Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ADHD
training di abilità sociali
➢ nel programma di intervento non dovrebbe mai essere trascurata la dimensione
interpersonale nel problema, in quanto spesso i comportamenti iperattivi determinano
l'isolamento sociale dell'allievo ADHD, con gravi ripercussioni sull'apprendimento
training metacognitivi
➢ i percorsi metacognitivi mirano a potenziare la capacità del bambino di osservare, regolare e
rinforzare in maniera autonoma il proprio comportamento. L'obbiettivo finale di questi
interventi è quello di internalizzare il controllo comportamentale, attraverso l'uso del
linguaggio autodiretto.
La scelta del primo passo da fare dipenderà ovviamente dal caso singolo e dalla disponibilità di
risorse presenti nella scuola e in famiglia. In generale potremmo affermare che in primo luogo è
necessario fissare la cornice di intervento, ossia fornire una maggiore struttura a:
ambiente
➢ regole
➢ compiti e materiali
➢
Una volta che il contesto è stato così organizzato potremo inserire i training di abilità rivolti
all'allievo iperattivo.
Un esempio di programma integrato: il Kit Kiwi
Il Kiwi fornisce una iniziale valutazione dell'allievo iperattivo in tre fattori, tramite l'utilizzo della
rating scale Iper:
inibizione cognitiva
➢ vengono misurate le difficoltà del soggetto a inibire risposte cognitive e motorie irrilevanti
per il compito
orientamento al compito e persistenza
➢ viene valutata la capacità del soggetto di mantenere l'attenzione sostenuta nel tempo,
soprattutto in assenza di una guida esterna
autocontrollo motorio
➢ vengono analizzati i comportamenti di iperattività motoria, includendo una serie di
movimenti non finalizzati e potenzialmente rischiosi per il soggetto.
Questa struttura tri-fattoriale risulta sostanzialmente coerente con le recenti modellazioni del
disturbo ADHD. In base al profilo del soggetto vengono proposti specifici percorsi educativi e
riabilitativi. In base al deficit prevalente mostrato dall'allievo vengono attivati tre tipi di percorsi:
training di autocontrollo
➢ esercizi di attenzione, memoria e inibizione
➢ contratto educativo
➢
Il Kiwi, rivolto ad allievi dai 4 ai 14 anni, ha come obbiettivo basilare quello di integrare in maniera
sempre maggiore l'intervento specialistico sul disturbo ADHD con la quotidiana programmazione e
gestione educativa dell'intero gruppo classe.
I problemi di comportamento
I problemi di comportamento rappresentano molto probabilmente la categoria di difficoltà
scolastiche che suscita maggiori preoccupazioni, in virtù delle profonde ricadute non solamente
sull'apprendimento degli allievi, ma anche e soprattutto sul loro benessere socio-emozionale e sulla
loro sicurezza fisica. In realtà si tratta di un campo di indagine e di intervento estremamente
complesso:
sono numerose ed eterogenee le manifestazioni dell'aggressività, così che risulta impossibile
➢ racchiuderle all'interno di un unico modello esplicativo o proporre una modalità di risposta
monodimensionale
queste condotte tendono ad assumere diverse configurazioni in base a una serie di variabili
➢ demografiche, a cominciare dall'età
la terminologia riferita a questo fenomeno è stata la più varia, ricorrendo di volta in volta a
➢ termini come aggressività, violenza, oppositività, delinquenza, distruttività, ecc.
lo studio delle condotte aggressive è stato approcciato da campi di ricerca differenti, tra i
➢ quali la psicologia, la neurobiologia, la psichiatria, la sociologia e la pedagogia
infine il comportamento aggressivo può configurarsi come un disturbo clinico indipendente
➢ ovvero può rappresentare la manifestazione atipica di un altro disturbo psichiatrico.
Verso una chiarificazione terminologica
La definizione di comportamento aggressivo incontra un primo rilevante ostacolo nella molteplicità
di approcci che sono interessati ad esso. In maniera molto schematica, possiamo descrivere quattro
strade principali di analisi delle condotte aggressive:
gli studi di stampo sociologico, che concettualizzano l'aggressività come la conseguenza di
➢ condizioni sociali inadeguate, ovvero come la difficoltà di adattamento tra l'individuo e la
comunità di appartenenza
le riflessioni in campo normativo, che collegano strettamente la definizione di devianza
➢ comportamentale all'infrazione di determinate regole sociali
le indagini mediche, con le quali si sposta il focus dal piano intersoggettivo a quello
➢ intraindividuale, alla ricerca di possibili fattori eziopatogenetici di natura neurobiologica
la prospettiva psicoeducativa, secondo cui i comportamenti aggressivi sono spesso il
➢ risultato di un carente apprendimento di abilità sociali e comunicative, necessarie per
interagire efficacemente con gli altri.
Al fine di fornire alcune linee-guida nella definizione di comportamento aggressivo, possiamo
affermare che l'aggressività consiste in un qualsiasi atto osservabile emesso intenzionalmente per
arrecare danno a persone, animali o cose. In questa definizione possiamo comprendere tre elementi
fondamentali:
atto motorio/verbale
➢ il comportamento aggressivo si sostanzia in produzioni motorie o verbali, è evidente che
considereremo aggressivo l'allievo che insulta o colpisce fisicamente i compagni o
l'insegnante
intenzione
➢ la volontarietà dell'atto aggressivo permette di escludere tutti quei comportamenti impulsivi
e incontrollati che, pur procurando un danno a terzi, tuttavia sono emessi senza la volontà di
danneggiare
danno
➢ un comportamento è aggressivo quando produce un danno a persone, animali o cose. In
particolare possiamo individuare due difficoltà:
l'attenzione degli adulti si concentra solamente sul danno fisico
i danni emotivi, invece, spesso sono più profondi e permanenti di quelli fisici.
Le numerose aggressività: possibili classificazioni
Possiamo distinguere quattro diversi approcci classificatori:
descrittivo
➢ possiamo classificare gli atti aggressivi in base ad un criterio meramente descrittivo,
individuando cioè la direzione e la topografia dell'atto:
iniziativa dei comportamenti
attivi
costituiscono il tipo di comportamento più evidente e più studiato (colpire con pugni
o calci, distruggere le proprietà altrui ecc.)
passivi
si tratta sostanzialmente di atteggiamenti passivi, come ad esempio non aiutare un
compagno in difficoltà. Possono produrre danni molto significativi e determinare un
clima di insicurezza e di isolamento sociale nel contesto della classe o della scuola
mediazione dei comportamenti
diretti
esiste un contatto non mediato tra le persone, come ad esempio un bambino che
picchia o insulta apertamente un suo compagno
indiretti
non si verifica un contatto diretto ma l'atto aggressivo si esprime determinando un
contesto negativo e ostile nei confronti della vittima, come avviene ad esempio nelle
maldicenze diffuse
direzione dei comportamenti
autodiretti
nei comportamenti autolesionistici il soggetto infligge a sé stesso danni anche molto
gravi
eterodiretti
è la tipica forma di aggressività diretta contro le altre persone, animali o cose.
Ovviamente i tre criteri individuati possono collegarsi in tutte le combinazioni possibili.
funzionale
➢ numerosi studi hanno diversificato i comportamenti aggressivi non in base agli aspetti
topografici, ma alle motivazioni sottostanti. Sono stati così distinti cinque ampi gruppi:
azioni aggressive strumentali
si tratta di atti diretti o indiretti volti ad ottenere un vantaggio, come ad esempio
conquistare un oggetto o attirare l'attenzione di un adulto
comportamenti irritanti
si concretizzano in una serie di comportamenti fortemente irritanti e disturbanti per chi
circonda il soggetto, senza che vi sia un evidente vantaggio da raggiungere
aggressività di tipo emozionale
in questo caso il comportamento aggressivo è il risultato di stati emotivi fortemente
alterati, come ad esempio la rabbia o la paura
comportamento antisociale
è un tipo di comportamento deviante rispetto alle norme sociali, ma utilizzato per
conformarsi alle norme del gruppo dei pari.
Anche in questo caso dovremmo aspettarci condizioni pluridimensionali, nelle quali lo
stesso atto aggressivo assolve a più funzioni contemporaneamente
psicopatologico
➢ gli approcci psicopatologici sviluppati ultimamente hanno tentato di evidenziare specifici
profili comportamentali e psicopatologici propri di ogni categoria di aggressività. Tuttavia la
distinzione che ha ricevuto maggiori conferme empiriche e che ha palesato i più significativi
risvolti operativi consiste nella differenziazione tra un'aggressività manifestata e una
nascosta. La prevalenza di queste due condotte si collega infatti a peculiari condizioni
predisponenti e a specifici percorsi evolutivi.
L'aggressività manifesta (overt)
include tutte le forme di attacco fisico e verbale, come ad esempio colluttazioni, uso di
armi, minacce, aperta violazione di regole e sfida dell'autorità, ecc.
l'aggressività nascosta (covert)
in questo tipo di aggressività rientrano tutti gli atti devianti nascosti, come ad esempio
rubare, marinare la scuola, abusare di sostanze psicotrope, ecc.
Queste due tipologie si differenziano non soltanto sul piano fenomenico, ma anche in base a
una serie di fattori eziopatogenici. In particolare, gli studi fin qui effettuati sottolineano i
seguenti elementi:
fattori ereditari
è stata rilevata una maggiore ereditarietà per forme overt, ossia per i comportamenti
apertamente aggressivi, rispetto alle forme covert
fattori neurobiologici
l'aggressività manifesta si collega spesso ad alterazioni dei sistemi neurotrasmettitoriali e
dei circuiti fronto-sottocorticali
fattori familiari e educativi
l'aggressività covert sembra collegarsi in maniera importante a una serie di difficoltà dei
genitori di gestire la disciplina
fattori socio-ambientali
i soggetti con aggressività overt presentano un ridotto livello di socializzazione. In altri
termini, il loro comportamento li induce a una stato di relativo isolamento dai compagni
rischio di cronicità
l'aggressività overt presenta un alto tasso di stabilità nel tempo, al contrario invece della
forma covert
evolutivo
➢ nel corso dello sviluppo è possibile evidenziare una modificazione delle condotte aggressive
su tre piani, topografico, funzionale e relazion