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RISCHI IN ADOLESCENZA
LE RELAZIONI FAMILIARI
L’adolescente è fortemente concentrato sulla propria realizzazione personale e il compito di ridefinire la propria identitá affonda le radici nella storia e nelle dinamiche familiari. Il compito educativo fondamentale dei genitori è quello di offrire sostegno ai figli, dedicando loro tempo e disponibilità all’ascolto. Il benessere dell’adolescente è strettamente connesso a questa aspetto del funzionamento familiare. Nella società tecnologica attuale può capitare che i genitori non siano in grado di offrire ai loro figli risposte certe e soluzioni sicure; ciò che è importante riguarda il loro modo di affrontare i problemi e quindi il loro ruolo di modello per far fronte alle situazioni della vita con flessibilità e autonomia. I genitori possono valutare insieme ai figli quali siano le priorità della vita e pensare insieme a loro le modalità più adeguate per raggiungerle, nel rispetto di regole e principi. I ragazzi e le ragazze che sanno di potersi rivolgere ai genitori per prendere decisioni importanti evitano di fare esclusivo affidamento sulle opinioni degli amici, pur vivendo un forte sentimento di integrazione nel gruppo dei pari. Gli adolescenti che possono contare su genitori presenti, supportivi e aperti al dialogo riscuotono, in genere, maggiori successi anche nelle relazioni con gli amici, a scuola e nella realizzazione del sé. Sono dunque le variabili del funzionamento familiare a svolgere una forte funzione protettiva per l’implicazione degli adolescenti nelle diverse forme di rischio. Gli adolescenti con genitori separati o divorziati sono necessariamente in maggiore condizione di rischio, per il solo fatto di non vivere con entrambi i genitori. I genitori, infatti, anche se divorziati, separati o vedovi, hanno la possibilità di rendere la famiglia una risorsa da sfruttare per i figli adolescenti, e questo attraverso il calore affettivo, l’apertura al dialogo e il controllo. Quindi l’importante non è tanto il tipo di struttura familiare, quanto il clima emotivo che si vive in famiglia. Genitori affettuosi e autorevoli, che promuovono l’autonomia senza rinunciare a regole di cui richiedono il rispetto, sono migliori dei genitori autoritari, ingiustificatamente severi, o di quelli che, all’opposto, sono esageratamente permissivi, disinteressati o indifferenti. I genitori costituiscono dunque una risorsa irrinunciabile per i figli, almeno fino al termine dell’adolescenza.
L’ADOLESCENTE A SCUOLA
La scuola è in grado di incidere profondamente sullo sviluppo degli adolescenti nella misura in cui costituisce uno tra i luoghi privilegiati di sperimentazione del sé, di sviluppo e di verifica delle proprie competenze cognitive e sociali e di costruzione di relazioni significative con gli adulti e con i coetanei. La scuola è una tra le prove più impegnative e difficili da superare e le esperienze a essa legate sono in grado di segnare fortemente l’immagine di sé che l’adolescente sta elaborando e la costruzione della sua nuova identità. L’esperienza scolastica, per alcuni studenti può connotarsi in modo decisamente negativo. Le ricerche attuali evidenziano un legame piuttosto stretto e significativo tra fallimento scolastico e diverse forme di rischio sia di tipo internalizzato che esternalizzato; studenti che non hanno l’opportunità a scuola di sperimentare situazioni gratificanti e che vivono ripetuti insuccessi tendono progressivamente a vedere ridotta la propria autostima e a vivere stati di incertezza, di confusione e di frustrazione. Tale condizione è particolarmente frequente nelle ragazze, le quali, tendono a fare dell’insuccesso un’esperienza che va a minare il valore di sé e la propria identità. L’insuccesso scolastico può portare l’adolescente a valutare la possibilità di abbandonare la scuola. Se un’esperienza scolastica negativa aumenta la probabilità per l’adolescente di incorrere in comportamenti a rischio, d’altro canto la stessa implicazione in condotte pericolose può portare l’adolescente a un progressivo disinvestimento nell’esperienza scolastica e a ripetuti insuccessi. La buona qualità dell’esperienza scolastica si fonda non soltanto sugli esiti positivi dal punto di vista del rendimento, ma anche sulla costruzione di relazioni sociali significative all’interno della classe. Anche queste relazioni possono costituire un fattore di rischio: la mancata costruzione di relazioni positive con i compagni può condurre a sentimenti di sofferenza, depressione, esclusione, emarginazione e isolamento. L’adolescente che non riesce a stabilire relazioni positive con i compagni, può sviluppare un’immagine di sé negativa e tendere a isolarsi e allontanarsi dai compagni. Oggi il ruolo educativo della scuola va ben oltre la trasmissione di conoscenze e di saperi. Esso consiste nell’aiutare gli adolescenti a integrare le conoscenze per indirizzare le proprie scelte di vita verso percorsi adattivi e per affrontare con successo i compiti di sviluppo che essi incontrano.
AMICIZIE E AFFETTI
CAPITOLO 5
Le relazioni con i coetanei rivestono un ruolo centrale compiti di sviluppo dell'adolescenza. Sia le relazioni con gli amici sia quelle con il partner permettono di soddisfare alcuni bisogni tipici di ragazze e ragazzi, quali la necessità di confrontarsi con l'altro, di ricevere sostegno, di ridefinire l'immagine di sé, di elaborare progetti di vita futura.
Sia i rapporti di amicizia sia quelli affettivi, si pongono come un aiuto a crescere, specificità caratteristiche proprie. Nello stesso tempo le relazioni con i coetanei, nelle loro diverse forme, possono essere legate coinvolgimento in condotte a rischio per la salute fisica e per il più ampio benessere psicologico e sociale degli adolescenti.
- La scarsa qualità delle relazioni amicali sembra incidere soprattutto sul disagio psicologico.
Se è vero che le esperienze amicali e quelle di coppia riguardano la maggior parte degli adolescenti e presentano delle caratteristiche comuni ai vari individui, d'altra parte ogni ragazzo e ragazza le vive in modo del tutto unico e personale lungo il suo percorso di sviluppo verso l'età adulta.
- LE RELAZIONI D'AMICIZIA FRA ADOLESCENTI SI STABILISCONO E SI SVILUPPANO IN UN PIÙ AMPIO CONTESTO DI RAPPORTI CON I PARI: COMPAGNI DI CLASSE, RETE SOCIALI DI COETANEI.
- RIFIUTO DA PARTE DEI COETANEI: MINORE BENESSERE PSICOLOGICO E SCARSA AUTOSTIMA.
- RIGUARDA SOPRATTUTTO LE RAGAZZE, IN PARTICOLARE INTERESSANTE ALLE RELAZIONI SENTIMENTALI.
- ALCUNE RICHERCHE HANNO EVIDENZIATO COME L'INTRANCIAMENTO UNA RELAZIONE SENTIMENTALE PRIMA DEI 16 ANNI SIA LEGATO AD UN AUMENTO DEI SENTIMENTI DEPRESSIVI E A DIMINUZIONE DEI LIVELLI DI FELICITÀ ( PER LE RAGAZZE): FRA I MASCHI SI REGISTRA UN AUMENTO DEI SENTIMENTI DEPRESSIVI NEL CASO DI RELAZIONI CONFLITTUALI E INSTABILI.
3 ANNI
Sale e scende le scale con un giocattolo e riesce a pedalare il triciclo. Riesce a fare costruzioni con i cubi, usa le forbici e sa copiare la lettera V. Guarda la tv e si unisce alla musica, gioca con altri bimbi (mamma e figlio), sa lavarsi le mani e tirarsi su le mutandine.
4 ANNI
Il bimbo corre, saltella e sale e scende le scale. Costruisce con i cubi per imitazione, copia cerchi e croci, ascolta e racconta storie, capisce di fare il turno nel gioco, riesce a vestirsi e svestirsi da solo.
5 ANNI
Il bimbo saltella e cammina per bene, riesce a costruire con i cubetti e a copiare quadrati e triangoli, è affettuoso con i bimbi più piccoli, gioca per imitazione con altri bimbi, sa usare coltello e forchetta.
Principi generali di valutazione:
- Subentrano le influenze biologiche (caratteristiche ereditarie, anamnesi prenatale e perinatale)
- raccontare info ambientali e familiari per capire lo stato del bimbo, stato di salute, vista e udito),
- influenza ambientali (opportunità, fattori di rischio, esperienze e incoraggiamento).
SVILUPPO. E’ importante eseguire una diagnosi evolutiva per controllare lo sviluppo del bimbo.
SVILUPPO MOTORIO:
Qui si ha la maturazione del tono e della forza muscolare, miglioramento dell’equilibrio e della coordinazione, sviluppo delle capacità di elaborazione di info (maturazione neurologica); percezione di opportunità, interazione, motivazione-sviluppo sociale e cognitivo (esperienza).
SVILUPPO DELLA PERCEZIONE VISIVA:
SVILUPPO DELLA PERCEZIONE VISIVA: Pian piano il bimbo riesce a sviluppare la percezione visiva. Inizialmente fissa un punto di luce diffusa, verso i 4-5 mesi riconosce chi gli sta parlado. Percepisce la distanza e la profondità degli oggetti e colora o scarabocchia su un foglio.
LA COMUNICAZIONE:
Il bimbo inizialmente non riesce a parlare quindi comunica con versi, sguardi, gesti. Un modo di comunicare è anche l’imitazione, il bimbo così comincerà a comprendere ciò che durante il suo gioco/vita gli è stato detto. Si comincia da pianti dovuti al malessere, poi suoni che esprimono benessere, lallazione, vocalizzazione datata di significato, prime parole, combinazioni di parole, sviluppo della sintassi e infine la sintassi adulta.
COMPORTAMENTO SOCIALE E GIOCO:
Dalla nascita il bimbo comunica con versi anche nel gioco e nel corso delle settimane compare il sorriso compiaciuto per il divertimento e il benessere fino ad arrivare ai 5 anni quando il bimbo riesce a comprendere le regole, capire quand’è il suo turno, e a formare relazioni con i compagni.
ATTENZIONE, EMOZIONI, AUTOREGOLAZIONE:
In questa fascia il bambino sviluppa l’attenzione, regola l’emotività e ha la capacità di pianificare e organizzare. Uno sviluppo importante è quello dell’autoregolazione (obbedienza, comportamento sociale, apprendimento). Alla nascita il bimbo ha paura di chi gli appare sconosciuto ma con il passare delle settimane riconosce chi ha davanti e condivide insieme ad esso emozioni e sensazione, quindi cerca di comunicare.
ATTACCAMENTO E SVILUPPO DEL SE’:
L’attaccamento è molto importante nel corso della crescita del bimbo, perché gli permette di instaurare un rapporto con la madre e con altre persone. Alla nascita il bimbo deve perfezionare il rapporto con la persona, perché deve riconoscerla. Con il passare del tempo non vuole più staccarsi dalla persona, e poi al quarto anno capisce che quella persona tornerà da lui.
UDITO:
Il bimbo alla nascita percepisce i rumori e si volta verso la fonte dal quale provengono. Se ciò non accade, ovvero il bimbo non risponde ai rumori significa che egli ha un deficit uditivo, che lo porterà alla sordità.
VISTA:
Alla nascita il bimbo volge lo sguardo verso una fonte di luce diffusa, come la finestra appunto, osserva con attenzione i giocattoli e i volti umani. Deficit visivi possono essere lo strabismo o movimenti oculari anomali, che porteranno il bimbo ad avere problemi di vista.