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Caratteristiche del latte fresco pastorizzato

Sottoposto a trattamento di pastorizzazione e che presenti al consumo:

  • Prova della fosfatasi alcalina negativa
  • Un contenuto in sieroproteine solubili non denaturate non inferiore all'11% delle proteine totali

Caratteristiche del latte fresco pastorizzato

Latte che perviene crudo allo stabilimento di confezionamento e che, ivi sottoposto a un solo trattamento termico entro 48 ore dalla mungitura, presenti al consumo:

  • Prova della fosfatasi alcalina negativa
  • Un contenuto in sieroproteine solubili non denaturate non inferiore al 14% delle proteine totali
  • Prova perossidasi positiva

Caratteristiche del latte fresco pastorizzato Alta Qualità

Qualora il latte fresco pastorizzato venga ottenuto da latte crudo proveniente direttamente dalle stalle o da centri di raccolta cooperativi o consortili, con un contenuto in grasso non inferiore al 3,5% e proteine non inferiori al 3,2% e presenti al consumo un contenuto in sieroproteine solubili non denaturate non inferiore al 15,5% delle proteine totali.

totaliPastorizzazione è ottenuta mediante un trattamento comportante:
  • Una temperatura elevata durante un breve periodo (almeno 72°C per 15s)
  • Una temperatura moderata durante un lungo periodo (almeno 63°C per 30 min)
  • Ogni altra combinazione tempo-temperatura che permetta di ottenere un effetto equivalente
Di modo che i prodotti diano, se nel caso, un relazione negativa al test di fosfatasi alcalina immediatamente dopo aver subito tale trattamento. Il valore massimo della furosina nel latte crudo e nel latte pastorizzato in flusso continuo e che risulta perossidasi-positivo è fissato, indipendentemente dalla sua denominazione ed utilizzo, in 8,6 mg su 100 g di sostanza proteica, ferme restando tutte le altre condizioni produttive e le caratteristiche previste dalle vigenti disposizioni dei citati tipi di latte. (Decreto 15 dicembre 2000) In riferimento alle fasi produttive finalizzate all'ottenimento di latte fresco, il sistema dirintracciabilità adottato da ciascun soggetto deve consentire l'identificazione dell'origine del latte crudo impiegato in ogni lotto di prodotto ottenuto nelle medesime circostanze. (DM 27 maggio 2004) Per il latte fresco pastorizzato e il latte fresco pastorizzato di Alta Qualità la durabilità non deve essere superiore a sei giorni escluso quello del trattamento termico. (Circolare 169 del 15 ottobre 2004) Processo di produzione del latte pastorizzato Mungitura, raffreddamento e trasporto refrigerato Il latte deve essere posto, immediatamente dopo la mungitura, in luogo pulito, progettato e attrezzato in modo da evitare la contaminazione. Deve essere immediatamente raffreddato a una temperatura non superiore a 8°C in caso di raccolta giornaliera e non superiore a 6°C qualora la raccolta non sia effettuata giornalmente. La catena del freddo deve essere mantenuta durante il trasporto e all'arrivo presso lo stabilimento di destinazione la.

La temperatura del latte non deve superare i 10°C.

Stoccaggio refrigerato

Al momento dell'accettazione presso uno stabilimento di trasformazione, il latte deve essere rapidamente refrigerato ad una temperatura non superiore a 6°C e mantenuto a tale temperatura fino a termine trasformazione. Si effettuano anche dei controlli qualità all'accettazione.

Scrematura

Il latte viene riscaldato dalla temperatura di conservazione (40-50°C) e quindi corretto del suo contenuto di grasso in modo da ottenere:

  • Latte scremato: grasso < 0.5 g/100mL
  • Latte parzialmente scremato: 1.5 g < grasso < 1.8 g/100 mL
  • Latte intero: grasso > 3.5 g/100 mL
  • Latte fresco pastorizzato di Alta Qualità: grasso > 3.5 g/100 mL

Per realizzare la separazione della crema dal latte si utilizzano le centrifughe a calotte che funzionano in continuo e che possono anche essere dotate di un sistema intermittente per lo scarico delle parti solide depositatesi, per effetto della forza.

centrifuga ed in virtù della maggiore densità, nella parte più periferica della centrifuga.

Standardizzazione

Nei moderni impianti di trattamento termico del latte, il contenuto di grasso del latte viene“standardizzato”, cioè la crema viene separata dal latte successivamente, ma sempre in linea, riaggiunta al latte magro per ottenere un prodotto finito con un contenuto di grasso prefissato. La crema in eccesso è avviata ad altre lavorazioni che in genere prevedono un trattamento termico di pastorizzazione.

Omogeneizzazione

Riduzione delle dimensioni dei globuli di grasso mediante trattamento meccanico, in modo da ridurre la tendenza dei globuli ad affiorare. Il latte è costretto a transitare, ad elevata velocità, attraverso un piccolo foro. La disintegrazione dei globuli originari è dovuta alla combinazione di una serie di fattori come la turbolenza e la cavitazione. L’omogeneizzato si effettua inviando il latte, a

temperature comprese tra 55 e 2380°C, ad alta pressione (10-25 MPa) verso una piccola apertura (0,1 mm), attraverso la quale il latte passa in una camera a pressione atmosferica. La turbolenza è la rottura dei globuli di grasso dovuta all'aumento di velocità nel passaggio del liquido da una condotta di maggiore dimensione ad un'altra di minore dimensione, che porta alla formazione di vortici e allo stiramento dei globuli. Ciò spiega la dipendenza dell'efficienza di omogeneizzazione dalla pressione e quindi dalla velocità del fluido. La cavitazione si verifica all'uscita dalla valvola di omogeneizzazione, dove si ha una forte caduta di pressione del liquido per il passaggio da una condotta di piccole dimensioni ad una di maggiori dimensioni. Per effetto della riduzione di pressione si formano delle bolle di vapore, che provocano la rottura dei globuli di grasso. L'omogeneizzazione può essere condotta ad uno o due stadi dove il

secondo è particolarmente utile per prodotti ad elevato contenuto in grasso, per una omogeneizzazione più fine e per disperdere aggregati di globuli.

I vantaggi sono che l'omogeneizzazione impedisce la separazione della crema durante la conservazione del latte, determina un colore più bianco e appetibile, rende il latte più viscoso e cremoso per il maggior numero di globuli di grasso e rende il latte più digeribile.

Gli svantaggi sono che rende il grasso più sensibile all'attacco enzimatico e all'ossidazione fotosensibilizzata per via della membrana danneggiata, rende più difficile separare il grasso, durante la caseificazione si ottiene una cagliata con minor consistenza e disaggrega eventuali cluster microbici, risultando in valori più elevati alla conta.

Pastorizzazione: trattamento condotto generalmente in continuo, mediante scambio indiretto di calore, in condizioni di tempo-temperatura di 72°C per 15s. Essa

distrugge microrganismi patogeni non sporigeni e molti alterativi, denatura il 10-25% delle sieroproteine, in particolare immunoglobuline, BSA, β-lattoglobuline ed alcuni enzimi e distrugge fino al 10% di acido ascorbico e deidroascorbico.

Scambiatori a piastre

Costituiti da una serie di piastre impaccate in modo da formare zone nelle quali fluisce il latte, affiancate a zone nelle quali fluisce un fluido riscaldante. In tale scambiatore si trovano varie zone tra cui: zona di pre-riscaldamento (con recupero di calore dal latte che si raffredda), zona di riscaldamento con acqua o vapore, zona di pre-raffreddamento (con recupero di calore) e zona di raffreddamento finale. Esternamente si trova la sezione di sosta. La possibilità di scambiare calore in controcorrente tra latte caldo che si raffredda e latte freddo che si riscalda consente forti risparmi energetici.

I vantaggi sono la compattezza, la flessibilità di assemblaggio, l'efficienza termica, i recuperi di energia.

ledeboli perdite di calore e l'adattamento a grandi portate.

Scambiatori tubolari

Il latte scorre o all'interno di tubi a loro volta incamiciati da un tubo di maggiore dimensione (fascio tubiero) oppure in tubi concentrici che creano dei canali anulari all'interno dei quali scorre alternativamente, incontrocorrente, il prodotto da riscaldare ed il messo riscaldante

Le variabili di processo sono la temperatura e il tempo, e quindi i controlli si concentreranno sulla temperatura del prodotto e il tempo di trattamento.

NB: una riduzione di temperatura di 1°C può portare ad una riduzione del 25% dell'efficacia del processo

Effetti del trattamento termico:

▪ Proteine

Il riscaldamento causa la denaturazione più o meno spinta delle sieroproteine e la formazione di complessi con la caseina. A temperature ai 60°C la β-lattoglobulina inizia a denaturarsi e gli amminoacidi solforilati della molecola formano dei ponti tra molecole di β-lattoglobulina

e α-lattoalbumina. A temperature elevate vengono gradualmente rilasciati composti solforosi,responsabili del sapore di cotto. La formazione del complesso β-lattoglobulina-caseina, rende lacaseina meno accessibile al caglio e meno in grado di legare il calcio e quindi la texturedell’eventuale formaggio sarà meno solida. La denaturazione delle sieroproteine inizia 65°C epressochè totale per trattamenti a 90°C per 5 minuti

▪ EnzimiAnche gli enzimi vengono denaturati dal trattamento termico e possono perdere la loro attività. Laperossidasi è inattivata da riscaldamenti a 80°C per pochi secondi e può quindi essere utilizzatacome indicatore di una pastorizzazione effettuata a temperature superiore a tale valore. La catalasiè presente in quantità rilevanti in latte proveniente da vacche mastitiche, ma può prevenire ancheda diversi batteri e si denatura a 70°C per 60s. La fosfatasi è inattivata a

72°C per 15-20s ed è 25 quindi utilizzata come indicatore di corretta pastorizzazione del latte. La lipasi è inattivata in larga parte dalla pastorizzazione anche se la totalità è inattivata da temperature più elevate. Lattosio A temperature maggiori di 100°C il lattosio può essere soggetto a reazione di Maillard con creazione di composti bruni, con diminuzione del valore nutrizionale per la perdita di lisina. Vitamine La vitamina C è la più sensibile, ma in pastorizzazione a piastre si può limitare significativamente la sua perdita. Minerali L'idrossifosfato di calcio presente nelle micelle caseiniche è sensibile ai trattamenti termici. A temperature superiori ai 75°C perde acqua e forma ortofosfato di calcio, che è insolubile e influenza le proprietà caseificatorie del latte. Confezionamento La chiusura dell'imballaggio deve essere effettuata immediatamente dopo il riempimento.tificare facilmente se il dispositivo è stato aperto o manomesso. Inoltre, è importante che il sistema di chiusura sia resistente e duraturo nel tempo, in modo da garantire la sicurezza del contenuto del dispositivo. Per ottenere una chiusura ermetica efficace, è possibile utilizzare diversi tipi di dispositivi, come ad esempio: - Coperchi a vite: questi dispositivi sono dotati di un filetto che permette di avvitare il coperchio sul contenitore, creando una chiusura ermetica. Questo tipo di chiusura è molto comune e viene utilizzato in molti settori, come ad esempio l'industria alimentare e farmaceutica. - Coperchi a pressione: questi dispositivi sono dotati di un meccanismo a pressione che permette di chiudere il coperchio sul contenitore in modo ermetico. Questo tipo di chiusura è molto sicuro e impedisce qualsiasi tipo di contaminazione. - Coperchi a leva: questi dispositivi sono dotati di una leva che permette di chiudere il coperchio sul contenitore in modo ermetico. Questo tipo di chiusura è molto pratico e facile da utilizzare. Indipendentemente dal tipo di dispositivo utilizzato, è importante che la chiusura sia ben sigillata e che non ci siano spazi o fessure che possano permettere l'ingresso di contaminanti. Inoltre, è fondamentale che il sistema di chiusura sia facile da aprire e chiudere, in modo da consentire un utilizzo comodo e sicuro del dispositivo.
Dettagli
A.A. 2019-2020
117 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/15 Scienze e tecnologie alimentari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria.barlocco di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Processi della Tecnologia alimentare con Elementi di Packaging e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Alamprese Cristina.