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DELL’ORAZIONE

PER LETTURA DETTAGLIATA CFR. APPUNTI P. 41 E SS.

Tra febbraio e giugno Foscolo legge altre lezioni, che hanno altrettanto successo:

֍ Dei principi della letteratura;

֍ Della lingua italiana considerata storicamente e letterariamente;

֍ trittico di lezioni dedicate alla morale letteraria:

o La letteratura rivolta unicamente al lucro,

o La letteratura rivolta unicamente alla gloria

all’esercizio

o La letteratura rivolta delle facoltà intellettuali

Per queste ultime tre lezioni, Foscolo ricorre alle proprie esperienze autobiografiche (letterato libero

dell’istituzione

e indipendente ma obbligato a sostenersi mettendosi al servizio governativa). Inoltre,

in maniera molto innovativa, Foscolo affronta il problematico nesso tra lavoro letterario e

guadagno materiale, di cui lui stesso è un soggetto sociologicamente interessato, non disponendo di

rendite personali:

«Finché si vive in una società ove il denaro è il rappresentante di tutte le necessità e i comodi della

dell’individuale

vita, ed è inoltre strumento indipendenza, non si può disprezzarlo senza essere o

divinamente esenti da ogni umano bisogno, o stolidamente incuranti della propria indipendenza. (EN,

VII p. 103). un’implicita

Anche se prive di toni esplicitamente polemici, tali lezioni fanno denuncia morale dei

più spregiudicati esponenti della intellighentia contemporanea: condannano il tipo letterato

(molto diffuso in epoca napoleonica) che mercifica la letteratura finalizzandola a «secondare le

→ d’opinione

passioni e le opinioni» dei potenti «quanto più la merce è soggetta ai prezzi e di

affetti, tanto più coloro che devono trafficarla devono anche studiarsi di adescarsi la migliore opinione

de’

e la benevolenza compratori». l’orazione Sull’origine

A conclusione del periodo pavese, Foscolo pronuncia e i limiti della giustizia

in cui, riprendendo Machiavelli e Hobbes, nega la possibilità di una giustizia universale innata

nell’uomo, all’esistenza

e concepisce la giustizia come prodotto sociale legato di una patria in cui i

rapporti solidali tra gli uomini possono condurre a momenti di equilibrio e pacifica convivenza.

Contesto storico-sociale delle Lezioni pavesi: Foscolo non è mosso da un vagheggiamento

un’irenistica

moraleggiante o da speranza di tempi migliori: la riflessione foscoliana non è una

nell’orazione

monarchia si afferma di più pavese, in questo senso è una sorta di compromesso lusinghiero col potere

politico napoleonico.

72 Socrate presso Senofonte memorab. lib. III. cap. 3 50 Monografia Nicoletti su Foscolo

speculazione astratta e idealizzante delle funzioni del letterato ma si innesta nella situazione

nell’apparato

presente. Al tempo la classe dei dotti assume progressivamente funzioni dirigenti

all’interno d’Italia,

amministrativo e delle istituzioni politico-culturali del Regno politica di

mecenatismo.

Foscolo riflette in maniera analitica ma pragmatica sul ruolo che i letterati avrebbero potuto svolgere

nel rinnovato assetto istituzionale individua nel ceto degli intellettuali un gruppo specifico della

l’accettazione

società civile, a cui è assegnato il compito di mediazione tra le varie forze sociali, con

“strada napoleonica” l’indipendenza

pur provvisoria e critica di una per nazionale:

dev’essere l’uso

Ufficio dunque delle arti letterarie e di rianimare il sentimento e delle passioni, e di

l’abuso

abbellire le opinioni giovevoli alla civile concordia, e di snudare con generoso coraggio o la

l’arbitrio de’

deformità di tante altre che, adulando pochi o la licenza della moltitudine, roderebbero i

nodi sociali e abbandonerebbero gli Stati al terror del carnefice, alla congiura degli arditi, alle gare

cruente degli ambiziosi e alla invasione degli stranieri.

MA nella Lettera apologetica (periodo inglese, fine anni 10-inizi anni 20 circa, pubblicata postuma)

l’inettitudine

Foscolo lamenterà morale e politica dei rappresentanti di quella classe che non

seppe né volle approfittare degli spazi di autonomia concessi dal regime monarchico e così

acquisire stabilmente la dirigenza morale dello Stato ed educare i giovani nelle scuole.

NB Nonostante questo giudizio, nella Lettera apologetica Foscolo fa considerazioni piuttosto lucide

sui rapporti tra poeti e potere napoleonico distingue tra «ricompense» e «benefici», tra adulazioni

opportunistiche e invece lodi degli effettivi elementi di razionalizzazione istituzionale che avrebbero

potuto portare a una maggiore e definitiva indipendenza dalla Francia, cosa che poi non avvenne

(CFR BRANO P. 198)

→ «» 3. Polemiche letterarie e diatribe politiche nella Milano napoleonica

dell’uomo

Foscolo nelle lezioni pavesi promuove il modello di cultura che, sufficientemente libero

nell’adulazione →

nel manifestare le proprie opinioni, non si rifugia di un regime politico senza

un’impostazione dichiaratamente polemica, implicita denuncia di vecchi e nuovi privilegi di quelle

clientele letterarie consolidatesi come tali nel clima di strisciante tirannide successivo alla

dell’impero→ l’eco

proclamazione di questi attacchi velati provocano il crescente dissenso

dell’ambiente giornalistico-letterario milanese (ancora memore del feroce attacco a Guillon, autore

del periodico milanese «Giornale Italiano»).

Le lezioni pavesi preparano il campo per le cosiddette «guerre letterarie» che condurranno al

progressivo ma definitivo distacco (intorno al 1810) dai letterati milanesi e dal loro principale

l’illustratore l’intellettuale

73

rappresentante, Vincenzo Monti , del mito imperale, organico ad ogni

73 Il casus belli della loro rottura è un motivo banale (discussione a seguito della stroncatura, da parte di un amico di

Foscolo, di un componimento di un protetto di Monti), che si innesta su ragioni più profonde e cogenti, tra cui forse anche

51 Monografia Nicoletti su Foscolo

classe purché dirigente (Nicoletti dice proprio così!), emblematico personaggio della letteratura

74

encomiastica di quegli anni .

Già a inizi 1809 vari giornalisti e gazzettieri fanno attacchi anonimi contro di Foscolo, con volgare

virulenza e tono di attacco personale che però danno misura della fondatezza delle metaforiche

denunce contenute nelle lezioni pavesi (NB questi attacchi anonimi sono soltanto la scolorita e

parziale anticipazione rispetto al sistematico attacco condotto sulle pagine del «Poligrafo»

(soprattutto da parte di Urbano Lampredi) nel 1811-1812, col pretesto della tragedia di Ajace)

Foscolo, che non è solito tirarsi indietro nelle diatribe letterarie, raccoglie la sfida dei suoi implacabili

→ 75

interlocutori Vari interventi polemici nel 1810 sugli «Annali di Scienze e Lettere» :

֍ de’ dell’Odissea

articolo Sulla traduzione due primi canti (di Pindemonte) in cui la traduzione da

l’espediente

recensire è per esplicitare le proprie opinioni polemiche contro la società letteraria

contemporanea di Milano La rassegna critica contro i traduttori omerici (che peraltro non risparmia

nemmeno letterati del calibro di Cesarotti e Algarotti), diventa in realtà un pretesto per un attacco

contro i letterati vicini al potere che dominavano in quel periodo la scena culturale milanese e

che erano già stati oggetto di critiche nelle Lezioni pavesi.

֍ d’un’adunanza dell’Accademia de’ 76

Ragguaglio Pitagorici : pubblicato anonimo come

d’un

«frammento libro inedito». Scritto parodico molto polemico di aspra satira, ricco di allusioni

«de’

(oggi non del tutto decifrabili), che parla pazzi e impostori di letteratura, come Swift trattò

de’ de’ de’ de’

filosofi, Sterne viaggiatori, Cervantes cavalieri erranti e Platone suoi sofisti» (cit. a p.

204). Scritto di notevole ambizione, che Foscolo presenta alla Teotochi addirittura come «romanzo

dell’Ortis». all’altro

fratello Stilisticamente torna il vezzo foscoliano di trapassare da un tema senza

tener conto delle necessarie suture argomentative

.

Argomento: Foscolo finge di descrivere la riunione di un gruppo di accademici dietro i quali si

nascondono i più mondani e salottieri letterati milanesi, che discutono un articolo relativo alle

traduzioni omeriche. La cronaca satirica della discussione permette a Foscolo di polemizzare contro

i suoi nemici e di ritornare su riflessioni di ordine generale sul rapporto letterati-potere e sulla

dell’uomo un’impagabile

responsabilità morale di lettere, il quale ricava felicità se si mantiene

immune da interessi allotrii o da un tornaconto puramente materiale.

Foscolo ritorna sul tema della missione ultima del letterato, cioè quella di far udire ai popoli la

voce della verità e dunque di «appassionarli per essa, e confortarli con essa, e dirigerli», perché

«tutte le nazioni, e più di tutte la nostra, hanno bisogno di nobili e grandi passioni, e di opinioni

utili e giuste»

la frustrazione di Foscolo nel vedere pubblicata la completa traduzione iliadica montiana e la violenta e infelice passione

per la moglie Teresa Pikler.

74 Foscolo stesso presagisce gli umori di quegli attacchi, cfr. lettere a p. 201.

75 Rivista gestita da amici e allievi di Foscolo e vero contraltare dei periodici milanesi ostili a Foscolo (es il Poligrafo).

76 Cui se ne sarebbero aggiunti altri, rimasti a uno stadio frammentario, a dimostrazione di un progetto, poi abbandonato,

l’incompiuto l’Ultimato

di intervento militante di più ampie dimensioni. Es. di Ugo Foscolo nella guerra contro i

gl’impostori

ciarlatani, letterari e i pedanti. 52 Monografia Nicoletti su Foscolo

l’Ajace

4. Drammaturgia militante della seconda tragedia: (1811)

L’Ajace è la seconda tragedia di Foscolo, viene considerata la sua tragedia più energica e riuscita che

77

sancisce la piena maturità da drammaturgo . Viene rappresentata per la prima volta a Milano nel

Teatro alla Scala il 9 dicembre 1811 e pubblicata in forma cartacea solo postuma, nel 1828.

L’insuccesso dell’Ajace

e la censura (soppresso da un rescritto vicereale già qualche giorno dopo la

rappresentazione) sono dovuti a:

dell’opera nell’intreccio

1. caratteristiche in sé: nel tema e drammaturgico si ravvisano i segni

di una chiara allusione ai recenti trascorsi politico-militari che coinvolgevano

l’Imperatore

direttamente (incarnato in Agamennone), an

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A.A. 2018-2019
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Bacchae2 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di letteratura italiana moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Tatti Silvia.