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CONTROPARTE
Il rischio di credito: è il rischio caratteristico e più importante cui incorrono le banche nell'esercizio della funzione creditizia (di finanziamento, svolta dalle banche, società di leasing o factoring...) e riguarda l'eventualità che, alle scadenze prefissate, il soggetto che ha ricevuto credito non adempia, in misura totale o parziale, al rimborso del capitale e/o al pagamento degli interessi maturati. Attengono il mancato rimborso del finanziamento che il soggetto ha ottenuto: non rispetta il pagamento delle rate (ad esempio ne paga solo in parte o non paga gli interessi), perché si trova in condizioni di difficoltà. In altri casi vi potrebbe essere una contestazione in corso, tale per cui il soggetto non vuole pagare. Il rischio di regolamento: riguarda l'ipotesi che una controparte obbligata contrattualmente alla consegna di denaro contro titoli o viceversa, non adempia alla propria obbligazione nei termini e modi stabiliti.Ricorre nelle compravendite a pronti e a termine. Riguarda il rischio che si verifica quando due soggetti scambiano denaro vstitoli (es pronti pronto termine)
Pronti contro termine: io sono obbligato a cederti i titoli e tu sei obbligato acedermi il denaro (a scadenza, viceversa), se una delle parti non ha adempiutoa tali obblighi rischio di regolamento, di insolvenza.
Il rischio paese: è riferito al mancato rimborso di somme per fattorinon dipendenti dal soggetto finanziato, bensì dalla situazioneeconomica del paese di residenza o di operatività.
Rischio che non si lega direttamente al soggetto che ha una relazione conl'intermediario, ma riguarda il Paese e le sue condizioni economiche chehanno delle conseguenze negative sul soggetto.
I rischi specifici: i RISCHI DI MERCATORischi che riguardano situazioni che sono esterne all'operativitàdell'intermediario e delle sua clientela e che incidono sull'IF. In Basilea 1 nonvenivano attenzionati,
Sono stati introdotti successivamente per la necessità di adeguatazza del patrimonio che le banche devono avere in base ai rischi che assumono.
Il rischio di interesse: identifica la possibilità che l'andamento dei tassi di mercato determini variazioni divergenti nel rendimento medio degli impieghi delle risorse finanziarie e nel costo medio della raccolta, con ripercussioni sul margine di interesse. Rischio di variazione (riduzione) dei tassi di interesse, che comprime il differenziale tra il costo della raccolta e il rendimento medio degli impieghi delle risorse finanziarie. Viceversa l'aumento del tasso potrebbe aumentare i guadagni (in base alla tipologia di portafoglio).
L'IF deposit funded punta al margine di interesse: se egli ha stabilito un certo spread tra interesse attivo e passivo, se il tasso di interesse si riduce può ridursi il suo profitto.
Il rischio di cambio: si configura quando per effetto delle variabili che incidono sulla formazione dei
tassi di cambio, le attività in una certa valuta non hanno valore pari alle passività della medesima valuta. Rischio caratteristico di tutti gli intermediari, in base alla configurazione/composizione del portafoglio (se in valuta o meno, ad esempio se dispone di titoli in valute estere). Il problema non è avere 10 titoli americani nel portafoglio attivo e 10 passivo, ma dobbiamo vedere il valore degli strumenti finanziari in valuta nel portafoglio dell'IF, dobbiamo avere equilibrio! Il rischio di prezzo: ricorre quando nell'ambito della negoziazione in proprio di valori mobiliari si verifica una variazione fra il prezzo di acquisto (carico) e quello di vendita. Se la variazione è negativa si genera una perdita che influenza il risultato economico d'esercizio. Legato alla volatilità degli strumenti finanziari e riguarda la generalità dei titoli in portafoglio: il prezzo varia in modo negativo rispetto a quando l'ho acquistato. Si trova.solitamente negli intermediari orientati al margine da plusvalenza (SIM, SICAV...) e riguarda anche le banche ma in misura minore qualora acquistano titoli impiegando le risorse finanziarie raccolte, che negoziano strumenti finanziari, acquistati e venduti sul mercato finanziario. Ad esempio: compro un titolo a 10 e poi lo vendo a 8 perdita. Viceversa: compro un titolo a 8 e lo vendo a 10 guadagno. I rischi generali: i RISCHI DI VARIAZIONE DEL LIVELLO GENERALE DEI PREZZI. Rischi che abbracciano tutte le imprese: inflazione, svalutazione... Sono legati alle fluttuazioni del tasso di inflazione e possono determinare perdite quando, a fronte di "debiti nominali", allascadenza prefissata sia dovuto il pagamento del capitale nel suo "importo monetario". Svalutazione monetaria. L'inflazione può generare effetti sulla redditività dell'intermediario (ma anche su noi stessi) incidendo sul valore di talune attività finanziarie che.variano in misura— diversa dal parametro nominale;
Sulla modifica dei comportamenti e delle preferenze della— clientela che si orientano su scelte diverse d’investimento;
Sul livello generale dei tassi di interesse la cui fluttuazione può— generare un innalzamento dei costi;
Sulla dinamica dei costi operativi;
Sulla attività e passività finanziarie espresse in valute diverse,— in quanto differente è il tasso inflazionistico nei vari paesi.
Per comprenderlo meglio, mettiamoci nei panni dell’investitore: noi abbiamodepositato una somma presso un I. Bancario (che remunera del 0,5% ognianno, e tale deposito è vincolato per 3 anni) e in quell’anno tasso di inflazionepari a 0,2%:
La remunerazione (dato dalla differenza t di remunerazione-t inflazione)=0,5%-0,2%= 0,3%
L’anno successivo l’inflazione è 0,6% avremo una perdita in termini di potere d’acquisto del denaro depositato pari allo 0,1%
Se l’anno
dopo inflazione è 1% perdita pari al 0,5%Avendo depositato la somma al tempo t=0 per tre anni avremo una perditapari a 0,3% (data dal guadagno- perdita), legata alla variazione del tasso diinflazione.
Oggi questo rischio viene mitigato emettendo per gli investitori strumentiparametrati sulla base del tasso di inflazione a cui è aggiunto uno spread, ilguadagno deriva effettivamente solo dallo spread.
Ad esempio inflazione 0,5% e spread +0,2% il guadagno è solo lo 0,2% enon tutto il 0.7%
I rischi generali: i RISCHI OPERATIVI
Introdotti da Basilea 2: tutti gli IF devono riconoscere questi rischi riguardantil’operatività, la gestione ordinaria degli IF, che devono avere un adeguatopatrimonio per rispondere a tali rischi.
Comprendono la sfera dei rischi residuali e complessivi cheattengono la gestione degli intermediari finanziari. Si riferiscono allaprobabilità di perdita derivante da carenze nelle procedure e neisistemi interni di controllo.
errori del personale, contenziosi e altri accadimenti di natura esogena.
Rischi legali= legati ai contenziosi e che possono determinare delle perdite. Ad esempio nel 2000 è stato dichiarato illegittimo l'anatocismo (creazione di interessi su interessi) e vi sono stati molti contenziosi per i quali le banche hanno dovuto restituire le somme trattenute.
Rischi di reputazione= legato al comportamento dell'intermediario nel mercato e che può determinare un rischio di immagine -> perdita clientela.
Rischi tecnologici= rischio che cresce sempre + e richiede investimenti per le nuove tecnologia per contrastarlo. Rischio legato agli attacchi informatici e all'inadeguatezza dei sistemi elettronici interni agli IF investimenti, altrimenti inefficienza -> e inadeguatezza rispetto ai concorrenti e perdita di capitali (per attacchi cybernetici)
Rischi di infedeltà dei dipendenti= comportamenti inadeguati dei dipendenti a danno degli IF la standardizzazione
dei processi aziendali ha determinato una minore discrezionalità delle scelte dei dipendenti e implementazione dei sistemi di controllo; Rischi esterni: es. criminalità; Altri rischi legati all'operatività e che non sono classificabili; Riguardano tutte quelle situazioni che possono creare danni all'intermediario. Il rischio di credito Nell'ambito della politica degli impieghi l'assunzione di rischi non controllati / controllabili comporta situazioni di immobilizzazione di capitali concessi a prestito e genera la nascita di crediti problematici cui l'intermediario è chiamato a farvi fronte mediante soluzioni in house (soluzioni interne di recupero del credito, escussione delle garanzie) o con gestione esterna della posizione problematica (affidamento a società di servizi, cartolarizzazione dei crediti problematici). Quando un credito è iscritto a sofferenza viene segnalato a tutto il sistema cosicché le banche.Chiedono il rientro delle somme anche se ci sono crediti deteriorati. Crediti in sofferenza: esposizioni per cassa e fuori bilancio (garanzie rilasciate, impegni irrevocabili e revocabili a erogare fondi) nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili, a prescindere dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca. Quando un credito è iscritto a sofferenza viene segnalato a tutto il sistema così che le banche chiedono il rientro delle somme. Inadempienze improponibili: Esposizioni creditizie per le quali la banca giudichi improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l'escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Quindi in questo caso il debitore non potrà adempiere se non con il suo patrimonio, attraverso l'escussione sui suoi beni che a determinate condizioni possono essere vendute dalla stessa.
banca, si stima la probabilità di default dei debitori e si calcola la perdita attesa in caso di default. Questa perdita attesa tiene conto sia del valore attuale dei flussi di cassa futuri che la banca si aspetta di ricevere dal debitore, sia del valore attuale dei flussi di cassa futuri che la banca si aspetta di dover erogare per coprire le perdite in caso di default. Perdita inaspettata:2) La perdita inaspettata rappresenta la differenza tra la perdita attesa e la perdita effettiva che si verifica in caso di default. Questa perdita inaspettata tiene conto di fattori imprevisti che possono influenzare il valore dei flussi di cassa futuri, come ad esempio cambiamenti nelle condizioni economiche o nel comportamento dei debitori. Per coprire le perdite connesse all'esercizio della funzione creditizia, le banche possono adottare diverse strategie, come ad esempio costituire accantonamenti per perdite su crediti, stipulare polizze assicurative o utilizzare strumenti finanziari derivati. È importante sottolineare che la gestione delle perdite connesse all'esercizio della funzione creditizia è un elemento fondamentale per la stabilità e la solidità finanziaria delle banche, in quanto consente di limitare gli impatti negativi derivanti dai default dei debitori e di preservare la capacità della banca di erogare credito all'economia reale.