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I FONEMI IN TEDESCO
Fonetica e fonologia
fonetica
La è la disciplina che si occupa dei processi di articolazione e
percezione dei suoni linguistici. La fonetica acustica analizza le proprietà fisiche
dei suoni attraverso gli spettrogrammi:
Frequenza: numero di vibrazione delle onde sonore in un determinato
lasso di tempo misurato in hertz. La frequenza determina la tonalità del
suono: con l’aumento di essa aumenta l’altezza del suono stesso.
Intensità: ampiezza dell’onda sonora e viene misurata in decibel. È
proporzionale al volume percepito del suono.
Durata: si misura in centesimi di secondo e serve a quantificare la
differenza tra vocali lunghe e brevi.
fonologia
La si occupa dei rapporti tra suoni all’interno di un sistema
linguistico: ne studia la funzione e l’organizzazione.
fonemi
I sono i suoni che all’interno di un sistema linguistico hanno una
funzione distintiva. Essi segnalano differenze semantiche tra parole. Possono
coppie minime
esserci parole, ovvero , che differiscono per un solo suono.
Per individuare un fonema in una lingua è necessario che in una parola venga
sostituito il suono della stessa: se si ha una nuova parola quel suono sarà un
fonema, altrimenti no (i fonemi vengono segnati tra /…/)
Gli allofoni
Sono varianti dello stesso fonema, che non hanno, però, carattere distintivo; ci
sono vari tipi:
Allofoni liberi: sono sostituibili in ogni posizione.
Allofoni regionali: hanno una precisa posizione.
Allofoni condizionati: dipendono dalla posizione del fonema nella parola. I
fonemi possono essere influenzati dai suoni vicini ed avere realizzazioni
diverse.
Allofoni complementari: un caso particolare di allofoni condizionati. In un
morfema o in una sillaba le varianti presentano una variazione esclusiva.
I tratti fonologici
I fonemi sono unità minime del sistema fonologico che a loro volta possono
tratti (fonologici).
essere scomposte poiché formate dai cosiddetti Questi
tratti permettono di distinguere un fonema dall’altro e per essere individuati
bisogna cercare coppie minime di fonemi. Ci si deve chiedere cosa differenzi
due fonemi dello stesso gruppo di suoni; i tratti sono per definizione binari, cioè
ammettono soltanto due valori [+e – (alti/bassi)]. Per individuare, però, i vari
tratti che caratterizzano un fonema è necessario partire da coppie minime e poi
/).
allargare il numero dei fonemi da prendere in esame (/i/, /e/, / ε
Si aggiunge di volta in volta uno dei tratti fonologici (+e- alto/+e- basso).
Per quando riguarda le vocali tedesche è necessario tener conto anche di
un ulteriore tratto :+ e – arrotondato.
Per le vocali centrali e posteriori è da includere + e – posteriore.
Per la lunghezza vocalica è necessario aggiungere + e – teso, per una
differente energia articolatoria (le lunghe sono tese, le brevi no).
Per quando riguarda, in tedesco, l’insieme consonantico, oltre al tratto generale
+ e – consonantico, ci sono altri tratti:
+ e- nasale
+ e – sonoro
+ e – continuo
+ e – sonorante
+ e – coronale
+ e – laterale
Si vede come i luoghi di articolazione siano stati trasformati in combinazione di
tratti binari.
Le consonanti con il tratto + posteriore sono anche – coronale, questo
fenomeno è detto “ridondante”. Nella tabella non compaiono le affricate e le
due glottidali che vengono considerate diversamente.
I PROCESSI FONOLOGICI
In un’ottica dinamica permettono la formazione di sequenze di fonemi
all’interno del linguaggio. I più importanti processi fonologici sono:
Elisione
: caduta di un segmento (fonema). Questo processo riguarda la
lingua colloquiale, soprattutto nella parlata veloce. Un esempio di elisione
è la caduta dello SCHWA prima di una sonorante ( leben [le:bən]
[le:bn]); molte volte la caduta dello schwa porta ad altri fenomeni come
ad esempio un’assimilazione. Altri esempi sono la caduta di /t/ finale e
dell’occlusiva p in /pf/.
Epentesi : è l’inserimento di un nuovo segmento (fonema). Un esempio,
dentale:
nel colloquiale, è l’aggiunta di un’occlusiva sorda tra nasale e
kommt [kɔmt] [kɔmpt].
Assimilazione : mutamento nei tratti di un determinato segmento (un
fonema muta a causa di un altro vicino). Si può avere un’assimilazione
totale (sostuzione di un segmento con un altro ) o parziale (adeguamento
di una parte delle caratteristiche del fonema). Si ha poi un’assimilazione
progressiva, quando cambia il suono successivo al fonema che determina
il processo e regressivo quando muta quello precedente.
Es. Assimilazione nasale /n/ progressiva: heben [ he:bm].
Assimilazione nasale /n/ regressiva: Bank [baŋk]
N.B. Quando la nasale si trova tra due consonanti ci si può confondere
per capire se l’assimilazione sia progressiva o regressiva.
Ci sono poi forme di assimilazione che riguardano la sonorità: un’ostruente
sonora diventa sorda davanti a ostruente sorda. Es. bleibst [blaipst] (/b/ si
desonorizza a contatto con /s/).
Dissimilazione : differenziazione di un fonema rispetto a uno vicino.
Metatesi : inversione di due fonemi contigui.
I processi fonologici possono essere diacronici ( da una fase storica ad un’altra)
o sincronici (stesso momento storico). Nel tedesco odierno i processi più
frequenti sono l’elisione, epentesi e assimilazione.
STRUTTURA DELLA SILLABA
sillaba
La è una sequenza di suoni che costituiscono un’unità di pronuncia. La
sillabazione scritta segue regole imposte dai grammatici. La sillaba ha un
nucleo (vocalico o sonorante) caratterizzato da un massimo di sonorità. Una
sillaba può essere costituita solo dal nucleo(V), ma molte volte anche da altri
elementi consonantici o semivocalici (C). I segmenti prima del nucleo sono
incipit coda rima
detti , quelli dopo (nucleo + coda= ).
aperte
Le sillabe che finiscono in vocale sono dette .
chiuse
Le sillabe che finiscono in consonante sono dette .
Es. CVC: TOT
T=incipit O=nucleo T=coda
Le consonanti, nella sillaba, seguono una gerarchia basata sul criterio della
sonorità (scala di sonorità che considera classi di suoni).
ACCENTO
È l’aumento dell’intensità, della durata e della frequenza acustica con cui viene
pronunciata una vocale rispetto ad un’altra. Alcune vocali, per natura deboli (in
senso articolatorio) non compaiono mai in sillaba accentata (schwa e a
capovolta). L’accento è una caratteristica relazionale e coinvolge, oltre alla
vocale, anche le consonanti vicine che vengono articolare con maggiore
intensità. La prominenza di una sillaba può essere analizzata in relazione alla
frase e alla parola. In una parola, mediante gli alberi prosodici, possono essere
comparate le sillabe: la più forte viene segnata come S (stronger than), la più
debole con W (weaker than).
Se in un composto ci sono due sillabe S, la più forte sarà la prima.
A livello fonologico, tra la sillaba(σ) e la parola (ω), è presente il piede (Σ), cioè
una sequenza di sillaba accentata e sillabe non accentate.
All’interno di una frase l’accento serve ad evidenziare una parola o un gruppo
di parole contenenti la sillaba in questione.
IL RAPPORTO TRA SUONO E GRAFEMA
Nella lingua “ideale” a ogni suono corrisponde un grafema e viceversa e questo
rapporto è detto biunivoco, ma in tedesco ci sono suoni a cui corrisponde un
solo grafema e grafemi a cui corrisponde un unico suono.
Es. in cui ad un grafema corrispondono più suoni: <g>
[g] geben [k] tag [ʒ] Garage [ʤ] Giro
La <g> può segnare un’occlusiva velare sorda o sonora, una fricativa
alveopalatale sonora o affricata sonora.
Es. in cui a un suono corrispondono più grafemi: [ʃ]
sch s ch sh sk sci
Schule Sprung Charme Shirt Ski
Pastasciutta
Es. in cui a un suono corrispondono più grafemi: [k]
k Kind ck Backen g Weg c Cafè ch Chor/Fuchs x Taxi (sequenza di suoni [ks])
Per segnare la lunghezza vocalica ci sono 4 procedimenti:
Per quando riguarda le v. lunghe:
V. semplice: edel [e:]
V. + h: ihm [i:]; früh [y:]
V. doppia: Saal [a:] ( il raddoppiamento vale solo per 3 vocali: /e/, /a/, /o/)
V. + e: Viel [i:] ( per le altre vocali è sporadica e serve a sostituire ä, ö, ü.
Infatti ae può segnare [ε], ue [y:] e oe [ø])
V. + i: solo per alcuni nomi di luogo ( Troisdorf [o:])
Per quanto riguarda le v. brevi, molte volte esse sono indicate graficamente da
una v. semplice e risulta difficile comprenderne la quantità. Spesso però la
breve viene seguita da due consonanti (c. doppie o insieme consonantico).
Per quanto riguarda i dittonghi, solo <au> ha una grafia unica. Il dittongo [ai] ha due grafie: <ai> e
Il dittongo [ɔi] presenta due
<ei> (a volte le due grafie servono a distinguere due omofoni).
grafie: <eu> e <äu>. vi è infine una terza grafia, molto rara, che è <oi>.
I principi ortografici
Le incongruenze nella grafia tedesca sono causate da conflitti tra principi
ortografici diversi, per mezzo dei quali si sono venuti a creare un compresso
che ha sviluppato un’ortografia storica. Questi principi sono:
Il principio fonetico: bisogna rispettare la pronuncia della parola.
Il principio fonologico: bisogna rispettare l’unitarietà di un fonema anche
quando presenta allofoni diversi.
Il principio morfologico: bisogna rispettare l’identità di una parola, anche
se ci sono diverse varianti di pronuncia. (in medio-alto tedesco il principio
fonetico è più forte di quello morfologico).
Il principio storico-etimologico: è fondamentale la storia di una parola (un
caso interessante sono gli omofoni non omografi, dove la diversa grafia è
dovuta all’etimologia della parola).
Il principio grammaticale: evidenzia la struttura sintattico-grammaticale
di una parola.
Il principio estetico: bisogna evitare grafie “brutte” (ad es. il
raddoppiamento consonantico non si applica se la consonante è indicata
da un gruppo di lettere).
L’ortografia tedesca e la riforma (1996-2006)
Il tedesco è una lingua che si scrive da 1200 anni. La divisione in tanti stati
autonomi ha, però, impedito la creazione di un’ortografia unica. Con
l’unificazione tedesca nel 1871 e con una conferenza per reg