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Introduzione

“Noi siamo ben oltre le parole” F. Nietzsche

La pedagogia del corpo è una disciplina abbastanza recente.

In passato, in educazione, ci si è limitati a parlare del corpo in termini igienici e salutistici.

Le ragioni di uno sviluppo soltanto recente della pedagogia del corpo sono principalmente legate al fatto che il corpo, per essere osservato e studiato, non può essere separato e messo a distanza.

Il nostro corpo non si esaurisce nella sua fisiologia, ma produce intrecci, risonanze nella nostra esperienza emozionale, affettiva e psichica.

Che la corporeità sia di natura complessa lo sapevano perfettamente anche gli antichi.

Platone prima e Cartesio poi, decretarono la separazione del corpo dalla mente, e, da allora, il sapere sul corpo è stato parcellizzato.

N.B. “Complesso” diverso da “complicato”:

Complesso: il funzionamento del nostro corpo non può essere considerato come somma

del funzionamento delle singole parti. Complicato: il funzionamento dell'insieme corrisponde a criteri logici, spiegabili. Esempio: - motore di una macchina. La preparazione di figure professionali in campo educativo non può prescindere dall'apprendimento della molteplicità dei linguaggi e da una formazione corporea. La pedagogia del corpo è un'attitudine formativa trasversale che tende a rivisitare criticamente gli scenari abituali dell'educazione e della cura per integrare saperi ed esperienze abitualmente separati. L'obiettivo della pedagogia del corpo è mostrare vie pedagogiche per progetti e interventi dove la ricerca sul corpo si unisce con le strategie formative di tipo narrativo, tra cui l'autobiografia. Ivano Gamelli (Milano, 11 novembre 1957) è un pedagogista italiano. È ricercatore e docente all'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ha fatto conoscere la pedagogia del corpo.

denominazione accademica da lui ideata e disciplina di cui è stato il primo docente in Italia.

CAPITOLO 1 – Il corpo in gioco – La natura psicomotoria del bambino

“Dietro ogni parola, c’era una volta un gesto” André Leroi-Gourhan

Corpo a corpo

Attraverso la nascita il bambino fa esperienza:

  • di sensazioni spiacevoli (fame, caldo, freddo, ecc.);
  • di sensazioni piacevoli (sollecitudine della madre che provvede ai suoi bisogni).

Dopo la nascita, il rapporto con la madre riveste un’importanza fondamentale per lo sviluppo del bambino.

Innanzitutto, ogni madre è in grado di parlare col figlio ben prima che egli acquisisca l’uso del linguaggio verbale.

Il bambino comunica mediante la globalità del proprio corpo e la madre si scopre straordinariamente capace di situarsi al livello espressivo non verbale del figlio, attraverso l’imitazione dell’intensità e del ritmo del movimento del corpo.

dello sguardo, della vocalizzazione del suo bambino. L'adulto, in generale, tende a mettersi in gioco con tutto il proprio corpo, quasi a voler diventare "una muscolatura che proferisce una parola semantico-melodica" (Marcel Jousse), intrecciando col bambino un dialogo tonico-corporeo, fatto di sguardi, emozioni, tonicità muscolare (per tono muscolare si intende l'attività muscolare che mantiene l'assetto posturale del corpo opponendosi alla forza di gravità). Il tono muscolare è spesso usato dal bambino piccolissimo per comunicare le proprie sensazioni. Ad esempio, un bambino che ha fame, percepisce il suo bisogno in forma di un vuoto, a cui si oppone con la contrazione muscolare (tono muscolare alto): piange, grida e si contrae. Il bambino reagisce all'adulto che entra in relazione con lui, attraverso movimenti e contrazioni muscolari creando così una sintonizzazione corporea. Stern descrive accuratamente.il fenomeno della "sintonizzazione corporea" e ritiene che il processo di adattamento reciproco di madre e figlio, nella ricerca costante della sintonizzazione dell'uno con l'altro, sta alla base della futura capacità di comunicare e di essere in relazione. L'importanza della sintonizzazione corporea nello sviluppo del bambino viene particolarmente compresa se, come Stern afferma, si rappresenta tale sviluppo non come una serie di stadi successivi, ma, piuttosto, attraverso una rappresentazione a strati, in cui nessuna esperienza va persa, ma si compenetra con quelle che l'hanno preceduta. Attraverso la sintonizzazione corporea si impara: - Che gli altri individui possiedono diversi stati interiori e usano modi diversi per comunicarli; - Che esiste un vissuto interno e uno esterno; - Che la comunicazione è l'esito di un delicato lavoro sulla distanza da porre fra noi e gli altri. Il processo attraverso il quale la

La sintonizzazione corporea con l'adulto contribuisce a formare il mondo emotivo del bambino. È il processo di selezione, nel senso che l'adulto, interagendo col bambino, gli restituisce principalmente l'imitazione di certe emozioni (soprattutto quelle legate all'allegria e alla rabbia) e non di altre (in particolare di quelle legate alla tristezza e alla depressione, sentimenti considerati scomodi e imbarazzanti).

Stern ha ipotizzato l'esistenza di un alfabeto emotivo primario, da lui chiamato degli "affetti vitali", basato sull'esperienza cinetica (= relativa al movimento) della vita fetale. Il carattere di ciascuno potrebbe, in questo senso, dipendere da come si è stati cullati, coccolati, accuditi nella prima infanzia.

Lo sviluppo emotivo del bambino è profondamente legato al riflesso di sé che egli coglie sul volto della madre e alle reazioni che in esso rintraccia.

Winnicott afferma che "Ciò

che il lattante vede nel volto della madre è se stesso".

L'effetto-specchio, che inizia col volto della madre, è destinato a mantenere inalterato il suo valore nel corso del tempo.

In proposito, Kets de Vries afferma che l'effetto-specchio "continua tutta la vita e spiega la ragione per cui continuiamo a vedere i nostri timori, desideri, successi e fallimenti riflessi in altre persone. Dapprima la madre riflette l'idea che il figlio sia perfetto, in seguito l'immagine riflessa dallo specchio subisce qualche modifica (...). Si tratta di un aggiustamento essenziale".

Psicomotricità: una breve storia

Philippe Tissié (1852-1935) è il medico francese a cui si deve la nascita della ginnastica medica.

Tissié parte da un modello energetico che considera l'uomo come riserva di forza ed energia. In una situazione di normalità, la forza si ripartisce proporzionalmente ai bisogni.

mentre quando subentra un disturbo che colpisce la volontà del soggetto, l'energia tende ad essere utilizzata in una sola direzione.

La ginnastica medica mira a sviluppare la volontà del soggetto (attraverso un allenamento simile a quello a cui si sottopone un atleta), la quale costituisce il fattore curativo in grado di riordinare l'orientamento dell'energia.

Con la ginnastica medica Tissié curò con successo un giovane affetto da "instabilità mentale". In seguito, Tissié perfezionò la ginnastica medica con l'aggiunta della ginnastica respiratoria: la ginnastica medica e il controllo della respirazione favoriscono il controllo di sé e l'incontro tra pensiero e movimento che, a loro volta, fanno sorgere la volontà.

Sul versante clinico, occorre ricordare Charcot che, nei primi decenni del Novecento, presso l'ospizio parigino della Salpêtrière (dove si formarono Binet,

Janet e il giovane Freud) usava l'ipnosi per curare alcune forme di paralisi isterica, considerando la relazione attiva che, secondo lui, esiste tra il movimento e la sua rappresentazione. Altro personaggio da ricordare è lo psichiatra spagnolo Julien de Ajuriaguerra (1911-1993) che mette in relazione i disturbi che coinvolgono le abilità di base (quali la scrittura, la lettura e il calcolo) con la motricità. Per risolverli occorre il rilassamento. Nel 1961 viene istituito a Parigi il primo diploma di rieducatore della psicomotricità. La Francia è stata il paese pioniere nello sviluppo della psicomotricità perché, essendo un paese in cui è presente una tradizione colonialistica, è venuto spesso in contatto con culture in cui la corporeità aveva una rilevanza. In campo educativo, la psicomotricità negli altri Stati europei fa il suo ingresso attraverso le "Scuole speciali" che

accoglievano i bambini con difficoltà diagnosticate. In Italia tali scuole sono state abolite nel 1977.

Gli insegnanti specializzati che vi lavoravano contribuirono a diffondere la psicomotricità nella scuola, mentre, parallelamente, continuò a crescere una psicomotricità dalle valenze neurofisiologiche.

I principali modelli individuabili nell'ambito dell'area della psicomotricità sono:

  1. Modello funzionale
    • nozione di condotta motoria da correggere o migliorare
    • riferimenti medici, neuropsicologici e comportamentisti
  2. Modello relazionale
    • focus sulla relazione emotivo-affettiva tra bambino e adulto
    • riferimenti psicodinamici, semiotici, gestaltici, cognitivisti, sistemici

N.B. Nella realtà i due modelli spesso si intrecciano.

Il fondamento della psicomotricità è il tono muscolare, che può essere definito come il

principio■ informatore della relazione del soggetto col mondo. Il tono muscolare trasforma una posizionein postura e determina l'organizzazione e la qualità del movimento. In questo modo, crea leconnotazioni affettive con cui il soggetto vive lo spazio e il tempo.La tensione è il primo elemento che sottrae tono e impedisce l'equilibrio corporeo.

■ Agli inizi degli anni Settanta, la psicomotricità, considerata come tecnica di rieducazione (che● considera la psichiatria come garante dal punto di vista scientifico), si separa dalla psicomotricitàcome progetto educativo (volto ad evitare che gli studenti in difficoltà finissero per rientrare in unalogica curativa).

Tra gli anni Settanta ed Ottanta compare un vivo interesse per gli aspetti simbolici ed inconsci● del movimento e si afferma l'idea che:il gioco libero,■ l'espressione corporea in tutte le sue forme,■ la permissività dell'educatore

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
48 pagine
20 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher assuntarappi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia del corpo e della psicomotricità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Gamelli Ivano.