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Diffusione della Gotica

Albert Derolez ha provato a tratteggiare un quadro della scrittura medievale basato su descrizioni morfologiche che misurino le lettere e descrivano determinati fenomeni. Questo lavoro si è rivelato però non troppo risolutivo, perché trova il suo maggiore limite nel presupposto che un manoscritto possa fornire indicazioni significative per l'area geografica alla quale si riferisce: ma il tardo medioevo è un'età che vede un continuo spostarsi di gente e di codici per cui è possibile che un copista nato ed educato in una regione si trovi a svolgere la sua attività in un luogo completamente diverso.

Le forme della gotica vanno riunite in due grandi categorie:

  1. Textualis dell'Europa centro-settentrionale: quelle più formali appaiono più strette e slanciate, con tratti verticali grossi e quelli obliqui sempre sottili. Hanno un certo rilievo le tecniche con cui viene eseguito l'attacco
delle aste:

Inizialmente con l'aggiunta di un esile filetto in alto a sinistra;

Talora la biforcazione all'apice può assumere l'aspetto di un vero e proprio sperone.

La presenza di filetti ornamentali diventa gradualmente sempre più massiccia e comprende ogni possibile trattino di attacco o stacco. Nei secoli XIV e XV diventano più frequenti elementi decorativi formati da filetti, ormai eseguiti in tutte le direzioni con la tecnica della penna rovesciata. Gli elementi di maggiore interesse in quest'area sono:

A: Oeser ha contato 7 varianti di questa lettera. In linea di massima possiamo dire che nel XIII secolo l'apice della lettera si curva a sinistra e che a partire dal XIV secolo tende a chiudere l'elemento superiore con la pancia.

D: delle due varianti viene usata quasi esclusivamente quella con asta inclinata, o ciò avviene quando la d è doppia e la seconda dovrebbe di regola essere diritta, questo per influsso

dell'umanistica italiana.

G: le varianti di questa lettera sono molte e si distinguono per il numero dei trattio e per una diversa tendenza alla spigolosità e alla rotondità, ma in realtà possiamobenissimo ricondurle soltanto a due modelli.

Dei segni abbreviativi: la nota tironiana per et è tagliata da una lineettao orizzontale, ma tagliata da due nel modello inglese.

2. Textualis dell'Europa meridionale e mediterranea: in quest'area dominano larotunda e il textus praescissus.

La scrittura appare più addolcita e distesa e la compressione verticale è sostituita da unaampiezza delle forme, presentando tratti arrotondati nelle lettere:

Bo Co Do Eo Ho Oo Po Qo S di tipo maiuscolo.

Ò tipica del textus praescissus la tecnica di ritoccare la base dei tratti verticali inmodo che poggino sul rigo orizzontalmente, invece che in obliquo:

Le aste di f ed s diritta;

Il primo elemento di h;

Le prime due gambe di m e la prima di n;

L'asta di r diritta; il tratto verticale della nota tironiana et.
Dettagli
A.A. 2012-2013
6 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/09 Paleografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessicabortuzzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Paleografia latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Pani Laura.