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Il viaggio del testo: scrittori, copisti, lettori

In linea generale, molte indicazioni utili per l'edizione di testi possono venire dei manufatti, è necessario quindi un approccio spiccatamente interdisciplinare.

3.1 Scripta manent? Scritture libraie, documentarie, esposte

La scrittura in generale ha la funzione di fissare il pensiero e la parola sottraendoli alla loro naturale volatilità. Nel mondo classico, ad esempio, erano pensate per la conservazione le epigrafe o scritture esposte, incise con lo scalpello nel marmo o su pietra, su semplici manufatti domestici o in grande scala su monumenti notissimi come il Pantheon.

Capitale epigrafica: scrittura il cui intero alfabeto è compreso fra due linee parallele. Anche le prime scritture librarie erano capitali, ma lo strumento scrittorio (calamo) conferiva loro un tracciato più arrotondato: la capitale più elegante era la quadrata che occupava però un ampio spazio sulla pagina.

dimessa e funzionale era la rustica ocanonica. Per scritture non monumentali, e di minore ambizione estetica, i Romaniutilizzavano la corsiva romana. A partire dal IV secolo dell'era cristiana, un progressivoarrotondamento della capitale da origine alla onciale, una tipologia di scrittura libraria cheera già in uso nel mondo greco e che pone le basi per l'affermazione dell'alfabeto cirillico.Le scritture estemporanee venivano a date alla tavoletta cerata, incisa con uno stiloacuminato e rimasta in uso in tutta Europa no al Rinascimento, poiché non era destinataad alcuna forma di archiviazione e conservazione è quasi totalmente scomparsa(eccezione collezioni negli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano). Già nell'antichitàgreco-romana le tavolette erano legate per uno dei lati lunghi, a formare una sorta diquaderno, anticipando l'avvento del libro come lo conosciamo. La forma libraria attualedel codice permetteva di

scrivere su ambedue le facciate, contrariamente dal papiro in cui solo il lato interno del rotolo era scritto, mentre quello esterno fungeva da protezione. La forma del codex risultava inoltre più idonea per conservare in un unico contenitore testi di grande lunghezza, come i Testamenti (ecco perché il codice conosce la sua definitiva affermazione nell'era dei primi Padri della Chiesa).

3.2 La scrittura dell'Italiano.

La scrittura gotica: nell'Europa delle università, la scrittura gotica rappresenta lo standard per la scrittura libraia infatti conserva la sua leggibilità anche nei formati piccoli e consente di ottimizzare il rapporto tra testo da scrivere e spazio scrittorio richiesto. In Italia la gotica si differenzia con un tratteggio più morbido e arrotondato, cui si attribuisce il nome di rotunda o littera bononiensis.

Pecia: sistema per cui le copie ufficiali di opere vengono smembrate in modo che i singoli fascicoli possano essere trascritti da

più scribi contemporaneamente, problema della contaminazione poiché non vi è certezza che le varie parti della copia siano state trascritte da un modello omogeneo (antigrafo). Rapido incremento della produzione libraria nell’Europa fa il XIV e XV secolo. Nascita delle scuole d’abaco, ascesa sociale delle classi mercantili (scrittura mercantesca, minuscola cancelleresca).

3.3 Alle origini della lingua italiana: oralità e scrittura. Nei primi secoli della nostra letteratura, la principale polarizzazione era fra coloro che avevano consuetudine quotidiana con la scrittura, e coloro che per attingere alla parola scritta avevano bisogno dei professionisti dell’esecuzione orale. Un ruolo di spicco nella formazione di uno scritto del volgare spetta al notariato.

ff fi fi ff ffi ffi fi fi ff fi Tracce: scritture casuali che rappresentano importanti testimonianze del proprio tempo, particolarmente significative del rapporto fra latino e volgare nelle origini

Il manoscritto: un sistema di dati non solo testuali.

Identificazione e descrizione del manoscritto: segnatura (luogo dove il codice è conservato, biblioteca di appartenenza, ..), sigla derivata dalla città o dal particolare fondo librario dove è conservato il manufatto, misura (redatto su supporto cartaceo o papiraceo), cartulazione (recto, verso).

L'esame paleografico riesce solitamente a datare la scrittura con una buona approssimazione; la patina linguistica è di grande importanza per ricollegare la scrittura a un'area geografica e anche per la datazione; se il manufatto è cartaceo, un'indicazione di grande valore può provenire dalle filigrane, marchi inseriti dagli antichi produttori di carta mediante lamenti metallici. La datazione del codice riveste la massima importanza nel collocare il manoscritto nel suo contesto storico e culturale.

La fenomenologia della copia.

4.1 I testi nel tempo: fattori di sopravvivenza.

La nostra conoscenza di autori e testi antichi dipende dalla conservazione o meno dei manufatti che ce ne tramandano la testimonianza. La sopravvivenza di una sola copia è di gran lunga la situazione più comune per le edizioni del Quattrocento.

Il problema della caducità dei testi è legato agli eventi traumatici della storia o della cronaca: dai cataclismi naturali, alle varie guerre, incendi e carestie, opere distrutte dagli organi di censura, intere collezioni e biblioteche andate al macero o al rogo.

I primi titoli a scomparire sono quelli che hanno incontrato un successo più vasto e immediato.

Dinamiche di trasmissione dei testi.

I vari passaggi di copia, la perdita di interesse nei confronti di alcune parti di testi lunghi e l'incidenza della memoria sono fattori che si ripercuotono gravemente sulla sinomia dell'opera letteraria quale ci è tramandata. "Un testo è come un viaggiatore, che perde un bagaglio ad ogni sosta del suo"

Il testo "viaggio" La ricognizione delle varie testimonianze di un'opera ci mette di fronte a un numero, talora molto ampio, di varianti, ovvero di versioni divergenti di uno stesso luogo del testo. Solo una parte modesta di queste ha caratteristiche erronee: infatti, gli errori più evidenti tendono, in tradizioni testuali inclini all'intervento, ad essere corretti nei successivi passaggi di copia, mentre sono gli errori lievi che hanno apparenza di lezioni corrette, e non possono dunque, no al termine del confronto della tradizione, essere definite erronee. Solo al termine del lavoro editoriale è possibile stabilire quanto è verosimilmente autentico e distinguerlo da errori e innovazioni di copia. Benedettino Quentin elaborò un metodo basato sul riconoscimento di varianti: con l'eccezione delle lectiones singulares, occorre raccogliere tutte le lezioni, anche quelle apparentemente meno importanti, che abbiano un'attestazione multipla nella

tradizione, lasciando che il dato numerico e statico orienti verso la classificazione dei testimoni. Il problema metodologico più grave in questo approccio è la possibilità che due o più testimoni vengano apparentati sulla base dell'accordo in lezione corretta. Metodo Lachmann: basato sul riconoscimento di un certo numero di errori durante le fasi iniziali della collazione e per questo chiamato metodo degli errori comuni o metodo stemmatico. Propone due fondamentali acquisizioni: 1. una classificazione delle testimonianze basata non su generiche similitudini, ma sulla convergenza in lezione non originale (che si presume ereditata da un comune antecedente); 2. una scelta della lezione da porre a testo (constitutio textus). Il metodo stemmatico ha dato particolare rilievo ai casi in cui la scelta della lezione da mettere a testo è suggerita dalla classificazione genealogica dei testimoni, talvolta però è molto difficile.dimostrano di discendere da un unico archetipo. Recensio: disamina delle testimonianze. 4.3 Tipologie di errori e varianti. Classificare i manoscritti in base alla loro correttezza, cioè al fedele rispecchiamento della lezione originale, si presta ad alcuni equivoci. I luoghi in cui le testimonianze rispecchiano il perduto originale appariranno uguali in ognuna di esse, e non permetteranno alcuna classificazione; laddove il testo si presenta identico in tutti i testimoni (consensus codicum) viene meno il problema della classificazione e il passo risulta soddisfacente e può essere accettato nelle edizioni. Le innovazioni: sono tratti caratteristici di uno o più testi poi trasmessi genealogicamente ai discendenti. Errori monogenetici: la genealogia degli errori ci aiuta a seguire le direttrici di trasmissione del testo, una classificazione genealogica delle testimonianze può essere proposta solo in base alla progressiva trasmissione di alcuni errori, detti monogenetici perché,

Una volta introdotti da un copista, tendono a persistere nelle fasi successive. Due testimoni o più vicadono perché derivano dalla stessa fonte.

Errori guida: una selezione preventiva degli errori significativi nella classificazione può rivelarsi fondamentale per impostare correttamente la classificazione dei testimoni: gli errori di questo genere sono detti errori guida. Sono errori abbastanza evidenti da essere presunti tali in via preliminare, ma al contempo non abbastanza palesi da essere soggetti a correzioni congetturali da parte dei copisti successivi.

Le lacune che si producono in un testimone rendono impossibile riprodurre nei discendenti la porzione di testo colpita dal guasto.

Errori poligenetici: in una fase istruttoria della recensio è opportuno selezionare lezioni che abbiano caratteri sicuramente erronei. Non hanno alcuna utilità per la constitutio textus le tipologie di errore che possono essere commesse da più scribi in modo parallelo, senza

alcun rapporto genealogico (errori poligenetici).

Errori paleografici: introdotti dalle caratteristiche della tipologia scrittoria del modello, ad esempio la scrittura gotica o cancelleresca creava problemi per l'estrema somiglianza delle lettere con trattino breve verticale, ciò poteva indurre fra i copisti particolare confusione nello sciogliere le forme abbreviate.

Chi deve trascrivere un testo serve il suo modello e copia tale porzione dettandola a se stesso, a parte gli inevitabili errori e accidenti di copia, è importante osservare che nella dettatura il colorito linguistico del modello sarà interpretato, e dunque adattato, secondo le competenze di chi legge e scrive.

Varianti formali: alterazione della semantica di una parola (es: bello diventa carino, bello ego diventa bello, bello diventa bello e carino).

Varianti sostanziali: interviene la varietà dialettale (bello di mamma diventa bello di mamma).

Variante sostitutiva: autore cancella una parte di testo

(da che viene cancellata a ). Variante alternativa
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
16 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lisachinchio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Barbieri Alvaro.