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del Fascismo verso la cultura alta e quella verso la cultura di massa. Il Fascismo crea nuove istituzioni
culturali, come, ad esempio, l’Istituto per l’Enciclopedia Italiana che produce la Treccani. Per la stesura
di questa enciclopedia sono chiamati a scrivere anche studiosi non fascisti (ad esempio, Benedetto
Croce e Luigi Einaudi). Il Fascismo, quindi, si mostra tollerante verso la cultura alta. Le riviste
accademiche, infatti, sono lette in Italia da poche persone. Molto più controllata, invece, è la cultura di
massa. In essa, infatti, non devono esserci elementi emergenti contro il Fascismo. Si ha, quindi, il
controllo sulla stampa, con la sostituzione dei direttori di alcuni giornali e con il sistema delle veline
(cioè bisogna scrivere solo ciò che è accettato dal ministero). Inoltre, per diventare giornalisti, bisogna
avere una carta di buona condotta politica.
Un altro strumento di fascistizzazione è il cinema. A differenza della Germania nazista, il Fascismo non
controlla il cinema in senso ideologico, cioè non costringe a produrre film fascisti. Si sviluppano, però,
film di evasione, il cui scopo è quello di far evadere in un mondo-altro. Tali film sono totalmente
slegati dalla realtà. Inoltre ci sono i film dell’Istituto Luce, specializzato nella costruzione e produzione
di cinegiornali. Questi sono strumenti di propaganda di massa per la diffusione dell’ideologia e delle
opere fasciste e, perciò, devono essere proiettati obbligatoriamente tra un tempo e l’altro del film.
Un altro strumento di formazione dell’uomo nuovo è costituito dalle liturgie civili. Il Fascismo, infatti,
ha una forte tendenza a costruire una dimensione religiosa della politica. Al Fascismo, ad esempio, si
aderisce per fede. La dimensione religiosa trova esplicazione nella cerimonia ai caduti della Prima
Guerra Mondiale e dei martiri fascisti. Queste cerimonie sono diverse da quelle fatte prima della Prima
Guerra Mondiale. Prima, infatti, esse avevano funzione di rimembranza. Il Fascismo, invece, per
giustificare il grande lutto collettivo della Prima Guerra Mondiale, inventa cose nuove, come i grandi
cimiteri militari o i grandi ossari. Il culto dei caduti fascisti non ricorda solo il morto, ma con esso si
celebra il rinnovamento del sacrificio del caduto, in quanto quest’ultimo rinnova la sua presenza
all’interno della comunità (infatti si legge il nome del morto e di dice “Presente!”). inoltre ci sono
cerimonie presso i grandi monumenti. Si sviluppano, quindi, simboli e riti che danno vita ad una
religione civile all’interno di una patria in camicia nera. Si discute, però, se essa sia realmente penetrata
all’interno di una società fortemente cattolica.
Lo storico De Felice dice che questa spinta a costruire un uomo nuovo trova un ulteriore incentivo alla
fine degli anni ’30. Infatti in questo periodo sono introdotti alcuni provvedimenti: non ci si dà più del
“lei, ma del “voi” e non si possono più usare parole straniere. Il fatto più drammatico di questo periodo
è il varo delle leggi razziali contro gli Ebrei nel 1938. Gli storici discutono sul perché Mussolini
abbia fatto ciò. Per alcuni queste leggi sono introdotte ad imitazione di quelle della Germania nazista;