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Il ruolo dello stato nell'industrializzazione
Lo stato svolge un ruolo fondamentale nell'industrializzazione di un paese, che va oltre la semplice politica tariffaria. Esistono numerosi esempi di interventi diretti dello stato, in cui quest'ultimo assume direttamente la gestione di un settore economico specifico. Questi interventi possono riguardare la politica monetaria, fiscale, commerciale e legislativa.
Alcuni studiosi hanno addirittura ipotizzato che lo stato sia il vero protagonista dell'industrializzazione tardiva di alcuni paesi, sviluppando una sorta di schema di scalata allo sviluppo. Nei primi paesi industrializzati, la formazione delle dotazioni industriali si basava principalmente sul capitale privato e sull'autofinanziamento. In una seconda fase, l'intervento delle banche divenne decisivo. Infine, in una terza fase, lo stato stesso deve intervenire direttamente.
L'efficacia dell'intervento dello stato dipende in larga misura dal contesto in cui agisce. Più un paese è arretrato, più diventa insopportabile il confronto con economie più avanzate. Pertanto, l'intervento dello stato risulta tanto più produttivo ed efficace quanto più è necessario per colmare il divario di sviluppo.
Sono gli sforzi di industrializzazione; inoltre la tecnologia adottata è la più aggiornata, mentre spesso nei paesi di prima industrializzazione il ricambio è lento e complesso.
Trasporti
Dal 1830 si diffonde la ferrovia, ma ancora più decisiva per la mondializzazione del commercio e l'espansione del capitalismo industriale fu l'affermazione della navigazione a vapore su quella a vela. Nella prima metà dell'800 si era realizzato un costante progresso nella costruzione e nel miglioramento di canali e strade. Gli investimenti nella costruzione delle strade rimasero costanti durante tutto il secolo, mentre quelli destinati ai canali furono più fluttuanti, perché più direttamente alternativi al nuovo mezzo di trasporto su rotaia. Gli investimenti in infrastrutture ebbero il bisogno di drenare capitali sempre maggiori, e rappresentarono un momento importante per l'affermazione di nuove forme societarie e organizzative.
In primo luogo le Spa. È possibile individuare quattro fasi nello sviluppo ferroviario mondiale, di diversa lunghezza a seconda dei Paesi:
- Fase pionieristica, caratterizzata dalla costruzione di linee brevi, spesso finanziate da proprietari di miniere per raggiungere le vie d'acqua.
- I vantaggi diventano evidenti e si inizia a raccogliere capitali e a mobilitare banche per finanziare le prime linee passeggeri.
- Difficoltà finanziarie: spese di costruzione sempre più ingenti, profitti minori del previsto, invocato intervento dello stato.
- Man mano che la rete va completandosi i gruppi finanziari dei paesi industrializzati cominciano a rivolgersi verso i paesi europei ritardatari e poi aree extraeuropee.
Le ricadute del nuovo sistema di trasporti sono innumerevoli. Ferrovie e navi a vapore significano anche grandi raccolte di capitali; costruzione di infrastrutture; modifiche radicali nell'organizzazione aziendale; creazione di nuovi posti di lavoro;
stimolo alla ricerca. Il nuovo sistema dei trasporti accelera e struttura la divisione internazionale del lavoro, consentendo anche lo spostamento di milioni di persone. Alla fine del secolo si giunse a fatica a un coordinamento delle migliaia di tempi locali, determinati dalla consuetudine: era necessario conoscere con esattezza quando una certa legge entrava in vigore in un determinato paese, sapere quando una merce sarebbe giunta in porto, ecc. nel 1884 si riunì a Washington la Prime Meridian Conference, che propose Greenwich come meridiano 0, determinò l'esatta lunghezza del giorno, divise il globo in 24 fusi orari di un'ora ciascuno. La diminuzione dei costi di trasporto contribuirà alla riduzione delle distanze economiche interregionali, all'unificazione dei mercati nazionali e al rafforzamento di particolari regioni economiche. Un grande sviluppo fu reso possibile grazie agli elevators, enormi silos a sollevazione meccanica, costruiti sui moli per laLa conservazione e il veloce caricamento di treni o navi sono fondamentali per gestire il commercio dei cereali. A Chicago, per affrontare questa sfida, si inventano i contratti futures. Questi contratti consentono di vendere a termine al prezzo di oggi e riacquistare a termine a prezzo futuro le merci vendute oggi, al fine di garantirsi dai rischi di una caduta del prezzo successiva all'immagazzinamento. Questo ha portato alla rottura dell'antico rapporto produttore-mercante, con le prime società che sono state acquistate da grandi società anonime e le imprese ferroviarie che sono entrate direttamente nel nuovo affare acquistando e gestendo magazzini.
Con gli anni '70 si apre una nuova fase nella storia dello sviluppo economico. Questa fase è contraddittoria perché vede la compresenza di un'espansione senza precedenti dell'industrialismo con periodi di gravi difficoltà legate al calo dei prezzi, che erodeva rendite e profitti. Si tratta della grande depressione, che ha avuto inizio nel 1873 con una grave crisi finanziaria scoppiata a Vienna e trasmessa a...
tutte le maggiori piazze finanziarie europee) e 1896. Calo dei prezzi causato da crisi di sovrapproduzione: si producono enormi quantità di merci che però il mercato non è in grado di assorbire, così per venderle bisogna porre prezzi sempre più bassi fino ad annullare i redditi. Questa fu causata a sua volta da innovazione tecnologica e ai conseguenti aumenti di produttività ed efficienza. Inoltre, il costo di trasporto transatlantico crolla, quindi viene portato dall'America all'Europa tantissimo grano, così che i prezzi crollano e l'agricoltura europea entra in crisi perché non competitiva. Ci sono forti fluttuazioni cicliche dove a fasi espansive seguono periodi di recessione. Dopo il panico finanziario del 1873 la recessione durò 6 anni, cui seguì una breve ripresa, a sua volta seguita da un'altra onda di recessione, ripresa, recessione (fino a 1896). Ci furono picchi di disoccupazione e diminuzioni.ancheconsistenti dei redditi agricoli, ma in generale il reddito reale degli operai non diminuì. Cause: forte espansione produttiva (offerta) non seguita da una parallela crescita della domanda; prezzifurono aiutati nella loro caduta dall'incapacità di far seguire alla crescita dell'attività industriale una quantitàadeguata di mezzi monetari. La rivalità economica tipica del capitalismo competitivo lasciò posto a un confronto sempre più aggressivo,venato di nazionalismo e di ostilità, che alterò profondamente la natura delle relazioni internazionali. Ilprotezionismo e la conquista di colonie parvero a molti la risposta ai problemi di sovrapproduzione, la viaper assicurarsi il controllo delle materie prime e dell'energia necessarie alle nuove industrie e per aprirenuovi mercati. Ma in realtà per tutto il secolo l'Europa e gli usa furono autosufficienti per quanto riguarda lerisorse, quindiè legittimo dubitare sulla validità delle motivazioni economiche degli imperialisti.
La società e le classi
La società europea si trasforma profondamente nel corso del XIX secolo. A fine 800 la gente vive più a lungo e in condizioni materiali migliori; si sposta da luogo a luogo grazie alle ferrovie e le navi a vapore; è sempre più alfabetizzata. La diffusione del mercato e l'ampliarsi dell'intervento statale sono all'origine della grande trasformazione sociale: emergono nuove figure sociali, nuove professioni, nuovi comportamenti; e la mobilità sociale è più agevole rispetto al passato.
Cittadini, contadini, emigranti
Nel corso dell'800 la popolazione europea aumenta in modo considerevole: crescita della natalità; crollo della mortalità; miglioramento delle condizioni di vita; incremento della produttività del lavoro che ha permesso aumento redditi non ristretto alle élites sociali.
La città è uno dei simboli forti del XIX secolo. Alla fine del secolo, più della metà della popolazione dei principali Paesi europei vive in centri di oltre 2000 abitanti. Ma in questo periodo l'Europa resta un continente a prevalenza rurale: la maggior parte della popolazione vive ancora in campagna e ha nell'agricoltura la fonte principale del proprio reddito. Ma la campagna inizia ad urbanizzarsi: strade, ferrovie, canali la inseriscono in una rete di mercato gestita dalle città e dalle istituzioni mercantili che vivono in città. Lo Stato si preoccuperà di nazionalizzare ceti rurali con scuole, enti locali, leva militare, ecc. Le costituzioni liberali chiameranno tutti, ceti urbani e rurali, a entrare nel gioco della cittadinanza e della rappresentanza. Dagli anni 70 c'è la caduta dei prezzi agricoli e la crisi agraria. Più in generale, la società contadina viene minacciata dallo squilibrio tra laproduttività agricola che cresce lentamente e la produttività industriale e del terziario che aumenta rapidamente: anche se coinvolge anche le campagne, la modernizzazione tecnologica e organizzativa si concentra soprattutto nelle città e nell'industria. La grande crescita demografica e le intense trasformazioni delle zone rurali causano l'emigrazione: le aree in fase di sviluppo hanno bisogno di lavoratori e le aree rimaste indietro cedono lavoratori. Dalle campagne e dai porti europei partono i primi emigranti, spesso maschi adulti; in un secondo momento questi chiameranno presso di sé le loro famiglie, amici, paesani, ecc. facendo nascere catene migratorie. Dalla metà 800 ai primi 900 milioni di europei si sono spostati raggiungendo per lo più l'America settentrionale e l'America centro-meridionale. L'ondata dell'emigrazione proveniente dall'Europa centro-settentrionale si esaurisce intorno al tardo 800 quando
inizia ad ingrossarsi la seconda ondata, composta daitaliani e popolazioni centro ed est europee. Il fenomeno migratorio costituisce una specie di grandeeuropeizzazione dell'intero globo: europei porteranno le proprie lingue, tradizioni, culture e religioni. Anchenei luoghi di partenza il grande deflusso demografico provoca effetti importanti: fine dei contadini, cioèridimensionamenti quantitativo della popolazione che vive di lavoro agricolo; aree rurali si decongestionano,c'è più terra disponibile, diminuisce domanda di lavoro; migliorano quindi le condizioni contrattuali deicontadini rimasti; il denaro spedito a casa dagli emigrati allevia le difficili condizioni dei villaggi.
OperaiDalla Gran Bretagna, primi decenni del XIX secolo, l'onda si trasferisce sul continente, e insieme a macchinenascono fabbriche. Europei erano abituati al lavoro a domicilio, ora sostituito dalle fabbriche. Al loro internosono collocate nuove macchine, a cui lavorano
operai salariati. Operai sono artigiani messi in crisi dallarivoluzione industriale; ex contadini; contadini-operai che continuano ad avere un pezzo di terra su cui vivepropria famiglia. Donne che vanno a lavorare in fabbrica sono molte, anche bambini: costano -; piùdisponibili a lavoro ri