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Diritti e condizioni del software

III.qualsiasi modalità; Libertà di migliorare il programma, derivarne nuove versioni e distribuirle pubblicamente.

IV.Una precondizione tecnica è che del software venga messo a disposizione il codice sorgente, vale a dire i file di testo contenenti le istruzioni scritte di solito dal programmatore in un linguaggio di alto livello. Il codice sorgente può essere letto e modificato con relativa facilità da un osservatore umano dotato delle opportune competenze.

Il codice sorgente non è altro che un testo riportante la sequenza di istruzioni che il programma deve eseguire. Tale sequenza di istruzioni viene di solito scritta in un linguaggio gestibile dal programmatore, e successivamente compilata ovvero trasformata da un opportuno programma di conversione in file eseguibile, cioè un file che può essere lanciato dall'utente ed essere eseguito sul computer.

Il file eseguibile si presenta in codice binario e non.

può essere letto facilmente da un occhio umano, né tanto meno modificato: il suo contenuto è opaco, nel senso che possiamo eseguire un programma ma non possiamo sapere esattamente cosa viene eseguito.

Il software libero viene sempre distribuito accompagnato dal proprio codice sorgente, che è liberamente visualizzabile e modificabile. Il software libero si propone come alternativa al software proprietario (Microsoft) oggi ancora maggioritario sui comuni personal computer. Il software proprietario non prevede la diffusione del proprio codice sorgente che anzi viene gelosamente mantenuto segreto. Modificare il funzionamento di un software proprietario è in ogni caso proibito legalmente (reverse engineering, cioè la modifica di un programma agendo direttamente sul file eseguibile è una pratica espressamente proibita dalle licenze che tutelano il software proprietario).

Il software libero presenta numerosi vantaggi che lo fanno sempre più

frequentemente preferire al software proprietario sia da parte dei soggetti privati che da parte delle aziende e delle pubbliche amministrazioni. Il progetto Gnu e l'avvento di Linux.
Il software libero non è affatto un'introduzione recente nella storia dell'informatica. La programmazione nasce infatti in origine con modalità che sono molto simili a quelle che verranno codificate in seguito sotto l'etichetta di software libero. Fino alla metà degli anni '70 lo sviluppo del software avveniva con modalità cooperative: il codice veniva fatto circolare, le procedure ricorrenti venivano condivise in modo da alleviare il lavoro di tutti, le soluzioni originali erano discusse pubblicamente e sottoposte alla revisione collettiva con l'obiettivo di cercare errori o possibili miglioramenti. Il software era considerato una forma di conoscenza scientifica, seguiva quindi i normali processi di produzione della scienza che prevedono il confronto.

Tra pari e la circolazione di dati e informazioni. Emerse quindi una comunità dotata di aspettative, di pratiche e di valori comuni. I membri di questa comunità coniugavano una dedizione quasi religiosa della programmazione con forti istanze cooperative, dove la ricerca di soluzioni software più efficienti e belle, cuore del lavoro, procedeva di pari passo con la sistematica condivisione delle soluzioni individuate. Attraverso queste pratiche di condivisione si ottenne un duplice risultato: un avanzamento più veloce dell'innovazione complessiva, affiancato da un riconoscimento pubblico della bravura dei singoli, in un'ottica propriamente meritocratica.

Con la diffusione della tecnologia informatica la programmazione finisce per alimentare un nuovo settore di mercato. Bill Gates, nel 1976, scrive la sua "lettera agli hobbisti", ovvero a coloro che copiavano illecitamente il suo software, reclamando la fine delle pratiche di sviluppo e

Diffusione libera e collaborativa del software. Se la diffusione dell’informatica richiede un salto di qualità, secondo Gates, è necessario creare una classe di professionisti della programmazione che in quanto tali devono essere pagati per il lavoro che svolgono. Il software, quindi, si acquista come un’auto e non si condivide come un libro. Nasce così l’industria del software.

Alcuni anni più tardi, un altro evento si aggiunge nello sforzo di scrivere la parola fine alle pratiche di condivisione del software: negli anni ’80 i computer delle università e degli enti di ricerca funzionavano con diversi sistemi operativi, molti dei quali riconducibili alla famiglia Unix. Sviluppato negli anni ’60 dai laboratori Bell dell’At&t, era un tipico esempio di software sviluppato secondo logiche collaborative. Nel 1984, però, l’At&t viene accusata di monopolio nella gestione del sistema.

Telefonico e venne smembrata in compagnie minori. La società decise quindi di interrompere la politica di aperta tolleranza sostenuta fino ad allora, avviando la sua commercializzazione e quindi anche Unix venne chiuso. Nella percezione comune il software cessa di essere considerato la cristallizzazione di un percorso collettivo verso la crescita della conoscenza, per divenire piuttosto una merce. In pochi anni si afferma l'idea, innaturale fino ad allora, che il software sia una scatola nera, un prodotto chiuso; all'utente rimane solo la scelta di acquistarlo e usarlo così com'è.

Nel momento in cui il software proprietario diviene la normalità nasce anche l'esigenza di dare un nome all'anomalia. Si comincia quindi a parlare esplicitamente di software libero in contrapposizione a quello proprietario, nasce la Free Software Foundation e prende avvio il progetto Gnu ideato per creare una piattaforma software completa (sistema operativo, applicativi, ecc.).

programmi accessori) totalmente libera. Richard Stallman assume negli anni '90 il ruolo di padre carismatico del software libero e si dedica, dal 1984, interamente al progetto Gnu. Il progetto Gnu nasce per dare al mondo una piattaforma informatica simile a Unix dal punto di vista dell'implementazione, ma diversa da Unix per quanto riguarda le regole per il suo utilizzo. Stallman riesce in pochi anni a ottenere un buon assortimento di programmi e, all'inizio degli anni '90 il progetto sembra essere quasi completo, ad eccezione del kernel, ovvero il nucleo del sistema operativo, il nocciolo del software a cui tutti i programmi applicativi fanno riferimento. Nel 1991 Linus Torvalds, studente finlandese, presentò alla comunità hacker una prima versione del suo kernel: Linux. Il kernel proposto completò il lavoro iniziato da Stallman e consentì a Gnu (Gnu/Linux) di trasformarsi in un prodotto di massa, amichevole e semplice da utilizzare, in grado di

Porsi in diretta concorrenza con il sistema operativo più comune sui personal computer: Microsoft Windows. Dopo diversi anni di vita underground, oggi la piattaforma Gnu/Linux è scelta da un'eterogenea tipologia di utenti. È molto difficile ottenere stime quantitative in quanto gli utilizzatori non lasciano traccia della propria scelta, ma si può ricorrere ai dati derivanti dal riconoscimento del sistema operativo dichiarato dal client al server durante la navigazione web: nel 2007 Gnu/Linux era usato dall'1,13% del totale dei sistemi operativi contro il 95,52% di Windows; nel 2009 le stime sono 2,13% contro 88,77%.

Copyright e copyleft, diritti e rovesci. Nel progetto Gnu è implicita una critica all'uso corrente degli strumenti di tutela della proprietà intellettuale. Tuttavia, contrariamente a ciò che molti pensano, il progetto Gnu e tutto il movimento del software libero che ne è scaturito non rigettano affatto il copyright,

mane fanno un uso particolare. lOMoAR cPSD| 7389389

La Free Software Foundation ha deciso fin dal principio di non rinunciare ai diritti derivanti dal proprio software, bensì di proteggere la sua libertà attraverso un suo rovesciato della comune legge di copyright.

Il software libero non è quindi privo di copyright: il suo utilizzo è disciplinato da un'apposita licenza chiamata Gnu/Gpl (General Public License) scritta da Stallman nel 1989, che si basa sull'istituto giuridico del diritto d'autore e disciplina gli usi che l'utente può fare del software.

La licenza stabilisce che l'utente ha il diritto di esercitare le quattro libertà fondamentali del software libero illustrate nelle pagine precedenti: la libertà di eseguire, studiare, copiare e modificare il software a proprio piacimento.

La licenza impone che le quattro libertà siano vincolate dall'obbligo, per chi modifica un programma libero ottenendone

versioni derivate, che anche queste ultime siano necessariamente distribuite con le medesime libertà. Alla licenza Gnu/Gpl viene associata una natura virale: qualunque software derivato da un programma protetto dalla Gnu/Gpl, o che include un programma protetto dalla Gnu/Gpl, deve a sua volta essere rilasciato sotto la stessa licenza, garantendo ai suoi utenti le solite quattro libertà fondamentali. Anziché utilizzare il copyright per limitare il diritto di copia, lo si usa per garantire a chiunque tale diritto e per impedire che qualcuno possa limitarlo in futuro. Se gli autori di software libero rinunciassero semplicemente ai propri diritti e rilasciassero il software al pubblico dominio, questo potrebbe essere utilizzato per la creazione di programmi proprietari, cosa che la Free Software Foundation intende combattere in tutti i modi. Tale uso rovesciato del copyright è indicato con il concetto di copyleft (esempio di hackeraggio giuridico?). Se il software libero

protetto dalla Gnu/Gpl non deve essere confuso con il software privo di copyright di pubblico dominio, esso non deve neanche essere confuso con altre due categorie di programmi informatici: il software freeware e il software shareware.

Il primo è semplicemente un software gratuito che non garantisce nessuna delle quattro libertà fondamentali del software libre, del tutto simile al software proprietario con la differenza di essere gratis.

La seconda è un tipo di software gratis la cui sua gratuità viene concessa solo per un determinato periodo di tempo concluso il quale il software smette di funzionare.

Esistono altre licenze, alcune sviluppate dalla stessa Free Software Foundation, non tutte compatibili tra loro e con clausole più o meno restrittive circa la possibilità di utilizzare insieme software libero e software non libero. Le licenze che tutelano il software libero sono licenze giuridicamente corrette, valide a tutti gli effetti.

Nei loro termini

testo. Questo significa che l'utente ha il diritto di utilizzare, copiare e modificare il testo come desidera, senza restrizioni. Tuttavia, è importante ricordare che il diritto all'uso, alla copia e alla modifica del testo non significa che l'utente possa fare qualsiasi cosa con esso. Ci sono alcune limitazioni e responsabilità che l'utente deve rispettare. Ad esempio, se l'utente utilizza il testo per scopi commerciali, potrebbe essere necessario ottenere il permesso dell'autore o pagare una licenza. Inoltre, l'utente potrebbe essere responsabile per eventuali violazioni del diritto d'autore o diffamazione se utilizza il testo in modo inappropriato. In conclusione, il diritto dell'utente al libero uso, copia e modifica del testo è un principio importante, ma è necessario agire in modo responsabile e rispettare le leggi sul diritto d'autore e altre normative applicabili.
Dettagli
Publisher
A.A. 2002-2003
57 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MaryUniTn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di informatica giuridica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Paccagnella Luciano.