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Es.: “il sole è un’arancia” (Gentner 1988)

“la luna è una lampadina” (Melogno, Pinto 1996)

Si decise di sottoporre metafore di questa natura, rinunciando a quelle più complesse (concettuali o

fisico-psicologiche) . Il risultato immediato fu un sensibile abbassamento delle età di riuscita:

A 4-5 anni si rilevò una sufficiente capacità di analisi dei tratti che fondano il terreno comune delle

metafore sensoriali.

L’altra variazione metodologica rilevante riguardò le modalità di somministrazione e valutazione:

Furono accettate forme più elementari di risposta:

Es.: il mimare da parte del bambino “l’azione metaforica” richiesta dalla consegna utilizzando oggetti-

giocattolo, (acting out) l’indicare la risposta corretta entro una rosa di scelte multiple precodificate:

immagini, parafrasi linguistiche della metafora

Queste istanze metodologiche generarono risultati contraddittori.

Es.: Vosniadou e coll. (1984):

Già bambini di 4 anni erano in grado di soddisfare una consegna che richiedeva di rappresentare

mediante giocattoli significati metaforici espressi linguisticamente.

Ma, N.B. !: nel 1986, richiedendo sia la rappresentazione in azione che la spiegazione verbale, si

constatò un forte divario fra la prestazione in azione e quella linguistica:

A 6 anni, dovendo spiegare verbalmente significati metaforici che erano capaci di mimare in azione, i

bambini regredivano ad un livello letterale. Inoltre, non sembravano consapevoli del dislivello fra le

loro risposte, gestuali e verbali, Molti interrogativi sulla natura dei processi di comprensione

Risultati contrastanti emersero anche nel caso delle parafrasi possibili delle metafore-stimolo.

Le risposte precodificate si rivelarono adultocentriche: non corrispondevano sempre a quelle che i

bambini avrebbero prodotto spontaneamente.

Inoltre, l’effetto facilitante si limitava ai casi di netta differenziazione fra parafrasi corretta ed da altre

manifestamente inadeguate, ma non quando dovevano scegliere tra parafrasi parzialmente adeguate.

(Cicone et al. 1981).

Si pose un problema di conciliazione fra: paradigmi teorici e metodologici divergenti,

livelli di elaborazione cognitiva e linguistica eterogenei.

In ogni caso, il quadro delle competenze metaforiche dei bambini ne usciva rinnovato:

si ammettevano forme embrionali di accesso ai significati metaforici già nel periodo prescolare, si

riconosceva che certe metafore possono essere più difficili da comprendere di altre.

Alla luce di queste considerazioni, e volendo proporre un materiale il più possibile vicino alla

sensibilità dei bambini di questa fascia di età,

Melogno e Pinto condussero uno studio esplorativo su bambini dai 4 ai 6 anni (Melogno, Pinto 1996),

piattaforma dell’attuale TCM jnr, in cui le metafore furono selezionate: in base alla loro natura

semantica, badando a che il lessico risultasse familiare al bambino nei suoi usi letterali, includendo

metafore prevalentemente sensoriali ed escludendo del tutto le metafore concettuali in base alla loro

modalità di presentazione, inserita in storie o in frasi a sé stanti.

Fu elaborata una modalità di valutazione che mirava a cogliere la gradualità dei processi di

elaborazione della metafora, valorizzando anche risposte intermedie, al di là di un giudizio dicotomico

giusto-sbagliato. Emerse un chiaro andamento evolutivo,in cui già i piccoli di 4 anni si mostrarono

capaci di analisi parzialmente pertinenti, e quelli di 5 e 6 apparvero decisamente più avanzati.

Per la parte del test in cui le metafore sono presentate in frasi, si scelsero espressioni da un corpus di

creazioni spontanee, prodotte da bambini di 4-6 anni,osservati in diversi momenti della vita quotidiana

in una Scuola dell’Infanzia.

Per la parte in cui le metafore sono presentate in storie, furono messe a punto le 4 storie attualmente

presenti nel TCM junior ispirate a quelle utilizzate nel citato studio di Vosniadou e coll. del 1984.

TCM Jnr.(4-6 anni)

Composizione

Il TCM junior è un test carta e matita , composto di 25 item, distribuiti in 12 frasi sciolte e 4 brevi

storielle, selezionati in base ai criteri seguenti.

Dal punto di vista della natura semantica delle metafore prescelte, si è tenuto conto del fatto che i

bambini producono spontaneamente metafore sensoriali, in cui T e V sono oggetti o entità materiali,

avvicinati tra loro in base a similitudini percepibili, quali la forma, il colore, la funzione, ecc…,

(Es.: “La luna è una lampadina”, “Una nuvola è una spugna”) oppure possono comprendere metafore

fisico-psicologiche in cui un T umano, a loro familiare, può essere accostato ad un V non umano,

oggetto o altra entità animata, sulla base di azioni conosciute e verificabili. (Es.: “Martina era un

uccellino”, “Lui è uno scoiattolino”)

Dal punto di vista delle modalità di presentazione, si è pensato che l’inserimento di una metafora nel

contesto di una storia può facilitarne l’elaborazione. Pertanto si hanno le metafore inserite in storie (in

sigla: M.St.) - e metafore costituite da frasi sciolte (in sigla M.Fr.), senza antecedente né seguito,

Metafore-Frasi (M-Fr)

1.La luna è una lampadina

2.La casa ha il cappello

3.L’albero del giardino si è svestito

4.Una nuvola è una spugna

5.I bambini sono palloncini

6.Gli occhi delle case alla sera sono chiusi

7.Un uccellino si è posato sul braccio di un albero.

8.Il mio papà è il dottore delle macchine

9.La sciarpa del cielo è colorata

10.Le foglie ballano

11.Un aquilone è un uccello

12.Sulle montagne c’è la panna montata

Metafore in Storie (M-St)

(A titolo di esempio, riportiamo solo la prima delle 4 storie)

Giovannino era un bambino. Un giorno la mamma ha fatto i biscotti e li ha coperti di zucchero. Quando

li vede, Giovannino dice: “Che bei biscotti coperti di neve” e poi vuole mangiarseli tutti. Allora, senza

farsi vedere dalla mamma, li prende e va a nasconderli, ma la mamma lo vede e gli dice: “Sei uno

scoiattolino, dove hai messo quella montagna di biscotti ?”

Modalità di somministrazione

Il TCM junior è un test a somministrazione individuale e orale.

L’esaminatore dispone di un protocollo per ogni bambino, in cui trascrive le risposte sul momento.

Si presenta il test iniziando dalle metafore M-Fr., dicendo:

“Ora ascolterai delle paroline un po’ diverse dal solito e tu mi dirai cosa vogliono dire, secondo te. Ma

prima facciamo questo gioco insieme”, Si analizzano i due seguenti item, a scopo di familiarizzazione:

“Per esempio, se dico: ‘Il sole e’ una palla’ cosa vuol dire per te?.

Oppure se io dico: ‘Il sole ha le braccia?’, cosa vuol dire per te?”.

L’esaminatore, dopo aver ascoltato le prime reazioni del bambino, le ricapitola cercando di andare oltre

il già detto, chiedendo, per esempio: “Cos’altro si potrebbe dire ?”

Eventualmente proponendo lui stesso altre motivazioni in modo da far capire che il “gioco” consiste

nell’analizzare i significati delle parole ed i loro rapporti .

Dopodichè, dice al bambino: “Va bene, ora farai il gioco da solo”.

Il sistema di valutazione

L’idea fondante è quella per cui il livello di comprensione che si vuole misurare è la esplicitazione dei

fondamenti della metafora, sotto forma di analisi del terreno comune fra T e V.

Questa analisi comporta la risoluzione di un conflitto semantico, creato proprio dall’accostamento

insolito fra i significati convenzionali di T e di V.

I processi di elaborazione del linguaggio necessari a ricomporre il conflitto semantico in questione

presentano importanti similitudini con le regolazioni mentali alfa, beta, gamma, che Piaget, nel suo

ultimo modello dell’equilibrazione (Piaget 1975), delinea a proposito dello sviluppo cognitivo.

Per Piaget, ogni problema conoscitivo sorge dalla perturbazione di un equilibrio fra dati.

La ricerca di un nuovo equilibrio si traduce in ricerca di nuove soluzioni mediante regolazioni mentali

capaci di ovviare a queste perturbazioni (Piaget 1975).

Nel corso dello sviluppo, si manifesterebbero in maniera ricorrente tre tipi di regolazioni alfa, beta e

gamma.

 Alfa: i dati conflittuali che costituiscono l’essenza stessa dei problemi cognitivi sottoposti sono

semplicemente ignorati, elusi.

 Beta: - indicano una presa d’atto del conflitto cognitivo senza ancora visione di’insieme delle

modalità di ricomposizione. Apportano aggiustamenti locali e successivi e di esso.

 Gamma: Grazie ad una visione d’insieme, i dati conflittuali vengono ricomposti in maniera

coerente tra loro, e il conflitto “è parato in anticipo.”

Trasponendo questo schema alla comprensione di metafore:

Le regolazioni alfa corrispondono a tutte quelle risposte che denotano, in forme variabili, un’elusione

del conflitto semantico. 5 categorie di condotte:

 Rifiuto globale: il soggetto elude la possibilità stessa di un rapporto tra T e V.

 Elusione della ricerca del terreno comune tra T e V nelle varianti: elusione totale + elusione per

centrazione parziale su un tratto del T o del V;

 Interpretazione letterale

 Interpretazione magica:

 Interpretazione metonimica:

Queste condotte rimangono “al di qua” del conflitto semantico costitutivo della metafora: esse

definiscono il livello più basso di elaborazione. Punteggio: 0

Le regolazioni beta denotano un passo avanti verso il riconoscimento del conflitto ed il suo

ricomponimento, con focalizzazione iniziale del terreno comune fra T e V, ma in maniera ancora

elementare. Viene indicato un solo tratto comune fra i due termini della metafora.

Punteggio: 1.

Le regolazioni gamma, infine, segnano la ricomposizione piena del conflitto, con una focalizzazione

esauriente del terreno comune fra T e V. Le condotte di questo livello rappresentano il prolungamento

e la ricomposizione delle strategie emergenti al livello precedente.

Due varianti :

 Riconoscimento di un terreno comune complesso, che include più tratti percettivi e/o funzionali;

 Riconoscimento del terreno comune e della tensione,in cui vengono coordinate somiglianze e

differenze fra T e V.

TCM (9-14 anni . 4a-5a elementare-3a media)

Composizione

Il TCM è composto di due parti, corrispondenti a due tipologie di metafore: fisico-psicologiche ( F-P)

concettuali ( C ).

 Nelle F-P, il rapporto è fra due domini semantici eterogenei: umano-psicologico, da un lato, e

fisico o animato non umano, dall’altro). Es: “Il guardiano della prigione è una roccia” (psicologico:

carattere, atteggiamenti-fisico: rocce)

 Nelle C, i

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AliceDP97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pinto Maria Antonietta.