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CAPITOLO 4: PERSONE CON DISABILITÀ E CORONAVIRUS
Uno scenario nel tempo del coronavirus. Ri ettiamoL’organizzazione dei sostegni dovrebbe essere una dinamica evolutiva, ma il sistema, per comprensibili ragioni di carattere organizzativo istituzionale, è un po’ rigido, fermandosi allascuola.
Uno scenario per dopo il tempo del coronavirusL’educazione è un impegno semplice e complesso nello stesso tempo. Chi educa deve pre-vedere. Nella relazione di aiuto la previsione è sempre molto importante e delicata. Maria Montessori sosteneva che ogni aiuto inutile è un ostacolo allo sviluppo. In molte relazioni di aiuto che hanno qualche riferimento alla riabilitazione o all’educazione di chi ha bisogno di esigenze particolari, la di coltà maggiore consiste nello stabilire quando l’aiuto diventa sostituirsi all’altro, quindi impedimento allo sviluppo dell’altro. Il meccanismo di identi cazione è complicato.
dalladiversità e allora diventa problematico stabile quando l'aiuto è utile e quando è inutile. L'esclusione è un costo economico molto più ampio dell'inclusione. una scuola che esclude, invocando rigore e severità, non promuove conoscenze, ma ignoranza e costa di più. L'integrazione, e tanto più l'inclusione, ha bisogno di legalità di usa, di conoscenze e saperidi usi e di un'inversione di tendenza che passi dall'avere all'essere. Proposte innovative rassicuranti Un locale, un comune, a una dimensione territoriale. Le cooperative sociali abitano nel territorio incui è collocato quel Comune e ciascuna a un accreditamento preliminare per erogare servizi e, se è sana, verrà controllata in occasione di ogni servizio erogato. Il possibile speci co servizio diciascuna cooperativa viene stoccato avendolo prima selezionato e classi cato per tipologia, inmodo dasalute garantirà risposte a chi ne avesse bisogno: avrà quello giusto, il budget di salute, e sarà ben controllato. Ne avrà secondo il suo bisogno e ciò significa che l'erogazione da parte del comune funziona secondo il progetto di vita personalizzato inclusivo e non secondo quote standard. Il progetto di vita personalizzato inclusivo è inclusivo delle risorse che un territorio può offrire. Sbagliare e chiedere aiuto vuol dire imparare a chiedere aiuto per non sbagliare. Sapere e chiedere aiuto per rimediare o per non sbagliare significa cooperare. Accompagnare nella crescita, riducendo il rischio di considerare l'essere umano con una disabilità un eterno bambino. Chi cambia vita può non sopportarla e cercare di uscirne per tornare indietro, confermando qualcuno nella fondatezza dei suoi dubbi. Chi ricostruisce la propria identità ha bisogno di vivere la sua realtà pienamente umanizzata e di essere accompagnato. Il budget di salute garantirà risposte a chi ne avesse bisogno: avrà quello giusto, il budget di salute, e sarà ben controllato. Ne avrà secondo il suo bisogno e ciò significa che l'erogazione da parte del comune funziona secondo il progetto di vita personalizzato inclusivo e non secondo quote standard.salute costituisce uno strumento integrato socio-sanitario a sostegno del progetto terapeutico-riabilitativo personalizzato di persone con condizioni particolari ed è costituito da risorse individuali, familiari, sociali e sanitarie, al fine di migliorare la condizione della persona, del suo benessere e del suo funzionamento psico-sociale, l'inclusione della persona e la sua partecipazione attiva alla comunità mediante l'attivazione di percorsi evolutivi. Il budget di salute può creare un legame tra il sistema di cura, il sistema di comunità e mira ad un utilizzo appropriato delle risorse di entrambi. Nell'accreditamento, un ente pubblico riconosce a un soggetto non pubblico la capacità e l'efficienza di gestire servizi, richiesti e definiti dall'ente pubblico e finanziati con proprie risorse. Il processo di accreditamento attiva la partecipazione di enti pubblici e richiede di documentare.ilpossesso di requisiti per l'accreditamento richiesti dalla normativa, nonché la disponibilità alla co-gestione dei servizi. Tra i requisiti importante è la conoscenza delle risorse del territorio.Bisogno anche dell'accreditamento. L'autorizzazione e l'accreditamento dei soggetti privati è di competenza dei comuni sulla base di un insieme di requisiti stabiliti dalle leggi regionali. Alle regioni è assegnato il compito di definire tali requisiti raccogliendo i requisiti minimi fissati dallo Stato con decreto ministeriale del ministro della solidarietà sociale.
Un cablaggio non orientato, non circoscritto ai soggetti accreditati, è certamente antieconomico, disperde energie e disorienta. Il cablaggio delle risorse sociali non deve basarsi su un paradigma lineare, ma su un paradigma reticolare, ecosistemico, seguendo l'orientamento progettuale.
I diritti sociali aumentano continuamente perché con l'avanzamento della società aumentano anche le aspettative di questa, aspettative che devono fare i conti con risorse spesso limitate. L'8 novembre del 2000 l'Italia emana la legge Turco numero 328/2000 per la
Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Un sistema integrato deve contare su un privato sociale che affianca il pubblico nell'offrire servizi sociali, perché l'economia non florida porta a una sofferenza dello Stato sociale che causa contrazione delle risorse destinate ai servizi sociali e anche perché le due prospettive riescono insieme a realizzare una lettura e un'azione più complessa ed efficace.
Un problema del sistema sociale integrato è rappresentato dalla fatica di lavorare in maniera coordinata, e infatti spesso i privati distribuiscono risorse in attività non prioritari non dirette a quei bisogni del territorio che spesso emergono durante i Piani di zona.
Prima dell'approvazione della legge numero 328, il settore era ancora disciplinato dalla legge 17 luglio 1890, numero 6972, e successive modificazioni, cosiddetta legge Crispi, i servizi sociali erano in toto gestiti dallo Stato attraverso gli istituti.
pubblici di assistenza e bene cenza. Si passa così da una legge del 1890 che poggia su un approccio assistenziale a una legge che vuole prevenire situazioni di disagio. Il primo processo di politiche sociali innovative si è svolto sulla base di presupposti e principi, quali la riorganizzazione del territorio in ambiti territoriali adeguati, la programmazione di interventi in base alle caratteristiche e ai bisogni della popolazione, l’integrazione dei servizi sanitari con quelli sociali e la partecipazione attiva nei servizi degli utenti e dei cittadini. Nell’intento di valorizzare al massimo grado il principio di sussidiarietà orizzontale e verticale, a seguito della riforma del titolo V del 2001 e sostenuto ancora prima dalla legge Turco, le regioni dovranno riconoscere e agevolare il ruolo di tutti i soggetti sociali, delle associazioni e degli enti di promozione sociale, compreso quello degli enti riconosciuti dalle confessioni religiose, con cui lo Stato ha.stipulato intese nell'organizzazione della gestione dei servizi sociali. Al comma cinque viene enunciato un importantissimo principio e, cioè, che alla gestione e all'offerta dei servizi provvedano soggetti pubblici in persona degli enti locali insieme agli enti del terzo settore, ovvero associazioni ed enti di promozione sociale, fondazioni e altri organismi privati, in qualità di soggetti attivi nella progettazione, nell'organizzazione e nella gestione dei servizi e degli interventi sociali. La legge numero 328 intende rispondere alle sollecitazioni contenute nella legge 28 agosto 1997, numero 285, recante disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza. La riforma del titolo V della Costituzione modifica la forma di Stato in Stato federale e così la legge numero 328 del 2000 viene abrogata e lo Stato perde competenze in materia di servizi sociali. I contenuti della legge numero 328 vengonoAssunti e ripresi dalle varie leggi regionali che insieme ai comuni devono occuparsi del settore, così lo Stato non può più stanziare denaro per il sociale sancendo l'autonomia delle regioni e dei comuni nella gestione dei servizi socio-sanitari. Se i servizi sanitari sono di competenza delle regioni, quelli sociali sono di competenza dei comuni. La funzione del Comune non è gestire i servizi sociali ma solo regolamentare e controllare, per non incorrere in concorrenza sleale con il terzo settore del privato sociale, la cui partecipazione è legata al principio di sussidiarietà orizzontale. A legge locale compete la qualità dei servizi e questo richiede personale qualificato. Con la legge numero 328 viene riconosciuto il ruolo degli enti di privato sociale, in qualità di soggetti attivi nella progettazione e nella realizzazione concertata degli interventi, con il ricorso a forme di
aggiunta, è necessario promuovere l'adozione di politiche di inclusione sociale che favoriscano l'accesso ai servizi educativi per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione economica o sociale. Inoltre, è fondamentale sostenere e valorizzare il ruolo delle organizzazioni del terzo settore, che svolgono un lavoro prezioso nel campo dell'assistenza sociale e dell'inclusione. Queste organizzazioni devono essere supportate attraverso finanziamenti adeguati e la creazione di partenariati con le istituzioni pubbliche. Infine, è importante promuovere una cultura dell'accoglienza e dell'inclusione, che favorisca la partecipazione attiva di tutti i cittadini nella vita sociale e comunitaria. Solo attraverso un impegno condiviso e una collaborazione tra enti pubblici, organizzazioni del terzo settore e cittadini, sarà possibile costruire una società più equa e solidale.In questo caso, chi accoglie pretende sottomissione, adeguamento passivo, appiattimento e invisibilità. È una logica che prevede di progettare per qualcuno, escludendolo completamente dalle decisioni che riguardano il suo progetto di vita.