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Opere filosofiche - Cicerone non abbraccia un’unica filosofia, ma mostra una sorta di eclettismo filosofico
- De finibus bonorum et malorum - critica all’epicureismo (disinteresse dalla politica)
- Tusculanae disputationes - avvicinamento allo stoicismo moderato di Panezio
- De natura deorum - centrale è il tema del decorum, ovvero della ricerca dell’approvazione degli altri
- De officiis - prime origini del galateo (comportamenti da tenere nella vita quotidiana)
Epistulae - ci permette di ricostruire la storia di Roma nel periodo della tarda Repubblica
- si tratta di un epistolario reale (a differenza di quelli di Orazio e di Seneca)
Caratteristico di Cicerone è un periodare complesso ma al tempo stesso armonioso, che godrà
di larghissimo successo in tutta la latinità e che sarà il modello di riferimento per ogni opera
retorica.
Vi è una continua ricerca lessicale e una grande quantità di neologismi.
Nell’ultimo secolo della repubblica gli studi filologico-antiquari conoscono un primo periodo di grande fioritura.
La decadenza dei valori induce un desiderio di ricerca e di confronto con il passato, soprattutto in chiave nostalgica.
Importante funzione, come luogo d’incontro, è svolta dal circolo di Attico.
Opere antiquarie e linguistiche - la storia è soprattutto storia di costumi, è storia collettiva del popolo romano
- Antiquitates (Res humanae e Res divinae) - attaccamento molto forte agli antichi valori
- Imagines - volontà di trovare una soluzione alla decadenza
- De lingua latina
Varrone Opere letterarie - varietà di temi e stile
(116-27 a.C.) - Saturae menippae (prosimetro) - si tratta di un prosimetro, ovvero di un’opera che risulta essere un misto di prosa e poesia
- l’intera opera è permeata da un senso di nostalgia
- Rerum rusticarum libri (3 libri) - il proposito è quello di dare una soddisfacente immagine di sé al signorotto di campagna
- De viris illustribus - raccolta di biografie costruita con l’intento di confrontare la civiltà greca e quella romana
Cornelio Nepote - personaggi raggruppati secondo categorie professionali
(100-27 a.C.) - commentarii - si avvicina di più all’autobiografia che al vero commentarius
- drammatizzazione di certe scene
- elaborazione artistica
- De bello Gallico (7 libri) - registra, oltre alle vittorie, anche le sconfitte (pur attenuando o giustificando)
- si è potuta trovare una sorta di evoluzione stilistica
Cesare - De bello civili (3 libri) - attraverso la satira, muove critiche alla vecchia classe dirigente
(100-44 a.C.) - l’opera si rivela essere una sorta di propaganda politica
- Cesare giustifica i suoi comportamenti e si difende davanti al popolo (clementia)
Storiografia - elogio ai suoi soldati (presente anche nel De bello Gallico)
Le opere storiografiche di Cesare, per quanto non nascondano le sue sconfitte, presentano
delle omissioni più o meno importati, al fine di giustificare i propri insuccessi; al contrario,
sono messe in rilievo le esigenze che lo hanno spinto ad intraprendere la guerra.
- Bellum Catilinae (monografia) - la crisi dello stato romano è dovuta alla disparità tra ricchi e poveri
- Bellum Iugurthinum (monografia) - il bersaglio principale è la nobiltà
Sallustio
(86-34 a.C.) - Historiae - riprende le Historiae di Sisenna, ma l’opera rimarrà incompiuta
- dominano qui le tinte cupe, e la corruzione dei costumi è dilagante
L’ETÀ DI AUGUSTO (43 a.C. – 17 d.C.)
- periodo che va dalla morte di Cicerone alla morte di Ovidio
- si possono individuare tre diverse fasi:
43 - 31 a.C grande paura (guerre civili)
31 a.C. - ultima parte del principato periodo di armonia e pace
Augusto viene visto come il salvatore
la poesia diventa celebrativa e impegnata
vi è una ripresa delle opere classiche (non imitazione, bensì ripresa nel tentativo di superarle)
fioriscono i circoli culturali di Messalla, Pollione e Mecenate
acquista sempre più importanza la sfera autobiografica e sentimentale
i poeti diventano poeti vates
ultima parte del principato - 17 d.C. aumentano le tensioni, e la poesia torna ad essere maggiormente apolitica
- godono di largo successo la poesia bucolica e la poesia elegiaca
- Augusto stesso si avvicina alla letteratura, con la produzione delle Res gestae (opera con cui si giustifica l’azione politica di Ottaviano come un tentativo di proteggere Roma e di
ricondurla al suo antico splendore) - Bucoliche (10 componimenti) - ripresa di Teocrito e degli Idilli per il genere bucolico
- l’originalità di Virgilio sta nell’aver dedicato un’intera opera al genere bucolico
- i pastori messi in scena sono attori e creatori loro stessi di poesia
- l’opera è ricca di elementi autobiografici e legati alla sfera politica, in particolare alla guerre
civili (egloghe I, IV e IX)
- i componimenti sono disposti secondo simmetrie
- viene presentato il tema dell’Arcadia, un mondo beato di pastori e frequentato dalle divinità
- possibile identificazione di Virgilio, nella prima egolga, con il pastore Titiro
- dubbio sull’identità del puer che compare nella IV egolga (Ottaviano? Il figlio mai avuto di
Antonio e Ottavia? Cristo?)
- la poesia viene sentita da Virgilio come luogo di rifugio
- l’opera è dedicata a Pollione e Ottaviano
Virgilio
(70-19 a.C.) - Georgiche (4 libri) - il poema venne forse recitato ad Ottaviano nel 29 a.C. (dopo la battaglia di Azio)
- si rivolge alla vita dei campi, attraverso la quale tocca anche la vita urbana e i generali
problemi del vivere
- propaganda politica
- i temi dei quattro libri sono: il lavoro dei campi, l’arboricoltura, l’allevamento e l’apicultura
- l’ordine descrive una curva: il lavoro dell’uomo diventa sempre meno faticoso, ed è la natura
a fare il grosso
- vi sono delle simmetrie tra un libro e l’altro, soprattutto nelle tematiche
- digressione finale dell’ultimo libro, a carattere narrativo (Aristeo e le api)
- l’opera forse terminava con delle lodi a Cornelio Gallo, poi soppresse con la morte di questi
- l’opera è dedicata a Mecenate e Ottaviano (non solo dedicatari, ma veri e propri ispiratori)
- pur trattando tematiche leggere, lo stile e la simmetria non nascondono le inquietudini
- Eneide (12 libri) - la nuova epica si proponeva di sostituire Ennio, ed era quindi inevitabile un confronto con
Omero (ai 24 libri totali, il letterato ne contrappone 12)
- Virgilio riprende la materia trattata da Omero, pur attuando un processo d’inversione di
ordine e di contenuti: i primi 6 libri sono dedicati al viaggio di Enea da Troia fino alle sponde
del Lazio (→ viaggio di Ulisse nell’Odissea), mentre i restanti 6 alla guerra con i latini (→ guerra
di Troia)
- l’autore esegue però una quadrupla azione:
contaminazion vi è la ripresa e la modifica dei poemi omerici
e
continuazione la narrazione riprende, con Enea in fuga, da dove si era interrotta
ripetizione la guerra è una ripresa della guerra di Troia e molte scene si rassomigliano
superamento il viaggio di Enea non è un ritorno a casa, ma viaggio verso l’ignoto
la guerra contro i latini non è guerra di distruzione, ma di costruzione
- il tentativo di celebrazione è qui molto forte: Virgilio decide di lodare Augusto partendo dai
suoi antenati
- il tema di enea sembra acquistare crescente fortuna tra II e I secolo a.C.: da un lato si voleva
dare a Roma autonomia culturale rispetto ai greci (Troia è antagonista della Grecia), dall’altro,
ponendo Enea e Iulio/Ascanio come antenati di Romolo, si attribuiva alla gens Iulia nobilissime
origini (celebrazione)
- Virgilio porta qui l’esametro al massimo della sua flessibilità e regolarità
- l’opera è ricca di arcaismi e poetismi
- il lessico quotidiano viene ripreso con nuovi nessi
- stile soggettivo (viene data la parola anche agli antagonisti, e viene espresso il loro punto di
vista)
- Epodi (17 componimenti in metri giambici) - è da ricondurre alla produzione giovanile di Orazio
- il modello è Archiloco
- i toni sono carichi, e l’opera è permeata da polemiche
- l’origine modesta di Orazio si fa sentire
- molteplicità di temi e stili (ci farebbe avvicinare al genere satirico)
l’aggressività si rivolge però contro bersagli “minori”
Orazio - Satire (2 libri in esametri) - Orazio riconosce in Lucilio l’autore del genere, e ne riprende le due principali caratteristiche:
(65-8 a.C.) - aggressività: non si tratta tuttavia di un’aggressività fine a se stessa, bensì con l’obiettivo di
ricerca morale
- elemento autobiografico: coincidenza tra voce del poeta e voce satirica; era il poeta a
prendere la parola
- l’elemento autobiografico andrà però scomparendo nel secondo libro
- mobilità e varietà dello stile di Orazio, che si adegua ai soggetti trattati
- Odi (3 libri) - i modelli sono qui Saffo, Alceo e Anacreonte
- i temi sono vari, ma l’obiettivo è quello di esprimere un concetto generale, adatto ad
esprimere la condizione umana nella sua totalità (precarietà della vita, riferimenti alla sfera
politica, amore e sentimenti, ecc.)
- stile limpido e semplice
- Epistole (20 componimenti in esametri) - si tratta di una raccolta fittizia: non si tratta di epistole vere e proprie, come quelle di
Cicerone, bensì di brevi componimenti scritti a scopo letterario
- rappresentano un nuovo genere letterario, ovvero quello dell’epistola in versi
- la differenza con le satire è data semplicemente dall’intonazione maggiormente personale
Il genere elegiaco a Roma
L’elegia si sviluppa a Roma principalmente come poesia d’amore, e il genere è caratterizzato dal distico elegiaco (esametro e pentametro dattilico).
Le caratteristiche principali sono:
- centralità dell’amore (servitium amoris)
- la poesia viene utilizzata come strumento di corteggiamento per la donna
- impostazione fortemente soggettiva, autobiografiche, che risulta però al tempo stesso convenzionale (schema ricorrente)
- la donna è domina, capricciosa e infedele, e l’amore è sofferenza
- esaltazione dell’otium e distacco dalla vita civile (nonostante questo, in molte poesie dei poeti elegiaci possiamo trovare elementi celebrativi)
- l’elemento mitologico viene utilizzato come evasione, come proiezione
- l’elegia riprende i valori del mos maiorum, riadattandoli alle sue esigenze
- enorme debito con la poesia neoterica e con Catullo
- una costante è il continuo labor limae, la ricerca di una perfezione formale
- Amores (4 libri in distici elegiaci) - è l’iniziatore del genere elegiaco a Roma
Cornelio Gall