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LA CLASSIFICAZIONE DELLE ASSICURAZIONI CASO MORTE
SCHEMA DI FUNZIONAMENTO DI UNA POLIZZA TEMPORANEA CASO MORTE
ASSICURAZIONE TEMPORANEA CASO MORTE
Solitamente vi è coincidenza tra contraente e assicurato.
Pagamento di un capitale se l’assicurato muore entro il termine stabilito dal contratto, che non
consente il riscatto. In caso di decesso oltre il termine l’assicuratore non paga nulla.
Periodo di carenza iniziale, generalmente pari ai primi sei mesi, durante il quale non opera la
copertura assicurativa
Se l’assicurato non muore entro il termine pattuito ex ante il premio pagato resta acquisito
dall’impresa di assicurazione
INTERMEDIARI ASSICURATIVI
Ramo danni
Prevalenza dello scopo di sottrarsi all’incertezza e di reintegrare il patrimonio in caso di eventi dannosi.
Durata breve del contratto
Assicurazioni infortuni e malattia: tutela dalla perdita di reddito e spese (individuali e collettive)
Assicurazioni incendio
Assicurazioni furto
Assicurazioni responsabilità civile: rischio di perdita economica per danni causati a terzi
LA REGOLAMENTAZIONE E LA VIGILANZA DEL SISTEMA BANCARIO-FINANZIARIO
Il processo normativo si affianca ad un’attività di controllo, che ha l’obiettivo di verificare che i singoli
intermediari operino in modo conforme alle norme, intervenendo nei casi di inadempienza. L’insieme delle norme
dettate dagli organi di vigilanza, e dei controlli da essi svolti è definito funzione di vigilanza.
Il settore finanziario, più di ogni settore dell'economia, è oggetto di interventi di regolamentazione e di
controllo.
MOTIVAZIONI:
Natura delle funzioni assegnate al sistema finanziario e importanza che esse rivestono per l’economia
Rischi di instabilità finanziaria, non solo per il singolo intermediario, ma per il sistema nel suo
complesso (cosiddetto rischio sistemico)
OBIETTIVI:
Microeconomico
Ridurne l’esposizione in capo agli intermediari e rafforzarne la stabilità. Mi interesso dei singoli
intermediari, dei singoli mercati o dei singoli prodotti finanziari.
Macroeconomico
Limitarne la portata ed evitare crisi sistemiche (effetto domino). È importante tener conto che la crisi
non è la somma delle singole difficoltà ma c’è un effetto domino. Infatti le singole crisi hanno un
effetto di contagio nei confronti delle altre.
OBIETTIVI FINALI DELLA REGOLAMENTAZIONE FINANZIARIA:
Tutela dei risparmiatori, tipici contraenti deboli
Stabilità dei singoli intermediari (microeconomica) del sistema finanziario nel suo complesso
(macroeconomica)
Le banche che hanno concesso crediti a una banca che sta diventando sottocapitalizzata, iniziano a
ritirare i loro depositi. Capitalizzazione e liquidità sono infatti fortemente collegate.
Alcuni ritengono che il problema delle banche sia la bassa capitalizzazione, altri forniscono
un’interpretazione riguardo alla liquidità.
In ogni caso i due aspetti sono i pilastri della stabilità.
Efficienza
Buon funzionamento dei canali, ruolo della concorrenza. Il concetto di concorrenza è fondamentale,
mettere in concorrenza tra loro gli intermediari significa abbassare i costi operativi e renderli più
efficienti. Il settore maggiormente in crisi è quello delle costruzioni. Si nota da un lato un’allocazione
non efficiente, dall’altro le banche si sono orientate verso l’immobiliare che dava una redditività
superiore.
Allocativa
Destinare le risorse scarse ai programmi di investimento con i ritorni più alti. Devono avere una
certa redditività, deve essere una crescita che aggiunge valore. Il valore si misura in termini
differenziali tra redditività degli impieghi e costi.
Tecnico-operativa
Minori costi operativi per ridurre i costi per la clientela.
Max dell’output a parità di costi oppure minimizzazione dei costi.
Informativa
Soprattutto mercato mobiliare. È importante un adeguato flusso informativo che viene dato agli
operatori e che può rendere efficiente il mercato. L’informazione si traduce anche in termini di
trasparenza.
Correttezza e trasparenza
Collegato alla tutela dei risparmiatori.
Rilievo diverso degli obiettivi in relazione al canale di intermediazione.
I canali di intermediazione possono essere molto diversi e anche le regole collegate.
Il raggiungimento degli obiettivi è affidato ad un quadro normativo in cui operano le seguenti autorità:
Banche centrali
Organi di vigilanza bancaria
Organi di vigilanza sui mercati finanziari
Organi di vigilanza sulle assicurazioni
Autorità antitrust
Nel canale indiretto l’intervento regolamentare e di controllo risulta più inciso.
Per quanto concerne la funzione creditizia, il risparmio raccolto dal sistema bancario sotto forma di depositi è
definito risparmio inconsapevole, in quanto le unità in surplus finanziario delegano la funzione di valutazione e
selezione degli investimenti alle banche, che si assumono in prima persona il rischio di insolvenza delle unità in
disavanzo finanziario. È evidente quindi che la tutela del risparmio richiede un insieme di regole e controlli volti
ad assicurare una gestione bancaria prudente e professionale, per evitare casi di insolvenza delle banche stesse.
Nel canale diretto la funzione di regolamentazione e di controllo opera lungo tre direttrici:
1) Mercati
2) Intermediari
3) Emittenti
GLI STRUMENTI
Strumenti o controlli ex-ante, volti a prevenire l’insorgere di casi di crisi. Tre tipologie di controlli
1. Regolamentari
2. Informativi
3. Ispettivi
Strumenti o controlli ex-post, volti a:
Limitare l’effetto contagio di crisi di singoli intermediari
Risolvere con interventi ad hoc i singoli casi di crisi
Ridurre l’impatto sui clienti depositanti
Gli strumenti ex-ante
Vigilanza regolamentare
Interviene su aspetti di struttura e operatività degli intermediari per limitarne e monitorarne i rischi.
Emanazione di regolamenti attuativi della legge generale (normativa secondaria):
Controlli strutturali
Incidono sulla morfologia del comparto specifico (condizioni di entrata e di uscita dal mercato,
numero e dimensioni delle imprese operanti)
Controlli all’entrata
Significa vincolare delle banche e degli intermediari e entrare sul mercato. Si tratta di un modo
per ridurre la concorrenza.
Vincoli all’operatività
Un’autorità indica un piano sportelli, ovvero aprire sportelli solo dove conviene aprirli.
Restrizione ad operazioni di tipo straordinario in grado di alterare la struttura del mercato
(fusioni e acquisizioni)
Controlli prudenziali
Norme volte a limitare il rischio complessivo o di specifiche categorie di operazioni o il grado di
concentrazione dei rischi (Accordo di Basilea sulla capital adequacy delle banche)
Adeguatezza del patrimonio: coefficienti patrimoniali. Devono avere adeguato patrimonio
rispetto ai rischi che stanno assumendo.
Adeguatezza della liquidità
Adeguatezza della struttura organizzativa
Controlli di trasparenza e correttezza
Caratteristiche dei rapporti negoziali tra la clientela e l’intermediario; specifica delle condizioni
applicate
Sulle operazioni in titoli per garantire che siano svolte nell’interesse del cliente (prospetti
informativi, norme sul conflitto di interesse…)
Vigilanza informativa/off-site supervision
1. Richieste di invio, anche periodico, di dati, notizie, atti, documenti
2. Richieste di contenuto precettivo, con sanzioni penali ed amministrative
Flussi informativi periodici
Flussi informativi legati a specifiche situazioni, necessità di approfondimento periodici
Ha l’obiettivo di monitorare costantemente l’operatività degli intermediari, soprattutto per quanto riguarda i
rischi che si assumono. Agli intermediari è richiesto l’invio agli organi di vigilanza di flussi informativi periodici
che consentono l’analisi delle diverse situazioni aziendali.
Vigilanza ispettiva/on-site supervision
È molto discrezionale, gli ispettori sono dentro la banca stessa. Potere di svolgere ispezioni e di acquisire in
loco nuove informazioni. È un aspetto importante che viene messa in contrappeso a una vigilanza
previdenziale.
Ispezioni periodiche
Ispezioni non periodiche
ACCORDO DI BASILEA SULL’ADEGUATEZZA PATRIMONIALE DELLE BANCHE
Accordo di Basilea 1 del 1988
Le banche hanno un rischio creditizio, l’importante è mettere un determinato capitale a fronte di
questi attivi. Attenzione al coefficiente di ponderazione dei prestiti
Accordo di Basilea 2 del 2004 in vigore dal 2007
Transizione entro il 2018 verso Basilea 3 (varato nel 2010)
Allo studio Basilea 4
Regolamentazione prudenziale e vigilanza risk based e organizational based
Tre pilastri di Basilea 3:
Capital Adequacy
A fronte dei principali rischi per le banche: di credito, di mercato e operativo
Nozione di patrimonio di vigilanza
Sistemi di rating (standard e interni)
RWA: risk weighted assets, attività ponderate per il rischio
SREP: Supervisory Review and Evaluation Process
ICAAP: Internal capital adeqauacy assessment process
ILAAP: Internal Liquidity adequacy assessment process
Business Model Analysis
Governance e Risk Management Assessment
Market Discipline
PATRIMONIO DI VIGILANZA
Patrimonio di vigilanza suddiviso in fasce che rispecchiano la differente capacità di assorbimento (qualità delle
poste patrimoniali) dei rischi di perdita di valore delle attività.
Gerarchia:
Tier 1
Patrimonio di base composto da:
Common Equity Tier1 o Core Equity Tier1 CET 1, patrimonio di qualità primaria
Tier 1 aggiuntivo, patrimonio di base aggiuntivo composto da strumenti di
patrimonializzazione non compresi nel CET 1 ma che hanno comunque piena capacità di
assorbimento delle perdite going concern.
Tier 2
Patrimonio supplementare gone concern capital a copertura delle perdite in caso di liquidazione
(composto da riserve di valutazione e da strumenti innovativi di capitale ed ibridi)
Patrimoniale minimo totale Tier 1 + Tier 2 = Total Capital Ratio
Rispetto alle attività ponderate per il rischio (Risk Weighted Assetss - RWA)
Tier 1 minimo 6%
Di cui CET 1 minimo 4,5% (Basilea 2 solo il 2%)
Tier 2 massimo 2% Total capital ratio (Tier 1 + Tier 2) = 8% delle RWA
Buffer patrimoniale aggiuntivo minimo, Capital conservation buffer CCB (CET1): 2,5%
TOTAL CAPITAL RATIO 10,5% delle RWA di cui
CET 1 almeno 7% delle RWA (4,5% Tie