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Il vero nome di Sibilla Aleramo era Rina Faccio. Nacque ad Alessandria, in Piemonte, nel 1976 e morì a

Roma nel 1960.

Il romanzo Una Donna uscì nel novembre del 1906, a Roma.

Il titolo “ Una Donna” sta ad indicare, nell’ intenzione dell’ autrice , da un lato, il carattere esemplare della

vicenda narrata ( una vicenda che riguarda potenzialmente molte donne o tutte le donne); dall’ altro, la

maggiore dignità assunta dalla protagonista di fronte a se stessa al termine della sua vicenda ( la presa di

coscienza la porta a diventare un essere umano completo, Una Donna, appunto)

L’ adozione dello pseudonimo Sibilla Aleramo amplifica la funzione del titolo: la rinuncia al suo nome di

nascita vuole indicare la rinascita dell’ autrice alla vita, al termine di un processo autonomo di

rigenerazione.

Il romanzo vuole essere la testimonianza di una presa di coscienza; la presa di coscienza di una donna che

capisce di non poter vivere senza realizzare se stessa come persona integrale e non solo come moglie e

madre, come voleva la cultura del tempo.

Il romanzo è scritto in prima persona e i personaggi, inclusa la protagonista, non hanno nome proprio. L’

impianto del romanzo è prevalentemente soggettivo, con una netta predominanza dell’ io narrante ( la voce

della protagonista) su tutti gli altri personaggi.

Proprio per questo è un romanzo di difficile lettura; bisogna distinguere due piani: quello dei fatti oggettivi (

primo livello del romanzo), e quello della confessione soggettiva, della riflessione generale, dello grandi

tematiche che si innestano sui fatti, ma vanno oltre e testimoniano la tensione dell’ autrice verso la scoperta

di sè come donna ( secondo livello). La narrazione dei fatti, pur seguendo un ordine cronologico, è

organizzata verso la presa di coscienza finale, che viene espressa chiaramente all’ inizio del ventesimo e

terzultimo capitolo ( “ per la prima volta sentivo intera la mia indipendenza morale”pag. 185 , ed.

Feltrinelli). Pertanto è da lì che bisogna partire per capire il romanzo.

Il romanzo si compone di ventidue capitoli, senza titolo, contrassegnati dal numero romano. E’ suddiviso in

tre parti, anch’ esse senza titolo e indicate solo come prima, seconda, terza parte. La prima parte comprende

i capitolo I - IX; la seconda parte, i capitoli X- XIX; la terza parte, la più breve, i capitoli XX - XXII.

"Una donna" di Sibilla Aleramo Pagina 1 di 7

Loredana Rossi Sezione Appunti

2. "Una donna", capitoli 1 e 2. Fanciullezza e amore per il padre

Primi due capitoli

I primi due capitoli narrano la “ fanciullezza libera e gagliarda” della protagonista ( “ la mia fanciullezza fu

libera e gagliarda” è l’ incipit del romanzo)

L’ azione si svolge dapprima a Milano e poi in una cittadina del Mezzogiorno d’ Italia, referente biografico

di Civitanova Marche.

La protagonista è la figlia primogenita di una famiglia borghese ( il padre, prima professore, diventa

imprenditore e proprietario di un’ industria chimca). E’ la prediletta del padre, esercita la sua autorità

infantile sulle due sorelle e sul fratello, è brava a scuola, è dotata di salute, bellezza e intelligenza.

Si nota l’ identificazione con il padre (“ alla mamma volevo bene, ma per il babbo avevo un’ adorazione

illimitata” , pagg. 1,2), che per la figlia è un modello di forza e di intelligenza.Da lui la protagonista riceve

un’ educazione intellettualmente libera, robusta, indipendente. A lui deve il gusto per la semplicità e la forza

della vita.

Il rapporto con la madre è meno positivo: essa appare come una figura meno interessante; defilata,

malinconica, rassegnata ( è meno colta del padre, è nata in una famiglia più modesta), proietta sulla figlia

un’ ombra. Con lei la bambina non riesce a stringere un rapporto di tenerezza come con il padre.

La famiglia si trasferisce da Milano in una piccola cittadina del Sud, dove si trova la fabbrica paterna. La

protagonista interrompe gli studi regolari ed entra nella fabbrica come segretaria . E’ un’ esperienza insolita

per una ragazza, che non manca di suscitare chiacchiere e critiche da parte del chiuso mondo circostante, ma

per la protagonista è un’ esperienza esaltante. Tra l’ altro, a contatto con gli operai, si sviluppa il suo

interesse per la questione sociale.

Complessivamente, i primi due capitoli riflettono un’infanzia e un’ adolescenza felici, piene di forza e di

fiducia verso la vita, dominate dall’ “unico” amore per il padre.

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3. "Una donna", capitolo tre. Tentato suicidio della madre,

tradimento del padre e stupro

Terzo capitolo

Il terzo capitolo costituisce una svolta. L’ atmosfera di sogno è interrotta da tre fatti dolorosi: il tentato

suicidio della madre; il tradimento del padre; lo stupro della protagonista. Il capitolo terzo segna quindi la

fine dell’ infanzia e l’ ingresso nella vita adulta all’ insegna di queste tre lacerazioni ( la madre si getta dal

balcone perché il padre ha un’ amante, una ragazza stata per qualche tempo operaia della fabbrica; un

giovane del paese, impiegato nella fabbrica, la corteggia, le rivela il tradimento del padre e un giorno ha con

lei un rapporto sessuale rapido e violento; lei ha quindici anni, lui venticinque)

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4. "Una donna", capitoli 4-9. Nozze, tristezza, figlio e scandalo con

forestiero

Capitoli dal quarto al nono

I capitoli dal quarto al nono segnano l’ ingresso nella vita adulta della protagonista “all’ insegna della

madre”: sembra, cioè, destinata a ripercorrere la triste vita della madre, chiusa in un ruolo esclusivamente

familiare e per di più infelice, mentre l’ infanzia e l’ adolescenza erano state dominate dal “ sogno forte” che

il padre aveva costruito per il suo futuro e che lei aveva, sia pure infantilmente, condiviso con tutto il suo

essere.

I sei capitoli sono fitti di avvenimenti: fidanzamento e nozze, la vita di sposa (“ le mie vestaglie di flanella

mi assicuravano, ad ogni istante, che ero proprio una donna maritata”; pag. 44), la sempre maggiore

lontananza del padre, la follia della madre, l’ aborto spontaneo che segue alla vista della follia della madre (

quest’ ultima finisce ricoverata in una casa di cura), la tristezza indotta dal cattivo rapporto con il marito e

con la famiglia di lui ( rozza e incolta), la nascita del figlio, il tentato suicidio.

La protagonista accetta di sposare l’ uomo che l’ ha violentata, che da parte sua la vuole soprattutto per

calcolo ( è la figlia del padrone). Confusamente e ingenuamente pensa che si tratti di amore e che quello sia

il suo destino. La madre folle e il padre sempre più assente e incupito (“ in guerra contro cose e uomini” pag.

51) non le sono di nessun aiuto.

La vita coniugale, triste e opaca, la fa riflettere sul destino della propria madre, che era stato quello di “

amare, sacrificarsi e soccombere! Questo il destino suo e forse di tutte le donne?” (pag 55)

L’attesa e la nascita del figlio risveglia il sentimento d’ amore che aveva dominato la sua infanzia. E’ un’

esperienza esaltante, il sogno di una fusione assoluta tra madre e figlio, com’ era stata assoluta l’ unità fra lei

e il padre.

Tuttavia, neanche l’ amore per il figlio riesce a vincere la tristezza profonda che le deriva dall’ aver

rinunciato al sogno della sua adolescenza, quello di avere una vita libera e forte ( “ lo scontento di me stessa,

il rimprovero della parte migliore di me che avevo trascurato, di quel mio io profondo e sincero, così a lungo

represso e mascherato[...] In me la madre non s’ integrava nella donna” pag. 69)

Complessivamente, l’ identificazione con la figura materna (negativa) le risulta inaccettabile, perchè

continua ad operare in lei, a livello profondo, il modello di libertà rappresentato dal padre.

Al sentimento della maternità si accosta il tema della scrittura: comincia a sentire “ l’ invincibile impulso”

verso la scrittura per estrinsecare tutta la sua vicenda, a beneficio del figlio. Questo impulso avrà il suo esito

finale, nello scrivere il libro per il figlio.

Un forestiero, da poco trasferito nella cittadina, la corteggia. Ne nasce uno scandalo. Il marito reagisce con

violenza. La protagonista tenta il suicidio, ingerendo del laudano.

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5. "Una donna", capitoli 10-14. Isolamento, interiorità ed

emancipazione intellettuale

La parte seconda ( X - XIX) si può dividere in due segmenti narrativi: il primo ( X - XIV), contrassegnato

dal silenzio e dall’ isolamento, è dedicato allo scandaglio interiore, all’ analisi che la protagonista fa di se

stessa e della sua situazione; il secondo ( XV - XIX) sposta lo sguardo “sul grande libro della vita” ; è la

scoperta di Roma e dell’ impegno sociale.

Primo segmento narrativo della parte seconda

Nel primo segmento narrativo, dal capitolo decimo al quattordicesimo, sono molto pochi gli avvenimenti

esteriori; i rapporti con il marito, un viaggio, gli scambi con le donne che l’ aiutano nelle faccende

domestiche sfumano sullo sfondo. In primo piano è invece la ricerca che la protagonista conduce su se

stessa, tesa verso una nuova vita. Il tentato suicidio è l’ inizio di una rinascita, come viene testimoniato nella

prima pagina del capitolo decimo (“ io considerai il mondo e me stessa con occhi affatto nuovi, rinascendo.”

pag. 91)

Isolata da tutti ( il marito per gelosia la tiene reclusa in casa insieme al figlio), la protagonista approfondisce

il senso della sua vicenda umana. La lettura di testi storici e sociologici (“ trovai in un libro una causa di

salvezza”pag. 99) risveglia l’ interesse, già provato durante il suo lavoro nella fabbrica paterna, verso la

questione sociale ( “ Avevo mai considerato seriamente la condizione di quelle centinaia di operai a cui mio

padre dava lavoro, di quelle migliaia di pescatori che vivevano ammucchiati a pochi passi da casa mia...?”

pag111). All’ interno della questione sociale, configura con sempre maggiore chiarezza la questione dell’

emancipazione femminile come una questione di importanza fondamentale: le donne devono acquistare

dignità e consapevolezza , per poter contribuire alla crescita della società intera ( “ Come può un uomo che

abbia avuto una buona madre divenir crudele verso i deboli...? ma la buona m

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