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IL FORMAGGIO

Trasformazione chimica indotta da reazione enzimatica o microbica

Definizioni e normativa

Il nome di "formaggio" o "cacio" è riservato al prodotto che si ricava dal latte intero o parzialmente o totalmente scremato, oppure dalla crema, in seguito a coagulazione acida o presamica, anche facendo uso di fermenti e di sale di cucina (RDL n. 2033 del 15.10.1925).

La denominazione di "formaggio pecorino" è riservata al prodotto ricavato esclusivamente dal latte di pecora. Se vengono utilizzati altri latti, il termine "formaggio" deve essere accompagnato dalla specie da cui proviene il latte.

Quando i formaggi sono prodotti utilizzando esclusivamente latte, caglio, sale, enzimi o colture di microrganismi, non è richiesta l'indicazione degli ingredienti; fanno eccezione i formaggi freschi e i formaggi fusi, per i quali è necessario indicare in etichetta il sale (Reg. 1169/2011).

Qualora un formaggio...

(eccetto i prodotti DOP/IGP/STG) abbia un tenore di materia grassa riferito alla sostanza secca inferiore al 35%, la denominazione di vendita deve essere completata con il termine "magro" (grasso <20%) o "leggero" (grasso 20-35%) (L. 142/1992 e Reg. 1924/2006).

NB. il contenuto di grasso si riferisce alla sostanza secca

I formaggi freschi a pasta filata (mozzarella, fior di latte ecc.) sono gli unici formaggi che devono essere posti in vendita preconfezionati (Legge 154/1985). Solo nel caso di vendita diretta nel caseificio di produzione è consentita la vendita del prodotto preincartato.

Criteri di Classificazione

I formaggi si possono classificare in diversi modi:

Processo di Produzione

  1. Preparazione del latte

Il latte utilizzato per la produzione di formaggio deve essere adatto alla coagulazione enzimatica e acida, al trattamento della cagliata e allo sviluppo della microflora desiderata. All'arrivo in caseificio deve perciò essere

sottoposto a diversi controlli (es. assenza di inibitori, CBT, cellule somatiche, acidità, temperatura, tempo di coagulazione e forza del coagulo, parametri sensoriali, ...) e alla depurazione fisica. La standardizzazione del latte in titolo di grasso e in alcuni casi del contenuto proteico può avvenire mediante: - sosta per 14-24 h a temperature comprese tra 8 e 12°C per consentire l'affioramento e la successiva separazione di una parte del grasso; può essere impiegata anche come fase di pre-maturazione del latte (proliferazione dei batteri lattici naturalmente presenti o meno), inoculando del siero innesto; - centrifugazione per rimozione e successiva standardizzazione del titolo di grasso; - ultrafiltrazione per standardizzare il titolo proteico. Il latte lasciato in sosta non viene poi pastorizzato poiché coagulerebbe. Il latte che viene standardizzato per affioramento viene quindi lavorato crudo (è il caso ad es. del Parmigiano Reggiano e...).del Grana Padano). La caseificazione di latte crudo non comporta necessariamente problemi igienici, soprattutto quando il formaggio subisce una prolungata maturazione. La presenza della microflora lattica, unitamente ai fenomeni biochimici ad essa conseguenti, e la tecnologia stessa di preparazione del formaggio sono elementi sufficienti a creare un ambiente non favorevole allo sviluppo di microrganismi patogeni eventualmente presenti nel latte. Alle volte possono verificarsi lo stesso problemi, ad esempio si può avere rigonfiamento della forma di formaggio durante la maturazione a causa di fermentazioni di microrganismi non desiderati. Questi formaggi non possono essere venduti come tal quale. RICORDA CHE Il grana padano contiene lisozima al fine di evitare la presenza microrganismi sporogeni. (le vacche sono nutrite con insilati, a differenza del parmigiano reggiano. A questo punto il latte può subire un trattamento termico, soprattutto se ha subito conservazione a bassa temperatura.questo non è favorevole alle fasi successive perché:
  • si ha uno spostamento dell'equilibrio del calcio verso le forme insolubili, con una minore coagulabilità del latte (es. dopo 24 h a 5°C ca. il 25% di calcio precipita come fosfato, questo porta problemi nella coagulazione)
  • la beta-caseina si allontana dalle micelle caseiniche, riducendo la capacità coagulante del latte
La capacità coagulante viene quasi del tutto recuperata mediante trattamento termico del latte:
  • termizzazione 58-68°C per 15-20 s, non bonifica il latte ma riporta il corretto equilibrio calcio-fosforo riportando il latte a buone capacità coagulanti
  • pastorizzazione 72°C per 15 s (rende più difficile la fase di sineresi: allontanamento del siero dalla cagliata), adatto quindi a formaggi grassi
  • pastorizzazione bassa 60-65°C per 30-40 min, adatta anche a formaggi stagionati
Un'operazione alternativa alla pastorizzazione per

bonificare il latte è la battofugazione, che consiste in una centrifugazione del latte in apposite centrifughe ermetiche a calotte, che consentono la separazione del grasso e dei residui solidi, ma anche di batteri e spore. La forza centrifuga è maggiore rispetto a quella utilizzata nelle classiche centrifughe a calotte. La battofugazione viene condotta a temperature comprese tra 55 e 65°C. Elimina ca. il 98% di batteri e spore.

NB. se si vuole produrre formaggio da latte crudo e il latte non è stato raffreddato si può saltare la fase di trattamento termico.

Coagulazione

Il latte viene trasferito in caldaia e avvengono le seguenti operazioni. Cambiamento condizioni chimico fisiche del latte per fa precipitare le caseine. Ciò può avvenire con:

  • aggiunta di fermenti lattici: consente di integrare o sostituire, nel caso di avvenuta pastorizzazione, la microflora naturale del latte crudo. La microflora innestata, oltre a sviluppare acidità

(lattosio trasformato in acido lattico), determina con il proprio corredoenzimatico i fenomeni che governano la maturazione del formaggio. Nella produzione deiformaggi "erborinati" vengono utilizzati anche innesti fungini, vale a dire sospensioni dispore di eumiceti che impartiscono caratteristiche particolari ai formaggi;

● aggiunta del caglio: nel caso di formaggi a coagulazione presamica o acido-presamica, dopol'innesto il latte è riscaldato a temperature superiori ai 15°C e addizionato di caglio;

L'aggiunta di fermenti lattici e\o caglio portano alla coagulazione: è la fase più importante del processo di produzione del formaggio, in cui si realizza la destabilizzazione della sospensione colloidale della caseina e la successiva formazione di un aggregato di micelle con la formazione di un coagulo (reticolo proteico più o meno forte).

Il Caglio è un complesso multienzimatico estratto dal quarto stomaco dei vitelli lattanti;

La sua attività nei confronti della caseina è principalmente dovuta all'azione di una proteasi, denominata chimosina. In funzione dell'origine e delle modalità di purificazione il caglio può contenere anche della pepsina e delle lipasi (se estratto dall'abomaso di capretto o agnello o se non purificato). In caso di lipasi, l'azione sui grassi porterà alla formazione di aromi caratteristici e consistenze particolari.

Il caglio presenta un'attività coagulante che aumenta con il suo grado di purificazione, più è puro, più sarà alta la sua attività coagulante. L'attività coagulante è espressa come titolo, che corrisponde al numero di volumi di latte fresco coagulati da un volume di caglio in 40 min a 35°C.

In genere i cagli del commercio presentano i seguenti titoli: caglio in pasta circa 1:10000 (1 ml di caglio è in grado di far coagulare 10000 ml di latte).

caglio liquido da 1:10000 a 1:15000; caglio inpolvere da 1:100000 a 1:150000. La temperatura ottimale di attività del caglio (circa 40°C) consente di ottenere cagliate più consistenti; per temperature inferiori ai 30°C, il coagulo è invece rilassato, con scarsa sineresi. La quantità di caglio influisce sul tempo di coagulazione, che risulta proporzionalmente più breve all'aumentare della quantità di enzima. Entro certi limiti, la rapidità della coagulazione conferisce elasticità e compattezza al coagulo, le maglie del coagulo sono più lasse e possono contenere più siero, più adatto a produrre formaggi duri e semiduri.

Sostituti del caglio

Da diversi anni si studiano alternative al caglio animale. Ne esistono due tipologie principali:

  • Enzimi vegetali; la capacità coagulante è generalmente buona, ma molto spesso il formaggio sviluppa un gusto amaro durante la conservazione
  • Enzimi
microbici; sono stati indagati diversi ceppi di batteri e muffe, I cui enzimi coagulanti sono commercializzati con diversi marchi. Cosa succede durante la coagulazione? La stabilità della fase colloidale del latte è garantita dall'elevato grado di idratazione delle micelle caseiniche, che allo stato nativo contengono circa il 70% di acqua. La destabilizzazione delle micelle si realizza allorché si determina una modifica del loro stato di idratazione. La coagulazione può avvenire per una o entrambe queste vie: - coagulazione prevalentemente acida: La destabilizzazione delle micelle di caseina è dovuta prevalentemente all'abbassamento del pH che sposta l'equilibrio del calcio e porta le micelle di caseina vicine al loro punto isoelettrico (4,6). La carica netta globale della proteina è nulla e le micelle non si respingono tra loro, e si disidratano poiché interagiscono anche molto poco con l'acqua e quindi possono

Passaggio di stato da sol a gel con la formazione di una cagliata che occupa tutto il volume iniziale del la.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
134 pagine
3 download
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/15 Scienze e tecnologie alimentari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eli_sorren di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Processi della Tecnologia alimentare con Elementi di Packaging e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Alamprese Cristina.