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Gli adattamenti agli schemi motori si strutturano sulla base dell'interazione di tre ordini di processi:
neurologici
➢ psicologici
➢ psicomotori.
➢
In una situazione problematica tutti questi processi attuano un attivo interscambio dei rispettivi
valori e, influenzandosi a vicenda, portano all'elaborazione del programma motorio.
L'esecuzione motoria
Il fulcro dell'attività motoria è rappresentato dal sistema nervoso centrale, dove sono contenuti i
modelli neuromotori, i quali possono venire considerati come formule motorie cui è affidato il
compito di realizzare ogni attività motoria umana, dalla più semplice alla più complessa. Per far si
che i modelli neuromotori si traducano in movimenti del corpo nello spazio e nel tempo sono
necessari una serie di processi: deve avvenire una interazione neuromuscolare al livello del sistema
nervoso periferico, in modo che gli stimoli centrali arrivino all'apparato muscolare modulandone
opportunamente le contrazioni toniche e fasiche e attivando di adeguati adattamenti, i quali
strutturano i modelli posturali e cinetici dell'attività motoria.
Ogni esecuzione motoria è quindi possibile solo mediante una incessante concomitanza di momenti
posturali e cinetici armonicamente integrati. In stretta correlazione a quanto descritto è necessaria
un'altra serie di processi deputati a fornire l'energia indispensabile a creare e mantenere le adeguate
contrazioni: le funzioni metaboliche e i processi biochimici.
Il controllo motorio
Il controllo dei movimenti e la correzione da apportare quando gli stessi non si sviluppano secondo
linee programmate può avvenire secondo due modalità:
il modello a circuito chiuso
➢ utilizzato per movimenti lenti
il modello a circuito aperto
➢ adatto per movimenti rapidi.
Il controllo motorio a circuito chiuso
Il principio fondamentale sul quale si basa la teoria del controllo motorio a circuito chiuso è quella
del feedback. Gli input vincolati al sistema nervoso centrale attraverso un sistema di fibre afferenti
possono essere:
di natura esterocettiva
➢ si tratta di informazioni sensoriali ottenute tramite gli organi di senso di cui l'individuo
dispone
di natura propriocettiva
➢ si tratta dell'informazione relativa al movimento che sorge da recettori differenti da quelli
sensoriali:
recettori di tensione
recettori di pressione
recettori dell'orecchio interno
recettori delle articolazioni
recettori dei fusi neuromuscolari.
La funzione del feedback, quindi, è quella di correggere il movimento durante l'esecuzione, ne
deriva che questo tipo di controllo può essere utile soltanto per quelle attività motorie che
richiedono un tempo di esecuzione relativamente lungo. Oltre che per il controllo dei movimenti
lenti, il sistema a circuito chiuso viene utilizzato per i mantenimenti di stato, come ad esempio per il
controllo della postura o il mantenimento dell'equilibrio.
Il controllo motorio a circuito aperto
Il controllo del movimento a circuito aperto prevede che l'attività motoria venga effettuata senza
l'intervento di alcun feedback. I movimenti rapidi sono totalmente programmati a livello centrale e
sono in grado di arrivare a compimento senza correzioni in itinere. Il modello di controllo a circuito
aperto si pone in alternativa all'ipotesi del feedback per quanto riguardi i processi che avvengono
durante l'esecuzione del movimento, ma l'importanza dei feedback non viene messa in discussione
relativamente alla modifica e alla correzione del movimento dopo la sua esecuzione.
Le difficoltà di apprendimento motorio nell'allievo in situazione di handicap mentale
L'opportuna analisi degli stimoli ambientali è resa spesso difficoltosa nell'allievo in situazione di
handicap mentale da deficit a livello attentivo. Tali problematiche possono riguardare sia la
focalizzazione che la stabilità dell'attenzione. Gli allievi con ritardo mentale incontrano grande
difficoltà nella fase di adattamento degli schemi motori alle esigenze della situazione. Questo è
dovuto a fattori che riguardano sia la carenza di schemi memorizzati a cui fare riferimento, che le
problematiche di richiamo e caricamento di tali schemi dalla memoria a lungo termine.
Per quello che riguarda l'esecuzione del movimento possono manifestarsi difficoltà a causa di
alcune limitazioni strutturali a volte associate alle varie sindromi.
L'allievo in situazione di handicap mentale risulta molto più dipendente dell'allievo normodotato da
input esterocettivi, proprio per la difficoltà di interpretare i feedback.
Le componenti psicomotorie del movimento umano: i prerequisiti funzionali
Lo schema corporeo
Nel bambino corpo e mondo vivono indistinti finché questo non opera la distinzione con il concetto
di oggetto. Solo a questo punto si ha una differenziazione fra esperienza interna ed esterna e
sfruttando i dati sensoriali, cinestetici e motori diventa possibile la rappresentazione di spazio-
tempo, della causalità e si sviluppa la nozione di invarianza delle caratteristiche degli oggetti. La
conoscenza dello schema corporeo poggia sull'organizzazione del sistema emozionale nelle
relazioni con l'altro. La distinzione dell'altro dal sé implica sentimenti di simpatia, dominio,
sottomissione, ecc. Anche lo stadio dello specchio costituisce un momento importante nel
trasferimento dell'immagine frammentaria del corpo alla conoscenza dell'organizzazione unitaria.
La capacità di controllo del tono muscolare
La capacità di dosare il grado di contrazione muscolare rappresenta una condizione di base per
l'effettuazione di movimenti coordinati e finalizzati. I problemi sono molto spesso connessi alla
difficoltà di arrivare a forme di rilassamento globale o parziale, cioè a condizione di decontrazione
della muscolatura, ottenute sia a livello automatico che volontario. La finalità da perseguire in età
infantile è quella di coinvolgere il bambino in una ricerca attiva della propria consapevolezza
corporea: con il rilassamento il bimbo, attraverso l'ascolto delle sensazioni propriocettive, viene
sensibilizzato progressivamente ad una conoscenza e acquisizione più stabile del proprio “Io
corporeo”. In aggiunta, il rilassamento è anche un mezzo per arrivare ad una buona educazione
posturale e respiratoria.
La coordinazione e l'equilibrio
Per coordinazione del movimento si intende l'esecuzione di un atto motorio finalizzato utilizzando
in maniera sinergica le diverse strutture corporee impegnate. Esistono forme di coordinazione
segmentaria, intersegmentaria e generale. L'utilizzo svariato di schemi motori in situazione conduce
l'allievo ad affinare la propria coordinazione generale, intersegmentaria e segmentaria. Per questo
fine risulta fondamentale favorire il maggior numero possibile di aggiustamenti motori, proponendo
una molteplicità di situazioni differenti da sperimentare: salti, corse, arrampicamenti, superamenti,
ecc.
Anche il mantenimento e la riconquista dell'equilibrio può essere considerato una forma di
coordinazione motoria rispetto alla forza di gravità. L'equilibrio viene definito come l'esito della
ricerca dell'esatta posizione del corpo nella statica e nel movimento. I movimenti di equilibramento
sono il risultato di adattamenti conseguenti all'interpretazione delle sensazioni propriocettive ed
esterocettive, che provengono da quattro fonti principali d'informazione: sensazioni plantari,
cinestetiche, labirintiche e visive. L'evoluzione dell'equilibrio avviene progressivamente partendo
dalla conquista delle diverse posture fino alle forme più affinate di equilibrio dinamico e in volo.
Questa evoluzione dipende strettamente dalla quantità e qualità delle esperienze motorie.
La lateralità
La lateralità è la superiorità nell'utilizzo di emisfero, o l'equipotenzialità in entrambi, che determina
una dominanza di un lato del corpo di tipo omolaterale o dominanze incrociate.
La strutturazione spazio-temporale
Nel bambino i primi rapporti spaziali sono di vicinanza, separazione, ordine, inclusione e
continuità. Con la formazione della nozione di oggetto e l'acquisizione della deambulazione lo
spazio diventa continuo e in esso gli oggetti si spostano e possono essere ritrovati dal bambino.
Anche per quanto riguarda la strutturazione spazio-temporale, le evoluzione progressive possono
essere facilitate o rallentate a seconda delle esperienze che il bambino compie spontaneamente nel
proprio ambiente e di quelle che l'educatore riesce a favorire tramite specifiche esercitazioni o
attraverso la predisposizione di situazioni di libera espressione della funzione motoria.
L'osservazione dell'area psicomotoria: dall'analisi delle difficoltà al concetto di
sviluppo potenziale
Valutare a scuola: le prove strutturate od osservazione?
Lo strumento chiamato MOVIT costituisce una modalità di valutazione sistematica ed ecologica
allo stesso tempo. Le prove MOVIT si caratterizzano per quattro aspetti:
permettono una valutazione poco condizionata dalla soggettività dell'osservatore, essendo
➢ fondate su una serie di item facilmente verificabili, i quali escludono l'interpretazione
personale
rappresentano una guida all'osservazione, in quanto non richiedono la predisposizione di
➢ particolari situazioni-test, essendo proponibili durante le normali attività in palestra
possono essere considerate una check list a focalizzazione crescente, con la quale
➢ effettuare la ricognizione per gli allievi con problemi che dimostrano carenze a livello di
abilità motorie
consentono la valutazione non soltanto delle abilità e difficoltà degli allievi, ma anche del
➢ loro sviluppo potenziale, particolarmente importante da delineare soprattutto per i
bambini piccoli e per gli allievi con difficoltà di apprendimento e in situazione di
handicup.
La valutazione delle abilità e dei deficit: le check list
L'indagine iniziale dei vari repertori viene effettuata tramite strumenti chiamati check list o liste di
rilevanza strutturate. Si tratta di elenchi di abilità e di specifici comportamenti sequenziali in ordine
gerarchico i quali permettono di sistematizzare l'osservazione e di constatare la presenza o l'assenza
di un oggetto e di un fenomeno senza che si formino giudizi di valore. Inoltre, consentono di uscire
dall'intuitività e dalla seggettività solitamente associate al momento osservativo.
Le check listi si distinguono in:
globali
➢ cioè quelle liste che tentano una valutazione completa di tutti i repertori di abilità del
sogget