Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 41
Riassunto esame Pedagogia speciale, Prof. Besio Serenella, libro consigliato Didattica speciale e inclusione scolastica, Cottini Pag. 1 Riassunto esame Pedagogia speciale, Prof. Besio Serenella, libro consigliato Didattica speciale e inclusione scolastica, Cottini Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia speciale, Prof. Besio Serenella, libro consigliato Didattica speciale e inclusione scolastica, Cottini Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia speciale, Prof. Besio Serenella, libro consigliato Didattica speciale e inclusione scolastica, Cottini Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia speciale, Prof. Besio Serenella, libro consigliato Didattica speciale e inclusione scolastica, Cottini Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia speciale, Prof. Besio Serenella, libro consigliato Didattica speciale e inclusione scolastica, Cottini Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia speciale, Prof. Besio Serenella, libro consigliato Didattica speciale e inclusione scolastica, Cottini Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia speciale, Prof. Besio Serenella, libro consigliato Didattica speciale e inclusione scolastica, Cottini Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia speciale, Prof. Besio Serenella, libro consigliato Didattica speciale e inclusione scolastica, Cottini Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia speciale, Prof. Besio Serenella, libro consigliato Didattica speciale e inclusione scolastica, Cottini Pag. 41
1 su 41
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ICF

L’ICF (1999) si pone in continuità con le classificazioni precedenti, rovesciando la prospettiva di

analisi: non viene considerata la menomazione, ma la salute, e le potenzialità dell'individuo e le sue

eventuali disabilità in relazione all'attività e alla partecipazione.

In questo modo si pongono le premesse per individuare compiutamente i bisogni e superare fino al

possibile i limiti all'attività e le restrizioni alla partecipazione.

Organizzazione dell’ICF

L’ICF è organizzato in due parti. La prima è formata dalle seguenti componenti:

- Funzioni corporee: sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei incluse quelle

psicologiche;

- Strutture corporee: sono parti anatomiche del corpo come organi, arti e loro componenti;

- Attività e partecipazione: per attività si intende l'esecuzione di un compito o di un'azione da

parte di un individuo; per partecipazione si intende il coinvolgimento di un individuo in una

situazione di vita.

La seconda, invece, prevede:

- Fattori ambientali: sono caratteristiche del mondo fisico, sociale e degli atteggiamenti, che

possono avere impatto sulle prestazioni di un individuo in un determinato contesto;

- Fattori personali: attualmente non sono classificati nell’ICF.

Esempio: la classificazione b11420, viene inserita nella seguente gerarchia di livelli: b > strutture

corporee; b1> funzioni mentali; b11 > funzioni mentali globali; b114 > funzioni dell’orientamento; b1142

> orientamento alla persona; b11420 > orientamento a sé stessi.

Il documento ICF copre tutti gli aspetti della salute umana, raggruppandoli nel dominio della salute e in

quelli a essa collegati.

Qualificatori

Si consideri che l’ICF non riguarda solo le persone con disabilità, ma è applicabile a ogni persona,

dove vi sia la necessità di valutarne lo stato di salute.

I codici ICF richiedono l'uso di uno o più qualificatori, i quali denotano l'entità del livello di salute o la

gravità del problema in questione.

Dall’ICF all’ICF-CY

L’ICF-CY cerca di rispondere alle esigenze connesse alla classificazione delle condizioni di salute e

delle manifestazioni di disabilità di bambini e adolescenti.

L'impianto dell’ICF-CY deriva dall’ICF e prevede modifiche e ampliamenti che riguardano alcuni codici

e qualificatori, per consentire una migliore inclusione di aspetti legati allo sviluppo in età evolutiva.

L'istruzione nell’ICF-CY è arricchita da ulteriori aspetti ritenuti importanti in funzione dello sviluppo,

quali: se è come il bambino o l'adolescente accede a un programma di istruzione scolastica; se e come

progredisce da un livello a quello successivo; se arriva a conclusione di un programma di istruzione….

Allo stesso modo, una rilevante attenzione viene dedicata all'area ludica in termini di impegno e

coinvolgimento nel gioco.

Altro elemento interessante è il campo delle tecnologie, descritte come “ogni prodotto, strumento,

apparecchiatura o tecnologia adattati o progettati apposta per migliorare il funzionamento di una

persona”.

Attraverso questo strumento non si ottengono diagnosi cliniche, ma dei profili di funzionamento, in

quanto lo scopo è descrivere la natura e la gravità delle limitazioni del funzionamento e i fattori

ambientali che influiscono su di esso.

ICF, ICF-CY e didattica speciale

Vanno considerati tre punti principali:

- Il cambio di prospettiva, con il passaggio da una visione prettamente eziologica a una

improntata sul concetto positivo di attività e partecipazione;

- La grande attenzione che viene riservata ai fattori contestuali e ambientali;

- Il ruolo paritetico che viene riconosciuto agli interventi clinici, i quali dovranno

necessariamente integrarsi e uscire dalle arbitrarie demarcazioni.

L’ICF e l’ICF-CY non richiedono di indicare le cause della menomazione o della disabilità, ma solo di

specificarne gli effetti, a partire da una valutazione positiva del funzionamento per indicare se e

quanto ciascun soggetto se ne discosta. Questo porta all’abbandono dei termini con una

connotazione negativa a favore di altri che contengono una prospettiva più favorevole.

Il distacco della misurazione dei deficit dalla menomazione rende inevitabile l'utilizzo del gradiente di

gravità sempre più centrato sulla disabilità, piuttosto che sulla menomazione. Appare evidente che a

parità di menomazioni ci potranno essere livelli di gravità anche molto differenti.

Viene superato il modello di riferimento che tendeva a enfatizzare in maniera preponderante la

dimensione biomedica, per preferire l’assegnazione di un ruolo anche alle componenti psicosociali.

L'impostazione ICF enfatizza l'esigenza di non individuare soltanto gli elementi di rilevanza clinica

connessi al deficit, ma di conoscere la persona, con l'attenzione rivolta in maniera particolare alle sue

potenzialità e alle sue risorse. Di conseguenza, se l'analisi delle condizioni correlate alla salute

scaturisce dal rapporto sistemico individuo-ambiente, allora il compito di valutarle non può essere

assegnato solo alla professionalità sanitaria, ma deve coinvolgere un insieme di punti di vista, tra cui

quello della famiglia, della scuola, dell'extra-scuola e, se possibile, quello dell'individuo stesso.

Il mancato coinvolgimento del personale educativo e della famiglia nella redazione di questo

momento iniziale rappresentato dalla DF ha determinato ripercussioni negative. Innanzitutto,

l'attenzione è stata focalizzata eccessivamente su quanto il bambino non sa fare, piuttosto che sulle

abilità possedute o potenziali, con un approccio essenzialmente medico e poco educativo. Oltre ciò,

si è registrata una mancanza di dialogo tra la componente clinico-riabilitativa, quella pedagogica e

la famiglia, con nefasta incidenza su tutto il successivo processo inclusivo.

Il forte richiamo a un’impostazione interdisciplinare e multidisciplinare della valutazione ha portato

all'approvazione di una disposizione, la quale prevede che il profilo di funzionamento, redatto

secondo i criteri del modello ICF, sostituisca la DF e il PDF.

L'attenzione deve allargarsi e considerare sempre la ricaduta che l'acquisizione di queste

competenze ha avuto nel miglioramento dell'attività e della partecipazione dell'individuo; in altre

parole, si è registrata una riduzione della disabilità, un ampliamento dei processi inclusivi e un

miglioramento della qualità della vita. Questo cambio di prospettiva dovrà portare a individuare sistemi

di valutazione integrata e non settoriale, in grado di verificare i cambiamenti nello stile di vita delle

persone.

Nell'analisi dello sviluppo cognitivo non va considerata solo la situazione rilevabile dai test (la

situazione attuale), in quanto le effettive capacità di un individuo possono emergere soltanto nel

momento in cui si instaura un rapporto interattivo tra lui e l'ambiente umano. Il modello proposto da

Vygotskij costituisce il fondamento su cui poggia l'impianto proposto dall’ICF, in quanto sottolinea

come l'apprendimento sia un processo socio-educativo, che richiede la compresenza di più figure.

Capitolo 4 – Verso il curricolo per l'inclusione

La logica dell'inclusione prevede che gli allievi con bisogni particolari non siano chiamati a inserirsi e

adattarsi in un contesto di scuola pensato per chi appare come tipico. Al contrario, l'orientamento deve

essere quello di costruire contesti in grado di accogliere tutti e consentire a ognuno di avere le migliori

opportunità per raggiungere il successo formativo.

A questo livello si possono percorrere due strade.

1. Prevede di costruire un programma per la classe, da modificare poi in maniera più o meno

consistente per coloro che non riescono a seguirlo compiutamente. La finalità è quella di

adattare il curricolo ai bisogni speciali dei singoli allievi;

2. Si pone come obiettivo quello di progettare i curricoli didattici per affrontare le differenze

individuali. È la logica sviluppata all'interno dell'approccio UDL. L'obiettivo perseguito è quello

di trasferire i principi della progettazione per tutti dal piano architettonico a quello

dell'istruzione, attraverso un'azione centrata sui programmi di studio, i quali, se troppo rigidi,

vengono a costituire un ostacolo per la promozione di una prospettiva inclusiva. Infatti, nel

momento in cui i curricoli didattici sono progettati per soddisfare i bisogni di un’immaginaria

media, non tengono conto della reale variabilità degli studenti.

Questo non significa che l'adozione della seconda strada faccia venire meno l'esigenza di

programmazioni individualizzate per gli allievi con bisogni particolari. Progettare un curricolo

flessibile offre più opportunità a ogni allievo di una classe di sentirsi accolto e stimolato. Prima di

costruire programmi speciali è necessario lavorare per modificare il curricolo comune, ampliandolo

e differenziandolo dal punto di vista didattico, così che possa accogliere le esigenze del più ampio

numero di allievi possibile. Le esigenze particolari continuano a esistere, ma la classe diventa sempre

più un ambiente nel quale sono considerate le caratteristiche particolari di ognuno.

Un cenno di richiamo: il curricolo, questo necessario

Quando si parla di curricolo didattico ci si riferisce all'itinerario formativo indirizzato ai campi di

esperienza o alle discipline, che viene considerato sia sotto il profilo dei contenuti formativi (il

programma), che sotto quello della sua organizzazione didattica (la programmazione).

Il riferimento normativo di fondo della prospettiva curricolare è rappresentato dalle disposizioni

sull'autonomia delle istituzioni scolastiche e, in particolare, dall'articolo 8 del regolamento

sull'autonomia, il quale prevede che le istituzioni scolastiche determinino, nel POF, “il curricolo

obbligatorio per i propri alunni in modo da integrare la quota definita a livello nazionale con la quota

loro riservata che comprende le discipline e le attività da esse liberamente scelte”.

Il concetto di curricolo, quindi, tende a porre sullo stesso piano i contenuti e i processi

dell'apprendere. Rappresenta il dispositivo didattico di riferimento per una scuola che voglia essere

sempre più inclusiva. L'orientamento UDL offre un supporto prezioso al fine di promuovere

un'organizzazione della didattica aperta e flessibile, capace di considerare le caratteristiche

diversificate degli allievi e di perseguire, per tutti e per ciascuno, il successo formativo. Si può parlare

di successo formativo per un allievo se egli è riuscito a valorizzare in

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
41 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aurorandal di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Besio Serenella.