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Il ruolo del Fascismo nella politica italiana
Secondo De Rosa, il Fascismo è stato utilizzato dalla vecchia classe dirigente liberale di Giolitti come strumento per contrastare il pericolo rosso, anche se in modo illegale. Giolitti non approva i metodi fascisti, ma non li condanna neppure perché riteneva che avrebbero ripristinato l'ordine nella società.
Le elezioni politiche del 1921 sono un momento chiave. Giolitti, nel suo ultimo gabinetto tra il 1920 e il 1921, adotta provvedimenti che scontentano la borghesia industriale, cercando di far pagare i costi della guerra anche ai ricchi. Di conseguenza, Giolitti si dimette nel 1921 e convoca nuove elezioni al fine di ridimensionare sia il partito socialista che quello popolare nel Parlamento.
Per raggiungere questo obiettivo, vengono create liste (blocchi nazionali) in cui si mettono insieme candidati liberali e candidati fascisti.
questo modo, quindi, i liberali legittimano politicamente il movimento fascista. Le elezioni del 1921 mandano in Parlamento 35 deputati fascisti. In seguito a queste elezioni, c'è il governo Bonomi, durante il quale si vuole ottenere la pacificazione tra socialisti e fascisti. Questa pacificazione viene sottoscritta dallo stesso Mussolini. Questo, però, crea l'ostilità dei ras (cioè i capi del Fascismo locale), che accusano Mussolini di debolezza. Segue il governo Facta, durante il quale il Fascismo conquista interi territori del Centro-Nord. Poi il re Vittorio Emanuele III incarica Mussolini di formare il nuovo governo. Dal punto di vista dello Statuto Albertino, non c'è una struttura giuridica, ma una continuità di procedure. Per gli storici, nel momento il cui il Fascismo entra in Parlamento (1921), Mussolini attua la politica del doppio binario, cioè con molta abilità agisce su due piani: da un lato su quello legale-parlamentare.Attuando un dialogo con i liberali e i conservatori e presentandosi come colui che avrebbe dato ordine alla società dopo la guerra; dall'altro continua a dirigere l'azione squadristica violenta ed illegale contro il movimento socialista e chiunque si opponesse al Fascismo. Questo atteggiamento gli assicura molta libertà politica. Nel primo discorso alla Camera dopo le elezioni (1921), Mussolini inaugura una politica nuova che si rivolge ai poteri forti (cioè alle istituzioni e alle forze determinanti per gli equilibri del Paese) al fine di costruire alleanze per ascendere al potere. Nei confronti della monarchia, il Fascismo da repubblicano diventa monarchico e, quindi, Mussolini si presenta come restauratore della monarchia. Nei confronti dell'esercito, si presenta come colui che rende ancora potente militarmente l'Italia. In ambito industriale, è restauratore dell'iniziativa privata. Un atteggiamento simile mostra nei riguardi della Chiesa.
Mussolini sa che l'appoggio della Chiesa è determinante, ma fra lui e la Chiesa stessa c'è il Partito Popolare come forza che rappresenta i cattolici. Da un lato, quindi, delegittima il Partito Popolare come forza che difende gli interessi della Chiesa e