vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
N
N T =
primo della lettera successiva” e
➢ Legatura = “esito grafico per cui l’ultimo tratto di una lettera si prolunga in quella
legge
successiva”
(diverso dal Nesso poiché non stacco lo strumento scrittorio dal supporto)
• Petrucci: “Legatura è il movimento naturale della mano” ma non è vero, la legatura
veniva insegnata.
********************************************************************************
Capitolo II, “Breve storia della scrittura latina”, Petrucci
Lezione 5-6 in poi, fino 10
• “Alle origini delle abbreviature latine”, N. Giovè pag 127-243.
• Petrucci, capitolo 13 sulle abbreviazioni nel mondo medievale.
• Petrucci, capitolo 1,2 (NO TRATTEGGIO),3 .
Criteri o principi secondo cui una parola può essere abbreviata:
1. Sigla = abbreviazione più severa: di una parola cadono tutte le lettere tranne la prima.
Non è molto diffusa, di solito la sigla si applica in casi particolari:
I. “Caius Julius Caesar = C. Julius Caesar”
II. Rapporti familiari: “f = filius o filia o filii”, “s = servus o serva o servi”, “v = vir
oppure verna” (difficile stabilire sesso e numero).
La Sigla si scrive “v(ir)”, la lettera rimasta, le lettere cadute per formare la parola che si
vuole sciogliere.
III.Oppure frasi fatte, un insieme di sigle:
I. Cicerone: “C. S. P. D. = Cicero salutem plurimam dicit” = Cicerone
II. S. P. Q. R. = Senatus PopulusQue Romanus (Que enclitica)
2. Troncamento = parola dalla quale sono state eliminate alcune lettere della parte terminale,
rimane la radice. Principio abbreviativo più utilizzato.
I. FIL(ius, a, i)
AVG(VSTVS) = tra parentesi tonde le lettere che sono cadute.
AVGG. = AVGVSTI DVO plurale
3. Troncamento sillabico = parole bisillabiche (tamen), indeclinabili. Cade sicuramente la
parte terminale (troncamento) ma la prima lettera della prima e seconda sillaba rimane.
I. TAMEN (tuttavia) = TM
II. QVOQVE (anche) = QQ
III.DEINDE (in secondo tempo) = DD
IV. PROPTER (vicino) = PT
V. QVASI (come, quasi che)= QS
4. Contrazione = soluzione più importante che fornisce più informazioni, può essere:
I. Pura = della parola abbreviata rimangono sempre la prima e ultima lettera.
II. Impura = della parola abbreviata rimangono, oltre alla prima e l’ultima lettera,
anche delle lettere intermedie.
† Storia della “contrazione”: “Nomina Sacra”, 1907. La contrazione nel IV
Ludwig Traube
sec. è particolarmente importante ma la sua origine è anteriore. Traube analizza testi delle
sacre scritture in lingue e traduzioni: parte dall’Ebraico che non pronuncia o scrive per
intero il nome di Dio se non con il tetragramma “YHWH” (contrazione impura), nel Greco
viene scritta solo la prima e l’ultima lettera (contrazione pura) “KΣ” per Kyrios quando
riferito a Dio. In Latino: linea orizzontale sopra Dio (DS) (contrazione pura di Deus).
IΗΣ ΧΡΣ = Greco >> Latino = Iesus Christi
IΗΣ = IES “H” corrisponde alla “eta” >> Jesus
ΧΡΣ = CRS “X” è un “chi”, “P” è “rho” >> Christi
Le prime attestazioni di Dio in latino sono datate fine III, inizio IV sec. perciò Traube data
le abbreviazioni latine al IV sec.
Altre parole del Sacro individuate da Traube:
Intorno al IV sec. nel mondo latino: “SPS” = terza persona, lo Spirito. “DNS” = signore
umano. “DMS” = Signore
(DIO = la contrazione DS si scioglie in DEVS, non DOMINVS come in DMS e DNS)
Traube inserisce anche nomi che hanno a che fare con il divino.
PDR = presbiter. / EPS = episcopus. / CLRS = clericus. / DIAS = diaconus.
Tutte le parole abbreviate hanno una linea orizzontale sopra.
Traube si ammala giovane e non ha rifinito il volumetto dei “Nomina Sacra”, non ha
esaminato un numero abbastanza ampio di materiale latino. Critica più importante che gli
viene rivolta: associa troppo facilmente il trattino sopra con la abbreviazione, in realtà è un
segno distintivo del sacro che evidenzia la parola, non l’abbreviazione.
† Luigi Schiaparelli scrive nel 1926, dopo il Traube, il volume “Avviamento allo studio
delle abbreviature latine nel medioevo”, introduce la sua ipotesi della nascita della
contrazione analizzando il mondo del “foro” che si svolge oralmente ma deve avere una
controparte scritta (dispute legali). In particolare le “Note Tironiane” (Tirone, segretario di
Cicerone, che ascoltava le orazioni e le trascriveva), che sono state scritte con il sistema
Tironiano o Tachigrafico (scrivere molto rapidamente) che aveva segni convenzionali
diversi dalle lettere.
◦ Signum principale (prima lettera) e Signum Auxiliare (ultima lettera), inserendo altre
lettere all’interno (contrazione impura).
Altri criteri abbreviativi:
5. Compendi (sempre riconducibili al IV sec.) = soluzione abbreviativa riguardante due lettere:
p
I. “ = per” (lineetta orizzontale sull’asta della lettera)
p
II. “ = pre (prae in latino arcaico)” (lineetta orizzontale al di sopra della lettera)
p
III. “ = pro” (“s” aggiunta sull’asta)
I. “q = qui” (lineetta orizzontale sull’asta)
II. “q = que (o quae)” (linea orizzontale al di sopra)
III. “q = quod” (linea sinuosa sull’asta)
• Abbreviazioni H:
◦ h’ = hic
◦ h° = hoc (di solito anche solo un puntino)
◦ h = hec, haec (sbarretta obliqua sull’asta)
6. Lettera soprascritta
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Segni di abbreviazione:
1. “Punto”: .
.
I. “E ”, il “ ” specifica che la lettera è stata abbreviata (E.=est).
II. “E. PAT.” = punto utilizzato sia per sigla che per troncamento (est patres/pater).
III.“AVG.” = AVGVSTVS, nome dell’imperatore ma anche figura di eccellenza.
AVGG. = AVGVSTI DVO, raddoppia la “G” per il plurale.
Anche la sigla, se raddoppiata, indica il plurale: “NN” = “nostri”.
2. “Barra obliqua che cancella l’ultima lettera”:
I. AVGG
3. “Linea orizzontale che seca l’asta discendente”:
P
I. = per (in alcuni casi “par”-“por”, cambia la vocale ma i casi sono rari)
4. ~”
“Linea orizzontale o leggermente ondulata”: “- ,
Sopra troncamenti o altre abbreviazioni, segno molto generico e non lettere specifiche:
I. “a” = qualunque vocale con sopra il trattino = lettera vicino ad una nasale (n,m),
preceduta oppure seguita.
1. “fliu ” = “filium”.
➢ “~” linea ondulata orizzontale o verticale può indicare una rotante (“r”).
5. “Forma di virgola, 3 o punto e virgola”:
Segni molto generici (non ci danno informazioni su lettere specifiche).
b; q;
I. “ ” e “ ”= scioglimento è sempre us - ue = “b; = bus” - “q; = que” (que enclitico).
II. “O ” = “oportet”, verbi servili. (debet, decet = d ).
3 3
6. “Segno a 2”:
I. 2 = -ur.
II. Doppio 2 =
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Avvertenze segni abbreviativi ed il loro valore:
• Fili = filius (virgola alta o apostrofo) us se è in esponente
• iux = coniux (virgola o apostrofo) con o cum se è sul rigo delle altre lettere.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Esempio Scheda “abbreviazioni”
Septimo decimo queritur. Utrum anima separata intelligat
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Esempio Scheda “serie alfabetica”
(tratti accessori alla base non sono parte del ductus = “grazia”)
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Scritture Librarie anteriori alla “carolina”, destinate a raggiungere il maggior numero di persone:
I. Capitale (I-VI sec.) = scrittura prevalentemente pagana, con determinate caratteristiche:
• Scrittura MAIUSCOLA molto elegante e geometrica. Tratti lineari, leggeri o marcati.
• Apertura “a spatola” sul rigo di scrittura.
• Capitale rustica = utilizzata specificatamente per i libri (diverso supporto rispetto alla
pietra).
1. Scheda “scrittura maiuscola”. 4 righe (maiuscole) prese dalle Bucoliche di Virgilio
(scritto senza squadratura rispetto alle epigrafi su marmo).
Non rispetta la bilinearità (X, L dell’ultima parola della prima e ultima riga).
Scrittura continua senza spazi tra le lettere.
2. Scheda “scrittura capitale”. Capitale elegante, (quarta riga del primo paragrafo).
Tratti marcati e leggeri, anche tratti accessori (grazie). Maggiore valenza estetica ai
manufatti.
II. Onciale (IV-VIII sec.) = per alcuni secoli convivenza con la scrittura Capitale. Utilizzata
per scritture Romane Cristiane. Si afferma nel IV secolo grazie agli editti del 313 e 380.
Mondo della scrittura liturgica greca caratterizza la rotondità dell’Onciale.
• Tendenza alla circolarità.
• Scrittura “A D E M” perché queste 4 lettere sono
distintive della scrittura Onciale.
Scrittura alfabetica: capitale e onciale a confronto.
“quinto diei propeius-ta pugna adeo Scrittura onciale è MAIUSCOLA con lettere
•
paven-tes …”. h
minuscole con aste ascendenti e discendenti: NI IL.
Scheda: scrittura capitale.
• Scrittura “A D E M” + “H P Q” (anche “U” è considerata minuscola).
Scheda: serie alfabetica
• Scrittura Onciale olderstyle (più vivace) e newstile.
• Onciale più geometrica e squadrata proveniente dal
mondo insulare.
• Grande diffusione della scrittura Onciale per diversi
secoli
• Capitale si specializza in testi pagani, mentre
l’Onciale è la scrittura Romana Cristiana.
Semionciale per libri di carattere pratico e didattico.
Scrittura Onciale del mondo insulare.
Scheda scrittura capitale.
III. Semionciale (V/VI - VI/VIII sec.) = termine convenzionale (non relazione con Onciale).
Chiamata anche:
• “Litterae tunsae” = lettere tendenti allo schiacciato.
• “Litterae