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ORDINE DELLE PAROLE A LIVELLO DI SINTAGMA
Esiste un ordine lineare tra testa (T) e complemento (C) all’interno dei vari sintagmi esistenti in
tedesco.
1. Nel sintagma nominale l’ordine è quasi sempre TC.
2. Nel sintagma aggettivale, se l’aggettivo ha funzione attributiva si ha l’ordine CT, il
complemento può essere SAvv o SP; se l’aggettivo ha funzione predicativa sono possibili
entrambi gli ordini (CT e TC).
3. Nel sintagma avverbiale l’ordine è sempre CT.
4. Nel sintagma preposizionale l’ordine più diffuso è TC; alcune preposizioni permettono, in
alternativa, CT, e altre ancora consentono solo CT.
5. Il sintagma verbale comprende verbo principale ed eventualmente anche ausiliare e
negazione. Nella frase principale l’ordine è TC, nella secondaria introdotta da congiunzione,
invece, è CT (l’ausiliare si considera come testa).
ORDINE DELLE PAROLE A LIVELLO DI FRASE
Il sintagma verbale, in senso lato, comprende anche i sintagmi che esprimono l’oggetto diretto e
indiretto e costituisce quindi l’ossatura della frase. Nella frase principale, essi si trovano alla destra
del verbo finito (ordine TC), mentre nella frase secondaria introdotta da congiunzione i
complementi si trovano alla sinistra del verbo finito (ordine CT). Per questo si può affermare che
l’ordine lineare del sintagma verbale in senso lato è identico a quello che caratterizza il sintagma
verbale in senso stretto.
L’analisi in campi sintattici parte dal presupposto che il sintagma verbale è spesso un costituente
discontinuo. Le due parti del SV formano la Satzklammer (parentesi frasale): il verbo finito
costituisce la linke Satzklammer, il verbo non finito la rechte Satzklammer. Ciò che precede il
verbo finito è detto Vorfeld (campo preposto), quello che si trova tra le due Satzklammern è detto
Mittelfeld (campo interposto) e quello che si trova dopo il verbo non-finito è detto Nachfeld
(campo posposto). Si distinguono in tedesco tre tipi di frase a seconda della posizione del verbo
finito:
1. in prima posizione: tipico di frasi interrogative totali (ma anche imperative, ottative,
secondarie condizionali preposte senza congiunzione);
2. in seconda posizione: tipico di frasi principali dichiarative (ma anche interrogative
introdotte da un pronome e secondarie senza congiunzione);
3. in ultima posizione: tipico di frasi secondarie introdotte da congiunzione (ma anche quelle
introdotte da un pronome relativo).
Oltre al verbo, risulta obbligatorio anche il soggetto e, quando il verbo è in ultima posizione, anche
la congiunzione all’inizio.
Regole posizionali per il Vorfeld, Mittelfeld e Nachfeld:
1. nel Vorfeld non può essere collocato più di un unico costituente, il quale però può essere di
varia complessità.
es. Gestern nach dem Abendessen ging er ins Kino ma non Er gestern ging ins Kino.
Il primo costituente può anche consistere in una frase secondaria, quindi, considerando una
frase nella sua interezza, è sempre corretto dire che il verbo si trova al secondo posto.
Infine, le congiunzioni coordinanti (come und, oder, aber, sondern, denn) sono preposte al
Vorfeld, infatti si parla di “VorVorfeld” o “Außenfeld”. I cosiddetti avverbi congiunzionali
sono però collocati nel Vorfeld stesso.
es. Aber | er | ging ins Kino ma Deswegen | ging er ins Kino.
2. Il Mittelfeld può consistere in un numero imprecisato di costituenti. Nel caso di pronomi,
la sequenza degli elementi è ben regolata: prima viene il nominativo (soggetto), poi
l’accusativo (complemento oggetto), poi il dativo (complemento indiretto). Quando non si
hanno pronomi, l’ordine è abbastanza libero, anche se con alcune tendenze:
a. l’elemento dato/conosciuto precede l’elemento nuovo/sconosciuto; a ciò si ricollega la
tendenza che entità conosciute vengono spesso codificate da SN definiti, entità
sconosciute da SN indefiniti;
es. in risposta alla domanda Was hat der Mann der Frau geschenkt? si risponderà Der
Mann hat der Frau das Buch geschenkt.
b. un SN definito precede un SN indefinito; a ciò si ricollega la tendenza che entità
conosciute vengono spesso codificate da pronomi, entità sconosciute no;
es. Der Mann hat der Frau ein Buch geschenkt oppure Der Mann hat das Buch einer Frau
geschenkt.
c. un SN pronominale di regola precede un SN non-pronominale;
es. Der Mann hat ihr das Buch geschenkt.
d. il soggetto tende a precedere l’oggetto e l’oggetto indiretto tende a precedere quello
diretto;
es. … weil ein Mann einer Frau ein Buch geschenkt hat.
e. un SN con referente animato precede un SN con referente inanimato;
f. soggetto e oggetto tendono a precedere indicazioni circostanziali di vario tipo;
g. i costituenti di minor peso semantico e sintattico tendono a precedere quelli di maggior
peso.
3. Il Nachfeld risulta di regola occupato solo in alcune costruzioni con frasi secondarie finite
e infinite, nonché in frasi indicanti un paragone. In tutti gli altri casi, lo spostamento di un
costituente dal Mittelfeld al Nachfeld è mera questione stilistica (ad esempio quando un
costituente è particolarmente lungo, quando lo si vuole sottolineare o quando, al contrario,
è considerato di poca importanza). Soggetto e oggetto, comunque, di norma non compaiono
mai nel Nachfeld.
FUNZIONI SEMANTICHE E SINTATTICHE NELLA FRASE SEMPLICE
Funzioni semantiche (dette anche “ruoli semantici” o “ruoli tematici”):
1. agente: è l’entità che compie (volontariamente) l’azione causando un mutamento nello
stato delle cose;
2. paziente: è l’entità che subisce l’azione;
3. beneficiario: è l’entità che riceve qualcosa;
4. strumento: è l’entità usata per compiere una determinata azione o raggiungere un
determinato stato;
5. possessore: è l’entità a cui viene attribuita una determinata caratteristica oppure chi ha la
proprietà o controllo di qualcosa;
6. esperiente: è l’entità che ha una percezione sensoriale, che prova un sentimento o prende
coscienza di qualcosa;
7. origine: è il punto d’inizio di un movimento concreto o astratto;
8. meta: è il punto d’arrivo di un movimento concreto o astratto.
Funzioni sintattiche (= concetti relazionali che indicano la funzione di un costituente in rapporto
agli altri costituenti della frase; non c’è alcun rapporto diretto tra la struttura sintattica di un
costituente e la sua funzione sintattica):
1. soggetto: (in tedesco, un costituente indipendente dal verbo = non fa parte del sintagma
verbale) mostra congruenza con il verbo finito per numero e persona, compare al
nominativo, svolge normalmente il ruolo semantico dell’agente; non tutti i nominativi sono
effettivamente il soggetto della frase; in alcuni casi, il soggetto non è dato da un sintagma
nominale ma da una frase secondaria;
2. oggetto diretto: compare all’accusativo e svolge di solito il ruolo semantico del paziente;
se la frase viene passivizzata, l’oggetto diretto diventa soggetto della frase passiva;
3. oggetto indiretto: compare di solito al dativo (in rari casi al genitivo) e si associa spesso
al ruolo semantico del beneficiario; se la frase viene passivizzata, esso rimane invariato
nella sua funzione; dall’oggetto indiretto al dativo va tenuto separato il cosiddetto dativo
libero, che è un costituente facoltativo, mai sottinteso. Esistono il dativus commodi –
indica l’entità che risulta avvantaggiata dall’azione; il d. incommodi – indica chi ne risulta
svantaggiato; il d. possessivus – indica l’entità che è posseduta da un’altra o ne fa parte e
può essere sostituito dal pronome possessivo; il d. iudicantis – esprime un’opinione e un
punto di vista personale; il d. ethicus – indica una persona coinvolta dall’azione; solo questi
ultimi due tipi possono co-occorrere con un oggetto indiretto al dativo;
4. oggetto preposizionale: consiste in una preposizione, fissata idiomaticamente in
dipendenza del verbo, e in un sintagma nominale (es. denken an, basieren auf, fragen
nach, fliegen vor); la preposizione facente parte di un oggetto preposizionale ha una
semantica ridotta (si è perso l’originale significato spaziale) e non può essere sostituita da
un’altra preposizione (eccetto quando la preposizione mantiene in suo significato e risulta
indipendente dal verbo);
5. predicato: considerato, con il soggetto, costituente indispensabile della frase e indica di
solito un’azione, avvenimento o processo riferiti al soggetto; sintatticamente è costituito da
tutte le forme verbali finite e non finite di una determinata frase; può essere semplice o
complesso;
6. predicativo: complemento che indica proprietà riferite al soggetto e all’oggetto della frase;
nel primo caso si hanno i verbi cosiddetti copulativi che collegano il soggetto a un aggettivo
o un nome, nel secondo caso i verbi estimativi esprimenti un giudizio e verbi appellativi
indicanti un processo di denominazione; esiste anche il predicativo libero, indipendente dal
verbo, che specifica uno stato temporaneo del soggetto o dell’oggetto;
7. complemento avverbiale: contiene indicazioni di tempo, luogo, modalità, causa, fine,
ecc.; il più delle volte è facoltativo;
8. attributo: è un sub-costituente facoltativo che determina un SN; può essere realizzato
sintatticamente mediante strutture diverse; come attributo può fungere anche un SN
appositivo, che di solito riprende il caso del SN a cui si riferisce.
FRASE PRINCIPALE E FRASE SECONDARIA
La frase principale viene spesso definita come autonoma, cioè che può stare da sola. In periodi
complessi, però, possono comparire frasi principali che non hanno totale autonomia, perciò la
definizione corretta di frase principale è: frase autonoma o frase che, nel periodo complesso, non
dipende da nessun’altra frase. Per frase secondaria, invece, si intende una frase che dipende da
un’altra frase nel periodo e che, pertanto, di regola non può stare da sola. In alcuni casi non è facile
stabilire davanti a che tipo di frase ci si trova. Nei periodi complessi, è più opportuno parlare di
frase sovraordinata e frase subordinata, poiché così si rende conto del fatto che da una
secondaria possono dipendere altre secondarie. In racconti spontanei, le informazioni più
importanti sono quasi sempre convogliate in frasi principali, informazioni supplementari invece
espresse da frasi secondarie.
Collegamento tra frasi:
la coordinazione è il collegamento tra due