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PROMUOVERE L'INCLUSIONE SCOLASTICA: DAL NIDO ALL'UNIVERSITÀ

1. L'obiettivo dell'inclusione

Esistono quattro piani per individuare soluzioni operative in grado di garantire la massima espressione: principi di riferimento, organizzazione del contesto e delle procedure ai ni inclusive; metodologie da mettere in campo per promuovere l'inclusione; veri ca circa la signi catività operativa di tali metodologie e dell'efficacia reale di una scuola inclusiva.

La crescita di una cultura dell'inclusione come rispetto e valorizzazione delle differenze di ognuno deve connettersi, a scuola, con un'azione rivolta al contesto e agli individui e con un controllo delle procedure e dei risultati. Dal punto di vista operativo devono coniugarsi azioni indirizzate su due versanti. Da un lato, la predisposizione di contesti educativi in grado di accogliere tutti richiede un'organizzazione e un coordinamento precisi e, nello stesso tempo, essibili.

fra i diversi attori che entrano in gioco. Dall'altro lato, la prospettiva dell'inclusione passa attraverso una namento delle procedure didattiche, le quali debbono promuovere il ruolo attivo di ogni allievo, facilitando la partecipazione di tutti, oltre a stimolare rapporti interattivi e di supporto reciproco.

1.1 Metodologie di didattica speciale per l'inclusione

L'obiettivo non deve essere solo quello di includere gli allievi nella classe, sostituendo in questo modo solo il termine integrazione con uno maggiormente accattivante, ma rendere inclusive i contesti, i metodi e gli atteggiamenti per tutti. Sono necessari accorgimenti organizzativi, procedure condivise di programmazione delle attività e un approccio metodologico che abbia l'analià di promuovere il successo formativo di tutti gli allievi. La didattica inclusiva non è rappresentata da un insieme di contenuti specifici, ma si caratterizza per un orientamento metodologico, uno stile

sono: - Lavoro di gruppo: favorisce la collaborazione tra gli studenti, permettendo loro di confrontarsi, scambiarsi idee e supportarsi reciprocamente nell'apprendimento. - Peer tutoring: prevede l'aiuto reciproco tra gli studenti, in cui uno studente più esperto aiuta un compagno meno preparato. - Cooperative learning: si basa sulla divisione dei compiti e delle responsabilità all'interno di un gruppo, in modo che ogni membro contribuisca attivamente all'apprendimento degli altri. - Discussioni guidate: promuovono il dialogo e la riflessione critica tra gli studenti, incoraggiandoli a esprimere le proprie opinioni e a confrontarle con quelle degli altri. - Utilizzo delle tecnologie: l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione può favorire l'inclusione, consentendo agli studenti di accedere a risorse e strumenti che facilitano l'apprendimento. Tutte queste strategie hanno l'obiettivo di favorire la partecipazione attiva degli studenti, la condivisione delle conoscenze e la costruzione collaborativa del sapere.sono l'insegnamento tra pari e l'apprendimento cooperativo. Nella categoria delle strategie cognitive e meta cognitive vengono inclusi tutti gli approcci didattici rivolti a insegnare come si apprende, che si basano sul potenziamento delle funzioni cognitive e sulla consapevolezza dell'allievo. Sono da considerare procedure l'autoregolazione, le strategie di memorizzazione, l'insegnamento reciproco, la didattica meta cognitiva, l'educazione delle funzioni esecutive, la classe rovesciata. Queste metodologie possono favorire lo sviluppo di un approccio strategico ai compiti e di una capacità di riflessione sugli stessi. È importante avere un'adeguata gestione della dimensione emozionale della persona, che insieme a quella più prettamente cognitiva regola, orienta e controlla il comportamento di ogni individuo. Significative sono alcune proposte come social and emotional learning, l'autoregolazione attiva e consapevole delle.emozioni. L'educazione sociale e pro sociale si caratterizza per la messa in atto di azioni didattiche in grado di promuovere negli alunni comportamenti di lettura dei bisogni degli altri e condotte di aiuto finalizzate al loro superamento, rispettando le caratteristiche e le peculiarità personali di ognuno. Il comportamento pro sociale consiste in una serie di azioni che, senza ricercare gratificazioni estinseche o materiali, favoriscono altre persone o gruppi o il raggiungimento di obiettivi sociali positivi, oppure aumentano la possibilità di dare inizio a una reciprocità positiva e solidale nelle relazioni interpersonali conseguenti, salvaguardando l'identità, la creatività e l'iniziativa delle persone o dei gruppi coinvolti. Un ruolo importante può essere rivestito anche dalle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Queste possono assolvere diverse funzioni, da quelli

abilitanti a svolgere attività di base per l'esperienza scolastica, a quelle di supporto o progettazione didattica avanzata per l'intera classe. Il ruolo dell'educatore socio-pedagogico acquisisce significato all'interno dell'attenzione particolare ai bisogni specifici dell'allievo con disabilità, che devono essere affrontati con un preciso approccio metodologico. Alla professionalità dell'insegnante specializzato per il sostegno, deve unirsi quella dell'educatore in grado di completarla qualitativamente, soprattutto nel momento in cui le esigenze degli allievi diventano molto particolari e non solo a livello di richiesta di assistenza all'autonomia personale.

2. Il nido come ambito operativo specifico per l'educatore

I servizi educativi per l'infanzia vanno considerati alla stregua di contesti formativi privilegiati per la formazione precoce dei bambini e non solo come luoghi di assistenza e di custodia.

temporanea.A tale ne, devono garantire per tutti un ambiente adeguato e ricco di stimoli, con la presenza dipersonale quali cato che persegue obiettivi signi cativi e condivisi con le famiglie, in unaprospettiva che deve essere orientata sulla dimensione inclusiva.

2.1 Quale educatore per il nido: uno sguardo alla normativa

La normativa manifesta l'esigenza di personale con formazione universitaria, in modo da garantireil massimo della qualità educativa e non solo un supporto materiale alle famiglie. A decorreredall'anno scolastico 2019-20, l'accesso ai posti di educatore di servizi educativi per l'infanzia èconsentito esclusivamente a coloro che sono in possesso della laurea triennale in scienzedell'educazione nella classe L19 a indirizzo speci co per educatori dei servizi educativi perl'infanzia o della laurea quinquennale a ciclo unico in scienze della formazione primaria, integratada un corso di specializzazione per complessivi 60

crediti formativi universitari. Continuano ad avere validità per l'accesso ai posti di educatore i titoli conseguiti nell'ambito delle specifiche normative regionali ove non corrispondenti a quelli di cui al periodo precedente, conseguiti entro la data di entrata in vigore del presente decreto. 2.2 L'educatore nei servizi per la prima infanzia: linee generali di lavoro La frequenza dei servizi per la prima infanzia da parte dei bambini con disabilità deve essere attentamente progettata e curata fin dal primo momento, quello che prepara l'inserimento, quando è necessario dedicare un tempo adeguato all'ascolto dei genitori, dei loro bisogni e delle loro richieste. È in questa fase iniziale che si deve creare quella fiducia necessaria per far maturare la consapevolezza della famiglia che anche altri possano occuparsi adeguatamente del proprio figlio. Anche i tempi devono essere attentamente studiati e concordati. I servizi per l'infanzia si

orientano su un’operatività riferita sia all’organizzazione e allastrutturazione degli spazi e dei tempi, sia la promozione di speci che attività ludiche e distimolazione cognitiva. La strutturazione di ambienti raccolti e riconoscibili, che mantengono laloro funzione nel tempo, è fondamentale per dare sicurezza e favorire momenti di intimità trabambini o tra bambini e adulti. La stessa attenzione deve essere posta anche sull’organizzazionedei tempi per dare sicurezza ai bambini sulla scansione temporale delle attività che vengonosvolte. Le giornate possono diventare un po’ più prevedibili così alternanza pista dei momenti conattività organizzate e sviluppate dagli educatori e altre delle quali bambini sono liberi di gestirecon relativo autonomia gli oggetti mori di loro gioco o comunque della loro esperienza, intervallatedalla routine. Le attività educative vanno programmate in funzione delle

Esigenze specifiche dei bambini e della predisposizione delle condizioni più idonee per favorire lo sviluppo. L'obiettivo principale del nido deve rimanere la creazione intorno al bambino con disabilità di una rete di relazioni significative con i diversi attori presenti, compagni e adulti. Questo può consentire anche di apprendere le principali regole di comportamento adatte ai vari contesti nei quali si interagisce e alle attività che vengono svolte, oltre a sollecitare forme di comunicazione funzionale e l'assunzione di un ruolo attivo e di esplorazione.

L'educatore a scuola: essere assistenti all'autonomia e alla comunicazione non è cosa di poco conto. Il compito privilegiato che può essere svolto quando si interagisce con un allievi DI o ASD è quello dell'assistente all'autonomia e alla comunicazione. Si distinguono tre funzioni di supporto ai processi inclusivi: quella didattica, riservata agli insegnanti.

specializzati per le attività di sostegno; quella educativa, svolta dagli assistenti all'autonomia e alla comunicazione e quella materiale e igienica, a data ai collaboratori scolastici. L'educatore è un professionista formato su base pedagogica, chiamato a intervenire in collaborazione con altre figure per potenziare le capacità dello studente in ambiti quali l'autonomia e la gestione degli aspetti cognitivi e relazionali. È necessario l'inserimento effettivo di questa figura nei ruoli della scuola, così da operare una razionalizzazione nell'impiego delle risorse e nell'integrazione dei compiti, riconducendo tutti gli operatori presenti all'interno della scuola sotto la piena potestà organizzativa diretta da un unico soggetto istituzionale e funzionale. Queste modi che potrebbero conferire il giusto risalto al ruolo dell'educatore socio-pedagogico nellaprogettazione e promozione di processi inclusivi nelle nostre scuole. Il ruolo dell'assistente all'autonomia e alla comunicazione è specifico per i bisogni degli allievi con disabilità.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
30 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BeneDiSalvo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia delle diversità e delle differenze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Sannipoli Moira.