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Regole per l'elisione delle lettere
I;• M;• N;• P;• R;• T;• U.•Da questo punto di vista, l’elisione sembra completare bene le regole scritte dal Meyer; ma dalle tavole di quest’opera, sembra emergere una lista di condizioni preliminari al funzionamento della regola:
- La lettera che provoca l’elisione deve toccare sulla lettera che subisce l’elisione. Se l’elisione ha lo scopo di avvicinare le lettere, quando questa finalità è assente, non può esserci elisione.
- Le lettere concave verso destra (c,t,x,e) devono presentare tratti sulla stessa ampiezza nella sezione inferiore e superiore. Se il tratto sulla base di scrittura è più ampio, esso si protende verso destra allontanando la lettera seguente. In questo caso, anche in scrittura serrata, il tratto di attacco della lettera posteriore non viene eliso.
- Tutte le lettere devono essere allineate in altezza, in modo che l’ultimo tratto della lettera
anteriore coincida con il tratto di attacco della lettera posteriore. Se questi due tratti sono ad altezze diverse, l'elisione non può sussistere.
Per concludere, possiamo affermare che un trattato di scrittura ci offre l'unica testimonianza di una regola, che riguardi più strettamente la littera textualis italiana più formale, quella che ha uno scopo puramente liturgico. Questa regola è conosciuta e applicata a seconda dei casi dai copisti. Chiaramente, possiamo individuare delle eccezioni, ma sicuramente sono casi sporadici. Al fine di questa discussione, possiamo aggiungere che la lettera italiana fra XV e XVI secolo attesta con ampiezza d'uso la regola dell'elisione dei tratti d'attacco.
All'interno di questo panorama così dinamico, già Meyer aveva avvertito come la regola del nesso delle curve non potesse configurarsi come una legge astratta estesa a tutte le sequenze possibili, ma potesse essere una norma viva.
anche nel panorama incostante che caratterizza la maggior parte degli scriptores. In ogni caso, l'instaurarsi di una prassi nell'elisione, può essere considerato un fenomeno di secondo grado, solo se venissero adottate alcune scelte grafiche che in qualche modo lo limitano:- L'uso di trattini di attacco;
- Chiudersi delle lettere l'una sull'altra;
- Reciproca uniformità in altezza.
L'autore del saggio stava conducendo:
La prima relativa alla transizione grafica dalla minuscola carolina alla littera textualis in terra francese;
La seconda relativa alla littera textualis di tipo italiano-bolognese.
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La ricerca in territorio francese trova la sua prima motivazione in un'ottica culturale, cioè nel poter constatare i tempi, gli strumenti e le forme, in cui è avvenuto il passaggio tra le due scritture. L'indagine viene limitata ai manoscritti prodotti nel centro-nord della Francia, datati e localizzati con una certa sicurezza fra gli inizi del IX secolo e il terzo decennio del secolo XIII. La ricerca mira a quelle regioni in cui il cambio grafico è avvenuto con maggiore velocità e in cui si ebbe la prima diffusione della littera textualis. L'indagine si fonda su una serie di 240 manoscritti in facsimile, ossia un numero relativamente contenuto e che si riduce ancora a 182 se consideriamo il.
fenomeno dell'elisione dei trattini di attacco. Quello che si noterà da questa analisi è che: Di norma la singola lettera avrà valenza nella sua individualità; È stato osservato da Bischoff, che nella minuscola carolina del secolo XI molti tratti discendenti non si arrestano semplicemente sulla base della scrittura, ma risalgono verso destra con un leggero trattino di stacco in diagonale. Esso svolge la precisa funzione di sfiorare la lettera che segue. Fin dagli inizi dell'XI secolo tutti i trattini che scendono dalla linea superiore di scrittura iniziano con una piccola sporgenza verso sinistra. Nella scrittura francese dell'XI secolo si deve fare una distinzione chiara tra e, f, g, r, t e c, x. Le lettere del primo gruppo sono coerenti nell'apposizione, la c è molto incostante. In quest'ottica si possono cominciare anche a delineare fatti significativi sull'elisione: 1. Dopo la e, dopo la r, iltrattino di attacco che segue non si modifica; normalmente si appoggia sul tratto di stacco anteriore ma mantiene intatta la propria morfologia. I due tratti sono contigui, ma non presentano fenomeni significativi dal punto di vista dell'elisione.
2. Altra storia è per la successione fra f,g,t ed r e il tratto di attacco posteriore. Sarà necessario fare delle osservazioni in proposito: la sovrapposizione ultimo tratto/attacco posteriore non si deve confondere con una legatura né dà origine ad essa, anche se nel primo organizzarsi della minuscola carolina, sembra probabile che il modello della legatura sia ad angolo retto e abbia avuto un ruolo determinante per normalizzare queste sequenze; questa sovrapposizione non si risolve in una elisione.
Possiamo quindi sintetizzare le considerazioni fatte sinora: Nel secolo XI nella sovrapposizione fra l'ultimo tratto sulla linea superiore di scrittura o e il trattino di attacco della lettera posteriore si verifica
La sovrapposizione dei trattie quindi una alterazione nella morfologia della lettera posteriore. Le sequenze più comuni che conducono verso un processo di normalizzazione sono: ti, tu, ri, fi, gi, gn, ru, tr. La lettera t resiste all'elisione. È necessario comunque ricordare che questo secolo per la Francia è il momento in cui la trasformazione in atto accelera a vantaggio di un'instaurazione definitiva della litteratextualis. Nei primi anni 60/70 la scrittura va poi normalizzandosi:
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