vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Questa è una caratteristica essenziale dell’ordinamento.
Per definizione l’ordinamento canonico è alieno al principio di sovranità
popolare perché l’ordinamento canonico si fonda piuttosto sul principio
fondamentale di natura gerarchica. L’aggettivazione gerarchica deve
essere intesa in senso etimologico. Gerarchica: principio sacro, la potestà ha
un’origine di natura sacra o meglio un’origine di natura sacra- sacramentale.
Ad esempio, nell’ordinamento costituzionale italiano secondo l’art 1 della
Costituzione la sovranità appartiene al popolo e non ha affatto una origine di
natura sacrale e tanto meno gerarchica o sacramentale. Nell’ordinamento
canonico la sovranità non appartiene al popolo alla divinità (ius divinum).
Questa sovranità viene esercitata per via sacramentale attraverso gli uffici
sacri, uffici gerarchici e dal vescovo di Roma, il pontefice, e attraverso i
vescovi, e che non appartiene quindi al popolo significa fuggire da una
concezione della consuetudine come frutto della volontà popolare.
La consuetudine può materialmente, nei suoi contenuti, essere considerata
frutto della sovranità popolare, però purché ci sia il perfezionamento della
fonte della consuetudine è necessario che ci sia una qualche forma di
approvazione gerarchica. Quella che con terminologia classica viene
approvatio legislationis (approvazione da parte del legislatore).
chiamata
L’approvazione, infatti, dell’elemento materiale consuetudinario può avvenire
a norma dei canoni successivi, quando il legislatore, a fronte di un
comportamento reiterato costante di una determinata comunità, interviene
approvando come consuetudine quel comportamento costante e reiterato.
In quel caso però l’approvazione successiva del legislatore determina quella
De legibus notatio titoli
che come Suarez nel chiama . Con l’approvazione del
legislatore del comportamento costante (fatta volta per volta) ciò che poteva
lex
essere consuetudine diventa semplicemente . Quindi l’approvazione
successiva fa sì che la disposizione diventi una disposizione normativa scritta.
Ciò che interessa è l’intervento della potestà gerarchica tramite
l’approvazione preventiva – approvazione solo se rilevante per i canoni.
Dove si trovano gli elementi dell’approvazione preventiva? nei canoni dal 23
al 28 si configurano tutti gli elementi dell’approvazione preventiva perché il
legislatore, tramite questi canoni, dice che quando in una comunità perfetta si
verificano determinati presupposti, cioè la comunità deve essere tanto ampia
da…, la consuetudine deve avere questa caratteristica contenutistica, sono
passati almeno trent’anni perché la consuetudine sia contra legem e così via.
Quando tutti questi elementi si verificano la consuetudine è efficace come
fonte di produzione normativa generale ed astratta. Quando si invoca
nell’istituto della consuetudine canonica la partecipazione gerarchica tramite
l’approvazione, non è necessaria volta per volta un’approvazione da parte del
legislatore della consuetudine, il legislatore adotta la scelta dell’approvazione
preventiva generale ed astratta dettando nel codice i requisiti ed i
presupposti costitutivi ed essenziali della fonte generale ed astratta della
consuetudine.
LA CONSUETUDINE PUÒ ANDARE CONTRO QUALE DIRITTO?
RATIONABILITAS.
CARATTERI DELLA CONSUETUDINE:
Che cos’è la rationabilitas? Naturalmente rationabilitas dal punto di vista di un
ordinamento confessionale, potrebbe essere tradotto in italiano come
ragionevolezza.
La rationabilitas è elemento importantissimo dal punto di vista qualitativo. San
‘lex iniusta non est lex sed corruptio legis’
Tommaso e non solo lui diceva cioè
corruzione
semplicemente la legge ingiusta non è una legge ma è una della
legge, ora io posso riecheggiare che la consuetudine o meglio il
comportamento costante ingiusto non è consuetudine ma è una corruzione dei
costumi.
Allora noi comprendiamo per quale motivo il canone 24 par. 2 dice che la
“vim legis”:
consuetudine, il comportamento costante non può ottenere
efficacia normativa, contro o al di fuori del diritto scritto, “nisi sit
rationabilis”: a meno che la consuetudine non sia positivamente
rationabilis .
La ragionevolezza dell’ordinamento canonico è una cosa diversa, per esempio
a differenza dell’ordinamento costituzionale moderno democratico
rappresentativo basato sulla separazione dei poteri, la ragionevolezza
dell’ordinamento canonico non comporta necessariamente il rispetto del
principio di uguaglianza anzi, la Salus anime, l’interesse del singolo, l’interesse
ultimo della singola persona può portare anche ad una approvazione
materiale del principio dell’uguaglianza giuridica.
Allora quali sono i contenuti della ragionevolezza in un ordinamento
confessionale come quello canonico?
1. Contenuto negativo.
Canone 24: “nessuna consuetudine contraria al diritto divino può ottenere
forza di legge”
et mala
È irragionevole (malvagia) la consuetudine contraria al diritto naturale
o divino. La prima esigenza della ragionevolezza, perché la consuetudine sia
una efficace fonte di produzione normativa, è che il comportamento costante
che vorrebbe assurgere a consuetudine non sia contrario né al diritto divino
positivo né al diritto divino naturale. Si può introdurre una consuetudine
che sia contro il decalogo? No, non si può perché indipendentemente dal fatto
che lo stabilisca il canone 24 par. 1 una consuetudine contro il decalogo
irrationabilis
sarebbe una consuetudine . Il codice del 1983 che afferma
come la consuetudine contro il diritto divino sia priva di qualunque efficacia
normativa.
2. Contenuto della riprovazione rationabilis.
La consuetudine che sia riprovata dal diritto non è Entra in scena
quell’elemento qualitativo che abbiamo già visto per la legge, la legge deve
rationabilis.
essere
Induce a vedere, quale sia il rapporto della legge con la consuetudine, qual è
l’attitudine che può assumere il legislatore, nei confronti della formazione di
una consuetudine o nei confronti di una consuetudine già formata. 3 rapporti:
il legislatore con una legge abroga una consuetudine già formata,
l’abrogazione però non impedisce che con il decorso del tempo (30 anni) si
formi una nuova consuetudine con il medesimo contenuto.
Il legislatore può intervenire per disapprovarla con più intensità e abrogare
clausola
la consuetudine formata e aggiungere nel testo formativo una
proibitiva. clausola di REPROBATIO
Il legislatore può inserire la (riprovazione), ha
effetto abrogativo e dichiara il contenuto della consuetudine come
irrationabilis (contrario a un principio di diritto positivo, …) – la consuetudine
riprovata dal legislatore si presume con contenuto malvagio – diverso se
proibisce il contenuto e basta. Contro la clausola di proibizione possono
valere le consuetudini centenarie e immemorabili. Mentre con la clausola di
riprovazione, le consuetudini centenarie e immemorabili non possono
prevalere – intrinsecamente malvagia. Canone 26: “la consuetudine
diventa legge se conservata per 30 anni. Se una legge canonica con
clausola proibisce future consuetudini, prevalgono solo clausole
centenarie e immemorabili*”. Canone 24: “non può ottenere forza di
legge una consuetudine contraria al diritto canonico, tranne che non sia
ragionevole, la consuetudine, riprovata dal diritto, non è mai ragionevole”.
3. Contenuto del peccato. (occasio et
È irrationabilis la consuetudine che è occasione di peccato
fones) : consuetudine che favorisce la commissione di azioni peccaminose (es.
precetto festivo – domeniche. In una comunità potrebbe introdursi la
consuetudine, per stabilire che il precetto è tutti i giorni. Consuetudine
irrationabilis perché favorisce la violazione/ peccato.
4. Contenuto del bonum commune.
Quarto contenuto. Se la legge è ab bonum comune, anche la consuetudine lo
deve essere, non deve nascere per l’utilità del singolo (così come le lex).
5. Contenuto del nervus ecclesiastice
È irrationabilis, la consuetudine attraverso la quale si rompe il nervus
ecclesiastice discipline - nervo della disciplina ecclesiastica – linee generali
dell’ordinamento. Gli uffici che si occupano della cura delle anime (Ufficio
vescovo diocesano e del parrocco – portano con sé gli obblighi per la cura delle
anime), ha l’obbligo della residenza, bisogna risiedere presso le anime che
devono essere curate. Sul piano giuridico, testimonianza della lex della
residenza: accanto alla cattedrale c’è un immobile “ex copio” vicino alle
parrocchie c’è un immobile chiamato “casa canonica” - violato ad oggi perché
ci sono pochi preti. Fare la nomina di un vescovo/ parroco esentandolo dalla
residenza, non crea consuetudine perché crea un nervo sulla disciplina
ecclesiastica.
CONSUETUDINE CENTENARIA E IMMEMORABILE*.
Le consuetudini centenarie sono le consuetudini che durano da almeno
(l’immemorabilis
cent’anni, la consuetudine immemorabile è un istituto del
ab immemorabili,
diritto romano, detto anche che ha una sua efficacia anche in
termini di prescrizione dei diritti soggettivi).
L’istituto immemorabile deriva dal diritto romano. Originariamente si parla di
memoriale. Si incontra anche nel diritto amministrativo.
Ab immemorabili: significa che non c’è nessuna persona vivente, in grado di
testimoniare l’inizio della consuetudine, il momento in cui inizia a crearsi – ab
immemorabili. È rilevante per (alla presenza di una consuetudine
immemorabile) la salvaguardia della stabilità giuridica: se tutti si comportano
in un certo modo e non c’è una certezza su questo comportamento, bisogna
presumere che il comportamento sia legittimo. L’immemorabile si risolve in una
presunzione iuris tantum – la presunzione è uno strumento che può essere
fatto valere davanti al giudice – davanti al giudice si presume che la
consuetudine sia immemorabile e legittimo fino a prova contraria – presunzione
di legittimità del memoriale.
Si incontra nel diritto amministrativo insieme alle servitù di uso pubblico
(costituite a favore della collettività – es. i portici,