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AUDIT GMP AUDIT HACCP
Informazioni sulle materie prime Rispetto requisiti allegato II Reg. 852/2004
Progettazione e manutenzione locali ed Rispetto criteri microbiologici (gestione
attrezzatura pericoli microbiologici)
Igiene prima, durante e dopo la lavorazione Presenza di residui e sostanze contaminanti
(gestione pericoli chimici)
Igiene e formazione personale Individuazione dei pericoli fisici (gestione
pericoli fisici)
Attività d disinfestazione
Qualità acque © Laila Pansera - 31
Controllo temperature
Controllo sui prodotti
• CONTROLLI SPECIFICI per:
Carni fresche
o Molluschi bivalvi vivi
o Prodotti della pesca
o Latte crudo
o
Regolamento 882/2004
Esso spiega in modo più dettagliato i controlli ufficiali e stabilisce delle regole generali per
l’esecuzione dei controlli ufficiali intesi a verificare le conformità alle normative. Esso
quindi vale sia per gli operatori, sia per chi applica i controlli ufficiali, ossia le autorità
competenti (Ministero della Salute, Istituto Superiore della Sanità, Istituti zooprofilattici,
ASL e NAS). In questo modo si intende:
• Prevenire e/o ridurre a un livello accettabile (ALOP) i rischi derivanti dall’ambiente per
la salute umana e animale
• Garantire la trasparenza del mercato.
L’esecuzione dei controlli ufficiali lascia impregiudicata la responsabilità legale degli
operatori del settore alimentare per la sicurezza dei mangimi e degli alimenti, come
previsto dal Reg. 178/2002.
I controlli ufficiali devono essere eseguiti periodicamente sulla base della valutazione del
rischio e con una frequenza appropriata sulla base:
Dei rischi associati alla tipologia di azienda
Dello storico relativo all’azienda
Dell’affidabilità dei controlli già eseguiti
Di qualsiasi informazione che possa indicare una qualsiasi non conformità.
I controlli ufficiali sono eseguiti senza preavviso; gli audit vengono fatti con preavviso ma
non sono controlli ufficiali, anche se vengono effettuati da enti ufficiali.
I controlli ufficiali sono eseguiti in qualsiasi fase della filiera, produzione, trasformazione e
distribuzione dei mangimi, animali e prodotti.
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Regolamento 2073/2005
Questo Regolamento riguarda il criterio microbiologico, che, come detto all’art. 2,
definisce l’accettabilità di un prodotto, lotto di prodotti alimentari o di un processo, in
base all’assenza, alla presenza o al numero di microrganismi e/o in base alla quantità
delle relative tossine/metaboliti, per unità di massa, volume, area o partita.
Questo Regolamento semplifica molto le analisi da parte degli organi di controllo e degli
addetti a livello aziendale, anche perché prende in considerazione solo i parametri ritenuti
utili. La responsabilità del rispetto d questi criteri è sempre dell’OSA, che deve garantire
che l’alimento prodotto all’interno della sua azienda rispetta i criteri microbiologici. I
criteri microbiologici che vengono contemplati nel Reg. 2073 sono di 2 tipi:
• Criteri di sicurezza alimentare: dice se il prodotto può essere consumato senza
arrecare danno al consumatore e definisce l’accettabilità di quel prodotto quando
esso è immesso sul mercato; è un criterio che deve essere rispettato sul prodotto
venduto, fino alla data di scadenza.
• Criteri di igiene di processo: si basa sul concetto dell’HACCP, ossia guarda il
funzionamento del processo produttivo e dice se il prodotto viene lavorato bene, se
durante la sua produzione sono rispettati i prerequisiti. Non è un valore applicabile
al prodotto al commercio, ma si ferma prima che il prodotto esca dall’azienda.
Criteri di sicurezza alimentare
Essi sono stabiliti sulla base dell’analisi del rischio, tenendo conto qual è l’appropriato
livello di protezione che deve essere rispettato. Essi utilizzano il sistema di campionamento
a 2 classi (presenza/assenza). Questi criteri valgono sul prodotto durante il processo
produttivo e sul prodotto immesso sul mercato, fino alla fine della shelf-life. Sono dei
criteri utilizzati anche a livello di controllo ufficiale.
I criteri di sicurezza alimentare non sono molti, e i legislatori hanno voluto ridurre al
minimo il numero di controlli da fare, cercando di puntualizzare sui microrganismi che è
significativo andare a cercare.
Listeria monocytogenes Alimenti pronti
Salmonella spp. Carni macinate
Preparazioni di carni e prodotti base carne da consumare
crudi e cotti
CSM
Gelatina e collagene
Burro, formaggi, creme, latte e siero in polvere
Gelati
Prodotti uovo
Alimenti crudi contenenti uova crude
Crostacei e molluschi bivalvi
Enterotossine stafilococciche Formaggi, latte e siero in polvere
E. coli Molluschi bivalvi, echinodermi e tunicati
Enterobacter sakazakii Alimenti in polvere per lattanti e alimenti dietetici in
polvere a fini medici speciali destinati ai bambini di età
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inferiore ai 6 mesi
Istamina Prodotti della pesca freschi/trasformati e fermentati
Oltre che microrganismi, i criteri di sicurezza alimentare possono essere anche dei prodotti
del metabolismo microbico, come le enterotossine stafilococciche, prodotte da S. aureus,
oppure l’istamina, prodotta dalla decarbossilazione degli amminoacidi ad opera dei
microrganismi.
Nel Reg. 2073 abbiamo molte pagine dedicate ai dettagli rispetto ai criteri di sicurezza
alimentare, in cui viene compilata la seguente tabella per i vari prodotti:
Categoria Microrganismo, Piano di Limiti Metodo Fase in cui
alimentare tossine e campionamento d’analisi di si applica
metaboliti riferimento il criterio
n c m M
Ovviamente per il criterio di sicurezza alimentare non andiamo a compilare i massimi e i
minimi, perché stiamo facendo un campionamento a 2 classi. È molto importante indicare il
metodo di analisi di riferimento, perché alcuni metodi non possono venire accettati per le
analisi ufficiali, infatti si devono usare i metodi di riferimento riportati nella normativa, che
possono anche essere confrontabili. La fase in cui si applica il criterio, per i criteri di
sicurezza è sempre la fine della shelf-life.
Ci sono moltissime norme ISO per la microbiologia degli alimenti. La struttura di una norma
ISO è la seguente:
I criteri di sicurezza alimentare comportano:
• Il ritiro del prodotto dal mercato
• Informare l’autorità competente e avviare un sistema di allerta
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• Applicare misure correttive adeguate all’interno dell’azienda
• Revisione delle procedure di autocontrollo nell’azienda.
Se trovo un criterio d sicurezza che non viene soddisfatto devo accertare le cause a livello
aziendale e modificare tutto il processo del sistema HACCP, oppure se scopro in tempi
ragionevoli dove c’è stato l’errore posso sottoporre il prodotto a un nuovo trattamento che
elimina il rischio, oppure destinare ad un uso diverso il prodotto, che potrebbe anche
essere l’eliminazione completa del prodotto.
Criteri di igiene di processo
I criteri di igiene di processo ci danno un’indicazione sulla funzionalità del processo, cioè se
si lavora bene e in maniera igienica. Non hanno un valore ufficiale, ma sono dei valori
indicativi, che ci dicono che se quel valore è superato si considera come un campanello
d’allarme, per cui sono necessarie misure correttive finalizzate a migliorare l’igiene del
processo. Siccome questi criteri sono dei numeri, è necessario un campionamento a 3 classi.
Questi criteri non sono applicabili ai prodotti immessi sul mercato.
I criteri di igiene di processo sono:
Conteggio colonie aerobie (ISO 4833:2003)
Enterobacteriaceae (ISO 21528-2:2004) Carne e prodotti base carne
Salmonella (ISO 6579:2002)
E. coli (ISO 16649-1)
Enterobacteriaceae
Stafilococchi coagulasi positivi (ISO 6888-1) Prodotti lattiero-caseari
E. coli
Enterobacteriaceae Prodotti base uova
E. coli Prodotti della pesca
Stafilococchi coagulasi positivi
E. coli Ortaggi, frutta e prodotti derivati
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Se i risultati sono insoddisfacenti rispetto ai criteri dati, occorre andare a ritroso a
verificare dove si è commesso l’errore. Per esempio se la materia prima non è di qualità,
oppure le condizioni igieniche durante la lavorazione non sono le migliori, oppure avviene
contaminazione, oppure i trattamenti non sono veramente efficaci.
È quindi importante ricercare a livello aziendale i criteri di igiene di processo, perché
danno anche un’idea dell’andamento della produzione, per esempio si possono scoprire dei
problemi in determinate parti dell’anno.
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Studi microbiologici
Nel Regolamento 2073, l’art. 3 dice:
1. Gli operatori del settore alimentare provvedono a che i prodotti alimentari siano
conformi ai relativi criteri microbiologici fissati nell’allegato I del presente
regolamento. A tal fine, gli operatori del settore alimentare adottano provvedimenti, in
ogni fase della produzione, della lavorazione e della distribuzione, inclusa la vendita al
dettaglio, nell’ambito delle loro procedure HACCP e delle loro prassi corrette in materia
d’igiene, per garantire che:
la fornitura, la manipolazione e la lavorazione delle materie prime e dei prodotti
o alimentari che dipendono dal loro controllo si effettuino nel rispetto dei criteri di
igiene del processo
i criteri di sicurezza alimentare applicabili per l’intera durata del periodo di
o conservabilità dei prodotti possano essere rispettati a condizioni ragionevolmente
prevedibili di distribuzione, conservazione e uso.
2. Se necessario, gli operatori del settore alimentare responsabili della fabbricazione del
prodotto effettuano studi, in conformità all’allegato II, per verificare se i criteri sono
rispettati per l’intera durata del periodo di conservabilità. In particolare ciò si applica
agli alimenti pronti che costituiscono terreno favorevole alla crescita di Listeria
monocytogenes e che possono costituire un rischio per la salute pubblica in quanto
mezzo di diffusione di tale batterio (prodotti ready to eat).
Gli OSA devono valutare tutti i parametri chimico-fisici, ma se queste informazioni non
bastano, l’operatore non può fermarsi: deve andare a consultare la letteratura scientifica,
può anche prevedere e attuare studi ulteriori, che possono essere:
• Modelli matematici predittivi
• Prove per determinare la capacità dei microrganismi in questione, debitamente
inoculati, di svilupparsi o sopravvivere nel prodotto in diverse condizioni di
conservazione ragionevolmente prevedibili
•