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UN AMPLIO RANGE DI SHEAR RATES.
Questo strumento, tuttavia, può non sempre riprodurre le condizioni di
processo; viene generalmente utilizzato per condurre test fondamentali.
Gli stress applicati sono di tipo oscillatorio, e vengono applicati dalle
sonde, dove anche queste possono avere geometria variabili:
A CILINDRI COASSIALI: per fluidi poco viscosi, il
fluido viene immerso in un contenitore, ed una
sonda cilindrica viene fatta ruotare (principio
simile al Brookfield)
A CONO: per fluidi mediamente viscosi, il fluido
viene posizionato sulla base e la sonda viene fatta
aderire all’alimento,
A PIATTI: per fluidi molto viscosi, quasi semi-solidi.
Questi reometri sono in grado di misurare lo sforzo –
deformazione causato in seguito all’applicazione di una
deformazione – sforzo. Il reometro può funzionare
secondo differenti principi: la base può fungere da motore
rotante (quindi applica la deformazione), mentre la sonda
va a quantificare la deformazione attraverso un lettore
ottico; oppure, la sonda e applica e misura la
deformazione. I campioni che si posizionano sono molto
sottili (circa 1 mm) e devono avere geometria completamente omogenea
in modo da aderire completamente ai piatti.
Il reometro è inoltre in grado di analizzare gli alimenti a diversi range di
temperature, oppure possono causare l’innalzamento della temperatura
del campione in seguito allo sforzo esercitato. Questo può causare un
trasporto di materia dell’acqua per evaporazione, la quale renderebbe i
dati inattendibili. Al fine di evitare l’evaporazione dell’acqua dall’alimento,
è possibile:
Utilizzare un olio specifico lubrificando e coibentando le pareti del
sistema,
Utilizzare una sorta di camicia che ricopre il sistema
Dopo aver applicato lo sforzo, occorre aspettare che le molecole ritornino
al loro stato fondamentale prima di applicare il successivo sforzo.
Il reometro quindi applica degli stress oscillatori ed osserva la
deformazione risultante. In seguito all’analisi, il reometro ci fornisce un
grafico, dove mostra l’andamento di E’ ed E’’ in funzione della % di
deformazione o del tempo. Si possono quindi evidenziare tre differenti
casi:
1) MATERIALE ELASTICO IN CONDIZIONI DI PROCESSO: ovvero, la
linea rappresentante il modulo elastico E’, è superiore alla linea
rappresentante il modulo viscoso E’’, e sono parallele entrambe
all’asse delle ascisse.
2) MATERIALE VISCOSO IN CONDIZIONI DI PROCESSO: ovvero, la linea
rappresentate il modulo viscoso E’’, è superiore alla linea
rappresentante il modulo elastico E’, e sono entrambe sfalsate di
90° rispetto all’origine.
3) MATERIALE VISCOELASTICO IN CONDIZIONI DI PROCESSO: ovvero,
la linea rappresentante un modulo (E’ o E’’) si scambia di posizione
con l’altra ad una certa % di deformazione o ad un certo tempo.
È possibile rappresentare le componenti in gioco nell’analisi come un
triangolo
rettangolo: il
reometro è un
grado di definirci
la componente
E*, data dal
rapporto tra
sforzo e deformazione, ed anche il valore dell’angolo delta. Noti quindi E*
e delta, è possibile ricavare E’’ e E’: E''
tanδ= E'
Con il reometro di fanno diverse tipologie di misure. Infatti, a differenza di
un viscosimetro rotazionale, è possibile scegliere la temperatura di
analisi, la velocità, il tipo di stress da applicare, anche attraverso
l’applicazione di gradienti di temperatura. E’ possibile lavorare ad
esempio applicando stress ad andamento sinusoidale a frequenza
constante, effettuando la rotazione al ritorno con la stessa intensità di
sforzo e deformazione dato durante la prima rotazione. Questo ci
permette di valutare diverse caratteristiche dell’alimento:
L’aumento di temperatura dovuto allo sforzo applicato
Monitorare la velocità di trasporto di materia
Valutazione delle caratteristiche dell’alimento in funzione del
tempo (fluidi tixotropici e reopectici).
È possibile inoltre applicare sforzi via via più intensi al fine si valutare il
cambiamento delle caratteristiche dell’alimento rispetto ai parametri
precedenti. Dal momento che la maggior parte degli alimenti sono di loro
natura viscoelastici, andiamo a descrivere un reogramma “tipo” ottenuto
per un
fluido
viscoelastico:
con la curva rossa (G) viene rappresentato il modulo elastico (E’), mentre
con la curva blu (sigma) viene rappresentato il modulo viscoso. Si nota
come fino ad una certa percentuale di deformazione applicata, l’alimento
mantenga un comportamento preponderante elastico.
Contemporaneamente aumenta anche il modulo E’’, andando quindi al
punto di critical strain, ovvero il punto dove si ha intersezione tra le due
curve. A questo punto l’alimento cambia di comportamento, assumendo
un comportamento preponderante viscoso a discapito di quello elastico,
che gradualmente diminuisce.
Queste curve si ottengono per ogni tipologia di alimento analizzato. Ad
esempio, se analizzassimo un latte e cacao, noteremmo come la
componente viscosa sia sempre preponderante su quella elastica nel
tempo (non all’infinito, a causa del processo di evaporazione dell’acqua, e
questo varia al variare della temperatura di analisi).
Se analizzassimo invece un budino (a temperatura costante bassa di circa
5 °C), noteremmo come la componente elastica, sia sempre superiore alla
componente viscosa.
È d’obbligo ricordare, come all’inizio dell’analisi, occorre definire le
condizioni al contorno (pressione, temperatura, %umidità, …), altrimenti i
dati ottenuti durante tutte le diverse analisi saranno incongruenti gli uni
con gli altri.
REOLOGIA DEGLI IMPASTI
Il momento in cui l’amido presente in un impasto gelatinizza, è il punto in
cui il modulo elastico È supera il modulo viscoso E’’. Conoscere questo
punto di gelatinizzazione dell’amido, permette di attribuire diverse
caratteristiche ad un impasto e ad uno sfarinato. Per questo, nell’ambito
degli impasti, vengono utilizzate strumentazioni che si basano su principi
descritti fino ad ora, ma vengono progettati in modo specifico per impasti
di farine. Il glutine, viceversa, si forma dal momento in cui le proteine
Gliadine e Glutenine si legano tra di loro attraverso una forza di
impastamento. Le principali tecniche di analisi degli impasti sfruttano la
presenza del glutine per descriverne la tenacia e l’elasticità. Ciò che è
importante definire, quindi è:
L’elasticità di un impasto
La presenza (in termini di concentrazione) di acqua, in quanto
questa influisce per la maggiore sul comportamento dell’impasto.
A tal proposito vengono elencate le principali tecniche di analisi
FARINOGRAFO DI BRABENDER
questo strumento è caratterizzato da due spirali che esercitano,
monitorandola, la forza di impastamento. Viene aggiunto lo sfarinato
(qualsiasi tipo di sfarinato, oppure miscele di
sfarinati per valutarne la qualità panificatoria) e
l’acqua, e quindi si misura la forza necessaria a far
“sviluppare” l’impasto.
In realtà, parallelamente, viene misurato anche il
quantitativo di acqua che si aggiunge.
VIENE MISURATA LA QUANTITA’ DI ACQUA DA AGGIUNGERE AD UN
IMPASTO AL FINE DI RAGGIUNGERE 500 UNITA’ BRABENDER (unità di
misura specifica dello strumento).
Il tempo che l’impasto impiega a raggiungere le 500 unità viene definito
TEMPO DI SVILUPPO DELL’IMPASTO.
Viene pesato ed aggiunto un quantitativo noto dello sfarinato nello
strumento
Viene aggiunto in un colpo solo un quantitativo di acqua pari a
circa il 45% del peso totale dello sfarinato
Viene azionato lo strumento, e viene titolato l’impasto con una
buretta contenete acqua, fino al raggiungimento delle 500 unità
In fine lo strumento elabora un grafico (farinogramma).
Il grafico mostra il tempo di sviluppo (in questo caso 5 minuti) impiegato
per arrivare alle 500 unità Brabender. La stabilità alle 500 unità (senza
addizione di acqua aggiuntiva) è rappresentata dal tempo di permanenza
dell’impasto alle 500 unità, ed in fine, in seguito alla degradazione del
glutine dovuta all’eccessivo impastamento, il grafico scenderà fino al
rammollimento di questo. Lo spessore della banda alle 500 unità è
indicativo dell’elasticità dell’impasto.
L’analisi avviene a temperatura controllata, infatti la cella è termostatata,
poiché le caratteristiche degli impasti variano al variare della
temperatura.
Esempio applicativo:
si vuole determinare il tempo di sviluppo e la stabilità di un impasto
composto da 70% farina di grano tenero 00 e 30% da farina di lenticchie,
rispetto ad un 100% di farina 00.
Confrontando i farinogrammi, si denoterà come il tempo di sviluppo sia
maggiore per l’impasto contenente la miscela, in quanto il contenuto % in
glutine è minore. Anche la stabilità sarà, per lo stesso motivo, analoga.
ESTENSOGRAFO
l’estensografo è uno strumento in grado di valutare la tenacità, la
coesività e l’elasticità di un impasto. L’impasto
viene preparato in condizioni standard, e
successivamente viene posto in una camera
termostatata per una temperatura ed un tempo
prestabilito.
Il macchinario, successivamente, elaborerà dei
“salsicciotti” di dimensione standard. Questi
vengono posti all’interno di due morsetti, dove un
gancio, passando a metà dell’impasto, eserciterà
una forza verso il basso fino a rompere lo stesso.
In fine otterremo un grafico definito
estensiogramma, analogo a quello mostrato qui in figura: il valore R’
in figura, è
rappresentativo della TENACITA’ dell’impasto, misurata in unità
Brabender. Il valore dell’area sottesa tra la curva e l’asse delle X viene
invece definito COESIVITA’. Il tempo massimo per arrivare al valore di R’
è indicativo dell’ESTENSIBILTA’ dell’impasto.
ALVEOGRAFO DI CHOPIN
l’alveografo di Chopin, invece, è uno strumento in grado di misurare la
pressione dell’aria, insufflata alla base dell’impasto, necessaria a farlo
esplodere, quando questo viene sottoposto a rigonfiamento.
Viene preparato l’impasto in condizioni standard con quantitativo
di acqua e farina noti
Vengono preparati dei dis