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METASTASIO
per indicare l’opera in musica alla fine del ‘600 (Pietro Trapassi, Roma
1698-Vienna 1782) fin da bambino dimostrò la sua abilità di inventare versi tanto che venne
preso dal Gravina a soli 10 anni il quale gli impartì una severa istruzione classicista.
Trasformò poi il suo cognome in quello grecizzante Metastasio. Nel 1714 divenne abate.
Alla morte del Gravina (1718) ricevette una cospicua eredità, ma non riuscì a difenderla da
intralci legali. Nel 1718 entra in Arcadia con il nome di Artino Corasio 1719 si trasferisce a
Napoli. qui iniziò un legame sentimentale con la Romanina, una cantante, la quale lo
incoraggiò a scrivere testi in musica come L’Endimone (1720). Un successo eccezionale fu
il melodramma “Didone abbandonata” rappresentato nel 1724 con la Romanina al teatro
S.Bartolomeo. venne rappresentata per la prima volta a Napoli nel 1724 con dedica al
vicerè di Napoli Michele Federico d’Althann, è l’opera con cui si afferma sulla scena
italiana. Per molti studiosi è il primo esempio di libretto che contiene già alcuni elementi del
dramma di Metastasio, come l’accordo recitativo-aria, il conflitto amore-passione. la
leggenda di Didone è precedente al romanzo di Virgilio “l’Eneide” che vede una migrazione
di fenici verso occidente. Figlia del re di Tiro, Didone sposò suo zio Sicheo che fu
assassinato dal fratello di Didone per impadronirsi dei tesori. Didone prese e ricchezze del
marito e scappò con dei seguaci in Africa dove gli abitanti le concessero del terreno su cui
costruire. Su questo terreno nacque Cartagine. Fu richiesta in sposa dal re dei Mori che la
minacciò, in caso di rifiuto avrebbe attaccato la città. Lei chiese una proroga di 3 mesi,
tempo sufficiente per ammazzarsi. Invece Virgilio lega la storia di Didone ad Enea
facendolo naufragare sulla costa di Cartagine. La regina lo soccorse e se ne innamorò
tanto che non riuscì a sopravvivere al suo abbandono. Gli Dei avevano imposto ad Enea di
partire e di approdare in Italia, dove sposò Lavinia e nacquero Romolo e Remo, fondatori di
Roma. Metastasio si rifà a Virgilio ma inserendo alcuni particolari come l’amore di Osmida
per la sorella di Didone (Selene) e l’amore segreto di Selene per Enea. Nel 1725 fa un
viaggio a Venezia dove durante il carnevale viene rappresentata la Didone./ 1727 torna a
Roma dove scrisse “Catone di Utica” rappresentato a Roma nel 1728 musicato da
Leonardo Vinci. venne rappresentato come tragedia senza musica nel 1799 insieme alle
tragedie alfierane a Napoli. Si celebrano le virtù e l’eroismo. ambientato nella città africana
di Utica (Tunisia) e attinge alla storia romana. Il senatore Marco Porcio Catone (detto
Uticense, nome del luogo dove morì) si schierò con Pompeo contro Cesare. Dopo le
sconfitte di Farsalo (48 a.C) e Tapso (46 a.C) per non cedere al vincitore si uccise.
Protagonisti: Marzia, figlia di Catone segretamente innamorata di Cesare/ Arbace, principe
di Numidia innamorato di Marzia/ Emilia,vedova di Pompeo/ Fulvio, ambasciatore del
senato innamorato di Emilia. Suscitò critiche la scena drammatica della rappresentazione
della morte di Catone, ciò indusse Metastasio a modificare gran parte del terzo atto
sostituendo la rappresentazione diretta con il racconto dell’evento di Marzia/ 1729 invito di
recarsi a Vienna, alla corte dell’imperatore Carlo VI. Arrivò nel 1730 a Vienna scrisse
“Demetrio” (1731) che venne rappresentato per la prima volta a Vienna con la musica di
Caldara. Tratta di Demetrio, figlio del re di Creta Demetrio Sotere che, privato del trono ad
opera dell’usurpatore Bala, è costretto all’esilio. Prima di morire affida il figlioletto al fedele
Fenicio. Il bambino, ignorando le sue origini, cresce con il nome di Alceste. Stimato da
Alessandro e amato dalla figlia di lui Cleonice, lo segue nella guerra contro i cretesi che gli
si sono ribellati. Alessandro muore, Cleonice diventa erede al trono e deve scegliersi uno
sposo. Sperando nel ritorno dell’amato, sta scegliendo un altro pretendente, quando sul più
bello ricompare Alceste e Fenicio gli rivela la sua vera identità. Demetrio sposa Cleonice e
si riappropria del trono paterno. Scrive anche “Adriano in Siria” sempre musicato da
Caldara e rappresentato a Vienna nel 1732. L'azione si svolge ad Antiochia, nell'antica
Siria. Durante una delle tante guerre tra Roma e l'impero dei Parti, le truppe comandate
dall'imperatore Adriano hanno sconfitto quelle del re Osroa (Osroe I) prendendone anche
prigioniera la figlia Emirena, fidanzata del tributario ed amico del re, Farnaspe. Nonostante
sia egli stesso già promesso alla nobile romana Vibia Sabina, Adriano si è infatuato della
bella prigioniera e viene incoraggiato, in questa sua nuova attrazione, dal tribuno Aquilio, a
sua volta innamorato di Sabina e quindi desideroso di provocare la rottura del legame che
la vincola all'imperatore. a Osroa sono restituiti libertà e regno, Farnaspe ed Emirena
possono ricongiungersi, Aquilio è perdonato, e Adriano stesso accetta la nobile Sabina
come sua sposa. Scrive “l’Olimpiade” dramma presentato con musiche di Caldara nel
1733 per festeggiare il compleanno dell’imperatrice Elisabetta. Aristea figlia di Clistene, re
di Sicione ama, contraccambiata il nobile giovane ateniese Megacle, che si è più volte
distinto per bravura nei giochi olimpici. Licida, creduto ingiustamente figlio del re di Creta e
per questo da lui ostacolato nell’impari amore con la dama cretese Argene a tal punto da
farla allontanare dalla patria e costringerla ad assumere le mentite spoglie di una pastorella
di nome Licori, giunge ad Olimpia in cerca di consolazione. Le sue nuove attenzioni
amorose sono questa volta rivolte ad Aristea; tuttavia, poco pratico dei giochi, avendo
saputo che la ricompensa per la vittoria sarebbe stata la mano di Aristea, chiede all’amico
Megacle di partecipare alla gara al suo posto, sotto falso nome. Megacle , visto che Licida
tempo prima gli aveva salvato la vita, è costretto ad accettare. Vinta come era prevedibile
la gara, questi cerca di convincere Aristea a contraccambiare i sentimenti dell’amico Licida
ma a quel punto, preso dallo sconforto pensa di togliersi la vita. Intanto Argene arriva ad
Olimpia per rivelare a Clistene l’inganno: Licida in un primo momento è costretto all’esilio
poi, avendo attentato alla vita del re, viene condannato a morte. Ma alla fine tutto si
risolverà: Licida è in realtà il figlio di Clistene e sposerà Argene e sua sorella Aristea
sposerà il tanto agognato Megacle. Scrive “Demoofonte” rappresentato nel 1733 per
festeggiare l’onomastico dell’imperatore Carlo VI d’asburgo. Con il nome di Demoofonte,
Metastasio, chiama Demifonte il re del Chersoneso Tracico (antico nome della penisola di
Gallipoli). La vicenda si svolge intorno allo scioglimento dell’enigma rappresentato dalla
risposta data dall’oracolo di Apollo a Demofoonte che chiese quando sarebbe cessato
l’obbligo da parte sua di sacrificare agli Dei ogni anno una vergine del suo popolo. Una
delle vittime è Dircea, figlia di Matusio (che voleva allontanarla per evitarle una brutta fine,
ma scatenò l’ira del re), la quale ha sposato segretamente però TImante, principe
ereditario. Demofoonte ha però destinato in sposa a Timante Creusa, la quale è amata dal
secondogenito di Demofoonte, Cherinto. Il re viene a saere delle nozze segrete della
fanciulla ma li perdeona. Ulteriore ostacolo è la consapevolezza poi che Dircea è in realtà
figlia di Demofoonte quindi sarebbe allo stesso tempo sorella e moglie di Timante (incesto).
Si complica ulteriormente quando si scopre che anche Timante non è figlio di Demofoonte,
ma figlio di Matusio. Cadono quindi tutti gli ostacoli alle nozze e può cessare anche il
cruente sacrificio annuale, perché Timante, non essendo figlio del re, è individuabile come
innocente usurpatore del regno. Scrive “La clemenza di Tito” rappresentato per la prima
volta a Vienna nel 1734, sempre musicato da Caldara. La versione più nota è quella di
Mozart del 1791. La bontà d’animo dell’imperatore romano Tito Flavio Vespasano è messo
a dura prova: congiurano contro di lui, soprattutto un suo amico fraterno Sesto e la sua
innamorata Vitellia (figlia di Vitellio, defunto imperatore). Scoperta la congiura i colpevoli
vengono condannati a morte dal Senato, ma perdonati da Tito. Sono presenti altri due
personaggi che sono i 2 innamorati Servilia e Annio, sorella e amico di di Sesto, il prefetto
del pretorio pubblico. Scrive anche “Attilio Regolo” la prima rappresentazione avviene a
Dresda nel 1750 musicato da Hasse. Venne composto da Metastasio nel 1740 per essere
rappresentato in onore del compleanno di Carlo VI il quale però morì 2 settimane prima.
Nei 10 anni prima della rappresentazione, il testo venne rimaneggiato parecchie volte.
Vicenda di Maro Attilio Regolo, console nel 267 a.C. dopo aver vinto la battaglia di Encomo
ed essere sbarcato in Africa (255), Regolo fu sconfitto e fatto prigioniero presso Tunisi;
inviato dai nemici a Roma per trarre la pace, si adoperò per evitare la tregua a prezzo di un
ritorno volontario a Cartagine, dove lo aspettava la morte dopo un atroce supplizio. // nei
primi anni viennesi mantenne una certa corrispondenza con la Romanina, e la morte di lei
nel 1734 lo rattristò. Il decennio 1730-40 fu il più fecondo della sua attività. Continua a
vivere a Vienna dove fu un fedele servitore dell’imperatrice Maria Teresa. Morì a Vienna nel
1782 ad aprile. i suoi testi vennero ristampati più volte sotto forma di libretti per lo
spettacolo. Metastasio affida al proprio testo poetico una fortissima carica scenico-
musicale. Lui lavora su un materiale preesistente, ricavando le vicende e situazioni dalla
tradizione culturale del reperto mitico e storico. Nel sistema di 3 atti si muovono 6
personaggi che si distinguono in 2 coppie di amanti, 2 altre figure maschili, un aiutante e un
oppositore. Il dramma ruota attorno a un sentimento, intrecci complicati e i rapporti autentici
e sereni tra gli innamorati sono spesso alterati e turbati dall’incombente minaccia di una
tragedia. La vicenda arriva ad una conclusione grazie alla rimozione degli ostacoli che
gravano sui rapporti amorosi autentici. il linguaggio supera lo schematismo delle formule
arcadiche, grazie a una nuova capacità di movimento. I suoi riferimenti sono il Tasso e
Marino (odiatissimo dall’arcadia). Utilizza qualche calcolata ripetizione di parole e suon,
pochi effetti musicali e sonori. Entro questa facilità lingui