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Morfemi grammaticali: -ung -er,
hanno un significato più astratto (come o che ha il significato
Maler Lehrer
astratto generale di indicare la persona che compie un’azione —> ‘pittore’,
‘insegnante’);
Morfemi liberi: sono quei morfemi che possono solo occorrere come parte di una parola
autonoma;
Morfemi legati: compaiono solamente in combinazione con un altro morfema che sia libero
La distinzione tra morfemi lessicali e grammaticale di solito coincide con quella tra i morfemi liberi
e legati. Solo in rari casi un morfema lessicale è un morfema legato. Ad esempio l’elemento
‘Schwieger-’, ha significato lessicale di ‘parente acquisito tramite matrimonio’ in parole come
Schwiegersohn Schwiegertochter,
‘genero’, e non compare mai come parola autonoma.
Infine uno stesso morfema può avere diverse realizzazioni fonetiche, che sono chiamate
allomorfi.
Radice, base e affissi
radice
La costituisce la parte principale della parola: è l’elemento ultimo e irriducibile che risulta
portatore del significato fondamentale della parola. Essa è costituita di norma da un morfema
Sozial-ismus sozial
libero (esempio: —> ‘socialismo’ ; ‘sociale’) (esistono parole complesse che
Sommerkleid);
possono avere più di una radice:
base
La è la forma di partenza per processi di formazione delle parole, ma può essere anche più
Unsauberkeit
ampia della semplice radice. Esempio: ‘sporcizia’ —> la radice è sauber, la base è
sauber unsauber
unsauber. A partire dalla base (aggettivale) ‘pulito’ è stato formato l’aggettivo
unsauber Unsauberkeit.
‘sporco’, a partire dalla base è stato formato il sostantivo
affissi
Gli sono morfemi grammaticali che devono alla costruzione delle parole. Considerando la
loro posizione rispetto alla base, in tedesco si possono distinguere:
prefissi,
- che precedono la base (un-sicher, dis-harmonisch);
suffissi,
- che seguono la base (Finster-nis ‘oscurità’, Mutter-schaft ‘maternità’)
circonfissi,
- che si collocano contemporaneamente prima e dopo la base (participi passati)
(Alcuni studiosi però negano che i circoncisi esistano come categoria in tedesco e preferiscono
analizzarli come una combinazione di prefisso + suffisso).
Gli affissi, in quanto morfemi grammaticali, hanno un significato più astratto che non le radici. Ad
un- in- anti- vor-
esempio i prefissi e hanno un significato di negazione, di opposizione, di
anteriorità temporale ecc… Uno stesso suffisso può anche assumere più significati grammaticali
-er
diversi: ad esempio può indicare sia colui che compie un’azione sia uno strumento (Lüfter).
Flessione e formazione delle parole
flessione,
La che per i sostantivi, aggettivi e pronomi è detta “declinazione” e per i verbi
“coniugazione”, è in procedimento generalizzato e regolare. Generalizzato perché viene sempre
attuato nella grammatica di una lingua, e regolare perché, conoscendo la base di una parole, si
possono automaticamente costruire tutte le forme del suo paradigma.
formazione delle parole,
La invece, ha carattere facoltativo. Data una base non ci è possibile
zahlen
sapere a priori se esiste una forma costituita mediante un determinato affisso (esempio:
Zahlung laufen
‘pagare’ - ‘pagamento’ / ‘correre’ - *Laufung ‘corsa’ (Lauf!))
Aspetti della flessione in tedesco
Flessione nominale
1)
Per la flessione nominale (declinazione) in tedesco vi sono queste categorie grammaticali:
genere:
- maschile, femminile e neutro;
genere
Il di un sostantivo non è mai casuale, ma è ben definito da precisi fattori morfologici,
fonetico-fonologici e semantici.
Morfologia:
• dalla struttura morfologica del sostantivo si può risalire con quasi assoluta certezza
al genere (maschile: -ant, -ismus, -ist; femminile: -in, -keit, -ung; neutro: -chen, -lein, -ing, -ment)
Fonologia:
• anche la struttura fonologica della parola ci fornisce pressione indicazioni sul genere
del sostantivo (maschile: monosillabi che iniziano con “[ʃ]+cons.”; femminile: monosillabi che
Luft), -ur -e;
finiscono in fricativa [f], [ç], [x] più occlusiva dentale sorda -t (Kraft, e neutri:
-ett Fett))
monosillabi che finiscono in (Bett,
Semantica:
• quando il sostantivo si riferisce a un essere umano o a un animale, risulta
determinante il genere naturale del referente
numero:
- singolare, plurale;
In tedesco esistono i seguenti morfemi al plurale: -(e)n, -e, -s, -er
- caso: nominativo, accusativo, dativo, genitivo.
Tradizionalmente si distinguono 3 tipi di declinazioni: “forte” (senza desinenze -en o -n);
“debole” (con le desinenze -en o -n) e “mista” (singolare forte e plurale debole).
declinazione forte
La prevede, per i neutri e maschili, un genitivo singolare in -(e)s e un dativo
• con la desinenza -e facoltativa; nominativo e accusativo coincidono formalmente e sono senza
desinenza. I femminili sono privi di desinenza anche per il genitivo e dativo, per cui si verifica
una coincidenza tra tutti e quattro i casi del singolare. Al plurale i sostantivi della declinazione
forte hanno come desinenze -e, -(e)r, -s oppure sono senza suffisso.
declinazione debole
La prevede, per i maschili, forme in -(e)n estese a tutto il singolare e il
• plurale; per i femminili, forme in -(e)n limitate al plurale.
Flessione verbale
2)
Per la flessione verbale (coniugazione) in tedesco vi sono queste categorie grammaticali:
persona:
- prima, seconda e terza;
numero:
- singolare, plurale;
tempo:
- presente, preterito, perfetto, piuccheperfetto, futuro, futuro anteriore;
modo:
- indicativo, congiuntivo, imperativo;
diatesi:
- attivo e passivo.
Inoltre si distingue tra coniugazione “forte” (irregolare) e “debole” (regolare). I verbi che seguono
la coniugazione debole formano il preterito e il participio passato con un suffisso -t-
lieb-t-e, gelieb-t).
(lieben, I verbi forti presentano al preterito e al participio passato una
sang, gesungen)
modificazione della vocale radicale (singen, e formano il participio con un
suffisso in nasale (-en).
Metafonia, apofonia e “morfema zero”
I paradigmi della flessione nominale e verbale ci mostrano che la flessione può essere marcata,
oltre che dagli affissi, anche da modificazioni interne della radice. I procedimenti principali sono 2:
1) L’Umlaut, che caratterizza principalmente molte forme di plurale dei sostantivi, ed è un’armonia
vocalica;
2) L’Ablaut, che è la variazione sistematica di vocali all’interno di uno stesso paradigma. Un
esempio è dato dai paradigmi dei cosiddetti verbi “forti”.
zero”
Il “morfema è un’unità astratta che viene postulata quando si nota, all’intero paradigma
flessivo di una parola, “qualcosa che manca”: ciò accade quando una categoria grammaticale,
che di solito viene espressa mediante un morfema, in un determinato caso non ha una
lieben).
realizzazione fonetica (esempio: presente e preterito del verbo
Formazione delle parole: composizione composizione, derivazione
I principali metodi di formazione delle parole in tedesco sono 3: e
conversione. composto derivato
Il è una parola costituita da altre parole (almeno due); un è
conversione
invece costituito da una parola e un affisso. La non ha affissi, ma è il risultato di una
ricategorizzazione della base.
Composti occasionali e usuali
Grazie alla creatività dei parlanti ogni giorno nascono molti nuovi composti in tedesco. Ad
esempio, ci si può riferire a un pompiere particolarmente coraggioso con il composto Feuerheld
(Feuer ‘fuoco’, Held ‘eroe’). Tutti composti hanno iniziato la loro vita come composti occasionali.
Alcuni, però, diventano usuali, cioè entrano stabilmente nell’uso e non vengono più percepiti
come una giustapposizione di parole autonome. Un esempio è la parola Feuerschutz, composta
da Feuer e Schutz ‘protezione’.
Composti determinativi e copulativi
determinativi
Nei composti sussiste una gerarchia tra i due elementi costitutivi: la testa (detta
anche “determinato”) è l’elemento principale, il modificatore (detto anche “determinante”) è
testa modificatore
l’elemento secondario. La esprime il significato fondamentale, il contiene
informazioni supplementari che specificano il significato espresso dalla testa. La testa, inoltre, è
portatrice delle categorie grammaticali dell’intero composto.
In italiano l’ordine degli elementi del composto è “testa+modificatore”, in tedesco invece è
“modificatore+testa”. Anche in tedesco la testa è l’elemento grammaticalmente portante per il
genere e per il numero.
copulativi,
Nei composti invece, non sussiste - a livello semantico - un rapporto gerarchico tra i
due elementi (Uhrenradio). In questi casi l’ordine dei costituenti non è fisso.
Composti endocentrici ed esocentrici
endocentrici
Nei composti il nucleo semantico coincide con uno dei due elementi del composto.
esocentrici,
I composti hanno un punto di riferimento esterno che non coincide con quello dei
Rothaut
due componenti. In tedesco: ‘pellerossa’. I composti esocentrici sono detti anche
“composti possessivi”, si tratta infatti di costruzioni in cui, il più delle volte, una parte caratteristica
del corpo umano sta per la persona nella sua interezza. In tedesco, il secondo componente del
composto è sempre un sostantivo, il primo un aggettivo.
Tipologia categoriale dei composti
I composti possono essere suddivisi secondo la rispettiva classe di parole.
composti nominali Großvater,
I hanno come testa un sostantivo/nome (N) (Abendbrot,
composti verbali
Denkmodell, Vorstadt, Nichtraucher); umfahren,
i un verbo (V) (zurückgehen,
composti aggettivali
falschspielen, danksagen), schwerkrank,
i un aggettivo (A) (hilfsbereit,
composti avverbiali
treffsicher, vorschnell), weiterhin,
e infine i un avverbio (Avv.) (überallhin,
übermorgen).
Composti determinativi NN: il rapporto semantico tra testa e modificatore
Il tipo di composto più frequente in assoluto è rappresentato dai composti determinativi N+N. È
da rilevare che il significato di un composto va oltre la mera somma del significato dei due singoli
el