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• Accomodamento: modalità di conoscenza non diretta che consiste nel comprendere che alcune informazioni non sono assimilabili alle
nozioni già possedute, ma richiedono strutture concettuali nuove
• Operazione mentale (o ragionamento): attorno ai 67 anni il bambino padroneggia il linguaggio e non si lascia ingannare dalle
apparenze
• Schema: struttura mentale che raggruppa e spiega un certo numero di esperienze.
Il bambino non è un adulto in miniatura: l’intelligenza infantile varia quantitativamente e qualitativamente rispetto a quella di un adulto. L’
intelligenza, secondo Piaget, si sviluppa in 4 stadi o periodi di sviluppo:
1. Stadio sensomotorio (dalla nascita a 2 anni): l’intelligenza precede il linguaggio. Infatti il bambino esercita fino al secondo anno di vita
una forma di intelligenza preverbale che si esprime attraverso i cinque sensi. In questo stadio ci sono sei stadi successivi: stadio dei
riflessi (02 mesi) dove il bambino applica alle diverse circostanze alcuni schemi innati come la suzione o la prensione; reazioni circolari
primarie (24 mesi) dove il bambino compie ripetutamente un’ azione che inizia e finisce nel proprio corpo come succhiarsi il pollice;
reazioni circolari secondarie (48 mesi) ovvero azioni ripetute che mettono il bambino in contatto con l’ ambiente esterno; coordinazione
mezzifini (812 mesi) dove il bambino coordina due azioni successive; reazioni circolari terziarie (1218 mesi) dove il bambino effettua le
prime sperimentazioni attive nell’ ambiente; stadio delle rappresentazioni mentali (dopo i 18 mesi) dove il bambino acquista la capacità di
“evocare qualcosa” per mezzo di qualcos’ altro, sperimenta il gioco simbolico, l’ imitazione differita e la soluzione dei problemi.
2. Periodo preoperatorio (da 2 a 6 anni): la comparsa delle rappresentazioni mentali consentono al bambino l’apprendimento del
linguaggio, ovvero come usare le parole per riferirsi a oggetti e situazioni non presenti. L’ uso consapevole dei concetti linguistici è però il
frutto dello sviluppo di una capacità rappresentativa più ampia che Piaget chiama funzione simbolica, che avviene dai 2 ai 6 anni ed è
caratterizzata dal gioco simbolico (far finta di). In questa fase i bambini vedono la natura come un oggetto animato, vivente (animismo),
ritengono che tutto sia stato creato dall’ uomo (artificialismo) e tutto quel che avviene in natura ha un fine (finalismo). Il bambino è
egocentrico, ovvero non riesce ad assumere un punto di vista esterno al proprio corpo, ed irreversibile, quindi la mente del bambino
riesce a percorrere una sola direzione alla volta.
3. Periodo operatorio (da 6 a 14 anni): il bambino sviluppa la capacità di ragionare senza lasciarsi ingannare dalle apparenze. Il bambino
impara a seriare, numerare e classificare gli oggetti; supera la fase di egocentrismo e partecipa attivamente ai giochi con regole,
conquista una certa autonomia di giudizio morale. Il primo stadio del periodo operatorio (611 anni) è detto concreto perche i bambini
non sono ancora in grado di ragionare su concetti astratti. Il secondo stadio (1114 anni) è detto, invece, formale perché i bambini
cominciano a ragionare senza preoccuparsi del contenuto concreto degli elementi, ma badando soltanto alla forma, cioè alla
concatenazione logica dei passaggi; nasce il pensiero ipotetico e si sviluppa il relativismo morale.
N.B.: le conquiste cognitive possono essere anticipate con opportuni interventi didattici!
Piaget sosteneva che la prima e insostituibile educatrice fosse la natura: il bambino è per natura buono, attento, curioso e dotato di interessi che è
compito dell’educatore valorizzare nel rispetto delle naturali tappe di sviluppo. Secondo Piaget gli educatori devono:
• Insegnare con gradualità
• Partire sempre dall’ esperienza diretta
• Dare spazio all’ apprendimento autonomo per scoperta
• Organizzare attività didattiche di gruppo
• Inserire il gioco nelle attività didattiche
• Centrare l’insegnamento sull’ acquisizione di abilità logiche di ordine generale (seriazione, classificazione, deduzione, inclusione)
piuttosto che sui contenuti disciplinari.