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Lo studio dei comportamenti umani e delle abilità cognitive

Sviluppo delle attività condivise da individui, mediata da artefatti, essi stessi prodotto di queste

attività, distinti in tre forme:

 Art. primari: strumento comunemente inteso (computer, telefono, elettrodomestico, ecc.)

 Art. secondari: rappresentazioni degli artefatti: descrizioni dichiarative e procedurali dei

medesimi. Norme che regolano le istituzioni sociali.

 Art. terziari: livello puramente teorico, spesso il fondamento dei livelli precedenti: sistemi di

credenze, ideologie, filosofie, cosmologie.

Differenze culturali e attività cognitive: 3 possibili concezioni.

- Radicalmente universalista: non vi sono differenze sostanziali nello sviluppo dei processi

cognitivi nei differenti gruppi umani, solo varianti culturali che accelerano o rallentano un

medesimo corso a seconda delle possibilità di accesso a stimoli culturali, o al contenuto di certe

acquisizioni.

- Universalista nell’ambito di una stessa cultura (eco-culturale): L’universalità delle tappe dello

sviluppo cognitivo è limitata ad una cultura specifica, ma, entro quella, il pattern è omogeneo.

- Contestualista: Non si riconosce alcun aspetto universale nello sviluppo cognitivo in questo o

quel contesto: tutto è specifico.

La teoria del contesto di Cole sostiene che le prospettive universaliste concepiscano le esperienze

di apprendimento come un'aggiunta, un potenziamento di un “elaboratore centrale”, ovvero delle

strutture cognitive organizzabili per stadi o livelli, riuscendo sì a cogliere le differenze tra gruppi

culturalmente differenti, ma non ad interpretare la variabilità dei casi individuali che si discostano

dalla norma di stadi e livelli all'interno del proprio gruppo. Cole ipotizza invece un “elaboratore

distribuito” che collega le esperienze di apprendimento con le prestazioni mediante schemi, ovvero

forme di rappresentazione della conoscenza, dove le differenze individuali nelle prestazioni vanno

interpretate in relazione alla diversità degli specifici contesti in cui di volta in volta i compiti

vengono richiesti e svolti. Schemi e contesti hanno entrambi carattere di strutturazione e specificità

riguardanti conoscenze inerenti a significati, situazioni, eventi archiviati nel corso dell'esperienza di

un individuo, e non abilità generali di apprendimento. L'attività cognitiva è un processo

intersoggettivo, socialmente organizzato, che si realizza attraverso l'interazione fra gli individui in

uno specifico contesto, contesto la cui versione cognitiva, interna, coincide proprio con la nozione

di schema. La teoria del contesto rigetta ogni concezione universalista ed esamina il rapporto

cultura-cognizione nella relazione tra gli individui e i contesti specifici delle loro esperienze nella

vita quotidiana

Contesto: non semplice “luogo”, “cornice”, ma “sistema di attività strutturate” a cui partecipano

individui in base a schemi di conoscenza forniti e nello stesso tempo elicitati dalla cultura di

riferimento, incluse le micro-culture (generazionali, professionali, ideologiche)

Sul piano teorico, schemi e contesti non dicotomici:

 Schema: versione cognitiva, interna del contesto

 Attività cognitiva: processo intersoggettivo, socialmente organizzato, che si realizza attraverso

l’interazione fra gli individui in contesto specifico

Sul piano dei dati: Differenze individuali nelle prestazioni cognitive interpretate in rapporto alla

diversità delle situazioni specifiche in cui i compiti sono richiesti ed eseguiti .

- Esperienze di Cole con la popolazione dei Kpelle della Liberia. Arrivato per proporre un curricolo

innovativo per l’apprendimento della matematica per bambini segnalati per loro difficoltà. Forte

dicotomia fra abilità a scuola, fondate su memorizzazione e ripetizione, e abilità fuori scuola

- Esperienze sulla matematica di bambini brasiliani di strada (Carraher). Di nuovo, dicotomia fra:

Capacità di calcolo sofisticate per stabilire prezzo e dare il resto in bambini abituati a vendere per

la strada e abilità di calcolo a scuola.

I contesti guidano la scelta e l’acquisizione di procedure, che assumono, ognuna, valore di artefatti,

e come tali trasmessi dalle comunità. Gli algoritmi del calcolo scritto: vantaggio di superare i limiti

percettivi e di memoria.

Rapporto sviluppo-apprendimento nella concezione vygotskyana

Zona di sviluppo prossimale (ZOPED)

Distanza fra: livello di sviluppo attuale di un individuo quando svolge compito da solo,

livello raggiungibile in collaborazione con adulto o coetaneo più esperto.

Concetto elaborato da Vygostksy nell’ambito del metodo della “doppia stimolazione” nello studio

della formazione di strumenti cognitivi. Presentava un compito al di sopra delle possibilità di un

individuo. Presentati successivamente suggerimenti, domande per aiutare a focalizzare attenzione su

aspetti centrali del compito, L’osservazione dello svolgimento del compito da parte dell’adulto

restituisce l’elaborazione dei significati da parte del soggetto.

Concetti spontanei / concetti scientifici (Vygotsky, 1962).

- Spontanei: si sviluppano dal basso (esperienza concreta) verso l’alto (esperienza astratta).

- Scientifici: funzione conoscitiva pratica, non accompagnata da consapevolezza metalinguistica.

Funzione della scuola: Agire nella Zoped: le potenzialità si possono manifestare solo in seno alle

interazioni con i pari e/o con l’adulto, captando quel che non si sa ancora e dando ad altri quel che

non sanno ancora. L’unico apprendimento utile è quello che anticipa lo sviluppo. Sviluppo, per

Vygotsky, prevalentemente basato sulla maturazione organica, consiste in processi cognitivi

elementari, non autoregolati (percezione, “memoria naturale”). Le F.Ps. Sup., veicolate

essenzialmente dal linguaggio, trasformano. I processi cognitivi di base in processi autoregolati

La scuola può promuovere consapevolezza sulla base delle conoscenze spontanee.

Contesti, pratiche e compiti

La partecipazione ad una comunità

L'appartenenza ad una comunità costituisce il principio essenziale dell'approccio socioculturale,

secondo cui l'apprendimento si manifesta proprio come appartenenza e partecipazione legittima alle

pratiche di una comunità. Nella comunità di una classe scolastica ad esempio, tutti i membri hanno

gli stessi diritti di partecipazione alle pratiche in essa svolgentesi, e i membri inizialmente meno

esperti e periferici vengono guidati, attraverso appropriazione e condivisione di significati, ruoli e

scopi, verso forme di partecipazione più competente e centrale, contribuendo così allo sviluppo

della stessa comunità. L'assenza di apprendimento deriva quindi dalla mancata accettazione di

regole e valori condivisi

Gli individui di una comunità di pratiche, appropriandosi progressivamente di discorsi e riti,

divengono in grado di proporre essi stessi nuove pratiche, determinando il superamento di quelle

già esistenti e quindi sviluppando la comunità. Questo vale per le società occidentali, mentre le

società aborigene in genere prevedono che i contenuti culturali vengano trasmessi di generazione in

generazione con relativa stabilità, senza l'apporto di modifiche sostanziali

L'apprendimento nella comunità di una classe scolastica consiste dunque nell'estensione del

repertorio delle possibilità di partecipazione dello studente alle pratiche culturali della classe,

determinando un ampliamento del suo modo di pensare e conoscere. Apprendere una disciplina

significa apprendere sia il suo discorso, il suo vocabolario, i termini e i concetti, sia il suo

metadiscorso, ovvero regole e consuetudini che definiscono la natura e le modalità di partecipazione

Jonassen (1994): aspetti essenziali dell’approccio socioculturale all’apprendimento

Le 3 c di Contesto, Collaborazione, Costruzione; rappresentanti i poli di interazione dell'individuo

che apprende. Le interazioni sociali nei contesti portano alla costruzione di abilità individuali che a

loro volta permettono la partecipazione a interazioni più complesse che portano all'acquisizione di

abilità sempre più elevate e così via.

Interazioni => costruzione di abilità individuali => a livelli sempre più evoluti => partecipazione ad

interazioni più complesse => costruzione di abilità più avanzate.

Apprendistato cognitivo

L'apprendimento come partecipazione alle pratiche di una comunità, che come già spiegato riflette

la natura sociale culturalmente mediata e situata dell'attività cognitiva, secondo gli studiosi della

cognizione situata si verifica attraverso la procedura dell'apprendistato cognitivo, ovvero

apprendimento attraverso l'esperienza guidata, un metodo finalizzato all'insegnamento rivolto ai

meno esperti di quei processi attivati dagli esperti per compiere compiti complessi.

Esso si articola in diversi momenti:

- Modellamento: esecuzione del compito da parte di un esperto, così da fornire all'apprendista

un'occasione per costruire una rappresentazione, un modello appunto, dei processi attivati dal

primo per lo svolgimento del compito

- Allenamento: l'apprendista si cimenta con il compito, mentre l'esperto offre sostegno, feedback e

suggerimenti in modo tale da indirizzare l'attività del primo verso la giusta strada per il successo

nel compito

- Supporto (scaffolding): impalcatura di sostegno dell'esperto nei confronti dell'apprendista, in

forma sia di strumenti materiali che di suggerimenti, andando a svolgere le parti del compito che

lo studente non è ancora in grado di eseguire autonomamente. Si tratta dunque di una

semplificazione del ruolo dello studente (e non del compito), che man mano diventerà più esperto

e, accompagnato da un graduale ritiro del supporto dell'insegnante (fading), riuscirà a farsi

autonomamente carico del compito in tutte le sue parti

- Articolazione: aiutare l'apprendista ad articolare conoscenze, ragionamenti e processi di problem-

solving entro un dominio, a raffigurarsi un chiaro modello di “buona prestazione”

- Riflessione: portare l'apprendista, attraverso una serie di stimoli, a confrontare la propria

prestazione nella soluzione di problemi con quella di altri compagni o di un esperto, dunque con

un modello cognitivo interno di competenza

- Esplorazione: delegare all'apprendista la piena responsabilità del compito svolgentesi, il quale

privo dell'aiuto dell'esperto è spinto a muoversi autonomamente entro il dominio, utilizzando le

strategie di esplorazione apprese, ponendosi e formulando autonomamente interrogativ

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
8 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AliceDP97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pinto Maria Antonietta.