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Storia Contemporanea - Storia d'Italia dal Dopoguerra a oggi Pag. 1
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Fascismo

Manifestazioni di gioia accolsero nel paese la caduta del regime, ma la diffusa richiesta di pace venne disattesa dalla dichiarazione del maresciallo Badoglio, nuovo capo del governo, secondo cui la guerra sarebbe continuata a fianco degli alleati tedeschi. Intanto si avviavano le trattative segrete con gli Alleati anglo-americani per la conclusione dell'armistizio firmato il 3 settembre e reso noto l'8. Nessun piano era stato tuttavia predisposto per arginare la prevedibile reazione tedesca di fronte al ritiro unilaterale da parte degli alleati italiani. Mentre il re e la corte abbandonavano precipitosamente Roma diretti a sud, l'esercito fu lasciato senza direttive, esposto su tutti i fronti alle vendette delle truppe hitleriane; i tedeschi che, ufficiosamente informati delle intenzioni italiane, avevano fatto affluire cospicue forze al Brennero, occuparono la parte centro-settentrionale dell'Italia, la quale venne in tal modo spezzata in due, con la

terroristica degli occupanti nazisti. Vi erano poi le popolazioni agricole delle regioni centrali, dove il sistema prevalente della mezzadria – basato sull’esistenza di famiglie moltonumerose, composte da più coppie di diverse generazioni – aveva tradizionalmente assicurato la stabilità sociale, messa ora in crisi dalle difficoltà della guerra che spingevano le famiglie mezzadrili a una serie di rivendicazioni e a un nuovo ruolo di protagonismo. Infine, vi erano le popolazioni dell’Italia meridionale, legate ad una economia agricola per lo più arretrata, perpetuatrice di antichi mali e di miseri livelli di vita, che contrassegnavano anche la “capitale” Napoli, città dai dirompenti contrasti sociali. Resistenza e liberazione Cap. 2 Gli anni 1943-45 furono, seppure in diverso modo, drammatici per l’Italia divisa: in primo luogo per il Centro-nord, teatro dello scontro tra nazifascisti e Resistenza, ma anche per il Sud,dopo la guerra l'Unione Sovietica in Europa, mentre i Sovietici cercavano di espandere la loro sfera di influenza. Questo conflitto di interessi si rifletteva anche nella politica italiana, dove il Partito Comunista, sostenuto dai Sovietici, cercava di ottenere un ruolo di primo piano, mentre la Democrazia Cristiana, sostenuta dagli Alleati, cercava di mantenere il controllo del paese. Durante questi anni, la lotta partigiana in Italia si intensificò, culminando infine nella liberazione del paese dalle forze nazifasciste. Questo periodo fu caratterizzato da un serrato confronto politico tra i vari attori coinvolti, che cercavano di influenzare il futuro assetto del paese. Per comprendere appieno la complessità di questi eventi, è necessario considerare il contesto internazionale in cui si svolsero. Gli Alleati, rappresentati principalmente dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, erano alleati con l'Unione Sovietica nella lotta contro il nazismo, ma allo stesso tempo erano rivali nella definizione del nuovo ordine mondiale. Questo equilibrio di potere influenzò anche la politica italiana, con gli Alleati che cercavano di limitare l'influenza sovietica in Europa. In conclusione, gli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale furono cruciali per l'Italia. La lotta partigiana, la liberazione del paese e il confronto politico tra i vari attori coinvolti segnarono il destino del paese per gli anni a venire.

Il movimento resistenziale, dove i comunisti rappresentavano la forza più solida e organizzata, sulla futura costituzione del paese. Di qui, il difficile rapporto tra Resistenza e Alleati, che in vari modi tentarono di controllare l'autonomo sviluppo della lotta partigiana e che di fronte alla maturità del movimento insurrezionale culminato nell'aprile 1945 cercarono di far pesare la loro autorità, direttamente o attraverso l'appoggio dato alle forze più moderate e conservatrici. Questo atteggiamento ebbe importanti conseguenze sulla strategia adottata dal Partito comunista, il cui leader, Palmiro Togliatti, puntava sì ad una netta rottura di continuità nei confronti del passato liberale prefascista, ma nello stesso tempo riconosceva realisticamente l'impraticabilità della prospettiva rivoluzionaria in un'Italia assegnata, sulla base dell'accordo spartitorio tra le grandi potenze, alla sfera di influenza anglo-americana.

Questa valutazione si espresse nella linea politica dell'unità di tutte le forze anti-fasciste, una linea politica che poneva al primo posto la lotta per la liberazione dell'Italia e che rimandava a una seconda fase la realizzazione di una piena democrazia, dove le forze popolari avrebbero dovuto essere il soggetto politico-sociale egemone. La subordinazione di tutti gli altri obiettivi all'alleanza con le forze moderate è evidente nelle scelte del Partito comunista di fronte al vasto movimento di lotte contadine avviato al Sud nell'autunno 1944, che pure poteva avvalersi di una serie di provvedimenti legislativi favorevoli, emanati dal ministro dell'Agricoltura del Regno del Sud, il comunista Fausto Gullo. Ma la riforma Gullo, che aveva immediatamente provocato reazioni da parte delle tradizionali forze dominanti nel Mezzogiorno, non venne adeguatamente sostenuta dal Partito comunista, per timore di mettere in crisi i delicati equilibri raggiunti.

In sede nazionale con le altre forze politiche, in primo luogo la Democrazia cristiana. Quest'ultima, primo nucleo del futuro partito di massa dei cattolici, fu in un certo senso meno attiva degli altri due soggetti protagonisti nel biennio '43-'45, ma seppe tuttavia inserirsi abilmente negli spazi che le venivano aperti dalla strategia togliattiana. Sotto l'abile guida di Alcide De Gasperi, grazie all'appoggio del Vaticano, in quegli anni la Democrazia cristiana pose le premesse per diventare un grande partito interclassista e soprattutto si accreditò, sia al Nord che al Sud, come la formazione politica in grado di meglio garantire, al posto del vecchio Partito liberale, un modello di sviluppo rispettoso degli interessi del capitalismo italiano.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
2 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rod75 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Orecchia Antonio Maria.