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Stili di pensiero e istruzione
È opportuno che ad ogni studente vengano presentate opportunità di sviluppare la flessibilità e versatilità necessarie a imparare a servirsi sia del proprio stile preferenziale nei contesti appropriati e di uno stile opposto laddove la situazione o il compito lo richiedano.
Gli insegnanti devono adottare più metodi di istruzione, presentando i contenuti attraverso vari percorsi. Una metafora della stanza in cui entrare, Gardner nel 1991 propone la che dispone almeno di 5 porte da sfruttare al massimo:
- Approccio narrativo: presento il contenuto utilizzando il codice linguistico e lo stile della narrazione (se voglio presentare un contenuto di matematica, posso ideare uno storyboard, creando una narrazione);
- Approccio estetico: si sfrutta il canale sensoriale. Il contenuto viene affrontato secondo criteri di ordine sensoriale (produzione di artefatti ad esempio);
- Approccio logico-quantitativo: il concetto viene trattato attraverso
conto - quanto ci potremmo avvicinare al successo (risultato positivo o negativo di un'attività svolta)
Strumenti messi in atto dall'individuo per raggiungere i suoi obiettivi. L'accezione di strumento non è solo materiale, ma si intende l'insieme di modalità/strategie con cui l'individuo pianifica, organizza, controlla e valuta il proprio comportamento finalizzato ad uno scopo. Questi 4 momenti sono i momenti caratteristici dell'autovalutazione.
Da un punto di vista motivazionale, quindi, serve monitorare passo passo le nostre fasi di esecuzione del compito.
Origini del termine Motivazione (moveo: qualcosa che ci muove da dentro che ci spinge all'azione): ci hanno parlato per primi di motivazione i comportamentisti. Il rinforzo giocava un ruolo fondamentale per la risposta che il soggetto avrebbe dato (per loro la motivazione e l'apprendimento sono connessi). È proprio la ricerca della sua soddisfazione che spinge
L'organismo a far qualcosa; viene attivato il comportamento che, se corretto, viene rinforzato (il rinforzo consolida la risposta dell'organismo). Di conseguenza la risposta viene appresa.
HULL ci parla di bisogni (need) nel 1943: un organismo agisce per ridurre dei bisogni primari che generano le pulsioni, che lui definisce "drive". Le pulsioni sono dei desideri che emergono da stati di bisogno dell'organismo con funzione di attivare un comportamento.
Le pulsioni possono essere:
- Primarie: associate agli stati di bisogno dell'organismo, ossia quelle che emergono dai bisogni come fame, sete. Quando la pulsione primaria viene soddisfatta la risposta (il cibo) agisce da rinforzo;
- Secondarie: apprese per condizionamento ambientale. Ad esempio, l'emozione della paura: spesso i bambini apprendono ad avere paura sia di cose tangibili sia di ciò di cui la mamma ha paura.
HULL e SKINNER concettualizzano in modo diverso il rinforzo:
SKINNER attraverso l'uso ben calibrato dei rinforzi.
Possiamo modellare nell'allievo infiniti comportamenti motivati. Skinner non ipotizza nessun bisogno alla base del processo di apprendimento e centra tutta la sua riflessione sul rinforzo. Per Skinner insegnare è un uso calibrato di rinforzi: l'insegnante predispone un ambiente adeguatamente rinforzante; l'allievo motivato è quello a cui un sapiente dosaggio del rinforzo consente di mantenersi sempre pronto a imparare; HULL ci parla di bisogni che scatenano l'azione che se rinforzato diventerà appreso (differenza tra rinforzo negativo e punizione).
Le ragioni dell'apprendere
DWECK Più di recente abbiamo DWECK, 1986 TEORIA DEGLI OBIETTIVI DI RIUSCITA: questo approccio collega la motivazione allo scopo verso il quale il nostro comportamento è orientato. Se "obiettivo" consiste spesso comunemente nel risultato finale; in questa teoria riguarda "ciò che mi spinge ad andare verso quello scopo".
Il termine "Perché?" coincide con il termine "Perché?". Gli obiettivi stanno sopra ai risultati concreti che ottengo. Questa teoria, chiamata anche "achievement goal", indica una generale tendenza all'autorealizzazione. "Qual è la ragione interna di un comportamento?". Gli individui sono condotti nelle loro azioni da due tipi di obiettivi:
- Di PADRONANZA: persone motivate a fare sempre meglio quel determinato compito, motivati dal fatto di diventare sempre più esperti a svolgere quel determinato compito. Si può definire questo orientamento come "Centrato sul compito": imparare a fare sempre meglio ciò che si fa. Ad esempio, un allievo centrato sulla produzione del testo perché motivato a imparare a scrivere sempre meglio.
- Di PRESTAZIONE: individui che vogliono dimostrare la loro capacità, motivati dal riconoscimento che queste capacità hanno negli altri, vogliono ottenere il successo, evitando l'insuccesso.
Questi studenti sono motivati dalle aspettative sociali. Es. l'allievo si applica non perché gli interessa il compito in sé, ma per avere una lode e un riconoscimento.
Successivamente c'è ELIOT che precisa: quando parliamo di orientamento della prestazione, nella teoria della Dweck manca la distinzione nella motivazione della componente di approccio/avvicinamento da quella di evitamento.
Eliot lo fa e divide:
- Orientamento di APPROCCIO (approach) individui vogliono dimostrare il loro successo: l'importante è riuscire;
- Orientamento di EVITAMENTO (avoidance) l'importante è evitare l'insuccesso, evitare cioè di mostrare la propria incapacità (evitare una brutta figura per non essere umiliati).
Per cui abbiamo una nuova suddivisione tra:
- Obiettivi di padronanza
- Di approccio di prestazione
- Di evitamento della prestazione
Obiettivi di riuscita e struttura di obiettivo
Il contesto classe può promuovere l'adozione da
parte degli studenti di obiettivi diriuscita MA dobbiamo fare la differenza tra:Obiettivi di riuscita
Struttura di obiettivo: riguarda l'insieme di messaggi più o meno espliciti circa gli obiettivi dominanti in una classe o scuola, che possono influenzare gli obiettivi personali degli individui
Obiettivi di riuscita ed emozioni
Il contesto interpersonale in cui il bambino cresce dà luogo ad una molteplicità di esperienze che caratterizzano anche da un p.d.v emotivo la realtà scolastica. La ricerca si è concentrata su ansia di prestazione correlata all'esecuzione del compito e sulla teoria delle attribuzioni. Dobbiamo prima chiarire la definizione di:
TRATTI: modalità tendenzialmente stabili di funzionamento emotivo (cfr. tratti di personalità: modalità tipica che ci caratterizza)
STATI hanno una durata più breve/definita e sono suddivisi in:
UMORI (moods): di lunga durata e rivolta non ha un particolare referente (mi
sonoalzato con il piede storto);
EMOZIONI: caratterizzata da brevi episodi intensi che sorgono in risposta a un preciso evento.!!
EMOZIONI ACCADEMICHE: Sono 4 emozioni che emergono in base alla valenza positiva o negativa e il grado di attivazione (ossia l'organismo si attiva o si rilassa). I loro effetti sull'apprendimento e il rendimento scolastico sono mediati da meccanismi cognitivi e motivazionali.
Le emozioni accademiche sono:
- attivazione positiva: gioia, orgoglio, speranza, appassionarsi ad una tematica (alto livello di attivazione)
- attivazione negativa (l'organismo si attiva ma con emozioni negative): ansia
- de-attivazione positiva: stato di relax (basso livello di attivazione ma sensazioni positive)
- de-attivazione negativa: vergogna, noia
Come interagiscono tra loro umori, obiettivi ed emozioni? MODELLO BIDIREZIONALE: l'umore di base influenza la percezione degli obiettivi della classe e tale percezione influenza l'adozione di obiettivi. Es. ho a che fare con un
bimbo depresso che percepirà gli obiettivi di classe come qualcosa di inarrivabile e questo è dovuto al suo disturbo dell'umore. Ciò influenza a costruire un ambiente di classe accogliente e positivo. L'adozione degli obiettivi influenza anche le emozioni che provo ad esempio nel raggiungere gli obiettivi. Le ricerche hanno distinto tra obiettivi di padronanza (lo studente si sente contento e soddisfatto al di là del voto. Orientamento da consigliare) e obiettivi di prestazione (lo studente tende a essere triste se si vede superato dai compagni e in generale è ansioso relativamente al risultato).La motivazione intrinseca (definizione di Deci e Ryan)
Intrinsecamente motivato = un comportamento attivato e sostenuto dallo spontaneo senso di soddisfazione che si prova quando ci impegniamo di nostra iniziativa in un'attività che ci piace e in cui ci sentiamo competenti (non sono gli obiettivi di padronanza). Qua mi piace proprio ciò
che faccio, è intrinsecamente motivante. Riguarda uno spontaneo senso di soddisfazione dato dal fatto di cimentarsi in quellastessa attività. Estrinsecamente motivato = un comportamento intrapreso per ottenere un qualchepremio o per evitare una conseguenza negativa (abbiamo bisogno di una certificazione linguistica perché questo mi permette di essere avvantaggiato nel lavoro, non perché mi interessi la lingua). Teoria dell'autodeterminazione (Deci e Ryan) Si parte da questa constatazione: l'essere umano è un organismo attivo tendenzialmente alla ricerca di realizzare le proprie capacità. Possiamo intendere questa teoria come la teorizzazione organica della motivazione intrinseca. Questa tendenza riguarda una tendenza innata a sviluppare un senso del sé unitario e integrato che può essere favorita.