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L’

ravvicinato la scelta dello sviluppo per via esterna è di fatto obbligata.

3. già possedute rispetto alla diversificazione che si intende attuare: se le

Competenze di business

competenze possedute relativamente alla nuova ASA sono adeguate e il tempo disponibile è

sufficiente, la diversificazione può essere realizzata secondo il modello dello sviluppo organico per

linea interna. In genere però l’intermediario diversificante si trova in una situazione che combina

condizioni di grado elevato di diversità, limitatezza del tempo disponibile e insufficienza delle

competenze di business già possedute.

dimensione dell’investimento

4. necessario: in prima approssimazione l’investimento richiesto

La

dall’opzione dello sviluppo organico è più graduale, ma richiede in genere risorse finanziarie

generate internamente e ha una prospettiva di redditività dilazionata nel tempo. Viceversa la

modalità dell’acquisizione comporta in prima approssimazione la disponibilità di un elevato capitale

iniziale, ma questa difficoltà può essere totalmente o in parte superata mediante il pagamento

dell’acquisto con azioni proprie da consegnare agli azionisti dell’impresa da acquistare.

In definitiva la modalità di esecuzione più frequente delle strategie di diversificazione è stata quella

dell’acquisizione di altri intermediari già posizionate nelle aree strategiche di affari obiettivo. Questa

modalità esecutiva della diversificazione ha spesso incontrato un limite di efficienza-efficacia nella

crescente difficoltà di integrare la diversità. Vi è infatti chiaramente il problema del rischio di non

governabilità, di non controllabilità e di rendimento decrescente quando la combinazione

diversificazione-dimensione si spinge oltre certi confini.

L’alternativa alla scelta sopra descritta è quella dell’esternalizzazione totale o parziale dei processi e delle

combinazioni produttive e distributive caratteristici della nuova ASA considerata. La scelta

dell’esternalizzazione consiste propriamente nell’acquistare nel mercato e da terzi soltanto le forniture (di

prodotti, servizi, fasi dei processi produttivi) necessarie per essere competitivamente presenti con la

propria offerta nella nuova ASA obiettivo. Il ricorso sistematico all’outsourcing può portare alla formazione

di intermediari finanziari a rete (network o contract banking) o a forme associative di vario genere e tipo (

joint venture

se lo scopo delle parti che conferiscono capitale di rischio e di debito coincide, o se in

consorzi

presenza di scopi differenti le parti, oltre ai conferimenti, apportano competenze e servizi specifici,

diversificati fra loro e complementari). È rilevante osservare che queste forme organizzative intermedie tra

impresa e mercato consentono all’intermediario finanziario di dimensioni minori di sviluppare strutture di

input e di output diversificate fruendo della competenza specialistica di terzi fornitori, i quali grazie alle loro

maggiori dimensioni, sono in grado di produrre e di traslare economie di scala. Perciò queste modalità di

esternalizzazione costituiscono spesso l’opportunità di sopravvivenza competitiva per le banche minori,

caratterizzate da una dimensione operativa troppo piccola per consentire una diversificazione generata

internamente o mediante acquisizioni.

In relazione all’impiego alternativo o combinato delle diverse modalità esecutive della diversificazione

emergono modelli ideali di impresa, connessi ai diversi mercati di riferimento:

• Modello dell’

intermediario globale derivante dalla scelta di internalizzare la diversificazione e di

integrarla nelle dimensioni verticale e orizzontale, che fa riferimento:

- elementari,

Ai mercati degli input/output iniziali e finali secondo l’opzione dello sviluppo

organico per via interna;

- Ai mercati delle imprese o del controllo, secondo l’opzione dello sviluppo per via di

acquisizione esterna;

• Modello dell'intermediario che si organizza come Open Architecture e utilizza sistematicamente le

opportunità di outsourcing, facendo quindi riferimento ai mercati delle relazioni stabili e delle

relazioni di fornitura.

Esistono modelli ibridi che rappresentano combinazioni diversamente bilanciate tra organizzazione d'

impresa e organizzazione di mercato.

L’attività di intermediazione creditizia intesa secondo il modello tradizionale della concessione del credito e

della raccolta diretta mediante indebitamento (depositi e obbligazioni) dava già segno di impoverimento

dagli anni ’80, il quale era dovuto a diversi fattori:

• Disintermediazione del settore bancario parallela allo sviluppo dei mercati mobiliari e alla

diversificazione delle preferenze della clientela in ordine alle strutture finanziarie (attivo/passivo)

desiderate;

• Intensificazione delle relazioni competitive interbancarie;

• Sottoutilizzazione della capacità produttiva installata e in gran parte rappresentata da costi fissi;

• Costo crescente della regolamentazione dei requisiti di patrimonializzazione e di limitazione della

trasformazione delle scadenze (requisiti di liquidità).

I caratteri distintivi di tale impoverimento erano osservabili nella progressiva contrazione dello spread fra

margine di interesse unitario che doveva comunque sostenere

tassi attivi e tassi passivi e soprattutto del

un costo poco comprimibile dell’attività di concessione del credito: la disintermediazione dell’attivo da

parte della clientela meno rischiosa determinava infatti un innalzamento del rischio di credito che trovava

solo parziale copertura nei tassi attivi praticabili alla clientela, poiché nei mercati creditizi le banche erano,

per ragioni di concorrenza, sempre più price taker e sempre meno price setter.

In tale situazione la diversificazione dell’attività diventava una scelta necessaria e l’area elettiva di attività

verso cui diversificare la banca era proprio l’intermediazione mobiliare, intesa appunto come

intermediazione di scambi mobiliari. L’opportunità nasce dalla circostanza che, nella stragrande

maggioranza dei casi, il cliente non ha autonoma capacità di decidere e di seguire l’operazione (scambio) sul

mercato mobiliare. La banca ha quindi la grande opportunità di sviluppare e offrire al cliente servizi di

accesso, di consulenza, di assistenza allo scambio, di gestione dei portafogli e della ricchezza finanziaria.

È importante notare che questa diversificazione si realizza in presenza di quattro condizioni:

Impoverimento dell’intermediazione creditizia tradizionale (pressione a diversificare, minaccia)

1. La migrazione della clientela verso i mercati mobiliari (opportunità a diversificare);

2.

3. Disponibilità di risorse fungibili (capacità a diversificare, punto di forza)

Eliminazione delle barriere all’uscita.

4.

In generale gli scambi finanziari possono essere:

Diretti e autonomi: scambi effettuati direttamente dal cliente nel mercato senza l’intervento di

1. alcun intermediario;

2. Diretti assistiti: modalità di scambio ibrida condivisa sia dal mercato (tipo di strumento finanziario e

relazione contrattuale diretta fra prenditore e datore primario di fondi) sia dall’intermediario, che di

fatto contribuisce in modo essenziale alla sua conclusione. In tale area trovano sviluppo le svariate

forme di intermediazione mobiliare, a dimostrare la possibilità di rapporti di complementarità fra

mercati e intermediari. La relazione collaborativa e simbiotica tra banca e mercato che si viene a

creare si basa sul fatto che l’intermediario mobiliare non compete con il mercato, bensì

contribuisce al suo buon funzionamento, veicolando flussi di domanda e offerta e rendendo più

liquido il canale diretto.

Scambi intermediati/indiretti: l’intermediario interpone il proprio bilancio tra datori e prenditore di

3. fondi, con relazioni contrattuali diverse e separate dalle parti, accollandosi i rischi di credito e di

liquidità. Tale area rappresenta l’intermediazione creditizia tradizionale, che agisce in una relazione

competitiva con il mercato.

Si registra una tendenziale prevalenza competitiva dei mercati sugli intermediari creditizi, a cui però non

sembra conseguire l’esclusione per inutilità della funzione di mediazione dell’intermediario. Ciò deriva

probabilmente dalla circostanza che il graduale ma costante processo di globalizzazione, innovazione e

progresso tecnologico rigenera i fattori di imperfezione dei mercati, poiché concorre ad accrescerne la

complessità.

È inoltre importante non dimenticare la presenza di intermediari creditizi in quanto emittenti diretti o

indiretti (tramite cartolarizzazione) di obbligazioni, rispettivamente bancarie e ABS, che aumenta la

compenetrazione fra intermediari e mercato.

Il modello di intermediazione mobiliare è radicalmente differente: tale attività non implica più lo sviluppo e

il mantenimento di strutture patrimoniali attivo-passivo caratterizzate rispettivamente da crediti e da debiti

verso terzi e quindi non comporta un modello di economicità fondato sul MI, sull’adeguatezza del capitale e

sulla sufficienza di liquidità. per conto terzi

L’intermediazione mobiliare si fonda infatti su un modello di negoziazione delegata , senza

.

margine provvigionale

accollarsi perciò rischi di insolvenza e di liquidità, e basa la propria economicità sul

Nonostante la trasformazione sia radicale e strutturale, questa diversificazione è di tipo correlato:

inizialmente i clienti sono gli stessi ma i servizi offerti sono in larga parte nuovi, mentre il sistema di risorse

per produrre e distribuire presenta forti caratteri di fungibilità.

Esistono in particolare forti ed evidenti complementarità e sinergie ( ) fra i

economie di ricavo cross selling

due tipo di intermediazione (creditizia e mobiliare) soprattutto da punto di vista del cliente che fruisce di un

sostanziale aumento della gamma dei servizi. A tali sinergie corrisponde però un aggravamento dei conflitti

di interesse (interni tra banca e cliente, e esterni tra clienti preferibili per cui la banca agisce in nome e per

conto e gli altri clienti), che assumono carattere strutturale nella combinazione dei due modelli. Alle

economie di costo generate dall’impiego congiunto degli stessi fattori

economie di ricavo si aggiungono le

in processi produttivi diversi e dall’utilizzo del singolo fattore su scala maggiore.

L’invenzione dell’intermediario deposito funded

La diversificazione verso l’intermediazione mobiliare non risolve il problema dell’impoverimento

dell

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A.A. 2019-2020
43 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlexDima95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Strategie e organizzazione degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Camelia Mauro.