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UNIFICAZIONE TEDESCA E SUE CONSEGUENZE
Dopo il biennio '48-'49 la Prussia è una Monarchia Costituzionale.
1. Aree Orientali (agricole): dominate dal sistema feudale dei proprietari terrieri (gli
Junker), strettamente cari al sovrano, che hanno il diritto di nominare i funzionari di
polizia e i magistrati dei tribunali nei territori su cui esercitano la potestà.
Legge dell'11 Marzo 1850 (in vigore fino al 1908): proibisce ai contadini ogni genere di
attività sindacale organizzata. Legge del 24 Aprile 1854 (in vigore fino al 1918): proibisce
gli scioperi agricoli.
2. Aree Occidentali (urbane): in rapido sviluppo economico e demografico, mandano in
Parlamento deputati di orientamento liberale, orientati allo sviluppo delle istituzioni e delle
garanzie costituzionali.
In somma:
1. Destra Conservatrice di radici agrarie e nobiliari;
2. Sinistra Liberale di profilo urbano e borghese.
Esercito: coscrizione universale obbligatoria: 2 anni nell'esercito, 2 anni nelle truppe di riserva, 14
anni nella milizia territoriale – grande effetto di nazionalizzazione.
1861: morte di Federico Guglielmo IV e successione del fratello Guglielmo I, intenzionato ad
assicurare alla Prussia l'egemonia sul mondo di lingua tedesca.
1862: Guglielmo I nomina Cancelliere Otto Von Bismarck, Junker di posizione determinatamente
conservatrice.
Sovrano e Cancelliere varano un programma di riorganizzazione e potenziamento tecnologico
dell'esercito che, contrariamente a quanto avvenuto nel 1855 nel Regno di Sardegna, rafforzerà
l'autorità regia a scapito di quella parlamentare. I gruppi parlamentari non vogliono il piano di
potenziamento per le spese e la conseguente pressione fiscale, mentre Bismarck (sostenuto dalla
destra conservatrice), responsabile costituzionalmente solo nei confronti del re, ignora il Parlamento
e per tre anni fa approvare il bilancio militare solo dal re.
Grazie anche all'industria siderurgica nelle regioni occidentali della Prussia renana e allo Zollverein
(unione doganale del 1834 tra gli Stati germanici, a esclusione dell'Austria) l'esercito prussiano
diviene una vera e propria macchina da guerra.
L'esercito viene testato nella guerra al Regno di Danimarca (Prussia e Austria sono alleate) per i
ducati di Schleswig e Holstein, vinta nell'Agosto 1864 (il primo va alla Prussia, il secondo
all'Austria). L'amministrazione dei due ducati genera tensioni già l'anno successivo, e Bismarck ha
già in mente la guerra come strumento risolutivo: si allea infatti con l'Italia, e nel Giugno 1866
scoppia la guerra contro l'Austria.
La Sassonia (Germania meridionale) si schiera con l'Austria.
3 Luglio 1866: vittoria prussiana a Sadowa (presso Praga). L'Austria paga carissima la sconfitta,
nella Pace di Praga (23 Agosto):
cede il Veneto all'Italia;
• cede alla Prussia lo Hannover, l'Assia-Cassel e lo Schleswig-Holstein;
• la Sassonia e gli altri Stati a nord del Meno entrano nella nuova Confederazione della
• Germania del Nord, totalmente dominata dalla Prussia (che abolisce la Confederazione
Germanica);
Baviera, Württenberg, Buden e Assia-Darmstadt restano autonomi, pur pagando alla Prussia
• un'indennità di guerra e mettendole a disposizione le loro forze armate.
Napoleone III è in allarme per l'espansione territoriale della Prussia. Pretesto per la guerra (Luglio
1870): nel 1868 una crisi dinastica mette sul trono di Spagna gli Hoenzollern (famiglia prussiana):
la Francia si sente circondata; attraverso la sottile manipolazione di un telegramma di Guglielmo I
da Ems (località termale), Bismarck fa credere che il sovrano di Prussia non voglia opporsi alla
eventuale nuova candidatura degli Hoenzollern, unica soluzione per salvare la situazione
diplomatica; anzi, fa credere che il sovrano si sia rifiutato di ricevere l'ambasciatore francese.
19 Luglio 1870: Napoleone III dichiara guerra alla Prussia.
L'esercito tedesco irrompe nel territorio francese e sei settimane dopo sconfigge il nemico a Sedan
(1° Settembre), facendo prigioniero Napoleone III.
4 Settembre: il Corpo legislativo francese dichiara decaduta la dinastia napoleonica e proclama la
formazione di una Repubblica (28 Gennaio 1871 – assedio di Parigi e armistizio).
18 Gennaio 1871: Guglielmo I si fa proclamare Imperatore Tedesco nella sala degli specchi a
Versailles, umiliante per i francesi.
Assetto del nuovo Impero Tedesco (o “Secondo Reich”).
Si aggiungono anche il Baden, l'Assia-Darmstadt, il Württenberg e la Baviera.
16 Aprile 1871: promulgata la Costituzione: Federazione di 25 Stati abbastanza autonomi ma
sottoposti alle decisioni delle istituzioni fondamentali dell'Impero:
Imperatore, esecutivo e forze armate;
• Primo Ministro (Cancelliere), capo del governo responsabile solo nei confronti del
• sovrano;
Parlamento Bicamerale, 1. Camera dei Deputati (Reichstag), eletta a suffragio
• universale maschile segreto; ha il potere di proporre e approvare leggi, inclusa quella
finanziaria – solo per le spese militari; non può votare la sfiducia al Cancelliere né decidere
in materia di politica estera o militare;
2. Consiglio Federale (Bundesrat), composto da 58 membri rappresentanti dei 25 Stati (17
• sono rappresentanti della sola Prussia); eletti dai Parlamenti dei singoli Stati; nessuna legge
della Camera passa senza la loro approvazione.
10 Maggio 1871: Trattato di Pace con la Francia, a condizioni assai dure: pesante indennità di
guerra e cessione di Alsazia e Lorena – grossa differenza con l'Italia è l'assenza di plebisciti.
La Comune di Parigi, la Terza Repubblica.
8 Febbraio 1871: elezioni per la nuova Assemblea Nazionale, a maggioranza filomonarchica,
presieduta da Adolphe Thiers, con sede a Versailles.
18 Marzo: il governo manda l'esercito a Parigi per riprenderne il controllo, ma la città resta nelle
mani degli insorti e della Guardia Nazionale.
28 Marzo: elezione della Comune, organo di autogoverno della città, dominato da repubblicani,
anarchici e socialisti. Approvate norme simboliche (collettivizzazione di aree industriali
abbandonate) ma di scarso rilievo pratico, valide solo a Parigi.
21-28 Maggio: “Settimana di sangue”, l'esercito reprime la Comune (20.000 persone giustiziate
negli scontri o in procedimenti sommari).
Gennaio-Luglio 1875: approvate tre leggi con valore costituzionale:
Presidente della Repubblica (eletto dal Parlamento con 7 anni di mandato), controlla le forze
• armate, gli esteri, nomina gli impiegati pubblici e il governo, presenta e promulga leggi,
concede grazia;
Parlamento, che detiene il potere legislativo ma non vota la sfiducia al governo, composto
• da due Camere: a) Camera dei Deputati, a suffragio universale maschile; b) Senato,
composto da 95 senatori inamovibili che scelgono i successori e da 225 senatori eletti da un
corpo elettorale di 2° grado.
Impero Austro-Ungarico.
Dopo il biennio '48-'49 l'assetto è ancora autoritario (Costituzioni revocate); ma il giovane
Francesco Giuseppe – molto intelligentemente – non revoca l'abolizione del sistema feudale e della
servitù della gleba, cosa che gli assicura vasto consenso nelle campagne.
Le élite urbane nelle varie aree dell'Impero formano organizzazioni culturali-politiche che
alimentano discorsi indipendentisti e nazionalisti: fatto potenzialmente pericoloso, data la variegata
appartenenza nazionale dei popoli dell'Impero.
Sconfitte del '59-'66: mutamento negli assetti costituzionali:
1. 1861: concessa una Costituzione che conferma l'assetto centralista – dissensi ungheresi;
2. 1867: Costituzione radicalmente modificata (principio di “accomodamento”) che riconosce
due organismi statali distinti e indipendenti: l'Austria e il Regno di Ungheria, di cui
Francesco Giuseppe è al contempo Imperatore e Re.
Austria e Ungheria hanno in comune il sovrano, il Ministro della Guerra, quello delle Finanze e
quello degli Esteri; ma hanno due governi distinti, con due Parlamenti, uno a Budapest e uno a
Vienna.
In sostanza, l'Impero supera le gravi crisi di metà secolo in 2 modi, dunque:
1. consensi nelle campagne;
2. marginalizzazione dei gruppi nazionali slavi e di quello rumeno, ottenuta grazie al
riconoscimento delle due più importanti minoranze nazionali (tedeschi e ungheresi).
GLI STATI UNITI E LA RUSSIA
Stati Uniti.
Abolizione della schiavitù:
1807: il Parlamento inglese abolisce la schiavitù nelle colonie;
• 1808: gli USA aboliscono l'importazione di schiavi (ma il contrabbando è largamente
• tollerato negli Stati del Sud); negli Stati del nord la schiavitù era stata abolita nel 1804;
1815: abolizione della schiavitù in Francia;
• 1833: abolizione in Gran Bretagna;
• 1848: di nuovo abolizione in Francia;
•
Anche la servitù della gleba, sulla scia dell'esempio dell'Assemblea Nazionale francese (1789),
viene abolita in Europa – la Russia è l'unica in cui persiste fino al 1861.
A metà Ottocento, insomma, la schiavitù persiste:
negli Stati meridionali degli USA (di cui sono un perno economico);
• nella Russia zarista (servitù della gleba contadina).
•
Espansione territoriale, demografica ed economica degli USA dall'inizio dell'Ottocento al
1860: Da 5 milioni di individui a 31 milioni (immigrazione da Irlanda, Gran Bretagna, Germania);
• i pionieri (sostenuti dall'esercito) conquistano il “Far West pellerossa”;
• A Nord guerra contro il Regno Unito (1812-15) per il Canada, fallimentare e senza ulteriori
• tentativi;
a Sud acquisto della Louisiana da Napoleone (1803) e della Florida dalla Spagna (1819);
•
Due formazioni concettuali che innervano profondamente la mentalità politica statunitense
dell'Ottocento:
1. Il mito della frontiera, sia in direzione espansiva e progressista, sia in direzione difensiva
(retorica dell'accerchiamento); WASP: White-anglo-saxon-protestant;
2. Dottrina Monroe (James Monroe, Presidente): una politica estera che sancisce la rottura di
qualsiasi legame con l'Europa.
La maggioranza dell'opinione pubblica apprezza i due miti intrecciati, giustificando come 'missione
divina' l'imperialismo civilizzatore degli USA.
1846-48: guerra contro il Messico, vinta, procura agli USA l'annessione di Texas, Nuovo
• Messico, Utah, California (dove, nel '48-'49, si scopre l'oro).
Dal 1830 al 1860: costruzione di un'imponente rete ferroviaria nell'Oriente, che favorisce (a)
• la nascita di un'agricoltura specializzata, attiva anche nei mercati europei: grande
disboscamento di grosse aree; a nord-ovest si coltivano mais e grano, a