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L'insegnante tra sapere, saper fare e saper essere
L'insegnante e le dinamiche interattive in classe
È importante considerare la classe come un sistema complesso, ovvero una totalità, che è qualcosa in più delle singole parti.
Le interazioni in classe sono regolate da 3 principi fondamentali:
- L'interdipendenza tra i membri del sistema: si influenzano a vicenda grazie a segnali verbali e non verbali. La relazione che un insegnante ha con un alunno influenza anche gli altri alunni, il comportamento dell'insegnante influenza l'alunno e viceversa. Quindi insegnante ed alunni si influenzano a vicenda grazie a segnali verbali e non verbali (ad es. postura o espressione del volto). Ad esempio, durante la lezione un allievo risulta distratto, possono esserci vari fattori o motivi per cui l'alunno è distratto che dipendono dall'insegnante stesso, dagli altri studenti o dall'alunno distratto.
- L'evoluzione del
sistema classe: tendenza al cambiamento ed alla stabilità (la classe evolve quando oltre a conoscere e aderire alle routine è in grado di introdurre elementi di cambiamento; il sistema classe si evolve in senso adattivo e positivo quando ad es. l’insegnante si accorge che uno o più studenti della classe si stanno distraendo e di conseguenza può effettuare un cambiamento nella lezione che sta conducendo, mentre il sistema avrà un’evoluzione disfunzionale se l’insegnante ignora il fatto che i ragazzi si distraggono.
Ogni interazione si realizza grazie a un processo triadico ovvero ogni relazione che l’insegnante fa con un alunno viene osservata e diviene fattore di influenza sugli altri = presenza sulla scena interattiva del “terzo attore”; ciò accade perché può trasmettere conoscenze così come modelli.
Lo stile interattivo dell’insegnante, non è da vedere come caratteristica statica
Dell'individuo che lo contraddistingue, ma è qualcosa che risente delle dinamiche del sistema e quindi si va a co-costruire tra insegnante ed alunni man mano che le relazioni vanno avanti.
Gli stili interattivi degli insegnanti
Secondo l'approccio comunicativo sistemico di Watzlawick et altri (1971) ogni atto comunicativo veicola un doppio messaggio:
- Il contenuto: argomenti e conoscenze trasmesse o discusse (cosa sto dicendo)
- La relazione: posizione che l'individuo occupa rispetto agli altri nella comunicazione (come lo sto dicendo)
All'approccio comunicativo sistemico è stato applicato il modello comunicativo di Leary (1957) che ha come scopo il misurare gli stili interattivi degli studenti sulla base di 2 dimensioni:
- L'influenza che l'adulto può esercitare, sul continuum tra dominanza e sottomissione
- La prossimità, sul continuum tra cooperazione e opposizione
Il modello di Leary va a caratterizzare il questionario QTI
– Questionnaire of Teacher Interaction di Wubbels et al. (2005, 2006) validato da Molinari, Speltini e Passini, 2013.
Questo questionario misura il punto di vista degli studenti riguardo alle interazioni che gli insegnanti hanno: poiché nell’interazione è importante non solo ciò che comunico ma come lo comunico, è importante analizzare la valutazione da parte degli studenti degli insegnanti rispetto a 8 diverse modalità interattive (risultanti dall’intreccio tra le dimensioni di influenza e prossimità):
Dall’immagine possiamo vedere il diametro verticale dominanza – sottomissione e diametro orizzontale opposizione – cooperazione. Dall’intreccio sono state ricavate 8 diverse modalità interattive degli insegnanti:
- Direttività: sicuri, capaci di guidare gli studenti, di spiegare chiaramente
- Amichevolezza: interessati agli studenti, sanno scherzare, creano un clima disteso
- Comprensione: pazienti, pronti a
spiegare più volte
Lassismo: si lasciano influenzare dagli studenti, sono clementi nelle valutazioni
Insicurezza: sono indecisi, non sanno come comportarsi
Insoddisfazione: umiliano gli studenti, minacciano punizioni
Ammonizione: si arrabbiano facilmente e senza motivo
Severità: sono esigenti e rigidi nelle valutazioni
Nel contesto statunitense l'applicazione di questo questionario QTI ha rilevato che:
Più gli insegnanti hanno uno stile centrato sull'esercizio di un alto grado di influenza e un grado medio-basso di prossimità più gli studenti ottengono risultati migliori
Più gli insegnanti presentano alti indici di cooperazione e sottomissione più gli studenti presentano risultati piuttosto scarsi
Gli stili interattivi degli insegnanti sembrerebbero cambiare con la loro età professionale: nei primi anni di carriera le pratiche degli insegnanti sono scarsamente dominanti e altamente cooperativi; dopo 10 anni di esperienza, aumenta
La dominanza e si riduce la sottomissione. Nel contesto italiano dall'applicazione di questo questionario QTI sono emersi tre diversi profili di insegnanti:
Insegnante cooperativo: comprensivo, amichevole ma anche guida e maestro (polo cooperazione). Il clima è improntato alla fiducia e alla serietà dell'impegno.
Insegnante oppositivo: irascibile, ha scontri diretti, insoddisfatto, sospettoso, considera gli studenti incompetenti. Il clima è triste, di squalifica e di svalutazione non solo riguardo alle prestazioni ma anche alle persone (polo opposizione).
Insegnante sottomesso: insicuro, non sa cosa fare, cosa insegnare e come comportarsi in classe, certa dose di lassismo; il clima è caotico e difficilmente controllabile.
Altri risultati: Perché in Italia si sono avuti risultati diversi da quelli statunitensi? Perché diversamente dai colleghi statunitensi, gli studenti italiani valorizzano una relazione basata sulla cooperazione.
Sull'importanza della vicinanza con il professore. È il docente cooperativo che viene considerato giusto dagli studenti e che si comporta riconoscendo gli sforzi e i bisogni individuali; ciò aumenta la motivazione degli studenti a studiare le materie di quel tipo di insegnante. È considerato ingiusto il docente che si pone in maniera oppositiva verso gli studenti, opposizione che viene attribuita da parte degli studenti ad una generale insoddisfazione, non solo relativa alle questioni scolastiche. È considerato ingiusto l'insegnante che "lascia fare", con cui possono copiare, che non chiede grandi sforzi di solito; ciò contribuisce a ridurre la motivazione a studiare la sua materia.
Applicazione del modello degli stili genitoriali di Baumrind (1968) all'interazione insegnante-studente. Avviene un intreccio tra struttura e sostegno:
Struttura: il grado in cui un insegnante sa proporre regole e aspettative chiare che funzionino da impalcatura e guida.
sicura per gli apprendimenti
Sostegno: riconoscere i bisogni psicologici fondamentali e valorizzare i punti di forza dell'allievo
Dall'applicazione del modello degli stili genitoriali di Baumrind all'interazione insegnante-studente, sono emersi 3 stili di insegnante:
- Autoritario: l'insegnante che esercita la sua attività senza accompagnarla con l'ascolto delle esigenze espresse dagli allievi (es. prevale l'esigenza di fare procedere le attività così come erano state programmate piuttosto che riconoscere e legittimare gli allievi; ignora i messaggi verbali e non degli studenti).
- Permissivo: l'insegnante che non controlla ciò che accade in classe e non definisce regole chiare di condotta (es. mentre interroga non si preoccupa di avere il silenzio degli altri).
- Autorevole: l'insegnante che fornisce regole chiare e sostiene le richieste conoscitive ed emotive e i bisogni di autonomia e connessione; la struttura
è negoziata e il sostegno avviene entro cornici interattive ben definite.
N.B. lo stile va inteso come azione situata nel tempo e nello spazio di uno scambio interattivo olezione e non come caratteristica individuale del docente:
- fondamentale è la capacità del docente di essere flessibile alle situazioni del qui ed ora che risultano in classe;
- il «giusto» equilibrio di struttura e sostegno non è uguale per ogni situazione, ma deve essere regolato in base alle esigenze del contesto interattivo e della classe.
Applicazione del modello della buona genitorialità di Schofield e Beek (2013) all’interazione insegnante-studente
4 dimensioni riassumono la qualità dell’interazione in classe:
- La disponibilità: segnala allo studente che può affidarsi a lui ed alla sua capacità di comprendere; comunicare all’allievo che le sue competenze verranno riconosciute; infondere ai propri allievi fiducia in se
stessi e negli altri. Verrà così soddisfatto il bisogno di sicurezza dell'allievo che, generalizzato, diventerà più fiducioso nelle sue possibilità
La sensibilità: entra in sintonia con i sentimenti e i pensieri degli alunni, li aiuta a fronteggiare le emozioni negative senza che queste prendano il sopravvento, fornendo loro contenimento e sostegno.
L'accettazione: accetta i propri allievi come persone, con i loro aspetti positivi e negativi, apprezza i loro progressi, valorizza le identità culturali (in generale le differenze). Ciò facendo aiuta a costruire autostima e autoefficacia.
La cooperazione: ognuno fa un passo verso l'altro per raggiungere gli obiettivi prefissati; l'alunno viene considerato un individuo autonomo e responsabile con cui costruire un'alleanza basata sulla negoziazione.
Perché potrebbe valere anche sull'insegnante l'utilizzo di modelli funzionali a leggere
lo stile, le relazioni che il genitore ha con il proprio figlio? Gli alunni non sono figli degli insegnanti e gli insegnanti non sono genitori ma professionisti, per cui perché c'è questa somiglianza? Gli insegnanti hanno una funzione genitoriale con cui ci si riferisce alla capacità di riconoscere il bisogno dell'altro e di rispondere al bisogno dell'altro = il prendersi cura degli altri è proprio non solo dei genitori ma di tutti, compresi gli insegnati che riconoscono i bisogni formativi degli alunni e se ne occupano, bisogni non solo curricolari.
Cosa rende una lezione una "buona lezione"? La partecipazione in classe rimanda ad una visione sociale e interattiva dei processi di apprendimento; lo studente partecipa attivamente (apporta il proprio contributo originale) a pratiche (esercizi, interrogazioni) situate in una determinata comunità di apprendimento (sistema classe).
PARADOSSO DELL'EDUCAZIONE: gli insegnanti
Riconoscono come prioritario e formativo