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CAPITOLO 8: DIVERISTA’ NELLE IMPRESE.
Diversità nella classe sociale e nel lavoro gli studiosi distinguono queste
categorie in diversi modi, ma uno dei più comuni è la distinzione tra
dimensione visibile (sesso, etnia, età) e quella invisibile (orientamento
sessuale, religione).
Una conseguenza che potrebbe portare la categorizzazione in gruppi omogeni
di persone, è la creazione di stereotipi (che vengono utilizzati per indicare
alcuni individui attraverso determinati attributi, talvolta anche volgari),
trascurando la complessità e la varietà all’interno dei gruppi.
Pari opportunità di impiego (EEO): rende illegale la discriminazione nel posto di
lavoro contro determinati gruppi sociali.
Azione positiva (AA): rappresenta un approccio più attivo nel definire misure
che assicurino uguali opportunità di impiego per soggetti svantaggiati.
Approcci alla gestione delle diversità: il primo approccio riguarda i
problemi connessi al capitale umano e afferma che, quando le opportunità
di sviluppo di un particolare gruppo sono ostacolate, il risultato sarà l’utilizzo
non ottimale delle risorse umane. Questo approccio funzionalista è in contrasto
con la visione umanistica dell’HRM, dove vi è l’approccio della giustizia
sociale: cerca di affrontare le disuguaglianze promuovendo la comprensione e
l’integrazione delle differenze sociali enfasi posta sulla promozione della
parità (non solo economica) come un dovere sociale dei datori di lavoro.
Approccio liberale vs radicale alle pari opportunità: la prima concezione
sostiene che l’uguaglianza delle opportunità esiste quando gli individui possono
competere liberamente per ottenere ricompense sociali. L’approccio radicale si
differenzia significativamente dalla visione liberale, perché consiste in un
intervento proattivo nel posto di lavoro sulla base di valori morali e dignità
sociale (l’approccio liberale si concentra sulla correttezza delle regole e delle
procedure, l’approccio radicale si concentra sui risultati della competizione e
sulla distribuzione delle ricompense).
Differenze tra il modello sociale e il modello del business case: nel
modello sociale viene posta l’attenzione sulle pari opportunità,
sull’uguaglianza, intese come parità nella distribuzione dell’educazione, della
formazione, dell’occupazione e dello sviluppo di opportunità di carriera
obiettivo di evitare i conflitti nei paesi cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, india,
Cina, Spagna).
Il modello del business case dove la gestione delle diversità poggia su ragioni
di business; approccio prevalente nelle imprese occidentali, e mira ad
incrementare la produttività e ad ottenere un valore aggiunto da questa
diversità. Le difficoltà concettuali nella gestione della diversità riguardano il
rapporto esistente tra un efficace programma di uguaglianza e diversità e le
performance dell’impresa (le performance sono di solito misurate con indicatori
finanziari, come il profitto o le vendite, ma anche attraverso variabili come il
turn over o l’impegno dei dipendenti).
La maggior parte delle imprese tende ad adottare un approccio ibrido, sia
rispettando le leggi sull’uguaglianza, sia sviluppando ed implementando
politiche e pratiche che hanno la potenzialità per incrementare il
funzionamento delle loro imprese. La gestione della diversità basata
esclusivamente sul business case è una mossa pericolosa, in quanto determina
la possibilità di abbandonare iniziative di uguaglianza, inclusione e diversità
che non sono considerate profittevoli.
Globale vs multinazionale: a causa dell’impatto della globalizzazione e
dell’internazionalizzazione delle imprese, del mercato del lavoro e della base
dei clienti, le imprese multinazionali hanno dovuto affrontare i problemi
connessi con la diversità in diversi paesi, e quindi sviluppare strategie di
diversità globale. si assiste alla nascita della gestione globale della
diversità. Le multinazionali possono scegliere due differenti strategie:
- Una globale: comporta un controllo centralizzato su diverse strategie con
adattamenti locali ai differenti contesti nazionali all’interno delle quali
l’organizzazione opera;
- Una multinazionale: comporta strategie sviluppate per ciascun contesto
nazionale da professionisti locali, tenendo in considerazione le diverse
culture nazionali e come queste sono determinate dal contesto politico,
sociale, storico, legale e religioso
CAPITOLO 9: APPRENDIMENTO E SVILUPPO.
Definizione di apprendimento: cambiamento di cognizione, azione o interazione
con gli altri. È la condizione attraverso cui la cognizione individuale cambia per
comprendere le conoscenze, le abilità e le attitudini.
Definizione di formazione: istruzione programmata con lo scopo di raggiungere
l’apprendimento, al fine di migliorare le prestazioni o soddisfare esigenze di
sviluppo. E’ importante notare che, anche se la formazione è prevista, il
risultato dell’apprendimento non può essere pianificato e può non essere
raggiunto.
Definizione di istruzione: è una procedura formale, guidata da uno o più
istruttori, con lo scopo di raggiungere l’apprendimento in una o più aree di
interesse.
Definizione di sviluppo: acquisizione o miglioramento di un portafoglio di
conoscenze, abilità o atteggiamenti su una specifica area di interesse. Serve
per preparare qualcuno ad essere qualcosa.
Correnti di pensiero sull’apprendimento:
- Auto-apprendimento: responsabilità individuale del proprio
apprendimento e promuove il trasferimento delle conoscenze.
L’apprendimento è un processo auto-avviato, personale e intenzionale. Si
sposta il controllo dai formatori agli studenti.
- Apprendimento permanente: conoscenze utili per la posizione attuale di
lavoro e anche per il percorso professionale prescelto e la durata della
carriera dell’individuo.
- Apprendimento sul posto di lavoro: funge da piattaforma per lo sviluppo
del capitale intellettuale, quale fonte di vantaggio competitivo. Il capitale
intellettuale è costituito da capitale umano (conoscenza e competenze, e
i valori che non possono essere separati dal singolo individuo e vengono
portati nel mondo nel lavoro) e sociale (somma delle risorse reali e
potenziali incorporate all’interno).
Apprendimento formale ed informale sul posto di lavoro:
- Formale: piani di apprendimento promossi dal management. Ricorso al
coaching (intervento one to one tra il lavoratore e il coach con
l’obiettivo di far raggiungere al primo risultati legati alla performance), il
mentoring (rapporto one to one ma è focalizzato sull’individuo e su
questioni più ampie di quelle riguardanti il ruolo lavorativo, come lo
sviluppo personale del dipendente e le aspirazioni della carriera),
interventi tramite e-learning (utilizzano informazioni e comunicazioni
tecnologiche per consegnare allo studente un’esperienza di
apprendimento personalizzata). Una combinazione di metodi di consegna
e metodologie di apprendimento è il metodo più efficace ed efficiente
per il clima socio-economico attuale.
Altri metodi di apprendimento pianificato: job shadowing (apprendimento
che il dipendente assimila osservando cosa fa un alto individuo) e job
rotation (trasferimento del dipendente in diversi ruoli lavorativi in modo
da consentire all’apprendista di provare nuove pratiche e prospettive).
- Informale: apprendimento che si verifica naturalmente (senza
intervento del management). Le ricerche dimostrano che
l’apprendimento nelle organizzazioni avviene principalmente in modo
informale, attraverso le comunità di pratica (gruppo di dipendenti che
lavorano insieme imparano l’un l’altro e sviluppano una comprensione
comune di come ottenere un lavoro compiuto) e le reti sociali. Questi tipi
di conoscenze prodotte, sono difficilmente imitabili e trasferibili al di fuori
dell’organizzazione, portando ad un vantaggio competitivo solo per
quest’ultima.
Efficacia di apprendimento: dipende da alcuni fattori:
- Motivazione ad apprendere: al fine di attuare con successo
l’apprendimento è importante assicurarsi che l’individuo sia interessato
in ciò che gli sta per essere insegnato. È importante che durante la
formazione vengano incorporate alcune caratteristiche personalizzate per
consentire allo studente di mantenere il controllo ed essere coinvolto nel
processo di apprendimento.
- Differenze individuali: ogni individuo ha differenti schemi mentali,
diverse esperienze e diversi stili di apprendimento il manager HR ha
bisogno di prendere in considerazione gli stili di apprendimento
predominanti e intervenire in modo più efficace. Esistono 4 stili di
apprendimento: individui attivisti (apprendono dall’esperienza), riflettori
(apprendono osservando cosa succede), teorici (apprendono dalla
trasformazione delle loro osservazioni in pensieri e teorie), pragmatici
(apprendono dalla sperimentazione di nuovi concetti teorici e nuove
pratiche in modo da verificare la loro validità).
- Clima e cultura organizzativa: quando il clima all’interno di
un’organizzazione facilita l’uso delle conoscenze acquisite in un
intervento di apprendimento, per esempio fornendo feedback, una
ricompensa o una guida adeguata, l’efficacia dell’intervento di
apprendimento cresce.
Il ciclo di formazione sistematica: è il quadro più diffuso per progettare e
realizzare gli interventi di apprendimento. Costituito da 4 fasi:
1) Analisi dei fabbisogni formativi e di apprendimento: è essenziale
evidenziare non solo i fabbisogni dell’organizzazione, ma anche i bisogni
individuali. Si sostanzia in 3 parti: input, processo, output. La prima si
occupa delle analisi delle informazioni che riguardano l’individuo, i reparti
e l’organizzazione; la fase del processo prevede l’identificazione delle
cause di qualsiasi gap delle prestazioni; la fase dell’output determina se
esistono bisogni di training o non training. I bisogni di training
corrispondono ai gap di performance causati dall’inadeguatezza della
conoscenza, delle capacità e delle attitudini dei dipendenti, ad esempio,
l’offerta guidata, ossia i bisogni che vengono implementati al fine di
garantire il raggiungimento degli obiettivi strategici dell’organizzazione. I
bisogni di non training si riferiscono a gap di performance causati da altri
fattori, come bassi livelli di motivazione e restrizioni di tempo.
2) Progettazione e sviluppo degli interventi: in questa fase il
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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