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Stati Uniti d'America
Il popolo sovrano era molto esteso dal 1830 esisteva il suffragio universale maschile esteso a tutti i maschi adulti e bianchi che fossero cittadini degli USA e anche gli immigrati che avessero avviato le pratiche di naturalizzazione. La società USA era democratica e repubblicana la cui forma di governo era federale e dove vigeva una separazione tra poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) molto netta con meccanismi di controllo reciproco. La sua autorità era delimitata con precisione dalla costituzione che lasciava competenze ampie ed esclusive agli Stati che a seguito dell'espansione territoriale aumentavano di numero. Ciò comportò inevitabilmente un accrescimento del potere del governo federale e con esso la tensione conseguente tra centro e periferia. Gli Stati che avevano ottenuto l'indipendenza dalla GB con la rivoluzione (1776) ne erano 13 tutti compresi tra l'oceano atlantico e i monti appalachi. Nel 1860 erano diventati 33 e si.estendevano fino al Minnesota e al Texas e dall'Oregon alla California sul Pacifico. A fine secolo ve ne erano 45 e quasi tutto il continente era stato colonizzato.
La formazione degli Stati era regolata da una legge del 1787 che prevedeva con il raggiungimento di un certo numero di abitanti bianchi un territorio poteva darsi una costituzione e fosse automaticamente ammesso nell'unione su un piede di parità con gli Stati originari.
La lotta per il dominio in Nord America non fu combattuta solo fra popoli e potenze europee ma già al tempo della rivoluzione lo scontro era tra tre pretese di sovranità territoriale (quella dei coloni bianchi, degli inglesi e dei nativi). La vittoria della rivoluzione segnò la fine dell'autorità britannica, l'affermazione dell'indipendenza degli americani di origine europea e l'inizio della fine dell'indipendenza per le nazioni indiane. Per questi ultimi fu una vera e propria catastrofe.
Risolta con la forza delle armi per tutto l'800, furono guerre feroci perché la posta in gioco era il controllo del territorio e lo sfruttamento della terra. Nelle nuove terre al seguito dei bianchi giunsero anche gli schiavi neri deportati dall'Africa. La schiavitù era sopravvissuta alla rivoluzione, essa aveva un'importanza economica, sociale e strategica, specie nel Sud. All'inizio dell'800, il fulcro dell'economia schiavistica si spostò dalla costa atlantica al profondo Sud, sulla costa del golfo del Messico, che divenne il grande regno delle piantagioni di cotone. In tale periodo, gli interessi delle due macro aree regionali (il Sud agricolo e schiavistico e il Nord con l'industria nascente e libero) entrarono in rotta di collisione, sconvolgendo gli assetti nazionali: alla questione dell'espansione verso l'Ovest si unirono altre di ordine economico-doganale (il Nord protezionista per difendere la propria industria nascente ed
Il Sud liberista per favorire le sue esportazioni agrarie), politiche ed ideali che portarono a tentativi di compromesso. Ma quando il nuovo partito repubblicano tutto nordista si affermò alla guida del governo federale ed elesse presidente Abraham Lincoln (1861) gli Stati schiavisti abbandonarono l'unione e decisero di formare la confederazione degli Stati del Sud. La secessione scatenò la guerra. Essa durò 4 anni e si concluse con la vittoria dei nordisti. Fu una guerra moderna dove si scontrarono eserciti di massa a leva obbligatoria sostenuti da apparati industriali e veloci sistemi di trasporto (ferrovie) e comunicazione (telegrafo). E infatti fu il carattere industriale del conflitto a determinare il destino del Sud che viene debole e vi uscì sconfitto. Il Nord aveva il monopolio dell'industria siderurgica, tessile e meccanica, conoscenze scientifiche e tecnologiche, del lavoro specializzato, controllava il commercio e il capitale.
finanziario e aveva la retepiù estesa delle ferrovie. Il Sud sottovalutando questi fattori aveva creduto che il Nord, messo di fronte al fatto17www.politologi.com la community degli studenti di sc.politche-compiuto della separazione, lo avrebbe accettato; ma così non fu. La guerra fu moderna anche per le ingenti perditeumane dovute alla partecipazione di massa. Il Nord ricordò la guerra come una guerra civile fra cittadini appartenentialla stessa nazione e il Sud come una guerra per l'indipendenza materiale o una guerra fra Stati diversi. Gli ex schiavineri ricordano una guerra per l'emancipazione. La vittoria del Nord fu accompagnata da uno sconvolgimento dellasocietà meridionale dove il potere dei grandi proprietari fu distrutto e ridimensionato a livello locale. La schiavitùvenne abolita e gli ex schiavi ottennero diritti civili e politici (emendamenti alla costituzione del 1865-70). Il governofederale guidato dai repubblicani
acquistò autorità rispetto a quelli Statali e assunse un ruolo propulsivo nello sviluppo economico. I repubblicani del Nord all’indomani della vittoria cercarono di ricostruire la società meridionale con l’occupazione militare e il controllo politico (non mancarono prevaricazioni e corruzioni) e attiva fu la partecipazione che i neri liberati ebbero in questa vicenda, partecipazione violentemente contrastata dagli attacchi di una associazione terroristica razzista, il Ku Klus Klan, costituitosi nell’immediato dopoguerra. A pochi anni dalla libertà i neri riconquistarono il suffragio universale maschile ed una porzione reale del potere politico (per la prima volta furono eletti nelle assemblee legislative degli Stati e nel congresso federale). Ci furono progetti per distribuire agli ex schiavi parte della terra da loro stessi coltivata ma essi fallirono e i neri rimasero senza risorse in balia dei vecchi padroni. Quando ci fu l’inizio di unaRiconciliazione tra Nord e Sud: essi furono oggetto di nuove forme di oppressione che scaturirono in leggi statali che li privarono dell'esercizio effettivo dei diritti che erano stati sanciti dalla costituzione federale. I neri dovevano essere tenuti segregati e la pratica del linciaggio fu applicata per ottenere ciò.
La guerra civile diede al governo federale l'opportunità di prendere importanti provvedimenti di politica economica: protezionismo e infrastrutture, terra agli agricoltori, sostegno alle società ferroviarie, salvaguardia delle corporations (nuove grosse società per azioni), moneta stabile (creazione nel 1913 della Federal Reserve Bank). Inoltre gestì un efficiente sistema postale e promosse l'immigrazione di forza lavoro dall'Europa. Questo atteggiamento del governo USA dopo il periodo bellico cambiò radicalmente passando ad adottare una politica del laisser faire del tutto opposta a quella precedente.
L'industrializzazione investì tutti i settori: siderurgia, tessile, chimica, meccanica, fonti energetiche (carbone, elettricità, petrolio). L'industria dei beni di consumo, con tecniche di vendita innovative (pubblicità, grandi magazzini, vendita per corrispondenza), si creò un mercato nazionale omogeneo. Nuovi modi di produzione, spesso sviluppati dalla ricerca scientifica e tecnologica più avanzata, portarono ad una efficiente organizzazione del lavoro, alla meccanizzazione, all'emergere del sistema di fabbrica che comportò anche nel campo agricolo una maggiore produttività. Questa politica fu favorita anche comunque del fatto che gli USA godettero di un'eccezionale disponibilità di terre e risorse alimentari (destinate anche all'esportazione), di materie prime non agricole e risorse energetiche. La grande domanda interna favorì quindi lo sviluppo di una industria di beni di consumo di massa e.Abasso costo, così come in un paese ancora sottopopolato la mano d'opera era scarsa e con salari piuttosto elevati, per cui quello che poteva sembrare un limite divenne un buon motivo per introdurre nuove tecniche produttive e organizzative che risparmiassero lavoro e aumentassero la produttività. Nascevano SPA gigantesche intorno al 1900 il Big Business dominava la scena. Gli USA erano diventati il principale produttore mondiale di generi alimentari, materie prime, acciaio. Insieme alla Germania erano i protagonisti della seconda rivoluzione industriale che tolse il primato alla GB. Fra il 1870 e il 1910 anche la popolazione cambiò con un'onda migratoria senza precedenti. L'immigrazione fu un fattore fondamentale nella formazione del popolo americano. Tra il 1820-60 giunsero circa 5 milioni di emigrati. Tra 1861-1910 ne giunsero 23 milioni. Il primo flusso migratorio fu costituito da tedeschi, britannici, scandinavi e irlandesi anche dotati di
cultura e a volte di capitali spinti più da motivazioni politiche e religiose che economiche che si insediarono sia nelle aree urbane dell'Est che in quelle agricole dell'Ovest. Il secondo flusso fu costituito da italiani, austroungarici e russi spinti essenzialmente dalla povertà. La cittadinanza era consentita solo agli adulti maschi e bianchi, per questo gli asiatici erano esclusi. La seconda ondata alimentò la forza lavoro dell'industria nelle città in convulsa nascita come Chicago e Los Angeles. Gli immigrati popolarono quartieri etnici compatti mantenendo tradizioni, usi e cultura originaria. Ciò comportò sia reazioni di rigetto dei residenti di antica data sia atteggiamento di assimilazione dei nuovi arrivati alla cultura americana; problema quest'ultimo che fu oggetto di discussione per tutto l'800. Varie politiche furono provate per favorire l'integrazione, ma forse tale processo ebbe un forte incentivo nella.partecipazione alla politica elettorale, alle attività associative, alla vita pubblica dominata dai mass-media (pubblicità, giornali popolari), al mercato dei consumi che tendevano ad omogeneizzare gusti e stili di vita. Negli USA di inizio 900 nacque l'idea di una America come melting pot cioè come crogiolo di etnie, lingue, religioni diverse da cui sarebbe stato forgiato un tipo nazionale del tutto originale. Bisogna però tenere sempre presente che le popolazioni di discendenza africane, asiatica o indo americana non erano contemplate. Anche negli USA la crescita industriale creò la moderna classe operaia e come in Europa occidentale fece esplodere la questione sociale. I conflitti fra capitale e lavoro erano cominciati negli anni precedenti la guerra civile, ma fu in quelli successivi che ebbero dimensioni nuove. Infatti dal 1877 in poi ci furono molte agitazioni e scioperi volti a ottenere salari più alti, giornate lavorative di 8 ore eRiconoscimenti sindacali. Però rispetto a quelle dei paesi industrializzati europei la classe operaia americana ebbe caratteristiche particolari. I continui flussi migratori di diverse etnie introducevano fra i lavoratori nuove culture, lingue e tradizioni dividendoli e costringendoli a difficili opere di ricomposizione. A fine secolo con l'avvento della grande fabbrica