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SCRITTI TEATRALI
Oggi la freschezza delle opere classiche viene perduta, lo stile più tradizionale di regia semplifica le cose ai registi, attori
e pubblico, ma porta noiosità che i classici non avevano e quindi devono essere cercati effetti nuovi. Il rinnovamento è la
risposta alla routine, ma è sbagliata perché è necessario porre in risalto un contenuto ideale. La grandezza dei
rinnovamenti consiste nella grandezza umana, solo che con il tempo è diventata squallore. Altre scene furono tagliate
perché si credeva che eroe potesse compiere solo gesta eroiche.
Lo scritto denunciava un sintomo di decadenza della produzione contemporanea che aveva reso il teatro un ra mo del
commercio borghese di stupefacenti. In più ripudiava il culto del bello che andava di pari passo con l’avversione ad
apprendere e disprezzo dell’utile. Durante il nazismo si accumulano le innovazioni teoriche, ma mancava la possibilità
di sperimentare. Teatro deve ricreare e non si nobiliterebbe se fosse un mercato della morale. Non deve avere
giustificazioni, anche l’effetto della catarsi aristotelica avveniva in modo divertente, ma anche con scopo di divertire
divertimenti diversi in epoche diverse e situazioni cambiavano in base a questa inesattezza e inverosimiglianza non
disturbavano, perché erano coerenti. Le incongruenze rendono il teatro meno godibile e forse questo è il motivo per cui
nonostante le forme di convivenza siano simili i nostri teatri non danno lo stesso godimento. Nell’Ottocento nacque lo
studio della società così la scienza e l’arte per facilitare la vita umana. Il teatro deve associarsi a colo che operano grandi
rivoluzioni nella società e deve produrre immagini efficaci della realtà, mentre gli spettatori vogliono scambiare il loro
mondo contradditorio con uno armoniosi. I personaggi devono agire secondo forze sociali odierne per poter essere
efficaci. L’effetto di straniamento lascia riconoscere l’oggetto, ma lo fa apparire estraneo, infatti gli antichi lo
straniavano con uso di maschere, quindi di rinunciava all’immedesimazione. L’attore non deve immedesimarsi, ma
mostrare il suo personaggio e quindi il suo agire. L’immedesimazione darà solo un metodo di osservazione da usare
esclusivamente nelle prove. La dialettica materialistica fa concepire società nel suo moto e condizioni sociali diventano
processi che vengono osservati nello loro contraddittorietà. L’arte deve essere “apartitica”, ovvero dalla parte dominante
della popolazione. Il pubblico deve essere sorpreso e non deve esserci un attore che primeggia sugli altri facendosi
servire da questi. L’ambito gestuale è l’atteggiarsi del corpo, della voce ed espressione del viso, sono però complicate e
contradittorie. Tutto insieme di processi gestuali, comunicazione che portano al godimento del pubblico e fanno parte
della vicenda. Gli avvenimenti non devono susseguirsi, così da permettere un giudizio del pubblico, per scegliere cosa
straniare dipende dalla vicenda. Il canto deve favorire lo straniamento staccandosi nettamente dalla vicenda, che non
deve essere schiava alla recitazione ma al pari e può limitarsi ad arricchire, ma anche commentare. Anche la coreografia
ha un ruolo importante per aiutare la rappresentazione degli uomini nella realtà.
L’opera Madre Courage è ambientata durante la Guerra dei Trent’Anni (1618-1648), il primo conflitto che vide l’Europa
impegnata in un contesto mondiale, nato da motivi religiosi (cristiani vs protestanti) ma poi si rivela essere uno sco ntro
tra stati asburgici e Francia per il controllo europeo. Ovviamente Brecht cerca comunque un dialogo con la situazione
contemporanea, per esempio risulta chiara l’ammonizione che fa verso i paesi nordici neutrali. La figura di Madre
Courage vive in contraddizione di essere sia madre che affarista senza scrupoli che lotta per la sua sopravvivenza. Con il
procedere dell’opera la donna perde la sua umanità che di tanto in tanto le strappa parole di disgusto sulla guerra
ribaltamento degli ideali e religione e lo sbeffeggiamento delle virtù. La sua figura rimane statica e senza cambiamenti e
cerca anche di allontanare da sé la colpa della morte dei figli mentre è intenta a badare ai suoi affari. Questo è dovuto ad
una lezione storica che si oppone all’ottimismo, mettendo invece in primo piano la disumanità. Brecht è stato molto
moderno perché come si è visto in seguito alle catastrofi, gli esseri umani non hanno imparato niente di importante
non vuole dare una lezione a Madre Courage ma agli spettatori. Le canzoni all’interno dell’opera servono a commentare
i fatti e interrompono l’azione, creando un effetto di straniamento e stimolando una riflessione nello spettatore. La
melodia delle canzoni non prevarica il testo ma è molto simile a duna ballata, le parole non indicano una retrospezione
del personaggio come nell’opera lirica, anzi sono un proseguimento del racconto. Madre Courage è indifferente di fronte
al dolore come molti contemporanei lo erano davanti alla tragedia collettiva dei giovani uccisi, tra i personaggi solo
Kattrin si ribella.
(Scena II) – Rapporto padrone-servo tra comandante e cuoco, che non riesce a soddisfare le fauci affamate di un
comandante onnivoro. Quando il comandante dice ad Eilif “In te nascosto c'è un giovane Cesare” dimostra l'adulazione
del cesarismo da parte dell'impero germanico, non per nulla Hitler si farà chiamare Kaiser, cioè Cesare in lingua tedesca.
Battuta “dev'essere un pessimo comandante… perché...” è una considerazione sottilissima dove si può nuovamente
trovare un paragone tra guerra e teatro (comandante=regista; soldati=attori). E continua anche nella battuta seguente, gli
stessi temi di prima sono bene o male il filo conduttore di tutta la scena.
(Scena III) – l'arrivo di Yvette, la prostituta di guerra, mette in evidenza due oggetti scenici: cappello e scarpe rosse →
ora il colore rosso con una donna è associato alla violenza sulle donne, quindi non potrebbe più essere usato questo
colore. Inoltre durante la scena avviene una discussione tra cappellano e cuoco, che parlano della Guerra dei Trent'anni
come una guerra di religione, ma in verità questo era solo un pretesto per una questione di dominio territoriale.
(Scena IV) – tema della scena è la polemica e l'ira del giovane soldato, stanco della guerra e delle sue conseguenze,
calmato dal soldato anziano. Madre Courage fa la predica quindi non solo ai suoi figli, al cuoco e al cappellano ma a
tutti i soldati in generale.
Alla prima rappresentazione di Madre Courage a Zurigo, vengono aggiunte nella scena XII due battute che ribadiscono
il carattere puramente mercantile della guerra: “coltello lungo per tagliare una fetta di torta dal tavolo della guerra” (
necessaria distanza ma anche difficoltà di ottenere una fetta) + “dalle catastrofi non si impara niente”.
Nel 1948 tornò a Berlino e con Erich Engels rimise in scena Madre Courage e nel frattempo aveva precisato la sua
teoria del teatro epico e fu migliorata anche la tecnica dello straniamento. La prima edizione italiana è del 1969 e fu fatta
al Teatro Stabile di Genova con la regia di Luigi Squarzina. A Genova c’era una scritturazione duratura degli attori ed
erano molto coesi. Nel 2006 Madre Courage fu fatta da Maddalena Crippa come protagonista, diretta da Robert Carsen,
al piccolo di Milano. Fu fatta anche alla Pergola dove Cristina Pezzoli la fece riscrivere dal drammaturgo Antonio
Tarantino dove Isa Danieli era il protagonista. Il palcoscenico con pendenza accentuata della Pergola è simile al campo
di battaglia mentre lo stile di canto è uguale a quella degli scioperanti moderni.
BRECHT STANISLAVSKIJ
Nasce in Germania Nasce in Russia
Più giovane di una generazione Si forma nel periodo di
Più anziano di una generazione
guerra e del nazismo Immedesimazione: capacità di calarsi nel personaggio tramite
Straniamento: allontanarsi dalla realtà situazioni vissute o con uso della fantasia ed empatia
Teatro epico, racconta molte delle sue situazioni di vita e si Ha regia indipendente da un’istanza politica nonostante sia forte
avvicina ad un’istanza politica il regime comunista
Recitazione essenziale con ricorso alla musica per spezzare la Cerca di istruire i suoi attori e si dedicherà all’insegnamento
linearità del racconto e prenderne distanza con lo straniamento, impartendo un metodo di studio
inoltre le canzoni servivano a rimarcare soggetti già espresso
Eduardo de Filippo veniva da una grande famiglia di attori e drammaturghi soprattutto residui della
commedia dell'arte napoletana, insieme a Carmelo Bene è uno dei grandi uomini di teatro del Novecento. Lavorò
all'inizio della sua carriera con la compagnia di Vincenzo Scarpetta. È famoso per aver reso il teatro in dialetto
napoletano un genere teatrale rinomato, tale da essere portato all'estero. Fu un artista a tutto campo visto che fu sia
attore, che autore, che regista, che drammaturgo che direttore di compagnia. Nacque come secondo figlio nella triade dei
De Filippo, con la sorella Annunziata detta “Titina”, attrice e autrice, e suo fratello Peppino, attore cinematografico. I
genitori erano Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale della compagnia NB
Scarpetta, Luisa De Filippo. Eduardo Scarpetta fu colui che rinnovò la Il Teatro di San Carlo fu inaugurato nel 1737 come teatro
massimo rispetto alle altre corti europee. Di fronte a
tradizione della maschera di Pulcinella, soprattutto in quei teatri a cui la questo teatro lirico, c'era il Teatro di San Carlino dove
maschera era “affezionata”, in particolar modo nel Teatro di San Carlino. prosperava la maschera di Pulcinella dando ben tre
Eduardo Scarpetta rivoluziona la maschera dando vita a Felice spettacoli al giorno, rubando il pubblico anche agli altri
Sciosciammocca, che rappresenta il giovane bellimbusto della famiglia teatri.
borghese, ricco, disadattato, spesso con un difetto di pronuncia, si muove a scatti usando rigidamente gli arti, fa il
signorino da bene ma in realtà è un completo idiota. In più Scarpetta reinventa la drammaturgia, traducendo del
materiale francese in dialetto napoletano e innestando quel tipo di comicità su quella napoletana → tradizione
innovativa. È anche quindi l'autore di molte pièces teatrali originali, una delle più famosi è Miseria e Nobiltà, presentata
per la prima volta nel 1888 raccogliendo un immediato successo (trama: due famiglie povere, una di fotografi e una di
scrivani, costretti a vivere insieme ma non si sopportano e aspettano incessantemente il cibo; la ragazza riesce a far
innamorare il figlio di un ricco salumiere e per co