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Oltre al funzionamento della mente come normalmente dovrebbe funzionare, vi è il funzionamento
della mente di quel particolare soggetto.
Scatta allora il momento introspettivo, autoanalitico, mirato all’autoconsapevolezza.
“Cosa ho pensato quando è successo x, y, z ?”, “come ho fatto a ricordarmi z, y, z in quelle
circostanze ? Come mai non mi è riuscita la stessa cosa in quella determinata circostanza ?”
Conduce idealmente ad un bilancio fra i punti di forza e di debolezza delle varie prestazioni.
Se l’alunno, mentre risolve un problema formula ad alta voce quel che pensa (“protocolli ad alta voce”)
e questo monologo viene registrato, sarà molto istruttivo riascoltare le proprie valutazioni, ipotesi e
decisioni, come anche quelle di altri alunni, per constatare punti comuni e variabilità interindividuale.
Fondamentale il ruolo del feedback sociale che l’adulto può fornire sulle prestazioni del soggetto, come
informazione di ritorno (rinforzo di tipo “informativo”, con terminologia comportamentista)
= Base continua di conferme psicologiche anche a livelli bassi di prestazione, come persona che si
trova entro un percorso di apprendimento e può ambire a migliorarsi.
3° livello: uso generalizzato di strategie di autoregolazione cognitiva
Qui è l’alunno che dirige consapevolmente se stesso e controlla lo svolgersi dei propri processi
cognitivi. Ciò comporta:
- Il fissarsi un obiettivo di funzionalità ottimale del processo stesso (risultato e modalità di
realizzazione) darsi istruzioni, suggerimenti, trucchi per svolgere concretamente le operazioni tipiche
del processo ;
- Osservare l’andamento del processo, raccogliendo i risultati e cercando di renderli disponibili per una
successiva valutazione: responsabilizzarsi del proprio rendimento, “creare il proprio Portfolio”.
- Confrontare i dati prodotti con gli obiettivi e gli standard fissati e autovalutarsi.
Una delle novità significative dell’approccio MC: cercare di far “uscire allo scoperto” i processi di
autoregolazione, rendendoli consapevoli nel loro svolgimento. Insegnare modalità sempre più attive ed
efficaci di controllo dei propri processi.
4° livello : le variabili psicologiche “sottostanti”.
Locus of control: L’allievo con un locus distorto, eccessivamente proiettato su fattori esterni,
Con deresponsabilizzazione personale, in genere assume un atteggiamento passivo, ritenendo di non
potercela fare “Perché tanto non dipende da me”.
Stile di attribuzione: Esistono dei “training di modificazione delle attribuzioni” che riorganizzano il
sistema di credenze e rappresentazioni dell’alunno.
Senso di autoefficacia: Essenziale una programmazione didattica “basata sul successo”, per garantire
all’alunno esperienze vere di efficacia.
Alunni con difficoltà di apprendimento hanno spesso un senso pervasivo di impotenza e quindi danno
segni di depressione.
L’intervento più appropriato sarà allora quello di ridare al soggetto un senso di controllo positivo,
discutendo il rapporto fra la propria attività personale, gli effetti prodotti. In alcuni casi bisogna
“attaccare” alcune convinzioni molto resistenti , in quanto radicate nella personalità.