari tedeschi
controllano le autorità civili;
- il restante territorio in cui operano le attività civili sotto il controllo di quelle tedesche.
Il controllo tedesco, però, non è solo politico e militare, ma vuole anche lo sfruttamento economico sia
dal punto di vista bellico (per dare, cioè, armi alla Germania), sia da quello alimentare, sia da quello di
forza-lavoro. Nascono, per quest’ultimo punto, organizzazioni preposte al reclutamento volontario o
coatto della manodopera. Si instaurano in Italia tre enti per il reclutamento della manodopera:
- uno cura il trasporto di manodopera dall’Italia alla Germania (NB: un accordo del 1938
prevedeva che venissero fatti contratti di lavoro per gli Italiani che andavano a lavorare in
Germania. Ma, dopo il 1943, il flusso di manodopera italiano era coatto);
- un altro organismo (Todt) si occupa del reclutamento di manodopera destinata ai lavori del
fronte;
- un terzo organismo, infine, recluta la forza-lavoro per la costruzione di trincee al fronte.
Oltre a questo, ci sono corpi di polizia che controllano la popolazione e combattono contro i partigiani.
Ci sono, infine, anche strutture tedesche preposte alla propaganda.
Contemporaneamente, si instaura anche l’RSI. Il 12 settembre, Mussolini è liberato dai Tedeschi e
viene portato nella Prussia orientale dove incontra Hitler che lo incita a fondare un nuovo governo
fascista. Il 16 settembre, da Radio Monaco, Mussolini fa un discorso agli Italiani in cui espone le linee
del nuovo governo. In esso c’è l’idea di rilanciare il Fascismo del 1919, cioè il Fascismo delle origini,
poiché quello degli anni ’20 aveva corrotto e tradito il precedente. Il Fascismo del 1919 era squadrista,
repubblicano e aveva ambizioni sociali. Il discorso del 1943 è antiborghese, antimonarchico (la
borghesia e la monarchia, infatti, hanno tradito Mussolini) e repubblicano. Dal 1943, il partito fascista
si chiama Partito Fascista Repubblicano. Inoltre non tutti possono entrare nel partito, ma esso deve
essere formato da persone pure, cioè da coloro che credono realmente nel Fascismo. Il programma,
inoltre, vuole riprendere la lotta affianco della Germania. Economicamente si vuole la